Back in the High Life

Back in the High Life
album in studio
ArtistaSteve Winwood
Pubblicazione30 giugno 1986
Durata45:03
Tracce10
GenereRock
Soul bianco
EtichettaIsland
ProduttoreRuss Titelman, Steve Winwood
RegistrazioneAutunno 1985 - Primavera 1986
Unique Recording Studio, Power Station, NYC, Netherturkdonic Studio, Gloucestershire UK
Steve Winwood - cronologia
Album successivo
(1987)

Back in the High Life è il quarto album solista del musicista e cantante rock-blues-soul inglese Steve Winwood, pubblicato il 30 giugno 1986.

Il disco entra nella top ten della classifica statunitense, ottenendo il terzo posto, vendendo oltre cinque milioni di copie. Il brano Higher Love arriva in vetta alle classifiche dei singoli, vincendo il Grammy Award come "disco dell'anno". Altri singoli tratti dall'album: Back in the High Life Again (13ª posizione in USA); The Finer Things (8ª posizione in USA); Freedom Overspill (20ª posizione in USA).

Questo fu l'ultimo disco prodotto in studio di Winwood con la Island Records dopo 20 anni di connubio. Nell'album collaborano vocalmente Chaka Khan in Higher Love e James Taylor in Back in the High Life Again.

Tutte le canzoni sono scritte e cantate da Steve Winwood e Will Jennings tranne dove altrimenti specificato fra parentesi.

  1. Higher Love – 5:45
  2. Take It as It Comes – 5:20
  3. Freedom Overspill – 5:33 (Winwood, George Fleming, James Hooker)
  4. Back in the High Life Again – 5:33
  5. The Finer Things – 5:47
  6. Wake Me Up on Judgement Day – 5:48
  7. Split Decision – 5:58 (Winwood, Joe Walsh)
  8. My Love's Leavin – 5:19 (Winwood, Viv Stanshall)
  • Produzione: Steve Winwood e Russ Titelman
  • Missaggio: Tom Lord-Alge
  • Tecnici del suono: Jon Wolfson, Steve Rinkoff, Mike Nicholson, Scott Mabuchi, Chris Lord-Alge, Tom Lord-Alge, Jeff Lord-Alge, Bruce Lampcov, Dave Greenberg, John Goldberger, Rob Eaton, Jason Corsaro, Nobby Clark, Ed Bruder, Sean Chennery, Jim Boyer e Claude "Swifty" Achille

Accoglienza critica

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Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[1]
Robert ChristgauC[2]
Rolling Stonefavorevole[3]

Back in the High Life ebbe molte recensioni, tutte molto positive. Timothy White di Rolling Stone magazine entusiasta proclama che "con Back In The High Life, Steve Winwood ha realizzato il primo innegabile superbo disco della sua ormai quasi decennale carriera solista", rammaricandosi solo del ritardo per il ritardo della sua pubblicazione. Karyn Albano, scrivendo per il sito web Classic Rock Reviews va anche oltre, designandolo album dell'anno, affermando sommariamente che "l'album raggiunge quella elusiva meta di combinare grandi canzoni che permarranno alle verifiche del tempo e che si nutrono del richiamo commerciale del momento". Il critico musicale di lunga data Robert Christgau, meno generoso, tuttavia, sottolinea che "questo è il destino di un bambino prodigio che ha più talento che senno".

Musicisti e organico

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Album

Anno Classifica Posizione
1986 The Billboard 200 3
1986 Top R&B/Hip-Hop Albums 46

Singles

Anno Singolo Classifica Posizione
1986 Higher Love Billboard Hot 100 1
1986 Higher Love Mainstream Rock Tracks 1
1986 Higher Love Adult Contemporary 7
1986 Freedom Overspill Mainstream Rock Tracks 4
1986 Freedom Overspill Billboard Hot 100 20
1986 Freedom Overspill Hot Dance Music/Club Play 28
1986 Freedom Overspill Hot Dance Music/Maxi-Singles Sales 34
1986 Take It as It Comes Mainstream Rock Tracks 33
1986 Back in the High Life Again Adult Contemporary 1
1987 Back in the High Life Again Billboard Hot 100 13
1987 Back in the High Life Again Mainstream Rock Tracks 19
1987 The Finer Things Adult Contemporary 1
1987 The Finer Things Mainstream Rock Tracks 5
1987 The Finer Things Billboard Hot 100 8
  1. ^ William Ruhlmann, Back in the High Life - Steve Winwood | AllMusic, in allmusic.com, 2011 [last update]. URL consultato il 7 agosto 2011.
  2. ^ Robert Christgau, Steve Winwood, in robertchristgau.com, 1986. URL consultato il 24 maggio 2012.
  3. ^ Timothy White, Steve Winwood: Back In The High Life : Music Reviews : Rolling Stone, in web.archive.org, 2011 [last update]. URL consultato il 7 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2009).

Collegamenti esterni

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