Bronzetto nuragico
I bronzetti sardi o nuragici (brunzitu sardu nuragicu o nuraghesu / nuraxesu in lingua sarda) sono statue miniaturistiche in bronzo tipiche della civiltà nuragica (Sardegna)
Furono realizzate tra la fase finale dell'età del bronzo e l'età del ferro e la loro funzione era quella di ex voto[1].
Ritrovamenti
[modifica | modifica wikitesto]Durante gli scavi archeologici sono stati ritrovati più di cinquecento bronzetti, soprattutto presso i luoghi di sepoltura e di culto come tombe dei giganti, pozzi sacri e templi (megara) nonché nei villaggi e nei nuraghi.
Numerosi bronzetti sardi sono state scoperti anche in scavi effettuati nell'Italia centrale (Lazio settentrionale e Toscana), nelle tombe villanoviane del IX secolo a.C.[2]
Datazione
[modifica | modifica wikitesto]Si è pensato per lungo tempo che fossero state realizzate tra il IX secolo a.C. e il VI secolo a.C., ma alcuni ritrovamenti di frammenti risalenti al XIII secolo a.C., a Orroli e Ballao, hanno permesso di datare ad un'epoca anteriore la loro realizzazione[3].
L'archeologo Ralph A. Gonzalez data le statuette più antiche, come quelle in stile Uta, al periodo tra il XII e il VI secolo a.C.[4]
Tecnica di scultura
[modifica | modifica wikitesto]Misuranti fino a 35-40 cm[1] e ottenuti con la tecnica della cera persa, ritraggono persone di varie classi sociali, guerrieri, capi tribù, divinità, animali ma anche oggetti della vita quotidiana delle popolazioni protosarde come vasi, armi in miniatura e carri o modelli di nuraghe. I soggetti rappresentati sono altresì importanti anche per le implicazioni culturali che ne scaturiscono. Per esempio le rappresentazioni di cane col collare, carro a due ruote, vagonetto a quattro ruote con coperchio o l'arciere che cavalca in piedi.
Tra le statuette spiccano per quantità e per raffinatezza le navi (cosiddette navicelle nuragiche), che formano il più grande numero di copie in scala di vere e proprie barche antiche, sia in confronto alle popolazioni della stessa epoca che degli altri periodi, a dimostrazione della grande familiarità delle popolazioni nuragiche con il mare e la navigazione.
Nelle varie sculture, secondo alcuni studiosi, si possono distinguere tre diversi stili:
- stile mediterraneo,
- stile Uta,
- stile Abini-Teti.
Non è ancora stato verificato se questi stili siano contemporanei fra loro o se si siano succeduti uno dopo l'altro nel tempo.
Principali musei
[modifica | modifica wikitesto]Le più belle collezioni si possono ammirare nel Museo archeologico nazionale di Cagliari, nel museo nazionale archeologico ed etnografico G. A. Sanna di Sassari, e nei musei di Nuoro e Oristano oltre che nei musei locali dove si trovano i principali siti archeologici dell'Isola.
Numerosi esemplari sono stati ceduti al tempo degli scavi a collezioni private e a musei italiani ed esteri e si trovano in città quali Torino, Roma (museo nazionale preistorico etnografico Luigi Pigorini, museo nazionale etrusco di Villa Giulia), Firenze, Crotone (museo archeologico nazionale di Crotone)[5] Londra (British Museum)[6], New York e Los Angeles (Getty Museum)[7]. Al momento non è stato ancora effettuato un censimento delle opere degli antichi sardi presenti nei musei esteri.
Diversi sono anche i casi di bronzi sardi messi all'asta[8] da famose case come Sotheby's[9] o Christie's[10].
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]- Bronzetto da Padria
- Navicella nuragica, 900-790 a.C. ca., dal santuario di Capocolonna a Crotone
- Bronzetto nuragico dal Sulcis, Museo nazionale preistorico etnografico Luigi Pigorini
- Bronzetto sardo, Museo archeologico nazionale di Cagliari
- Bronzetto di arciere saettante in piedi sul dorso del cavallo proveniente dal Sulcis
- Bronzetto detto "la madre dell'ucciso" o "il canto della madre" rinvenuto ad Urzulei
- Bronzetto proveniente da Vulci.
- Bronzetto raffigurante un arciere con grembiule borchiato da Sardara
- Bronzetto raffigurante un arciere
- Bronzetto di arciere dal Santuario nuragico di Abini a Teti
- Eroe con quattro occhi e quattro braccia dal Santuario nuragico di Abini di Teti
- Capo tribù da Serri
- Coppia di soldati da Abini-Teti (NU)
- Lottatori
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Sardegna Cultura - Argomenti - Arte nuragica - Bronzetti, su sardegnacultura.it. URL consultato il 10 maggio 2022.
- ^ Cultura villanoviana, su treccani.it. URL consultato il 26 giugno 2024.
- ^ Mauro Perra, La Tomba di Giganti del nuraghe Arrubiu di Orroli (CA), o "La Tomba della Spada". URL consultato l'8 maggio 2022.
- ^ (EN) Ralph Araque Gonzalez, Sardinian bronze figurines in their Mediterranean setting, in Praehistorische Zeitschrift, vol. 87, n. 1, settembre 2012, DOI:10.1515/pz-2012-0005.
- ^ Navicella nuragica del VII sec. a.C. presso il Museo di Archeologico di Crotone
- ^ (EN) votive figure | British Museum, su The British Museum. URL consultato il 9 maggio 2022.
- ^ (EN) Statuette of an Archer (The J. Paul Getty Museum Collection), su The J. Paul Getty Museum Collection. URL consultato il 10 maggio 2022.
- ^ All’asta nove bronzetti nuragici in una galleria di Londra, su La Nuova Sardegna, 19 giugno 2015. URL consultato l'8 maggio 2022.
- ^ A Sardinian Bronze Figure of a Warrior - circa 7th/6th century B.C, su sothebys.com.
- ^ (EN) A SARDINIAN BRONZE ARCHER, su christies.com. URL consultato il 9 maggio 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- AA.VV., La civiltà in Sardegna nei secoli, Torino, Edizioni ERI.
- Casula F.C., La storia di Sardegna, Sassari, 1994.
- Foddai L., Sculture zoomorfe. Studi sulla bronzistica figurata nuragica, Cargeghe, 2008.
- Lilliu, G. La civiltà dei Sardi dal neolitico all'età dei nuraghi, Torino, Edizioni ERI, 1967.
- Lilliu G. Sculture della Sardegna nuragica, Verona, 1962.
- M.Perra, F.Lo Schiavo, O. Fonzo, N. Garnier, P. Marinval, "La Tomba di Giganti del nuraghe Arrubiu di Orroli (CA)", "Rivista di Scienze Preistoriche - LXV - 2015, 87-116, Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria".
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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