Colli Selvalonga – Il Monte (Assisi)

Colli Selvalonga – Il Monte (Assisi)
Tipo di areaSito di interesse comunitario
Codice WDPA555528907
Cod. Natura 2000IT5210023
Class. internaz.IV
StatoItalia (bandiera) Italia
Regioni  Umbria
Province  Perugia
ComuniAssisi, Nocera Umbra, Valtopina
Superficie a terra478 ha
Provvedimenti istitutiviD.M. 7 agosto 2014
GestoreRegione Umbria
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Colli Selvalonga – Il Monte (Assisi)
Colli Selvalonga – Il Monte (Assisi)
Sito istituzionale

Il Colli Selvalonga – Il Monte (Assisi) è un Sito di Interesse Comunitario (SIC) per la gran parte interno al Parco regionale del Monte Subasio[1], il cui Piano di Gestione è stato approvato nel 2012 dalla Regione Umbria[2] al fine di proteggere e conservare i cinque habitat in esso individuati. Il sito è classificato nella Rete europea Natura 2000 con il codice IT5210023[3] ed è stato designato Zona Speciale di Conservazione (ZSC) nel 2014 dal Ministero dell’Ambiente[4] a seguito della Direttiva Habitat della Comunità Europea.

Il sito Colli Selvalonga – Il Monte (Assisi) si trova sul versante settentrionale del massiccio del Monte Subasio. Ha una superficie di 478 ettari che interessa i comuni di Assisi, Nocera Umbra e Valtopina. A nord confina con un altro Sito di Interesse Comunitario: il Fiume Tescio (parte alta)[5]. L’aspetto peculiare dell’area è dato da una articolata morfologia alto collinare di tipo calcareo e marnoso-arenaceo, intervallata da valli segnate da fossi e torrenti dove è presente una vegetazione forestale in buono stato di conservazione prevalentemente caratterizzata dalla presenza di Cerro (Quercus cerris)[6].

Il sito è caratterizzato dai seguenti habitat, costituiti da particolari tipologie di vegetazione[7][6]:

  • Habitat 5130 - Formazioni a ginepro comune (Juniperus communis) su lande o prati calcicoli[8]. È costituito dagli arbusteti di ginepro comune più o meno densi tipicamente associati alle praterie. L’habitat è molto diffuso in Umbria e in espansione negli ambienti collinari e montani su suoli aridi e poco profondi. Si tratta di un paesaggio vegetale di origine secondaria, ovvero dovuto all’intervento umano, ed il cui mantenimento è subordinato alla presenza delle attività di pascolo in assenza delle quali questa vegetazione viene progressivamente sostituita dal bosco[9].
  • Habitat 6220*[10] - Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea. È costituito da praterie xerofile[11] diffuse a diverse altitudini che si sviluppano su substrati calcarei generalmente con suoli poco evoluti e soggetti ad erosione[12].
  • Habitat 91AA*[10] - Boschi orientali di quercia bianca. L’ecosistema comprende i boschi mediterranei a dominanza[13] di roverella (Quercus pubescens) in ambienti caldi. In Umbria sono abbastanza diffusi, anche se spesso fortemente frammentati e rappresentati, talora, da frammenti relitti di modeste dimensioni, soprattutto nelle aree fortemente vocate alla coltura dell'olivo e della vite che ne hanno occupato in gran parte l'areale potenziale[14].
  • Habitat 91M0 - Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere. È un ecosistema che comprende i boschi di cerro, talora con rovere, tipici di ambienti caldi e con substrato acido, distribuiti prevalentemente lungo il versante tirrenico della penisola italiana. In Umbria queste comunità sono molto abbondanti nei territori collinari occidentali della regione[15].
  • Habitat 92A0 - Foreste a galleria di Salice bianco (Salix alba) e Pioppo bianco (Populus alba). È costituito dai boschi ripariali a dominanza[13] di salici e pioppi che si sviluppano lungo le sponde dei fiumi e dei laghi. Quando le chiome delle piante, situate sulle opposte sponde di un fiume, si toccano, danno origine ai cosiddetti “boschi a galleria”[16].

Nell’area sono presenti, fra le altre, alcune specie di piante di importanza floristico vegetazionale a livello regionale: Digitale dell’Appennino (Digitalis micrantha), Poligala gialla (Polygala flavescens), Polmonaria della Vallarsa (Pulmonaria vallarsae), Salice appenninico (Salix apennina), Pungitopo (Ruscus aculeatus)[6].

Sono numerose le specie animali di interesse comunitario e conservazionistico segnalate all’interno del sito Natura 2000[7][6].

Per le caratteristiche ecologiche ben conservate, l’area presenta gli habitat ideali per alcune specie di farfalle rare e a rischio: la Zerinzia (Zerynthia polyxena) e la Eufidriade di Provenza (Euphydryas (Eurodryas, Hypodryas) aurinia)[17]. Nei boschi ben conservati, con alberi vecchi e marcescenti sono presenti due specie di Coleotteri di interesse comunitario: il Cervo volante (Lucanus cervus) e il Cerambice della quercia (Cerambyx cerdo)[6].

Fra gli Anfibi nell’area è segnalata la presenza del Tritone crestato (Triturus carnifex), che frequenta i boschi con piccoli specchi d’acqua (spesso lo si trova in antichi fontanili) dove si riproduce. La specie è minacciata a causa dell’inquinamento e delle trasformazioni ambientali che riducono la presenza delle zone più adatte alla riproduzione. Sono presenti anche il Tritone comune (Lissotriton vulgaris), il Rospo comune (Bufo bufo), la Rana di Berger (Pelophylax bergeri) e la Rana agile (Rana dalmatina), il cui stato di conservazione a livello nazionale è in peggioramento a causa delle trasformazioni ambientali operate dall’uomo.

Fra i Rettili presenti nell’area, si ricordano il Ramarro occidentale (Lacerta bilineata), il Biacco (Coluber viridiflavus), la Lucertola muraiola (Podarcis muralis), la Lucertola campestre (Podarcis sicula), la Luscengola (Chalcides chalcides) e la Biscia dal collare (Natrix natrix).

Numerose specie di Mammiferi frequentano il paesaggio alto-collinare del sito Natura 2000, in particolare è segnalata la presenza del Lupo (Canis lupus italicus)[18][19], della rara Puzzola (Mustela putorius), dell’Istrice (Hystrix cristata), dello Scoiattolo (Sciurus vulgaris, sottospecie italicus), della Faina (Martes foina), del Tasso (Meles meles), della Donnola (Mustela nivalis)[20] e del Capriolo (Capreolus capreolus).

Nella zona nidificano circa 60 specie di uccelli tutelati dalle Direttive Uccelli[21] e Habitat. Si tratta di specie che frequentano i boschi radi, aridi e con ampie radure con esposizione soleggiata, come la Tottavilla (Lullula arborea), l’Averla piccola (Lanius collurio) e il Succiacapre (Caprimulgus europaeus). Il sito è inoltre frequentato dal Verzellino (Serinus serinus), dalla Ballerina bianca (Motacilla alba), dal Rigogolo (Oriolus oriolus) e dal Picchio verde (Picus viridis), oltre al Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), rapace migratore ed entomofago, la sua dieta è infatti molto specializzata: le prede sono costituite principalmente dalle larve di vespe, api, calabroni e bombi.

Le Misure di Conservazione del sito Colli Selvalonga – Il Monte (Assisi)[22], adottate dalla Regione Umbria, sono volte in particolare alla conservazione della biodiversità e alla tutela degli habitat e delle specie presenti nel Sito Natura 2000. Le Misure hanno l’obiettivo di ridurre gli interventi di trasformazione e semplificazione ambientale attraverso la regolamentazione, in particolare, delle attività selvi-colturali e agricole. Inoltre, per limitare il disturbo umano sugli habitat e sulle specie presenti nel Sito, sono state regolamentate sia le attività di realizzazione di strutture e infrastrutture, sia le attività di fruizione delle aree oggetto di tutela. Le Misure di Conservazione sono armonizzate con il Regolamento del Parco regionale del Monte Subasio[23].

  1. ^ I Siti di Interesse Comunitario (SIC), interni o limitrofi al Parco del Monte Subasio, sono cinque: Fiume Tescio (parte alta) ZSC IT5210022; Colli Selvalonga, il Monte (Assisi) IT5210023; Monte Subasio (sommità) ZSC IT5210027; Fosso dell'Eremo delle Carceri (Monte Subasio) ZSC IT5210030; Poggio Caselle - Fosso Renaro (Monte Subasio) ZSC IT5210035.
  2. ^ Regione Umbria, DRG n. 366 dell’11 aprile 2012.
  3. ^ Site Identification, su natura2000.eea.europa.eu.
  4. ^ Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Decreto 7 agosto 2014, Designazione di 31 ZSC della regione biogeografica continentale e di 64 ZSC della regione biogeografica mediterranea insistenti nel territorio della regione Umbria, su gazzettaufficiale.it.
  5. ^ Mappa del sito Colli Selvalonga – Il Monte (Assisi), su natura2000.eea.europa.eu.
  6. ^ a b c d e Regione Umbria, Inquadramento geografico amministrativo del sito Colli Selvalonga – Il Monte (Assisi).
  7. ^ a b Ecological Information, su natura2000.eea.europa.eu..
  8. ^ Calcìcolo, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 2 novembre 2021.
  9. ^ Habitat 5130, su vnr.unipg.it.
  10. ^ a b Nella Direttiva Habitat, agli allegati I e II, il carattere tipografico dell’asterisco indica le specie a rischio scomparsa, sottoposte a specifiche norme di conservazione.
  11. ^ Xeròfilo, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 2 novembre 2021.
  12. ^ Habitat 6220, su vnr.unipg.it.
  13. ^ a b Dominanza, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 2 novembre 2021.
  14. ^ Habitat 91AA*, su vnr.unipg.it.
  15. ^ Habitat 91M0, su vnr.unipg.it.
  16. ^ Habitat 92A0, su vnr.unipg.it.
  17. ^ Euphydryas provincialis (Boisduval, 1828), su vnr.unipg.it.
  18. ^ Sullo status del lupo in Umbria si consulti la relazione di Luca Convito, tecnico faunistico della Regione Umbria, illustrata al convegno, promosso da Filmato audio Comune di Spoleto, Il lupo in Italia situazione attuale e prospettive future, su YouTube, 16 gennaio 2021, a 1 h 41 min 59 s. URL consultato il 16 gennaio 2021.
  19. ^ Enrico Alleva, Il lupo, specie da fiaba capace di percorrere tutta l'autostrada appenninica, in La Repubblica, 3 settembre 2020.
  20. ^ Donnola, dove vive, cosa mangia e in cosa è diversa dalla faina, in Informazione Ambiente, 19 febbraio 2018.
  21. ^ Ministero dell’Ambiente, Direttiva Uccelli, su mite.gov.it.
  22. ^ Regione Umbria, Misure di conservazione SIC IT5210023 Colli Selvalonga - Il Monte (Assisi) in DRG n. 366 dell’11 aprile 2012.
  23. ^ Il Regolamento «disciplina le modalità d’accesso, fruizione ed utilizzo, nonché i criteri di gestione e d’esercizio delle attività consentite nel Parco» (art. 1) con la finalità di «perseguire la conservazione e la salvaguardia del patrimonio naturale nonché degli altri valori del territorio del Parco quali quelli storico-culturali, paesaggistici e antropologici» (art. 2). Regolamento del Parco regionale del Monte Subasio (PDF), su Regione Umbria.
  • Bernardino Ragni, Atlante dei mammiferi dell’Umbria, Città di Castello, Petruzzi Editore, 2002, ISBN 88-900915-1-7.
  • Ettore Orsomando, Bernardino Ragni e Roberto Segatori, Siti Natura 2000 in Umbria. Manuale per la conoscenza e l’uso, Perugia, Regione Umbria, 2004.
  • Giuliano Di Muro, Lucia Ghetti, Andrea Mandrici, Bernardino Ragni e Cristiano Spilinga, Anfibi e rettili dell’Umbria. Distribuzione geografica ed ecologica, Città di Castello, Petruzzi Editore, 2006.
  • Silvia Carletti, Maria Pilar Jiménez Grijalva, Bernardino Ragni, Danilo Russo, Umberto Sergiacomi e Cristiano Spilinga, Atlante dei chirotteri dell’Umbria, Perugia, Regione Umbria ed Università degli Studi di Perugia, 2013.
  • Alessia Battistoni, Valentina Peronace, Carlo Rondinini e Corrado Teofili (a cura di), Lista rossa IUCN dei Vertebrati Italiani, Roma, Comitato Italiano IUCN e Ministero dell’Ambiente, 2013.
  • Angela Gaggi e Anna Maria Paci, Atlante degli erinaceomorfi, soricomorfi e piccoli roditori dell’Umbria, Perugia, Regione Umbria, 2014.
  • Paola Savini e Luigi Torreggiani, Parco Regionale del Monte Subasio, in Habitat nei Parchi dell’Umbria. Viaggio fotografico nelle aree protette, Perugia, Regione Umbria, 2015, pp. 42-59.
  • Giuseppina Lombardi, Mauro Magrini e Francesco Velatta (a cura di), Secondo atlante ornitologico dell’Umbria, Perugia, Regione Umbria, 2019, ISBN 978-88-99250-02-7.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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