Daihatsu Copen

Daihatsu Copen
Descrizione generale
CostruttoreGiappone (bandiera)  Daihatsu
Tipo principaleCoupé-Cabriolet
Produzionedal 2002
SeriePrima (2002-2012)
Seconda (2014-)
Altre caratteristiche
Altre antenateDaihatsu Compagno Spider
Daihatsu Leeza Spider
Della stessa famigliaDaihatsu Cuore

La Daihatsu Copen (contrazione di Compact e Open) è una piccola coupé-cabriolet prodotta dalla casa giapponese Daihatsu.

Prima generazione (2002-2012)

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Daihatsu Copen L880
Descrizione generale
VersioniCoupé-Cabriolet, Hardtop
Anni di produzioneDal 2002 al 2012
Dimensioni e pesi
Lunghezza3.440 mm
Larghezza1.475 mm
Altezza1.250 mm
Passo2.225 mm
Massa850 kg
Altro
Auto similiNissan Micra C+C
Peugeot 206 CC
Daihatsu Copen 10th Anniversary

Presentata al salone dell'automobile di Tokyo del 2001 e commercializzata dal giugno 2002, la piccola auto rispettava le limitazioni giapponesi delle vetture Keicar, sia nelle dimensioni sia adottando propulsori di piccola cilindrata (659 cm³ è la prima convertibile utilitaria sportiva a 2 posti Daihatsu, Nei primi due anni furono prodotte oltre 20.000 vetture.

Nel 2003 iniziò a essere esportata nel Regno Unito[1] e dal 2004 arrivò in tutta Europa inclusa l’Italia, ancora con guida a destra e motore 659 cm³ turbo.[2] Nel maggio 2006 arrivò il modello 1.300 aspirato quattro cilindri da 87 cavalli con guida a sinistra.[3] L'abitacolo era per 2 passeggeri, con bagagliaio ridotto, visto lo spazio necessario al ripiegamento del tetto rigido "Active Top" nella trasformazione a spider. L'abitabilità all'interno era discreta, e i consumi contenuti grazie alla ridotta cilindrata e al peso ridotto dell'auto, assemblata in modo semi artigianale in uno stabilimento dedicato.

Dalla fine del 2010 su alcuni mercati europei non fu più disponibile e alla fine del 2012 è stato comunicato il termine della produzione con un'ultima edizione, la Copen 10th Anniversary, limitata a 500 esemplari.[4][5]

Già alla fine del 2013 è stata presentata la concept car che prefigura la seconda serie dell'auto.[6]

Caratteristiche tecniche

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Caratteristiche tecniche - Daihatsu Copen 2009
Configurazione
Carrozzeria: Coupé-Cabriolet Posizione motore: anteriore Trazione: anteriore
Dimensioni e pesi
Ingombri (lungh.×largh.×alt. in mm): 3440 × 1475 × 1250 Diametro minimo sterzata: 9,2 m
Interasse: 2225 mm Carreggiate: anteriore 1300 - posteriore 1290 mm Altezza minima da terra: 105 mm
Posti totali: 2 Bagagliaio: Serbatoio: 40
Masse a vuoto: 775 kg / in ordine di marcia: 850 kg
Meccanica
Tipo motore: Motore a 4 cilindri Cilindrata: Alesaggio x Corsa: 72,0 x 79,7 mm; totale 1.298 cm³
Distribuzione: DOHC Alimentazione: benzina, iniezione elettronica multipoint
Prestazioni motore Potenza: 87 cv (64 kw) / Coppia: 120 Nm a 4.400 g/min
Accensione: elettronica multibobina Impianto elettrico: 12v
Frizione: monodisco a secco Cambio: manuale a 5 marce
Telaio
Corpo vettura scocca in acciaio con rinforzi. parti mobili in alluminio (cofano motore, tetto, cofano baule).
Sterzo a pignone e cremagliera, servosterzo idraulico.
Sospensioni anteriori: a ruote indipendenti McPherson con barra stabilizzatrice / posteriori: con assale semirigido e barra stabilizzatrice
Freni anteriori: a dischi ventilati ABS con EBD / posteriori: a tamburo
Pneumatici 165/50 R15 / Cerchi: in lega leggera
Prestazioni dichiarate
Velocità: 180 km/h Accelerazione: 9,5 sec da 0 a 100
Consumi combinato 6,0 l/100 km
Omologazione: Euro 4 Emissioni CO2: 140 g/km
Altro
Rapporto di compressione 10,0:1
Note la foto mostra un esemplare con apertura portiere modificata.

Seconda generazione (dal 2014)

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Daihatsu Copen Xplay
Daihatsu Copen LA400
Daihatsu Copen Robe
Descrizione generale
VersioniCoupé-Cabriolet
Anni di produzioneDal 2014
Dimensioni e pesi
Lunghezza3.395 mm
Larghezza1.475 mm
Altezza1.280 mm
Passo2.230 mm
Massa850 kg
Altro
Auto similiHonda S660

Dopo meno di un anno dalla sospensione della produzione Daihatsu annunciò che la Copen sarebbe stata sostituita da un nuovo modello. Al Motor Show di Tokyo 2013, Daihatsu ha presentato due concept car chiamate Kopen, con lo slogan "Future Included";[7] Il nome "Kopen" era una combinazione delle parole “kei” e “open” dove “kei” indica il segmento di appartenenza alle vetture keicar mentre "open" indica "vettura aperta". L'ortografia è stata modificata da "k" a "c" per mantenere continuità con il modello precedente che riscosse un buon successo commerciale.

La presentazione della Copen di seconda generazione è avvenuta nei primi mesi del 2014 e la produzione è partita il 19 giugno 2014 nello stabilimento Daihatsu di Ikeda (Osaka).[8]

Daihatsu Copen Cero

La nuova Copen è frutto del progetto LA400, è stata disegnata da Hirofumi Wada e possiede una nuova struttura del telaio monoscocca chiamata D-Frame su cui poggiano i pannelli della carrozzeria intercambiabili. La struttura consente ai proprietari di selezionare il design degli interni e degli esterni dell'auto in base alle proprie preferenze. I pannelli della carrozzeria sono costituiti da 13 componenti in resina separati, 11 dei quali sono intercambiabili per modificare design e colori.[9]

La Copen resta omologata come keicar e possiede una lunghezza pari a 3.395 metri con trazione anteriore e dispone anche di un nuovo sistema di sospensioni completamente riprogettate, nonché di un nuovo motore KF-DET turbo a tre cilindri da 660 cc con fasatura variabile, inedito impianto di scarico dal suono migliore e un peso ridotto. In Giappone, i modelli venduti al lancio erano la Copen Xplay dall’estetica più sportiva e la Copen Robe più elegante.[10] Questa nuova serie viene venduta solo in Giappone e non è prevista l’esportazione verso altri paesi, tuttavia la Copen Robe è stata ufficialmente venduta in Indonesia tra il 2015 e il 2019.[11]

Nel giugno 2015, Daihatsu ha rilasciato la Copen Cero, una nuova versione (che affianca la Xplay e le Robe) con fanali circolari e design tondeggiante ispirato alla prima generazione.[12]

Daihatsu Copen Coupé

Versione Coupé

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Anticipata nel 2016 dall’omonimo prototipo, Al Tokyo Auto Salon 2019, Daihatsu ha presentato la Copen Coupé,[13] una versione coupé a tetto fisso della Copen Cero. Nello specifico questa versione possiede il tetto in fibra di carbonio e optional è disponibile anche un tettuccio in vetro apribile. Il motore e le trasmissioni restano le medesime della versione cabrio. La dotazione di serie include il volante in pelle Momo, differenziale a slittamento limitato (sulla manuale), cerchi in alluminio BBS e targhetta numerica dell’esemplare sulla console centrale. Le opzioni includono lo scarico sportivo e sospensioni più rigide HKS. Daihatsu ha prodotto questa versione in tiratura limitata di 200 unità nell'aprile 2019 in coincidenza con il quinto anniversario della Copen di seconda generazione.[14]

Toyota Copen GR Sport

Copen GR Sport

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La Copen GR Sport è stata sviluppata dalla divisione Gazoo Racing del gruppo Toyota (cui Daihatsu fa parte) ed è stata messa in vendita in Giappone il 15 ottobre 2019. La commercializzazione avviene sia nelle reti di concessionarie Daihatsu che dalla Toyota (come Toyota Copen GR Sport[15]). Questa variante possiede una estetica specifica con il frontale e la coda ridisegnati e presentano il classico family feeling degli altri modelli Gazoo Racing con mascherina rimpicciolita e una maxi presa d’aria frontale con estrattori aerodinamici laterali, fanali anteriori e posteriori a LED, minigonne frontali, laterali e posteriori. La vettura non possiede ne il logo Daihatsu ne quello Toyota ma utilizza un logo Copen specifico a forma ovale con la lettera 'C'. La Copen GR Sport inoltre ha di serie cerchi in lega BBS, volante Momo, sedili Recaro, strumentazione con logo GR, nuovo impianto multimediale touchscreen stile tablet e sospensioni specifiche e più rigide con assetto sportivo. Il motore resta il 660 turbo limitato a 64 cavalli con cambio manuale a cinque rapporti o automatico CVT a sette rapporti con paddle al volante.[16]

  1. ^ Daihatsu “Copen”: aperta all’Europa, su quattroruote.it, 28 febbraio 2003. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  2. ^ Daihatsu “Copen S”: spiderina tutto pepe, su quattroruote.it, 3 ottobre 2002. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  3. ^ Daihatsu "Copen": gradito ritorno, su quattroruote.it, 18 maggio 2006. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  4. ^ (EN) Open Copen Production Closin', su integrityexports.com, 3 aprile 2012. URL consultato l'8 marzo 2017.
  5. ^ Daihatsu Copen 10th Anniversary. Edizione limitata per fine carriera, su quattroruote.it, 10 maggio 2012. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  6. ^ (EN) Daihatsu Copen to return, su autocar.co.uk, 20 novembre 2013. URL consultato l'8 marzo 2017.
  7. ^ Daihatsu Kopen. Un nuovo prototipo per il Salone di Tokyo 2013, su quattroruote.it, 3 novembre 2013. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  8. ^ (EN) Daihatsu Copen reborn with configurable bodywork, su autoblog.com, 20 giugno 2014. URL consultato l'8 marzo 2017.
  9. ^ (EN) Daihatsu Copen’s design contradiction, su automotivedesignclub.com, 28 giugno 2014. URL consultato il 23 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2021).
  10. ^ (EN) Daihatsu Announces New Technology for the Updated COPEN Convertible Sports Mini Vehicle (PDF), su daihatsu.com, 1º aprile 2014. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  11. ^ (EN) Danny Tan, Indonesian sales of Daihatsu Copen end after 4 years, su paultan.org, 12 febbraio 2019. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  12. ^ (EN) Daihatsu Launches the COPEN Cero, the 3rd COPEN Design (PDF), su daihatsu.com, 18 giugno 2015. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  13. ^ (EN) Daihatsu to Release COPEN Coupe Mini Sports Cars with Sales Limited to 200 Units (PDF), su daihatsu.com, 19 dicembre 2018. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  14. ^ Daihatsu Copen Coupé, in Giappone arriva la compatta a tetto fisso, su motorionline.com, 21 dicembre 2018. URL consultato il 23 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2021).
  15. ^ (EN) Toyota Rolls Out New Compact Convertible Sports Car "Copen GR SPORT" in Japan, su global.toyota, 15 ottobre 2019. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  16. ^ Daihatsu Copen. Pronto il lancio giapponese della GR Sport, su quattroruote.it, 15 ottobre 2019. URL consultato il 23 dicembre 2020.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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