Dionisio il Rinnegato
Dionisio di Eraclea conosciuto come il Rinnegato (in greco antico: Διονύσιος ὁ Μεταθέμενος?; 330 a.C. circa – 250 a.C. circa) è stato un filosofo greco antico, prima stoico e poi cirenaico.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Era il figlio di Teofanto e visse ad Eraclea Pontica. Nei primi anni di vita fu un discepolo di Eraclide Pontico, Alessino, e Menedemo di Eretria, e poi di Zenone, che lo introdusse alla scuola da lui fondata, lo stoicismo. In un secondo momento, afflitto da un terribile dolore oculare, abbandonò la filosofia stoica, e poi aderì alla Scuola cirenaica, dove l'edonismo e l'assenza di dolore erano (come nell'epicureismo) il bene più alto. Questa rinuncia alla sua fede filosofica attirò su di lui il soprannome di il Rinnegato (in greco: μεταθέμενος, Metathemenos). Durante il tempo in cui fu uno stoico, fu lodato per la sua modestia, astinenza, e la moderazione, ma in seguito fu descritto come una persona molto incline a piacere dei sensi. Dioniso scrisse una tragedia greca, Partenopeo (in greco antico: Παρθενοπαῖоς?), che attribuì in maniera apocrifa al tragediografo greco Sofocle[1]. Il falso era concepito con uno scopo preciso, mettere in piedi un tiro mancino ai danni di Eraclide Pontico colpendone la figura e la rispettabilità. Ad ottant'anni morì volontariamente di fame.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Diogene Laerzio[2] lo definisce autore dei seguenti libri:
- Περὶ ἀπαθείας - Sull'apatia, in due libri.
- Περὶ ἀσκήσεως - Sulla formazione, in due libri.
- Περὶ ἡδονῆς - Ssul piacere, in quattro libri.
- Περὶ πλούτου καὶ χάριτος καὶ τιμωρίας - Sulla ricchezza , favori, e vendetta .
- Περὶ ἀνθρώπων χρήσεως - Sull'uso dell'uomo .
- Περὶ εὐτυχίας - Sulla buona Sorte .
- Περὶ ἀρχαίων βασιλέων - Sugli antichi Re .
- Περὶ τῶν ἐπαινουμένων - Sulle cose che sono lodate .
- Περὶ βαρβαρικῶν ἐθῶν - Il Barbaro doganale .
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ A. Grafton, Forgers and Critics: Creativity and Duplicity in Western Scholarship, 1990, p. 3.
- ^ Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, VII
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