Elvidio Borelli
Elvidio Borrelli | |
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Nascita | Nicastro, 21 settembre 1892 |
Morte | Monte Mosciagh, 23 luglio 1916 |
Cause della morte | caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Anni di servizio | 1915 - 1916 |
Grado | Caporale maggiore |
Guerre | Prima guerra mondiale |
Battaglie | Quarta battaglia dell'Isonzo Battaglia degli Altipiani |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare dal 1915 al 1916[1] | |
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Elvidio Borrelli (Nicastro, 21 settembre 1892 – Monte Mosciagh, 23 luglio 1916) è stato un militare italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Nicastro nel 1892, figlio di Giuseppe e di Antonietta Guzzi.[2] Rimasto orfano di padre nel 1913, per ragioni lavorative emigrò in giovanissima età in America Latina, stabilendosi a Buenos Aires, dove iniziò a lavorare come muratore.[3] All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, fu chiamato a prestare servizio militare nel Regio Esercito e rientrò in Patria.[3] Il 7 luglio si presentò al proprio distretto di mobilitazione, assegnato al deposito del 29º Reggimento fanteria, e poi partì per la zona di operazioni in forza dapprima al 61º Reggimento fanteria, e poi trasferito al 112º Reggimento fanteria della Brigata Piacenza.[2] Dimostratosi ardito ed intelligente, fu prescelto come esploratore e portaordini del reggimento distinguendosi sin dalle prime azioni di guerra cui partecipò sul Monte San Michele, tra il mese di ottobre e quello di novembre, tanto da venire decorato con una medaglia di bronzo al valor militare e ottenendo la promozione a caporale per merito di guerra.[2]
Durante la controffensiva lanciata dal Regio Esercito nel Trentino, in seguito alla battaglia degli Altipiani, a partire dal 15 giugno 1916 prese parte alle operazioni belliche in Val Frenzela distinguendosi ancora, tanto che fu promosso caporale maggiore.[2] Raggiunto il suo reparto le pendici del Monte Mosciagh, a partire dai primi giorni del mese di luglio eseguì missioni di esplorazione e di raccolta informazioni.[2] Il 22 dello stesso mese, a capo di una squadra della 6ª Compagnia del reggimento, alla vigilia di un attacco si portò, di sua iniziativa, fin sotto i reticolati nemici, e aggrappato alle rocce osservò le linee difensive nemiche per riferire al suo comando precise informazioni.[2] Per questo fatto venne designato a guidare la compagnia durante l'attacco, stabilendo la direzione più opportuna da prendere.[2] Ma il 23 luglio, giunto il momento si lanciò per primo contro i reticolati nel tentativo di aprirsi un varco, ma cadde colpito a morte da una pallottola di fucile.[2] Per onorarne il coraggio[N 1] fu decretata, con Decreto Luogotenenziale del 31 dicembre 1916, la concessione della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1] Una piazza del suo paese natale porta il suo nome così come una via di Catanzaro. Era parente di Elvidio Borelli, Aldo Borelli e Salvatore Borelli.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Decreto Luogotenenziale del 31 dicembre 1916.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Qualche giorno prima, nell’apprendere la morte di un suo fratello avvenuta sul campo di battaglia, aveva esclamato: “Mia madre ed il mio fratellino rimarranno soli, ma non importa, purché si salvi l’Italia”.
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Carolei, Greganti, Modica 1968, p. 236.
- ^ a b c d e f g h Combattenti Liberazione.
- ^ a b Beni culturali.
- ^ Quirinale - scheda - visto 2 gennaio 2009
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le medaglie d'oro al valor militare dal 1915 al 1916, Roma, Tipografia regionale, 1968.
- Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Borelli, Elvidio, su Combattenti Liberazione, http://www.combattentiliberazione.it. URL consultato il 3 gennaio 2021.
- Elvidio Borrelli, su Beni culturali, https://www.movio.beniculturali.it. URL consultato il 3 gennaio 2021.
- Letterio Festa, Le Medaglie d'oro della provincia di Catanzaro (PDF), su Icsaicstoria, http://www.icsaicstoria.it. URL consultato il 3 gennaio 2021.