Emilio Bongioanni

Emilio Bongioanni
NascitaTorino, 30 settembre 1898
MorteSelva del Montello, 19 giugno 1918
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto1ª Compagnia, I Battaglione, 95º Reggimento fanteria
Anni di servizio1916-1918
GradoTenente
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia della Bainsizza
Battaglia del solstizio
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Emilio Bongioanni (Torino, 30 settembre 1898Selva del Montello, 19 giugno 1918) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale[2].

Nacque a Torino il 30 settembre 1898, figlio di Angelo e di Maria Cristina Costa.[1] Trasferitosi in tenera età con la famiglia a Udine, in seguito alla nomina del padre a direttore della locale Biblioteca Comunale, vi frequentò le scuole medie e conseguì poi la licenza liceale presso il Liceo "Jacopo Stellini".[1] Allo scoppio della prima guerra mondiale, poco più che sedicenne, chiese di arruolarsi fra i volontari garibaldini che dovevano andare a combattere in Francia, ma la domanda non fu accolta a causa della giovane età.[3] Intrapresi gli studi in lettere presso l'università di Padova,[3] nell'ottobre 1916 si arruolò arruolarsi volontario nel Regio Esercito assegnato al 57º Reggimento fanteria della brigata Abruzzi.[3] Nominato aspirante al termine di un corso per allievi ufficiali di complemento, fu trasferito al 96º Reggimento fanteria della brigata Udine, distinguendosi in combattimento a Plava nel maggio 1917, dove venne ferito per la prima volta e fu decorato con la medaglia di bronzo al valor militare.[3] Promosso sottotenente nel mese di giugno, mentre era ricoverato in ospedale per la ferita riportata, ancora convalescente volle rientrare presso il suo reggimento e nel corso della battaglia della Bainsizza, dell'agosto successivo, venne proposto per la concessione della medaglia d'argento al valor militare, combattendo per la conquista di quota 747 e dei villaggi di Descla e Britof che furono conquistati dopo violenti attacchi.[1] Il 27 ottobre, in seguito al ripiegamento dell'esercito sulla linea del Piave, oltrepassato il Tagliamento al ponte di Madrisio, il 7 novembre raggiunse la riva destra del Piave rimanendo a presidio della testa di ponte di Vidor.[1] Promosso tenente nel febbraio 1918, e destinato ai reparti d'assalto, chiese di rimanere al 96º Reggimento.[1] Ricevuto un encomio solenne, qualche giorno si distinse nei combattimenti sul Montello durante la battaglia del solstizio del giugno 1918.[1] Al comando di un plotone della 1ª Compagnia del I Battaglione, il giorno 19 si lanciò all'attacco di una posizione fortemente difesa dagli austro-ungarici, denominata "Casa bianca", impegnando combattimento con i difensori in una furiosa lotta a corpo a corpo dove rimase ferito per ben tre volte, una da schegge di bombe a mano e una da una pallottola di mitragliatrice.[3] Rifiutatosi di lasciare il suo posto, e medicatosi come poteva, fu nuovamente ferito a cadde sul campo di battaglia.[3] Con Decreto Luogotenenziale del 23 marzo 1919 fu insignito con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Una via di Crocetta del Montello e una di Biadene di Montebelluna portano il suo nome, così come l'ex scuola elementare di San Lorenzo di Vittorio Veneto.

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Alla testa del proprio plotone, precedendo il battaglione, si slanciava decisamente all’attacco di posizioni fortemente munite, che in pochi minuti conquistava ed oltrepassava. Venuto alla lotta a corpo a corpo coll’avversario, e ferito in più parti da schegge di bomba, incurante del dolore, sempre alla testa dei suoi uomini, continuava ad avanzare. In un secondo sbalzo, combattendo contro nuclei nemici che invano tentarono fermare l’irruenza e l’impeto dei suoi soldati, rimasto ferito una seconda volta, medicatosi alla meglio, continuava a combattere. Sereno, calmo e sorridente davanti al pericolo, sempre esposto in mezzo ai suoi, fulgido esempio di tenacia e valore, colpito per la terza volta ed a morte, cadde gloriosamente sul campo. Montello, 19 giugno 1918.[4]»
— Regio Decreto 2 giugno 1921.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Si offriva volontariamente di verificare i varchi aperti dall'artiglieria nelle trincee nemiche. Ferito leggermente alla testa, continuava il suo servizio, finché veniva colpito una seconda volta. Plava, 12-13 maggio 1917


  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1918, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 104.
  • Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1918. L’anno della gloria: Dalla battaglia d'arresto, alla battaglia del solstizio, alla vittoria, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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