Giovanni Baschenis

Giovanni Baschenis (14711503) è stato un pittore italiano, il cui nome viene unito a quello del fratello Battista, pure pittore.

Giovanni Baschenis era figlio di Antonio appartenente alla dinastia dei Lanfranco e nipote di Angelo. Alcune pitture realizzate da Giovanni Baschenis vennero collegate anche al nome di Battista, probabilmente questi fu il fratello con le sole mansioni di aiutante[1].

Giovanni iniziò la sua attività artistica in Trentino con il fratello, ma tornato a Bergamo continuò la sua attività in autonomia[2].

In Trentino i due pittori firmarono gli affreschi per la cappella di San Valerio a Castel Valer a Tassullo, quelli della Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo a Segonzone (nel comune di Campodenno) e quelli presenti sempre in Val di Non nella chiesa di Sant'Udalrico a Corte Inferiore (Rumo); qui, l'affresco datato 1471 dell'Ultima cena presenta la scritta Joha[n]nes et Baptista de Averaria pinxeru[n]t 1471[3].

Giovanni fece ritorno nella bergamasca, sua terra d'origine, affrescando la Casa Volpi a Fuipiano al Brembo. L'affresco Cristo sul sepolcro fra Maria e Giovanni presenta nella parte superiore la scritta Ritius filius quodam Zani hoc opus fieri e die 4 novembris 1486. L'opera raffigura un sepolcro di colore rosso, con il Cristo sorretto a destra dalla Madre, e a sinistra san Giovanni in preghiera. La parte superiore presenta una lunga scritta con le indicazioni per ottenere l'indulgenza. Il cartiglio riporta un errore nell'indicazione degli anni dell'indulgenza nominata in ventiduemila anni. In calce le firma Johannes de Avaia pixit[4].

Un secondo affresco è La Madonna col Bambino tra i santi. L'affresco manca di quella plasticità che renderebbe l'opera di orientamento rinascimentale, il manto della Madonna con i fiori a stampa conferisce solennità all'insieme dell'opera[5].

Nella sagrestia della chiesa nella frazione Alino di San Pellegrino Terme vi è l'affresco firmato e datato 1478 raffigurante il Peccato originale che ci presenta Eva che con la mela in mano si copre scoprendosi nuda, e Adamo nell'atto di toccardi la gola come a sentire crescere il pomo di Adamo[6]. Nella sagrestia è presente un ulteriore affresco Teoria dei santi che è la raffigurazione di cinque santi: Giovanni Battista, san Biagio, Maria Maddalena, san Defendente e centrale l'immagine di santa Caterina d'Alessandria nell'atto di essere incoronata da due angeli. L'opera è datata 1470 e venne attribuita a Giovanni Baschenis da Luigi Angelini[7].

Del 1482 sono gli affreschi raffiguranti san Defendente ospitati nell'abside della Chiesa di San Defendente della località Roncola.[8] Nel 1490 affrescò la chiesa di San Lorenzo di Cunevo.

  1. ^ Baschenis, p 3.
  2. ^ Fratelli Baschenis, su valbrembanaweb.com, Valbrembana web. URL consultato il 5 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2018).
  3. ^ La dinastia dei Baschenis, su provinciabergamasca.com, Alta Valle Brembana. URL consultato il 5 aprile 2018.
  4. ^ Baschenis, p 14.
  5. ^ Baschenis, p 15.
  6. ^ Baschenis, p 16.
  7. ^ Baschenis, p 18.
  8. ^ AA.VV., I pittori Baschenis Itinerari bergamaschi, a cura di Giovanni Valagussa, Bergamo, Corponove, settembre 2020, pp. 151-153, ISBN 9788899219949..
  • AA.VV., I pittori Baschenis Itinerari bergamaschi, a cura di Giovanni Valagussa, Bergamo, Corponove, settembre 2020, ISBN 9788899219949.
  • AA.VV. Virginia Ceruti, Baschenis, Provincia di Bergamo, 2004.
  • William Belli, Itinerari dei Baschenis. Giudicarie, Val Rendena, Val di Non e Val di Sole, Trento, Provincia Autonoma di Trento. Assessorato alla Cultura, 2008.
  • Mara Collini, Corredo documentario relativo alle vicende genealogiche dei pittori Baschenis, in «Libri e Documenti», 8, fasc. I, 1982, pp. 8-32. (online)
  • Silvana Milesi, La stirpe dei Bascheris:sguardi sul Quattrocento e sul seicento, Bergamo, Carpanove editrice, 1993.
  • Antonio Morassi, I pittori Baschenis nel Trentino, in «Studi Trentini di Scienze Storiche», 8, 1927, pp. 201-224. (online)
  • Claudia Paternoster, La Cappella di San Valerio a Castel Valér e gli affreschi di Giovanni e Battista Baschenis del 1473, in «Studi trentini di scienze storiche. Sezione seconda», 79, 2000, pp. 9-48. (online)

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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