Giovanni Spano

Giovanni Spano

Giovanni Spano (Ploaghe, 3 marzo 1803Cagliari, 3 aprile 1878) è stato un archeologo, linguista, etnologo, docente universitario e presbitero italiano.

Nato da famiglia agiata, lascia Ploaghe nel 1812 alla volta di Sassari dove viene iscritto alla scuola degli Scolopi. Nel 1820 riceve il titolo di Magister artium liberalium dopo aver frequentato il seminario di Sassari. Nel 1825 si laurea in teologia. Nel 1827 riceve gli ordini sacri, insegna alle scuole elementari di Sassari e continua a studiare filosofia. Nel 1830 diviene dottore delle arti liberali e si trasferisce a Roma, iniziando i suoi studi linguistici del greco, dell'arabo e dell'ebraico. Ha appena 31 anni quando nel 1834 viene nominato docente universitario di sacra scrittura e lingue orientali all'Università di Cagliari e direttore del museo archeologico. Nel 1839 diviene direttore della biblioteca universitaria, nel 1854 preside del liceo Dettori e dal 1857 al 1868 rettore dell'ateneo. Nel 1871 fu nominato senatore del Regno d'Italia, ma né accettò né rifiutò la carica[1].

Giovanni Spano viene ricordato fra i più grandi studiosi sardi di archeologia, storia e storia dell'arte in Sardegna[2], glottologia ed etnologia della Sardegna,[3] tra l'altro all'origine della Scuola antropologica di Cagliari. Il canonico Spano pose in maniera esplicita la questione della lingua sarda, proponendo la variante logudorese come lingua letteraria della Sardegna, così come avvenuto per il dialetto fiorentino, impostosi in Italia come italiano illustre[4].

Morì a Cagliari ed è sepolto nel cimitero monumentale di Bonaria, sulla sua tomba fece imprimere il motto: Patriam dilexit, laboravit ("Amò la sua terra, e per lei impegnò la sua opera").

Nel 1923 fu istituito a Sassari il liceo scientifico statale "Giovanni Spano" a lui dedicato, tuttora il maggiore liceo cittadino dopo il secolare Liceo Classico del Convitto Nazionale Canopoleno (1611).

I comuni di Cagliari, Sassari, Ploaghe, Oristano, Bosa e Torino gli hanno intitolato ognuno una via cittadina.

  • Ortografia sarda nazionale, ossia grammatica della lingua logudorese paragonata all'italiana (1840)
  • L'antica città di Tharros (1851)
  • Vocabolario sardo-italiano e italiano-sardo (1851-52)[1]
  • Al cav. D. Giovenale Vegazzi-Ruscalla lettera del can. Giovanni Spano sul volgare adagio il riso sardonico (1853)
  • Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna (1855-1861) [2] [3], Digitalizzazione della Biblioteca Universitaria di Heidelberg
  • Guida di Cagliari e dei suoi dintorni (1856)
  • Guida del Duomo di Cagliari (1856)
  • Canzoni popolari della Sardegna, 1857, ora edizioni Ilisso, Nuoro, 1999 isbn:88-85098-94-0
  • Note, aggiunte e emendamenti all'Itinerario dell'isola di Sardegna di Alberto della Marmora (1865)
  • La profezia di Giona, (volgarizzata in dialetto sardo logudorese), Londra, 1861
  • I nuraghi di Sardegna (1867)
  • Storia e descrizione dell'Anfiteatro Romano di Cagliari (1868)
  • Abbecedario storico degli uomini illustri sardi scoperti ultimamente nelle pergamene, codici ed in altri monumenti antichi, con appendice Dell'Itinerario antico della Sardegna (1869)
  • Storia e necrologio del campo santo di Cagliari (1869)
  • Acque termali di San Saturnino presso Benetutti (1870)
  • Vocabolario sardo geografico, patronimico e etimologico (1873)
  • Storia degli ebrei in Sardegna (1875)
  • Alberto della Marmora, la sua vita e i suoi lavori in Sardegna e la medaglia fatta coniare dal municipio di Cagliari (1875)
  • Proverbi sardi (a cura e con Introduzione di Giulio Angioni), Nuoro, Ilisso, Bibliotheca sarda, 1997
  1. ^ DBI.
  2. ^ M. Derudas, https://www.foglidarte.it/luoghi-mostre-eventi/340-la-collezione-spano-di-ploaghe.html
  3. ^ Giulio Angioni, Giovanni Spano corrispondente sardo di Giuseppe Pitrè, in Giulio Angioni, Tullio De Mauro, Umberto Eco et al. (a cura di Maria Caterina Ruta), Le parole dei giorni. Scritti per Nino Buttitta, 2 volumi, Palermo, Sellerio 2005. vol. 2, 1324-1335.
  4. ^ "[...]. Le due opere dello Spano aprirono in Sardegna la discussione sul "problema della lingua sarda", quella che sarebbe dovuta essere la lingua unificata ed unificante, che si sarebbe dovuta imporre in tutta l'isola sulle particolarità dei singoli dialetti e suddialetti, la lingua della Nazione Sarda, con la quale la Sardegna intendeva inserirsi tra le altre Nazioni europee, quelle che nell'Ottocento avevano già raggiunto o stavano per raggiungere la loro attuazione politica e culturale, compresa la Nazione Italiana. E proprio sulla falsariga di quanto era stato teorizzato ed anche attuato a favore della Nazione Italiana, che nell'Ottocento stava per portare a termine il processo di unificazione linguistica, elevando il dialetto fiorentino e toscano al ruolo di "lingua nazionale", chiamandolo "italiano illustre", anche in Sardegna l'auspicata "lingua nazionale sarda" fu denominata "sardo illustre". Massimo Pittau, Grammatica del sardo illustre, Nuoro, pp. 11-12. "quella avanzata [da Spano] non è una proposta ex nihilo, ma trova fondamento nella uniformità linguistica che le antiche testimonianze scritte tramandano e in un altro datum receptum, stavolta vivente: una lingua poetica sovraregionale, approssimante in direzione logudorese. È questa la lingua letteraria sarda, passibile di sistemazione e codificazione, che s'impone agli occhi dello Spano" (Giancarlo Porcu, Italiano, tradizione logudorese e parlate locali, Cap. I di La parola ritrovata, Il Maestrale, Nuoro 2000, p. 40

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