Graellsia isabellae
Farfalla luna spagnola | |
---|---|
Femmina di Graellsia isabellae | |
Stato di conservazione | |
Dati insufficienti[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Protostomia |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Tracheata |
Superclasse | Hexapoda |
Classe | Insecta |
Sottoclasse | Pterygota |
Coorte | Endopterygota |
Superordine | Oligoneoptera |
Sezione | Panorpoidea |
Ordine | Lepidoptera |
Sottordine | Glossata |
Infraordine | Heteroneura |
Divisione | Ditrysia |
Superfamiglia | Bombycoidea |
Famiglia | Saturniidae |
Sottofamiglia | Saturniinae |
Tribù | Saturniini |
Genere | Graellsia Grote, 1896 |
Specie | G. isabellae |
Nomenclatura binomiale | |
Graellsia isabellae (Graëlls, 1849) | |
Serie tipo | |
Saturnia isabellae Graëlls, 1849 | |
Sinonimi | |
Actias isabellae | |
Sottospecie | |
| |
Areale | |
La farfalla luna spagnola (Graellsia isabellae (Graëlls, 1849))[2], talvolta indicata anche semplicemente come isabella, è un lepidottero appartenente alla famiglia Saturniidae, diffuso nell'Europa sud-occidentale. È l'unico rappresentante attualmente riconosciuto del genere Graellsia Grote, 1896.[3][4][5][6][7]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il genere Graellsia fu proposto nel 1896[3] dall'entomologo britannico Augustus Radcliffe Grote in memoria dello scopritore della specie, lo spagnolo Mariano de la Paz Graëlls y de la Aguera; l'epiteto specifico isabellae (= di Isabella) è stato dato in onore della regina Isabella II di Spagna.[8]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Adulto
[modifica | modifica wikitesto]Il dimorfismo sessuale è fondamentalmente limitato alla forma delle ali posteriori, alla struttura delle antenne ed alla forma dell'addome, così come descritto più avanti.[4]
La colorazione di fondo della pagina superiore dell'ala anteriore può variare tra il giallo-verdastro ed il verde bluastro, lievemente traslucido, con nervature rosso-brunastre in forte risalto. La costa, così come il termen ed il margine interno, sono bordati della stessa tonalità di rosso che tinge le nervature, mentre l'apice, la banda sub-terminale e l'area alla base della costa digradano verso una tonalità gialla più tenue. La zona terminale presenta inoltre due bande nerastre parallele che, con andatura irregolare, corrono dall'estremità di R fino a quella di 1A+2A, per poi ripiegare repentinamente verso la zona basale in prossimità del tornus, così da convergere nel margine interno all'altezza del terzo centrale. All'estremità distale della cellula discale, che qui appare chiusa, si osserva una vistosa macchia ocellata (lievemente più grande nei maschi) costituita da tre anelli concentrici, disposti attorno ad un'area centrale trasparente: l'anello più esterno risulta nerastro, quello mediano appare bluastro basalmente e giallognolo distalmente, mentre l'anello più interno è marcatamente rosso. L'apice non è falcato, mentre il termen, pur se irregolare, non presenta dentellature e risulta più diritto nella femmina, mentre nel maschio tende ad assumere una lieve concavità.[2][4]
La pagina inferiore dell'ala anteriore riprende fedelmente la composizione cromatica di quella superiore, anche per quanto riguarda la macchia ocellata.[2][4]
L'ala posteriore ha colorazioni analoghe a quelle dell'ala anteriore sia nella tonalità di fondo, come pure nelle nervature e nella macchia ocellata. La cellula discale è anche qui chiusa; il termen è liscio ed il margine addominale è vistosamente frangiato. Nella fascia sub-marginale si osserva una sola linea nera, al posto delle due dell'ala anteriore. Il maschio è facilmente distinguibile per la presenza della "coda" della regione anale più sviluppata e tinta principalmente di giallino, laddove nella femmina tale processo appare soltanto abbozzato. In ambo i sessi non sono presenti né il frenulum, né il retinaculum.[2][4]
Le antenne sono giallastre; nel maschio sono pettinate, tranne per gli antennomeri terminali del flagello; nella femmina, al contrario, i processi laterali sono molto ridotti.[4]
Il capo è nerastro, ad esclusione di un ciuffo giallo nella regione frontale; gli occhi sono mediamente sviluppati; la spirotromba è vestigiale ed i palpi labiali sono ridotti.[4]
Il torace è rivestito di folta peluria, con una colorazione fulva sia dorsalmente (ma più scura), sia ventralmente. Le zampe sono rossastre superiormente e arancioni-rosate inferiormente.[4]
L'addome, più tozzo nella femmina, è anch'esso molto peloso, e si mostra con anelli alternati gialli e rossastri.[2][4]
L'apertura alare può variare da 80 a 110–120 mm.[4]
Uovo
[modifica | modifica wikitesto]Le uova sono marroncine e tondeggianti, di dimensioni 2 x 1,8 mm, con micropilo pronunciato. Vengono deposte singolarmente o in piccoli gruppi, e schiudono in circa 10-15 giorni.[9][10]
Larva
[modifica | modifica wikitesto]Il bruco attraversa diversi stadi per portare a termine il proprio sviluppo, passando da una lunghezza di 5 mm (appena dopo la schiusa) fino a 80 mm (a completa maturazione); inizialmente appare nero con due file laterali di scoli giallastri; negli stadi successivi tende a diventare via via grigiastro fino a quando, ormai giunto alla quinta età, si mostra sempre munito di scoli, ma con la livrea laterale composta di macchie bianche e verdi alternate e le parti dorsali e ventrali scure, con zampe rossicce e pseudozampe giallastre. Nell'insieme può ricordare da vicino la larva matura di Actias selene Hübner, 1807.[2][10]
Pupa
[modifica | modifica wikitesto]La crisalide misura da 32 a 35 mm e ricorda abbastanza quella di Saturnia pyri (Denis & Schiffermüller, 1775); è obtecta, liscia e di un colore simile al mogano, provvista di un cremaster non troppo sviluppato, e racchiusa in un bozzolo sericeo color oro, di dimensioni 55x30 mm, che incorpora tra le fibre anche resti di aghi di pino. Si rinviene solitamente nel terreno, ai piedi della pianta nutrice.[9][10][11]
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Ciclo vitale
[modifica | modifica wikitesto]La pupa rappresenta lo stadio svernante. In primavera, dopo lo sfarfallamento, avviene l'accoppiamento, che raramente dura più di due ore, con i maschi che vengono attratti dai feromoni femminili, rilevati grazie a chemiocettori posti sulle antenne. Gli adulti restano inattivi durante le ore del giorno, quando è possibile osservarli in posizione di riposo con le ali disposte "a tetto", ed iniziano a volare solo dopo il crepuscolo. I maschi sono attratti dalla luce artificiale fin dall'inizio della fase adulta, mentre le femmine solo dopo l'accoppiamento. Immediatamente dopo la copula, nelle prime ore della notte, la femmina depone le uova a piccoli gruppi (in totale 100-150 unità), tra 1 rametti dei pini. Dopo 7-10 giorni avviene la schiusa. I piccoli bruchi, talvolta gregari nelle prime fasi ed in seguito più solitari, tendono a prediligere le foglie delle piante più vecchie, ed il loro accrescimento, che attraversa ben cinque diversi stadi larvali, dura in totale da un mese a quaranta giorni. Al termine della maturazione larvale il bruco si lascia cadere sul terreno sottostante la pianta ospite, ove si impupa in un bozzolo sericeo molto resistente al freddo, posto tra le foglie secche della lettiera del sottobosco, ove supera l'inverno successivo. Qualora l'inverno non sia sufficientemente freddo, la pupa può rimanere quiescente per un altro anno, per poi emergene come immagine la primavera ancora successiva.[11][12]
[10] In cattività gli adulti sono sopravvissuti in media 8 giorni la femmina e 5 giorni il maschio, con un minimo di 2 ed un massimo di 16 giorni.[13]
Periodo di volo
[modifica | modifica wikitesto]La specie è univoltina, con adulti che sfarfallano tra marzo e luglio a seconda della latitudine, della quota altimetrica e del clima.[11][13]
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]Come di regola nei Saturniidae, gli adulti non si alimentano, avendo esclusivamente funzione riproduttiva.[9]
Le larve attaccano gli aghi di Pinaceae quali:[4][6]
- Pinus mugo uncinata Ramond in Lamarck & de Candolle
- Pinus nigra laricio (Poiret) Maire
- Pinus sylvestris L.
Tuttavia, in cattività questi bruchi sono stati anche alimentati con foglie di Liquidambar L. (Altingiaceae).[10]
Parassitoidismo
[modifica | modifica wikitesto]Le larve di questa specie possono essere vittima di parassitoidismo da parte di ditteri tachinidi come Compsilura concinnata (Meigen), 1824, Drino inconspicua (Meigen), 1830, Masicera silvatica (Fallén), 1810, Trypeta signata Meigen, 1826, oltre a imenotteri icneumonidi come Coelichneumon orbitator (Thunberg, 1822), ed Exeristes roborator (Fabricius, 1793).[10][14][15]
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]È plausibile che la specie, ben adattata a climi rigidi, abbia occupato durante l'ultimo periodo interglaciale una porzione più ampia del continente europeo; dopo l'ultima glaciazione, in seguito al rapido innalzamento delle temperature, questo taxon si è trovato limitato in piccole zone a quota più elevata. L'attuale areale relitto è costituito da varie popolazioni isolate presenti in Spagna centrale e orientale (province di Ávila, Girona, Jaén, Lleida, Madrid, Navarra e Segovia), Andorra e Francia meridionale e sud-orientale (Dipartimenti di Ain, Alpi dell'Alta Provenza, Alte Alpi, Ardèche, Drôme e Pirenei Orientali). Sono stati riportati anche voli in Svizzera sud-occidentale (Canton Vallese) e Italia nord-occidentale (Valle d'Aosta), ma il dato è da confermare.[4][5][10]
L'habitat è rappresentato dalle pinete delle zone alpine e subalpine, con una quota altimetrica compresa tra 500 e 1.800 m.[4][10]
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La sistematica del taxon è ancora oggi in via di definizione; a diverse popolazioni di Graellsia isabellae, con lievi variabilità fenotipiche, è stato di volta in volta attribuito lo status di sottospecie a sé stanti, o addirittura di specie congeneri distinte; al momento la tendenza più condivisa è quella di considerarle tutte come sinonimi di G. isabellae. L'unica sottospecie riconosciuta oggi, pur con molte riserve, è G. i. galliaegloria che indicherebbe l'insieme delle popolazioni francesi.[4]
Un discorso a parte va invece fatto per quanto concerne il genere monotipico Graellsia Grote, 1896. Dal momento che G. isabellae sembra non avere affinità filogenetica con alcun saturnide europeo, ma soltanto con le specie olartiche del genere Actias Leach, 1815, è stato proposto di spostare la specie in quest'ultimo genere (Actias isabellae)[5]. Tuttavia, recenti analisi cladistiche compiute all'interno della tribù Saturniini starebbero a dimostrare il contrario, ponendo il genere Graellsia come parafiletico rispetto al "gruppo" Actias.[16] In realtà la questione appare ben lungi dall'essere risolta.[4]
Sinonimi
[modifica | modifica wikitesto]Sono stati riportati undici sinonimi:[4][6][17]
- Actias isabellae (Graëlls, 1849) - Revue Mag. Zool. (2) 1: 601, su archive.org.[2] - Locus lypicus: Spagna, Sierra de Guadarrama (sinonimo omotipico)
- Graellsia ceballosi Gómez Bustillo & Fernández Rubio, 1974 - Rev. Soc. Hisp. Lus. Amer. Lepid. 5[6] - Locus typicus: Spagna, Sierra de Segura (sinonimo eterotipico)
- = Graellsia isabellae ceballosi Gómez Bustillo & Fernández Rubio, 1974[18]
- Graellsia extensa Agenjo, 1953 - Graellsia 11: 10[19] - Locus typicus: Spagna (sinonimo eterotipico)
- Graellsia neuroflexaclara Abós Castel, 1983[6] (sinonimo eterotipico)
- Graellsia obscura Agenjo, 1953 - Graellsia 11:10[20] (sinonimo eterotipico)
- Graellsia paradisea Marten, 1955 - Ent. Z. 65: 155[6] - Locus typicus: Spagna, Gerona (sinonimo eterotipico)
- = Graellsia isabellae paradisea Marten, 1955[21]
- Graellsia roncalensis Gómez Bustillo & Fernández Rubio, 1974 - Rev. Soc. Hisp. Lus. Amer. Lepid. 5[6] - Locus typicus: Spagna, Navarra, valle di Roncal (sinonimo eterotipico)
- = Graellsia isabellae roncalensis Gómez Bustillo & Fernández Rubio, 1974[22]
- Graellsia rufa Agenjo, 1953 - Graellsia 11: 9[23] - Locus typicus: Spagna (sinonimo eterotipico)
- Graellsia rufina Agenjo, 1953 - Graellsia 11: 9[24] - Locus typicus: Spagna (sinonimo eterotipico)
- Saturnia diana Fairmaire, 1849 - Ann. Soc. Ent. Fr. (2) 7: LXII, su biodiversitylibrary.org.[25] - Locus typicus: non indicato (sinonimo eterotipico)
- Saturnia isabellae Graëlls, 1849 - Revue Mag. Zool. (2) 1: 601, su archive.org.[2] - Locus lypicus: Spagna, Sierra de Guadarrama (sinonimo omotipico, basionimo)
Sottospecie
[modifica | modifica wikitesto]In questo assetto sistematico, vengono riconosciute unicamente due sottospecie:[4][6]
- Graellsia isabellae isabellae (Graëlls, 1849) - Revue Mag. Zool. (2) 1: 601, su archive.org.[2] - Locus lypicus: Spagna, Sierra de Guadarrama
- Graellsia isabellae galliaegloria (Oberthür, 1922) - Amat. Pap. 1(15): 238-239[26] - Locus typicus: Francia, Alte Alpi - Diffusa in Francia; distinguibile dalla sottospecie nominale per le nervature più marcate e per la banda nerastra più larga nella fascia subterminale dell'ala posteriore.[4]
Iconografia
[modifica | modifica wikitesto]Larva
[modifica | modifica wikitesto]- Primo stadio
- Secondo stadio
- Terzo stadio
- Quarto stadio
- Quinto stadio
Adulto
[modifica | modifica wikitesto]- ♂ R
- ♂ V
- ♀ R
- ♀ V
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]Pur avendo una distribuzione frammentaria, tuttavia nell'insieme la specie non appare minacciata, essendo peraltro protetta sul territorio francese dalla Convenzione di Berna.[4][27]
La Lista rossa IUCN classifica questo taxon con lo status DD (dati insufficienti).[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) World Conservation Monitoring Centre, Graellsia isabellae, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ a b c d e f g h i (FR, LA) Mariano de la Paz Graëlls y de la Aguera, Description d'un Lépidoptère nouveau de la tribu des Saturnides, appartenant à la Faune entomologique espagnole, in Revue et magasin de zoologie pure et appliquée, (2) 1, Parigi, Bureau de la Revue et Magasin de Zoologie, dicembre 1849, pp. 601, su archive.org.-602. URL consultato il 28 febbraio 2013.
- ^ a b Augustus Radcliffe Grote, Mitteilungen aus dem Roemer-Museum, vol. 6, Hildesheim, 1896, p. 3.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s (EN) Patrice Leraut, Moths of Europe, Gaëtan du Chatenet (prefazione); Nicholas Flay (traduzione in inglese); Gilbert Hodebert (disegni), I (Saturnids, Lasiocampids, Hawkmoths, Tiger Moths...), 1ª edizione, Verrières-le-Buisson, N.A.P., novembre 2006, pp. 29, tav. 1, figg. 1-2, ISBN 2-913688-07-1. URL consultato il 17 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2012).
- ^ a b c Fauna Europaea, su faunaeur.org. URL consultato il 28 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ a b c d e f g h Funet, su nic.funet.fi. URL consultato il 28 febbraio 2013.
- ^ (EN) Lemaire, C. & Minet, J., The Bombycoidea and their Relatives, in Kristensen, N. P. (Ed.) - Handbuch der Zoologie / Handbook of Zoology, Band 4: Arthropoda - 2. Hälfte: Insecta - Lepidoptera, moths and butterflies, Kükenthal, W. (Ed.), Fischer, M. (Scientific Ed.), Teilband/Part 35: Volume 1: Evolution, systematics, and biogeography, ristampa 2013, Berlino, New York, Walter de Gruyter, 1999 [1998], pp. 321 - 354, ISBN 978-3-11-015704-8, OCLC 174380917. URL consultato il 17 dicembre 2014.
- ^ (DE) Spuler, A., Die Schmetterlinge Europas (PDF), Ernst Hofmann, Bd. 1, Stoccarda, E. Schweitzerbart'sche Verlagbuchhandlung, 1908, p. 107, su biodiversitylibrary.org., DOI:10.5962/bhl.title.9477, ISBN non esistente, OCLC 3144043. URL consultato il 13 gennaio 2017.
- ^ a b c (EN) Scoble, M. J., Higher Heteroneura, in The Lepidoptera: Form, Function and Diversity, seconda edizione, London, Oxford University Press & Natural History Museum, 2011 [1992], pp. 320-322, ISBN 978-0-19-854952-9, LCCN 92004297, OCLC 25282932.
- ^ a b c d e f g h A. R. Pittaway, Saturniidae of Europe, su tpittaway.tripod.com. URL consultato il 28 febbraio 2013.
- ^ a b c Patrice Leraut, Le farfalle nei loro ambienti (Les papillons dans leur milieu) (Ecoguida), Mojetta, Angelo (traduttore), Prima edizione, A. Vallardi, maggio 1992 [1992], pp. 56, 57, 114, 136, ISBN 88-11-93907-0.
- ^ Josep Ylla i Ullastre, Història Natural del Lepidòpter Graellsia isabelae (Graells, 1849), Barcellona, Institut d’Estudis Catalans, 1997, pp. 232 pp., 27 figg. col..
- ^ a b INRA - Institut National de la Recherche Agronomique, su www7.inra.fr. URL consultato il 28 febbraio 2013.
- ^ Home of Ichneumonoidea, su taxapad.com. URL consultato il 28 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ (EN) Richard S. Peigler, Catalog of Parasitoids of Saturniidae of the World, in Journal of Research on the Lepidoptera, vol. 33, 1994, pp. 1-121.
- ^ (EN) J. Ylla, R. S. Peigler; A. Y. Kawahara, Cladistic Analysis of Moon Moths Using Morphology, Molecules, and Behaviour: Actias Leach, 1815; Argema Wallengren, 1858; Graellsia Grote, 1896 (Lepidoptera: Saturniidae) (PDF) [collegamento interrotto], in SHILAP Revista de Lepidopterología, vol. 33, n. 131, Madrid, Sociedad Hispano-Luso-Americana de Lepidopterología, settembre 2005, pp. 299-317, ISSN (versione stampata): 0300-5267. URL consultato il 28 febbraio 2013.
- ^ (EN) Beccaloni G., Scoble M., Kitching I., Simonsen T., Robinson G., Pitkin B., Hine A. & Lyal C., Graellsia, su The Global Lepidoptera Names Index, Londra, Natural History Museum, ISSN 2405-8858 , OCLC 223993023. URL consultato l'11 dicembre 2016.
- ^ NHM - The Global Lepidoptera Index - Graellsia ceballosi, su nhm.ac.uk. URL consultato il 28 febbraio 2013.
- ^ NHM - The Global Lepidoptera Index - Graellsia extensa, su nhm.ac.uk. URL consultato il 28 febbraio 2013.
- ^ NHM - The Global Lepidoptera Index - Graellsia obscura, su nhm.ac.uk. URL consultato il 28 febbraio 2013.
- ^ NHM - The Global Lepidoptera Index - Graellsia paradisea, su nhm.ac.uk. URL consultato il 28 febbraio 2013.
- ^ NHM - The Global Lepidoptera Index - Graellsia roncalensis, su nhm.ac.uk. URL consultato il 28 febbraio 2013.
- ^ NHM - The Global Lepidoptera Index - Graellsia rufa, su nhm.ac.uk. URL consultato il 28 febbraio 2013.
- ^ NHM - The Global Lepidoptera Index - Graellsia rufina, su nhm.ac.uk. URL consultato il 28 febbraio 2013.
- ^ (FR) Leon Fairmaire, Communications, in Annales de la Société entomologique de France, (2) 7, Parigi, 1849, pp. LXII, su biodiversitylibrary.org.. URL consultato il 28 febbraio 2013.
- ^ NHM - Global Lepidoptera Index - Graellsia isabellae galliaegloria, su nhm.ac.uk. URL consultato il 28 febbraio 2013.
- ^ Sito del Consiglio d'Europa - Convenzione di Berna - Allegato III (artropodi), su conventions.coe.int. URL consultato il 28 febbraio 2013.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Adès, D. & Lemaître, R., 1993 - Hybridation entre Eudia pavonia ♂ et Graellsia isabellae paradisea ♀ (Lepidoptera Attacidae). Insectes, 90(3): 12. Abstract (PDF), su www7.inra.fr..
- Adès, D., Cocault, R., Lemaître, R. & Vuattoux, R., 1989 - Obtention de femelles hybrides de Graellsia isabellae Graells mâle et Actias luna Linné femelle (Lepidoptera Attacidae) (PDF), su www7.inra.fr.. Imago, 36: 3-7.
- Adès, D., Cocault, R., Lemaître, R. & Vuattoux, R., 1995 - Hybridation entre Graellsia isabellae ♂ et Actias artemis ♀ un succès ...un sauvetage (Lepidoptera Saturniidae). Lambillionea, 45(1): 26-30.
- Adès, D., Cocault, R., Lemaître, R., Vuattoux, R. & Zaun, R., 1993 - Hybridation entre Graellsia isabellae Graëlls mâle et Actias selene Hübner femelle. Insectes 89(2), 10-11.
- Adès, D., Cocault, R., Lemaître. R. & Vuattoux, R., 1994. Hybridation entre deux actìens: Graellsia isabelae Graells màle et Actias truncatipennis Sonthonnax femelle. Bull. Soc. Sci. Nat. 81: 16-18.
- Bremer, K., 1988 - The limits of amino acid sequence data in angiosperm phylogenetic reconstruction. Evolution, 42: 795-803. Abstract, su jstor.org.
- Bremer, K., 1994 - Branch support and tree stability. Cladistics, 10: 295-304. Abstract, su mendeley.com..
- Calle, J. A., Lencina, F., González, F. & Ortiz, A. S., 2000 – Mariposas de la Región de Murcia. Macrolepidópteros diurnos y nocturnos: 396 pp. Nausícaä, Murcia.
- Cody, L., 1996 - Wings of Paradise: the Great Saturniid Moths: xix + 163 pp. University of North Carolina Press, Chapel Hill.
- Comstock, J. H., 1918 - The Wings of Insects: An Exposition of the Uniform Terminology of the Wing-veins of Insects and a Discussion of the More General Characteristics of the Wings of the Several Orders of Insects: xviii + 430 pp. Comstock, Ithaca, New York.
- Coutin, R., 1974 - Histoire de l'Isabelle (Graellsia isabelae Graells). Testo PDF (PDF), su insectes.org. URL consultato il 24 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- D'Abrera, B., 1998 – Saturniidae Mundi: Saturniid Moths of the World, part 3: 171 pp. Goecke & Evers, Keltern, Germania; Hill House, Melbourne e Londra.
- de Freina, J. J., Witt, T. J, 1987 - Die Bombyces und Sphinges der Westpalearktis. ISBN 3-926285-00-1.
- James S. Farris, Victor A. Albert, Mari Kallersjo, Diana Lipscomb e Arnold G. Kluge, PARSIMONY JACKKNIFING OUTPERFORMS NEIGHBOR-JOINING, in Cladistics, vol. 12, n. 2, --, pp. 99–124, DOI:10.1111/j.1096-0031.1996.tb00196.x, ISSN 0748-3007,1096-0031 .
- Felsenstein, J., 1985 – Confidence limits on phylogenies: An approach using the bootstrap. (PDF), su www-stat.stanford.edu (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2011). Evolution, 39: 783-791.
- Fernández-Vidal, E. H., 1992 – Comentarios de la distribución geográfica francesa y notas sobre Graellsia isabelae (Graells, 1849) (Lepidoptera: Saturniidae). SHILAP Revista lepidopterologica, 20(77): 29-49.
- Gil Collado, J., 1924 - Sobre un diptero parásito de la Graellsia isabellae. Boletín Real de la Sociedad Española de Historia Natural, 24: 350-351.
- Goloboff, P., 1993 – NONA ver. 2. Published by the author, Tucumán, Argentina.
- Gómez Bustillo, M. R. & Fernandez Rubio, F., 1974 – Consideraciones sobre la planta nutricia de Graellsia isabelae (Grlls., 1849) y descripción de una nueva subsp. española (Lep. Syssphingidae). SHILAP Revta. lepid., 2(7): 183-189.
- Gómez Bustillo, M. R. & Fernandez Rubio, F., 1976.– Mariposas de la Península Ibérica. Heteróceros I., 3: 300 pp. Ministerio de Agricultura, Instituto Nacional para la Conservación de la Naturaleza, Madrid.
- Graells, M., 1849 - Description d'un Lépidoptère nouveau de la tribu des Saturnides, appartenant, à la Faune entomologique espagnole. Revue Mag. Zool. (2) 1: 601, su archive.org.-602'
- Griveaud, P., 1961 – Insectes, Lépidoptères Eupterotidae et Attacidae. Faune Madagascar, 14: 64 pp., 12 pls.
- Heppner, J. B., Wang, H. Y. & Chang, Y. C., 1988 – Larval morphology of Taiwan Saturniidae (Lepidoptera): Actias selene ningpoana Felder. J. Taiwan Mus., 41(2): 107-114.
- Ibañez Gázquez, S., Nevado Ariza, J. C. y Ylla Ullastre, J., 2008 - Graellsia isabelae (Graells, 1849), una nueva especie para la fauna lepidopterológica de Almería (España) (Lepidoptera: Saturniidae). SHILAP Revista de Lepidopterología [en línea], 36 Testo [collegamento interrotto], su redalyc.uaemex.mx.. ISSN 0300-5267.
- Janzen, D. H., 1984 – Two ways to be a tropical big moth: Santa Rosa saturniids and sphingids. Oxf. Surv. evol. Biol., 1: 85-140, 4 col. pls. Abstract, su ots.ac.cr..
- Jordan, K., 1911 – Saturniidae: pp. 209–226, pls. 31-35. In A. Seitz, (ed.), Die Großschmetterlinge der Erde, Die palaearktischen Spinner & Schwärmer, 2: vii + 479 pp, 56 col. pls. A. Kernen Verlag, Stoccarda.
- Jost, B., Schmid, J. & Wymann, H.–P., 2000 – Saturniidae, Pfauenspinner / Nachtpfauenaugen, pp. 367–398, col. pls.16-19. In: Schmetterlinge und ihre Lebensräume: Arten, Gefährdung, Schutz; Schweiz und angrenzen-de Gebiete, 3: xi + 914 pp. Pro Natura-Schweizerischer Bund für Naturschutz, Egg.
- Kishino, H. & Hasegawa, M., 1989 – Evaluation of the maximum likelihood estimate of the evolutionary tree topologies from DNA sequence data, and the branching order in Hominoidea. J. molec. Evol., 29: 170–179. Abstract, su link.springer.com..
- Klots, A. B., 1970 – Lepidoptera, pp. 115–130. In S. L. Tuxen, ed., Taxonomist's Glossary of Genitalia in Insects. Munksgaard.
- (EN) Kristensen, N. P. (Ed.), Handbuch der Zoologie / Handbook of Zoology, Band 4: Arthropoda - 2. Hälfte: Insecta - Lepidoptera, moths and butterflies, Kükenthal, W. (Ed.), Fischer, M. (Scientific Ed.), Teilband/Part 35: Volume 1: Evolution, systematics, and biogeography, ristampa 2013, Berlino, New York, Walter de Gruyter, 1999 [1998], pp. x, 491, ISBN 978-3-11-015704-8, OCLC 174380917.
- Lemaire, C., 1978 – Les Attacidae Americains...The Attacidae of America (= Saturniidae), Attacinae: 238 pp., 49 pls. C. Lemaire, Neuilly-sur-Seine.
- Lencina, F., Albert, F. & González-López, F., 1983 – Graellsia isabelae especie nueva para Albacete. SHILAP Revta. lepid., 11(41): 36-37.
- López Sebastián, E., López, J. C. & Selfa, J., 2001 – Nota preliminar sobre la distribución de Graellsia isabelae (Graells, 1849) (Lepidoptera, Saturniidae) en la Provincia de Valencia. Graellsia, 57(2): 183-184.
- Maddison, W. P. & Maddison, D. R., 2002 – MacClade 4, vers. 4.05. Sinauer Associates, Sunderland, Massachusetts.
- Masó, A. & Ylla, J., 1989 – Consideraciones sobre la ecología, comportamiento, alimentación y biogeografía de Graellsia isabelae (Graells) (Lepidoptera: Saturniidae). SHILAP Revta. lepid., 17(65): 49-60.
- Matsuda, R., 1965 – Morphology and evolution of the insect head. Mem. Am. ent. Inst., 4: 1-334.
- Matsuda, R., 1970 – Morphology and evolution of the insect thorax. Mem. ent. Soc. Can., 76: 1-431.
- Matsuda, R., 1976 – Morphology and Evolution of the Insect Abdomen: viii + 534 pp. Pergamon Press, Oxford. ISBN 0-08-018753-6. Abstract, su cabdirect.org..
- Mell, R., 1950 – Aus der Biologie der chinesischen Actias Leach. Entomol. Z., 60(6): 41-45, (7): 53-56.
- Mohanraj, P., Veenakumari, K. & Peigler, R. S., 1996 – The host plant and pre-imaginal stages of Actias callandra (Saturniidae) from the Andaman Islands, India. J. Res. Lepid., 32: 16-25. Testo, su biologybrowser.org. URL consultato il 25 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016)..
- Morishita, K. & Kishida, Y., 2000 – Moths in Nanling Mountains, Guangdong, S. China. Yadoriga, 187: 10-17. (in giapponese). Testo, su ci.nii.ac.jp..
- Moucha, J., 1966 – Beautiful Moths: 139 pp. Spring Books, Londra.
- Nässig, W., 1991 – Biological observations and taxonomic notes on Actias isabellae (Graells) (Lepidoptera: Saturniidae). Nota lepid., 14(2): 131-143.
- Nässig, W. A. & Peigler, R. S., 1984 – The life-history of Actias maenas (Saturniidae). J. Lepid. Soc., 38(2): 114-123.
- Naumann, S., 1995 – Die Saturniiden-Fauna von Sulawesi, Indonesien: 145 pp. Doctoral Dissertation, Freie-Universitat, Berlino.
- Nixon, K. C., 2002 – WinClada ver. 1.00.08. Published by the author, Ithaca, New York.
- Paukstadt, U. & Paukstadt, L. H., 1993 – Die Präimaginalstadien von Actias groenendaeli Roepke, 1954 von Timor, Indonesien, sowie Angaben zur Biologie und Ökologie (Lepidoptera: Saturniidae). Ent. Z., Frankf. a. M., 103(17): 305-314. Abstract, su wildsilkmoth-indonesia.com..
- Peigler, R. S., 1978 – Hybrids between Callosamia and Samia (Saturniidae). J. Lepid. Soc., 32(3): 191-197.
- Peigler, R. S., 1986 – Worldwide predilection of resiniferous hostplants by three unrelated groups of moths in the genera Actias, Citheronia (Saturniidae) and subfamily Euteliinae (Noctuidae). Tyô to Ga, 37(1): 45-50.
- Peigler, R. S. & Naumann, S., 2003 – A Revision of the Silkmoth Genus Samia: 230 pp., 10 maps, 16 pls. University of the Incarnate Word, San Antonio.
- Peigler, R. S. & Wang, H. Y., 1996 – Saturniid Moths of Southeastern Asia: vi + 265 pp. Taiwan Museum, Taipei. (in cinese ed inglese).
- Phillips, R., & Rix, M., 2002 – The Botanical Garden, vol. 1: Trees and Shrubs: 491 pp. Firefly Books, Buffalo, New York.
- Pinhey, E., 1972 – Emperor Moths of South and South Central Africa: xi + 150 pp., 43 pls. C. Struik (Pty) Ltd., Città del Capo.
- Regier, J. C., Mitter, C., Peigler, R. S. & Friedlander, T. P., 2002 – Morphology, composition, and relationships within Saturniinae (Lepidoptera: Saturniidae): Evidence from two nuclear genes. (PDF), su lfsc-courses.umd.edu. URL consultato il 25 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2007). Insect Syst. Evol., 33: 9-12.
- Regier, J. C., Paukstadt, U., Paukstadt, L. H., Mitter, C., & Peigler, R. S., 2005 – Phylogenetics of eggshell morphogenesis in Antheraea (Lepidoptera: Saturniidae): unique origin and repeated reduction of the aeropyle crown. Syst. Biol., 54(2): 1-14. Abstract, su jstor.org.
- (EN) Scoble, M. J., The Lepidoptera: Form, Function and Diversity, seconda edizione, London, Oxford University Press & Natural History Museum, 2011 [1992], pp. xi, 404, ISBN 978-0-19-854952-9, LCCN 92004297, OCLC 25282932.
- Snodgrass, R. E., 1935 – Principles of Insect Morphology: ix + 667 pp. McGraw-Hill, New York.
- (EN) Stehr, F. W. (Ed.), Immature Insects, 2 volumi, seconda edizione, Dubuque, Iowa, Kendall/Hunt Pub. Co., 1991 [1987], pp. ix, 754, ISBN 978-0-8403-3702-3, LCCN 85081922, OCLC 13784377.
- Swofford, D. L., 2002 – PAUP* Phylogenetic Analysis Using Parsimony (*and other methods). ver. 4.0b10. Sinauer Associates, Sunderland, Massachusetts.
- Templeton, A. R., 1983 – Phylogenetic inference from restriction endonuclease cleavage site maps with particular reference to the evolution of humans and the apes. Evolution, 37: 221–244.
- Testout, H., 1940 – Contributions à l'étude des Lépidoptères Saturnioïdes (VIII), Révision des Saturnioïdes macroures (Actiens de Sonthonnax). Présentation et remarques sur les Argema africains (Lép. Saturniidae). Bull. mens. Soc. linn. Lyon, 9: 82- 91.
- Veenakumari, K., Mohanraj, P. & Peigler, R. S., 2005 – Life history of Actias ignescens (Lepidoptera, Saturniidae) reared on its natural hostplant, Crypteronia paniculata, on South Andaman Island. Trans. Lepid. Soc. Japan, 56(3): 184-192. Abstract [collegamento interrotto], su so.med.wanfangdata.com.cn..
- Vila, M., Auger-Rozenberg, M. A., Goussard, F. & Lopez-Vaamonde, C., 2009 - Effect of non-lethal sampling on life-history traits of the protected moth Graellsia isabelae (Lepidoptera: Saturniidae). Ecol. Entomol. 34(3): 356-362. DOI: 10.1111/j.1365-2311.2008.01084.x.
- Vila, M., Marí-Mena, N., Yen, S.-H., Lopez-Vaamonde, C., 2012 - Characterization of ten polymorphic microsatellite markers for the protected Spanish moon moth Graellsia isabelae (Lepidoptera: Saturniidae). Conservation Genetics, 11(3): 1151-1154. DOI: 10.1007/s10592-009-9905-1. Testo (PDF), su researchgate.net..
- Ylla, J., 1995 – Efectes del diflubenzuró sobre una població de Graellsia isabelae (Graells, 1849) (Lepidoptera: Saturniidae). Treb. Soc. Cat. Lep., 12 (1993-1994): 5-12.
- Ylla, J., 1997 – Història Natural del Lepidòpter Graellsia isabelae (Graells, 1849): 232 pp., 27 col. figs. Institut d'Estudis Catalans, Barcelona.
- Ylla, J. & Sarto, V., 1993 – Ecological factors affecting mating of Graellsia isabelae (Graells, 1849) (Lepidoptera: Saturniidae). Nota lepid., 16(2): 145-162.
- Zhu, H. F. & Wang, L. Y., 1996 – Lepidoptera: Bombycidae, Saturniidae, Thyrididae. Fauna Sinica, Insecta, 5: 302 pp., 18 pls. (in cinese).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Graellsia isabellae
- Wikispecies contiene informazioni su Graellsia isabellae
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) ADW - Animal Diversity Web URL consultato il 28 febbraio 2013, su animaldiversity.ummz.umich.edu.
- (EN) BioLib.cz URL consultato il 28 febbraio 2013, su biolib.cz.
- (EN) BOLD Systems - Barcode of Life Data Systems URL consultato il 28 febbraio 2013, su boldsystems.org.
- (EN) EOL - Encyclopedia of Life URL consultato il 28 febbraio 2013, su eol.org.
- (EN) Fauna Europaea URL consultato il 28 febbraio 2013, su faunaeur.org. URL consultato il 17 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- (EN) Funet.fi URL consultato il 28 febbraio 2013, su nic.funet.fi.
- (EN) Home of Ichneumonoidea URL consultato il 28 febbraio 2013, su taxapad.com. URL consultato il 27 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- (FR) INRA URL consultato il 28 febbraio 2013, su www7.inra.fr.
- (EN) ION Index to Organism Names URL consultato il 28 febbraio 2013, su organismnames.com.
- (EN) ITIS Catalogue of Life 2012 URL consultato il 28 febbraio 2013, su catalogueoflife.org.
- (EN) IUCN Red List URL consultato il 28 febbraio 2013, su iucnredlist.org.
- (EN) Lepidoptera Barcode of Life URL consultato il 28 febbraio 2013, su lepbarcoding.org. URL consultato il 27 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- (EN) Lepidoptera.pro URL consultato il 28 febbraio 2013, su lepidoptera.pro.
- Lepidotteri d'Europa URL consultato il 28 febbraio 2013 [collegamento interrotto], su lepidoptera.pl.
- (DE) Lepiforum (Mitteleuropa) URL consultato il 28 febbraio 2013, su lepiforum.de.
- (EN) Moths and Butterflies of Europe and North Africa URL consultato il 28 febbraio 2013, su leps.it. URL consultato il 9 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2017).
- (EN) NCBI - National Center for Biotechnology Information URL consultato il 28 febbraio 2013, su ncbi.nlm.nih.gov.
- (EN) NHM National History Museum - Butterflies and Moths of the World URL consultato il 28 febbraio 2013, su nhm.ac.uk.
- (EN) NHM Natural History Museum - The Global Lepidoptera Names Index URL consultato il 28 febbraio 2013 [collegamento interrotto], su nhm.ac.uk.
- (EN) Nomenclator Zoologicus URL consultato il 28 febbraio 2013, su ubio.org.
- Saturnidi.it URL consultato il 28 febbraio 2013, su saturnidi.it. URL consultato il 17 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2011).
- (EN) Saturniidae of the Western Palaearctic URL consultato il 28 febbraio 2013, su tpittaway.tripod.com.
- (DE) Schmetterling-raupe.de URL consultato il 28 febbraio 2013, su schmetterling-raupe.de.
- (EN) Systema Naturae - The Taxonomicon URL consultato il 28 febbraio 2013, su taxonomicon.taxonomy.nl.
- (EN) Tree of Life Web Project URL consultato il 28 febbraio 2013, su tolweb.org.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh98007397 · J9U (EN, HE) 987007551889005171 |
---|