Junkers Ju 46
Junkers Ju 46 | |
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Lo Junkers Ju 46hi "Bremen" marche D-OBRA sul Wörthersee al largo di Pörtschach, 1939 | |
Descrizione | |
Tipo | idrovolante postale |
Equipaggio | 2 (pilota e co-pilota) |
Progettista | Hermann Pohlmann |
Costruttore | Junkers |
Data entrata in servizio | 1932 |
Esemplari | 5 |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 11,10 m |
Apertura alare | 17,80 m |
Altezza | 3,90 m |
Superficie alare | 44,00 m² |
Peso a vuoto | 2 070 kg |
Peso carico | 3 200 kg |
Propulsione | |
Motore | un radiale BMW 132E |
Potenza | 660 PS (485 kW) |
Prestazioni | |
Velocità max | 230 km/h al livello del mare |
Velocità di crociera | 202 km/h |
Velocità di salita | a 1 000 m in 3 min 24 s |
Autonomia | 2 000 km |
Tangenza | 4 250 m |
i dati sono estratti da Die Deutsche Luftrüstung 1933-1945[1] | |
voci di aerei civili presenti su Wikipedia |
Lo Junkers Ju 46 era un idrovolante di linea e da trasporto monomotore ad ala bassa e fusoliera interamente metallica, progettato nel 1927 dalla tedesca Junkers Flugzeugwerke AG come evoluzione del W 34.
Storia del progetto
[modifica | modifica wikitesto]Lo Ju 46 è stato sviluppato dopo una specifica richiesta effettuata nel 1927 da parte della Deutsche Luft Hansa A.G. (DLH), in cui si chiedeva di trasformare il W 34 in una versione idrovolante catapultabile. La prima serie di velivoli fu fornita nel 1932 andando a sostituire gli Heinkel HE 58 utilizzati fino ad allora.
Sostanzialmente i due velivoli erano molto simili, dotati della fusoliera in duralluminio ondulato introdotta da Hugo Junkers nei primi modelli e lo stesso usato nel più noto Ju 52. Le principali modifiche riguardavano l'adozione di due grandi galleggianti sotto le ali, l'adozione di una cabina di pilotaggio chiusa fin dal primo esemplare ed un impennaggio di coda dalle dimensioni maggiorate, questo per permettere una migliore manovrabilità alle basse velocità con cui venivano catapultati per il decollo. Il colore rosso con cui erano dipinti consentiva una migliore visibilità nel caso fosse stato necessario un recupero di soccorso a causa di un ammaraggio forzato.
Inizialmente gli Ju 46 erano dotati di un motore radiale BMW Hornet C da 600 CV, gradualmente sostituito in tutti i 5 esemplari costruiti dal più moderno e potente BMW 132.
Lo scopo principale dello Ju 46 era quello di consentire un più veloce servizio di collegamento postale, la Postverbindung, con le nazioni al di là dell'Oceano Atlantico. I transatlantici Bremen ed Europa erano dotati di una catapulta ad aria compressa che riusciva ad accelerare lo Ju 46, con il suo peso al decollo di 3 200 kg, a circa 110 km/h in soli 20 m. La partenza di questi aerei erano per i passeggeri dei piroscafi un'esperienza indimenticabile.
Versioni
[modifica | modifica wikitesto]- Ju 46fi - velivolo catapultabile dotato di motore BMW Hornet C da 600 CV (441 kW), il Pratt & Whitney Hornet costruito su licenza dalla BMW.
- Ju 46hi - come la versione fi ma motorizzata, dal 1933, con un BMW 132 da 650 CV (480 kW). Due esemplari furono temporaneamente motorizzati con i Pratt & Whitney Hornet T2D1 da 630 CV.
Utilizzatori
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Nowarra 1993, pp. 262-263.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Heinz J. Nowarra, Die Deutsche Luftrüstung 1933-1945, Band 3, Koblenz, Bernard & Graeffe Verlag, 1993, ISBN 3-7637-5467-9.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Junkers Ju 46
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Junkers Ju 46, su Junkers.de, http://www.junkers.de/. URL consultato il 27 giugno 2009 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2009).
- (EN) Horst Zoeller, Junkers W33 / W34 / Ju46, su The Hugo Junkers Homepage, http://www.junkers.de.vu/, 30 dicembre 2002. URL consultato il 10 maggio 2011 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2010).
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]- Immagine del Ju 46hi (W.Nr.2773) D-UBUS (JPG), su historyofaircargo.com. URL consultato il 15 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2007).