Parabola della lampada

Voce principale: Parabole di Gesù.
Un'illustrazione della parabola, assieme alla parabola del seme che germoglia da solo che segue nel vangelo di Marco, cap. 4.

La parabola della lampada (detta anche parabola della lampada sotto il recipiente o più genericamente parabola della luce), è una delle parabole di Gesù. Essa appare nel vangelo di Matteo (Mt 5,14-15), nel vangelo di Marco (Mc, 4,21-25) e nel vangelo di Luca (Lc 8,16–18). In Matteo, la parabola è la continuazione del discorso sul sale e sulla luce.

«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce. Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere.»

Nel vangelo di Matteo, Gesù dice:

«Non si accende una lampada per metterla sotto un secchio, ma piuttosto per metterla in alto, perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così deve risplendere la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano il bene che voi fate e ringrazino il Padre vostro che è in cielo.»

Nel vangelo di Marco, Gesù dice:

«Diceva loro: "Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere? Non c'è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce."»

Interpretazione

[modifica | modifica wikitesto]

L'idea chiave della parabola è che "la luce debba essere rivelata, non celata."[1] La luce è qui vista come un riferimento a Gesù,[2][3] o al suo messaggio,[3] o alla risposta dei credenti al suo messaggio.[4]

Gesù cita un proverbio pessimistico su come il ricco rubi al ricco e il povero perda anche quel poco che ha. Successivamente denuncerà con la successiva parabola nel vangelo di Marco, alludendo al Libro di Gioele (Gioele 3,13) assicurando che il giudizio di Dio sui poteri regnanti è una speranza rivoluzionaria per tutti coloro che si trovano rassegnati a pensare che nulla possa mutare.[3]

La parabola è alla base del proverbio inglese "to hide one's light under a bushel" (nascondere la propria luce sotto un moggio), dove la parola "bushel" indica il moggio utilizzato per le granaglie.[5]

  1. ^ John R. Donahue and Daniel J. Harrington, The Gospel of Mark, Liturgical Press, 2005, ISBN 0-8146-5965-9, p. 149.
  2. ^ William L. Lane, The Gospel According to Mark: The English text with introduction, exposition, and notes, Eerdmans, 1974, ISBN 0-8028-2502-8, pp. 165–166.
  3. ^ a b c Barbara E. Reid, Parables for Preachers: Year B. The Gospel of Mark, Liturgical Press, 1999, ISBN 0-8146-2551-7, pp. 106–107.
  4. ^ Joel B. Green, The Gospel of Luke, Eerdmans, 1997, ISBN 0-8028-2315-7, p. 329.
  5. ^ Wilson, F. P. ed. (1970). The Oxford Dictionary of Proverbs. Third Edition. Oxford University Press. p.371. "Hide one's light (candle) under a bushel, To."

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]