Profezia biblica

Voce principale: Profezia.

Profezia biblica o profezia ebraica usualmente indica la predizione di eventi futuri in base all'azione, funzione, o facoltà di un profeta menzionato nella Bibbia.[1][2] Tali predizioni sono ampiamente distribuite in tutto questo testo sacro, ma quelle più citate sono tratte dal Libro di Ezechiele, Libro di Daniele, Matteo 24, Matteo 25[3] e Apocalisse di Giovanni. Coloro che credono nella profezia biblica si dedicano allo studio esegetico ed ermeneutico delle Scritture con la convinzione che contengano descrizioni di politica globale, disastri naturali, il futuro di Israele come nazione, l'arrivo del Messia e dell'era messianica, il destino finale dell'uomo.

Alcune profezie della Bibbia sono condizionali, con le condizioni assunte implicitamente o esplicitamente.[4] Alcuni brani profetici sono descritti come enunciati diretti da Dio mentre altri sono espressi come una prospettiva privilegiata dell'autore biblico considerato un profeta. Generalmente si crede che i profeti biblici abbiano ricevuto rivelazioni da Dio, durante le quali o per poi registrarle nei rispettivi scritti.[5]

I profeti della Bibbia ebraica spesso ammoniscono gli Israeliti a pentirsi dei loro peccati e delle idolatrie, con minacce di punizioni o promesse di ricompense. Benedizioni e maledizioni sono attribuite alla divinità e secondo i credenti nella profezia biblica,[6] molte di tali profezie sono viste come realizzate nell'ambito dei passi biblici successivi.

Un secondo tema profetico è quello della venuta di un Messia: i cristiani ritengono che le profezie messianiche si siano adempiute con Gesù Cristo, mentre i seguaci dell'Ebraismo rabbinico attendono ancora l'arrivo del Messia ebraico e altri segni escatologici. La maggior parte dei cristiani credono che molte profezie messianiche saranno realizzate con la seconda venuta di Cristo, sebbene alcuni cristiani (Preterismo completo) credano che tutte le profezie messianiche siano già state completate.[6] L'Ebraismo rabbinico non separa la venuta originale del Messia dall'avvento dell'Era messianica. Per i particolari delle differenze, si veda "cristianesimo ed ebraismo". Un altro tema importante è quello della "fine dei giorni", o "ultimi giorni", particolarmente secondo l'Apocalisse di Giovanni.[6]

Classificazioni

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Anche se l'uso principale dei termini ebraici e greci per "profezia" nella Bibbia è senza dubbio per la profezia predittiva, non tutte le profezie sono predittive. Alcune possono essere semplicemente commenti ispirati a eventi attuali o lodi ispirate.[7]

Profezia non predittiva può includere:

  • Rivelazione di cose nascoste – passate o correnti.
  • Culto e devozione – Profezia musicale nel tempio, 1 Cronache 25:1-3[8], ecc.
  • Insegnamento in Chiesa – Questa possibile definizione è stata proposta dal teologo William Edwy Vine, ma è confutata.[9]

Profezia predittiva può essere suddivisa in diversi gruppi di profezie correlate che condividono un tema centrale:

  • Generale — profezie bibliche che trattano di vari luoghi e popoli.
  • Escatologia — profezie che riguardano le ultime cose.
  • Escatologia cristiana — punti di vista cristiani sugli eventi finali.
  • Escatologia ebraica – punti di vista ebraici su avvenimenti futuri.
  • Millenarismo — credenza in un regno di Cristo sulla terra che durerà mille anni
  • Israele — profezie che riguardano Israele, come nazione, come popolo e come individuo.
  • Messianica — profezie che riguardano il Messia.

Predizioni ebraiche, cattoliche e tramite studi accademici

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Secondo molti insegnamenti dell'Esegesi ebraica per il popolo ebraico valgono soprattutto Benedizioni, bene, bontà, giustizia, come altre Middòt, nonché meriti, onore, pace ed amicizia nell'Era messianica.

  • In Genesi 6[10] si scrive che Dio abbia detto "Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni"(Genesi 6:3[11]) Si potrebbe pensare che ciò si riferisca alla durata della vita dell'uomo e in questo caso vi sono state persone che hanno vissuto più di 120 anni.
  • Genesi 15:18[12] promette ad Abramo e ai suoi discendenti la terra di Canaan dal fiume dell'Egitto all'Eufrate e Genesi 17:8[13] dichiara:
« Darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Cànaan in possesso perenne; sarò il vostro Dio. »   ( Genesi 17:8, su laparola.net.)

Non canonici secondo l'Halakhah

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Apologeti cristiani indicano qui la "personalità corporativa" che connette Abramo alla nazione ebraica. Il teologo H. Wheeler Robinson scrive:

«La personalità corporativa è quell'importante complesso semitico di pensiero in cui vi è una costante oscillazione fra l'individuo e il gruppo - famiglia, tribù o nazione - alla quale si appartiene, in modo che si possa dire che il re o di qualche altra figura rappresentativa incarni il gruppo, o il gruppo riassumi in sé l'insieme di individui.[14]»

Ebrei 11:15-16[15] narra che i patriarchi agognavano la nazione celeste, il che spiega perché Ebrei 11:13[16] parli della promessa della "patria celeste".[17]

Esodo, Deuteronomio, Giosuè e Giudici

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Il profeta Giosuè prega Dio per il popolo ebraico affinché il sole non venga oscurato (illustrazione di Gustave Doré)
Lo stesso argomento in dettaglio: Figli di Noè.

In Esodo 34:10-27[20] questa viene descritta come un'alleanza, dato che vengono dati dei comandamenti. In Giudici si narra che gli Israeliti disobbedirono al comandamento di non adorare altro dio (Giudici 3:6[21]) e di conseguenza non furono in grado di scacciare i Gebusei (Giosuè 15:63[22]). Gli Israeliti non scacciarono tutte le tribù cananee nel corso della vita di Giosuè. I libri di Giosuè e quello dei Giudici (capitolo 1) citano le città che non riuscivano a sconfiggere. Secondo 2 Samuele, gli Israeliti occuparono Canaan, ma l'occupazione completa ebbe luogo solo quando Davide sconfisse i Gebusei a Gerusalemme e ne fece la capitale del suo impero (2 Samuele 5:6-7[23])[24]

Dinastia davidica

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Dio afferma che la casa, il trono e il regno di Davide e la sua discendenza (chiamati "Egli edificherà una casa al mio nome" nel versetto) dureranno per sempre (2 Samuele 7:12-16[25], 2 Cronache 13:05[26], Salmo 89:20-37[27]). 1 Re 9:4-7[28] e 1 Cronache 28:5[29] e 7:17[30] affermano che l'istituzione di Salomone è subordinata alla condizione che Salomone obbedisca i comandamenti di Dio.

Salomone costruì il tempio a Gerusalemme (2 Cronache 2:1;6:7-10[31]) ma non obbedì i comandamenti di Dio (1 Re 11:1-14[32]).

La distruzione del Regno di Giuda da parte di Nabucodonosor II nel 586 p.e.v. concluse la supremazia della Real Casa di Davide.[33]

Alcuni studiosi, tra cui Saul di Cirene, sostengono che Dio abbia promesso a David una dinastia eterna, senza condizioni (1 Re 11:36,15:4[34], 2 Re 8:19[35]). Ritengono che la promessa condizionale di 1 Re 9:4-7[36] sembra minare questo patto incondizionato. La maggioranza degli esegeti considerano l'espressione "trono d'Israele" quale riferimento al trono del Regno Unito degli Israeliti. Lo vedono come una condizionalità della promessa dinastica incondizionale fatta alla Casa di Davide in 1 Re 11:36,15:4[37] e 2 Re 8:19[38]. Asseriscono che la presenza sia della promessa incondizionata che di quella condizionata alla Casa di Davide creerebbe un'intensa dissonanza teologica nel Libro dei Re.[39][40][41][42]

Cattolicesimo

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I cristiani credono che la promessa si riferisca a quei discendenti che possano realizzare il ruolo di re, piuttosto che di un regno terreno permanente.[43][44][45][46]

« Ecco io do questa città in mano al re di Babilonia, che la darà alle fiamme. Tu non scamperai dalla sua mano, ma sarai preso e consegnato in suo potere. I tuoi occhi fisseranno gli occhi del re di Babilonia, gli parlerai faccia a faccia e poi andrai a Babilonia... Non morirai di spada! Morirai in pace. »   ( Geremia 34:2-5, su laparola.net.)

I Libri dei Re e Geremia riportano che a Sedecia furono levati gli occhi dopo che fu portato dal Re di Babilonia e che vi rimase prigioniero fino alla morte (2 Re 25:6-7[47] e Geremia 52:10-11[48]). Non esiste altra documentazione storica di quello che successe a Sedecia a Babilonia.[49]

  • Si narra inoltre che Dio promise a Giosia, dato che si era umiliato davanti a Dio, che sarebbe stato "composto nel [s]uo sepolcro in pace" e il libro continua dichiarando che non avrebbe visto "tutta la sciagura che io farò piombare su" Giuda (2 Re 22:19-20[50]).

Giosia combatté contro gli Egizi sebbene il faraone, Necao II, profetizzasse che Dio lo avrebbe distrutto se lo avesse fatto (2 Cronache 35:21-22[51]) — forse Giosia si stava "opponendo al devoto partito profetico".[52] Giosia fu ucciso in battaglia contro gli Egizi (2 Re 23:29-30[53]). Tuttavia il Regno di Giuda stava attraversando un periodo di pace quando Giosia morì, realizzando quindi la profezia.

Il profeta Isaia (illustrazione del 1904)
Lo stesso argomento in dettaglio: Isaia 7:14.
  • Quando gli ebrei sentirono che "Aram si è alleata con Efraim" Dio si narra abbia detto loro:
« Ciò non avverrà e non sarà!... Ancora sessantacinque anni ed Efraim cesserà di essere un popolo. »   ( Isaia 7:1-9, su laparola.net.)

Secondo 2 Cronache 28:5-6[54] "Ma il Signore suo Dio lo (Acaz) mise nelle mani del re degli Aramei, i quali lo vinsero e gli presero un gran numero di prigionieri, che condussero in Damasco. Fu consegnato anche nelle mani del re di Israele, che gli aveva inflitto una grande sconfitta.".
In Isaia 7:9[55] il profeta dice chiaramente che un presupposto per il compimento della profezia è che Acaz rimanga saldo nella sua fede. Ciò significa che egli debba confidare in Dio e non cercare aiuto militare degli Assiri, che Acaz comunque fece.[56]

Il Libro di Isaia predisse anche che:

  • Babilonia sarebbe stata sconfitta dai Medi (Isaia 13:17-19[57]) ed i suoi palazzi infestati da bestie feroci. (Isaia 13:21-22[58])

Apologeti cristiani affermano che la profezia di Isaia nei capitoli 13 e 21 potrebbe esser stata diretta originariamente contro l'Assiria la cui capitale Ninive fu sgominata nel 612 p.e.v. da un'invasione congiunta di Medi e Babilonesi. Secondo questa spiegazione la profezia fu successivamente aggiornata e indirizzata a Babilonia[59] che non aveva riconosciuto la potenza nascente della Persia. D'altra parte si deve notare che il re persiano Ciro, dopo aver sconfitto la Media nel 550 p.e.v., non trattò i Medi come nazione assoggettata.

«Invece di trattare i Medi come un nemico battuto e nazione assoggettata, egli stesso si installò come re di Media e governò la Media e la Persia insieme, come una duplice monarchia, ogni parte della quale godeva di pari diritti.[60]»

  • Damasco diverrà un "cumulo di rovine. Le città di Aroer saranno abbandonate; saranno pascolo per le greggi che vi riposeranno senza che alcuno le spaventi." (Isaia 17:1-2[61])

La profezia potrebbe risalire al 735 p.e.v. quando Damasco e Israele erano alleate contro Giuda.[62] Tiglatpileser I catturò Damasco nel 732,[62] che alcuni apologeti indicano come la realizzazione di questa profezia, ma la campagna bellica non ridusse mai la città in macerie. La descrizione di Damasco come "cumulo di rovine" è stata intesa come linguaggio figurativo per illustrare il saccheggio della città, la cattura dei suoi abitanti deportati come schiavi a Kir (città non meglio identificata) e la decadenza della città stessa sia economicamente che politicamente negli anni che seguirono l'attacco di Tiglatpileser.[63] Si crede inoltre che la profezia possa avere una realizzazione futura in merito agli sviluppi della "fine del tempo" associati ad Israele. molti gruppi terroristi hanno le loro basi a Damasco e nel 2007 Israele dichiarò che avrebbe distrutto la Siria se questa avesse attaccato usando armi chimiche.[64]

Il passo è consistente con 2 Re 16:9[65], che afferma che l'Assiria sconfisse la città ed esiliò gli abitanti a Kir.[66]

  • Il fiume dell'Antico Egitto (identificato testualmente col Nilo) si seccherà. (19:5[67]).
  • "Il paese di Giuda sarà il terrore degli Egiziani." (19:17[68])
  • "Ci saranno cinque città nell'Egitto che parleranno la lingua di Canaan." (19:18[69])
  • "[23] In quel giorno ci sarà una strada dall'Egitto verso l'Assiria; l'Assiro andrà in Egitto e l'Egiziano in Assiria; gli Egiziani serviranno il Signore insieme con gli Assiri. [24] In quel giorno Israele sarà il terzo con l'Egitto e l'Assiria, una benedizione in mezzo alla terra. [25] Li benedirà il Signore degli eserciti: 'Benedetto sia l'Egiziano mio popolo, l'Assiro opera delle mie mani e Israele mia eredità'". (Isaia 19:23-25[70])

Alcuni teologi sostengono che la dichiarazione che il "paese di Giuda" sarà il terrore degli Egiziani non è un riferimento ad un grande esercito di giuda che attaccherà l'Egitto, bensì una circonlocuzione per il luogo dove dimora Dio. Asseriscono che sarà Dio ed i suoi piani che causeranno all'Egitto di essere terrorizzato. Continuano dicendo che il secondo messaggio "in quel giorno", dal versetto 18, annuncia l'inizio di un rapporto più profondo tra Dio e l'Egitto, che porta alla conversione dell'Egitto e all'adorazione di Dio (vv. 19-21[71]). Sostengono che l'ultima profezia "in quel giorno" (vv. 23-25[72]) parla di Israele, Assiria ed Egitto come popoli speciali per Dio, e quindi descrivono eventi escatologici.[73][74]

  • I generali di Astiage, ultimo re dei Medi, si ammutinarono a Pasargadae e l'impero si arrese a quello persiano,[75] che conquistò Babilonia nel 539 p.e.v. sotto Ciro il Grande. Un secondo profeta sconosciuto (cfr. Deutero-Isaia) predice la venuta di Ciro, (Isaia 44:28[76], 45:1[77]) che libererà gli ebrei dall'loro esilio babilonese e li porterà nella terra promessa. Il secondo Isaia, 40-55[78], proviene dal tardo periodo esilico, verso il 540 p.e.v. Alcuni storici credono che il riferimento a Ciro sia un vaticinium ex eventu o "profezia dall'evento".[79]

Tuttavia ci sono molti studiosi che sottolineano che il profeta stesso parla di Ciro e sostengono che Deuteroisaia interpreta l'ingresso vittorioso Ciro a Babilonia nel 539 p.e.v. come prova della missione divina a beneficio d'Israele. L'argomento principale contro gli idoli in questi capitoli è che non possono predire il futuro, mentre Dio annuncia eventi futuri come le previsioni su Ciro.[80][81][82][83][84]

Geremia che lamenta la distruzione di Gerusalemme, di Rembrandt van Rijn, ca. 1630

Geremia profetizzò che:

  • "...tutti i popoli vi si raduneranno nel nome del Signore." (Geremia 3:17[85])
  • "Cazòr diventerà rifugio di sciacalli,una desolazione per sempre." (Geremia 49:33[86])
  • L'Esilio babilonese sarebbe finito solamente quando saranno compiuti i "settanta anni". (Geremia 29:10[87])

Durò 68 anni (605 p.e.v.–537 p.e.v.) dalla cattura della terra d'Israele da parte di Babilonia[88] e l'esilio di un piccolo numero di ostaggi tra cui Daniele, Hananiah, Azariah e Mishael (Daniele 1:1-4[89]).[90] Durò 60 anni (597–537 p.e.v.) dalla deportazione dei 10.000 "capi e prodi" (2 Re 24:14[91]) inclusi Ioiachìn e Ezechiele[92] sebbene ci sia una discrepanza col numero di esuli in (Geremia 52:28-30[93]).[94] Durò 49 anni (586–537 p.e.v.) dall'esilio della maggior parte di Giuda (2 Re 25:11[95]) incluso Geremia che fu deportato in Egitto, lasciando indietro solo un'esigua parte della popolazione povera (2 Re 25:12[96]).[92]
Tuttavia alcuni studiosi cristiani cercano di spiegare la cifra in modo differente, affermando che Geremia fornì un numero arrotondato.[97]

Commentari cristiani considerano le forze persiane conquistatrici come un'alleanza tra Persiani e Medi.[99][100] Un commentario asserisce che l'uso del termine "Medi" è dovuto ad un primo riconoscimento da parte degli ebrei e perché i generali di Ciro apparentemente erano Medi.[101]

  • Geremia perofetizzò che Babilonia sarebbe stata distrutta alla fine dei settanta anni. (Geremia 25:12[102]) (Babilonia cadde sotto i Persiani con Ciro nel 539 p.e.v. (66, 58 o 47 anni dopo l'inizio dell'esilio babilonese, a seconda di come si calcola). Secondo Daniele 5:31[103], fu il tuttora non meglio identificato "Dario il Medo" che catturò babilonia.)
  • Babilonia non sarebbe mai più stata abitata.(50:39[104]) (Saddam Hussein iniziò a ricostruirla nel 1985,[105][106] ma fu interrotta bruscamente con l'invasione dell'Iraq. Correntemente i leader iracheni e l'ONU stanno cercando di restaurare Babilonia come sito archeologico.)[105]
  • "Ai sacerdoti leviti non mancherà mai chi stia davanti a me per offrire olocausti, per bruciare l'incenso in offerta e compiere sacrifici per sempre." (Geremia 33:18[107])

La distruzione del Tempio da parte dei romani fece terminare il sistema dei sacrifici. I cristiani asseriscono che questo si riferisce al millennio in cui Cristo regnerà per mille anni, poiché Geremia 33:18[108] concorda col regno eterno della discendenza di Davide nei vv. 21-22[109].[110]

  • Dio renderà Gerusalemme un cumulo di rovine, infestato da sciacalli; distruggerà le città di Giuda cosicché nessuno possa viverci.(9:11[111])
  • Dio avrà compassione di Israele e farà ritornare il suo popolo nella sua terra dopo averlo disperso tra le nazioni (Geremia 12:14,15[112]; 31:8-10;33:7[113]).
Daniele in mezzo ai leoni, di Peter Paul Rubens, 1613-15

Vedi le profezie in Daniele 2[114], 5[115], 7[116], 8[117], 9:24-27[118]

Abominio della desolazione:

La frase "abominio della desolazione" si riscontra in tre passi nel Libro di Daniele, tutti nel contesto letterario di visioni apocalittiche.

« Egli stringerà una forte alleanza con molti per una settimana e, nello spazio di metà settimana, farà cessare il sacrificio e l'offerta; sull'ala del tempio porrà l'abominio della desolazione e ciò sarà sino alla fine, fino al termine segnato sul devastatore. »   ( Daniele 9:27, su laparola.net.)
« Forze da lui armate si muoveranno a profanare il santuario della cittadella, aboliranno il sacrificio quotidiano e vi metteranno l'abominio della desolazione. »   ( Daniele 11:31, su laparola.net.)
« Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l'abominio della desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni. »   ( Daniele 12:11, su laparola.net.)
Il profeta Ezechiele (dettaglio), di Michelangelo (1510)

Tiro era una città fortificata su un'isola con villaggi sulla terraferma, lungo la costa.[120] Questi insediamenti costieri furono distrutti da Nabucodonosor II, ma dopo un assedio di 13 anni, dal 585 al 573 p.e.v., il Re di Tiro fece la pace con Nabucodonosor, andando in esilio e lasciando la città insulare intatta.[121] Alessandro Magno usò le macerie dei villaggi per costruire una rampa verso l'isola, entrò nella città e la saccheggiò senza pietà.[122] La maggior parte dei residenti fu uccisa in battaglia o venduta in schiavitù.[122][123] Fu rapidamente ripopolata da coloni e cittadini scampati,[124] ed in seguito riacquistò la sua indipendenza.[125] Col tempo Tiro entrò comunque in declino e si ridusse a villaggio. Riecheggiando le parole di Ezechiele, lo storico Philip Myers scrive nel 1889: "La città non si riprese mai più dal colpo. Il sito di quella che una volta era stata una fiorente capitale marittima è ora "spoglia come la cima di una pietra", un luogo dove pochi pescatori stendono le proprie reti ad asciugare.[126] Fonti più antiche si riferiscono spesso a quei luoghi come "villaggio di pescatori". Tuttavia si riprese e crebbe rapidamente nel XX secolo. Le rovine di parte dell'antica Tiro sono un sito protetto e possono esser visitate nella settore meridionale dell'isola[127] mentre la Tiro moderna occupa la parte settentrionale e si estende sulla rampa di Alessandro fino alla terraferma.[128] È oggi la quarta città più grande del Libano,[129] con una popolazione di circa 60.000 abitanti.[130]

  • Ezekiel inoltre profetizzò la conquista dell'Egitto, la dispersione della sua intera popolazione (rimase disabitata per 40 anni), e il suo saccheggio da parte di Nabuccodonosor (Ezechiele 29:3[131]Ezechiele 30:26[132]).

Ciò include l'affermazione che Dio renderà l'Egitto così debole che non dominerà mai più le altre nazioni.[133] Il faraone Amasis (che scacciò Nabucodonosor) conquistò anche Cipro,[134] governandola fino al 545 p.e.v.[135] Nonostante fosse una potente nazione in tempi antichi, l'Egitto da allora fu dominato dai Persiani, Greci, Romani, Impero Bizantino, Impero Ottomano, Britannico e Francese,[136] e ha avuto anche periodi di indipendenza da potenze straniere. Durante il periodo ellenistico, il frazionamento dell'impero di Alessandro Magno pose la Dinastia tolemaica (di origine greco-macedone) come sovrani d'Egitto: i Tolomei poi conquistarono e governarono la Cirenaica (ora Libia nordorientale), la Palestina e Cipro in veri periodi.[137]

C'è un po' 'di incertezza tra gli studiosi moderni per quanto riguarda quando (e da chi) siano state scritte le varie parti del Libro di Ezechiele,[138] rendendo quindi la datazione delle profezie difficile da determinare (cfr. Libro di Ezechiele).

Nabucodonosor invase l'Egitto verso il 568 p.e.v. Tuttavia gli eserciti di Faraone Amasis sconfissero i Babilonesi (sebbene l'autore non abbia elaborato i particolari e non ci siano noti resoconti dettagliati di questa invasione).[139] Erodoto riporta che questo Faraone ebbe un regno lungo e fiorente.[140] Gli Egizi furono conquistati dai Persiani nel 525 p.e.v.[141]

Profeti minori

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  • Amos profetizzò che, quando Israele sarà ripristinato, possiederà il resto di Edom. (Amos 9:12[142])
  • Abdia profetizzò che Israele distruggerà la casa di Esaù nel giorno del Signore. (Abdia 18[143])
  • Zaccaria profetizzò: "Mai vi passerà più l'oppressore, perché ora io stesso sorveglio con i miei occhi."[144]
  • Il fiume dell'Antico Egitto (identificato col Nilo) si seccherà. (Zaccaria 10:11[145])
  • Aggeo profetizzò: "Ancora un po' di tempo e io scuoterò il cielo e la terra, il mare e la terraferma." (Aggeo 2:6[146])
  • Malachia profetizzò che Dio avrebbe mandato Elia prima del "grande e tremendo giorno del Signore" in cui il mondo sarà consumato dal fuoco. (Malachia 3[147]) (In Marco 9:13[148] e 17:11-13[149],

Gesù afferma che Giovanni Battista aveva realizzato la profezia, nonostante l'apparente diniego del Battista in Giovanni 1:21[150]).

Miniatura del Vangelo di Giovanni, artista franco-sassone (IX secolo)
Lo stesso argomento in dettaglio: Cristianesimo, Discorso escatologico e Seconda venuta.
« Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo»   ( Matteo 10:23, su laparola.net.)

La reazione cristiana è varia:

«Moffatt[152] interpreta "prima che venga il Figlio dell'uomo", come se Gesù si riferisse a questa speciale missione in giro per la Galilea. Gesù poteva poi raggiungerli. Forse è così, ma non è affatto chiaro. Alcuni si riferiscono al Trasfigurazione, altri alla venuta dello Spirito Santo a Pentecoste, altri ancora alla Seconda venuta. Alcuni sostengono che Matteo abbia messo il detto nel contesto sbagliato. Altri semplicemente dicono che Gesù si era sbagliato, un'accusa molto grave in merito alle sue istruzioni a questi predicatori. L'uso di ἑως [heōs] con l'aoristo congiuntivo per un evento futuro è un buon idioma greco.[153]»

Versetti come Atti 7:4-5[154] e Ebrei 11:13[155] indicano che ciò non avvenne durante il tempo di Abramo. Il biblista F. F. Bruce asserisce che ciò si realizzò durante il regno di Davide. Scrive:

«la sfera d'influenza di Re David ora si estendeva dalla frontiera egizia di Wadi el-Arish (il "torrente d'Egitto") all'Eufrate; questi limiti sono rimasti i confini ideali del dominio di Israele molto dopo la scomparsa dell'impero di David.[156]»

Gli studiosi "preteristi" spiegano questo versetto come se si riferisse alla distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 e.v. con la frase "prima che venga il Figlio dell'uomo" che significhi prima del giudizio della nazione d'israele e della città di Gerusalemme per aver rifiutato Gesù come messia. Non accettano l'interpretazione di Matteo 10:23 come riferimento ad una seconda venuta di Gesù perché Gesù parla a suoi discepoli delle città di Israele:

«Una tale visione esclude completamente il passo dal suo contesto immediato e localizzato, che questo è stato un monito agli apostoli - e non indirizzato a una generazione futura diversi millenni dopo primo secolo.[157]»

Il commentario della Bibbia Wycliffe dissente da questa opinione:

«Nel simile contesto di Matteo 24:8-31 la grande tribolazione e il secondo avvento sono in vista. Quindi la "venuta del Figlio dell'uomo" è probabilmente escatologica anche qui. Ciò sarebbe stato più facilmente comprensibile ai discepoli, che difficilmente avrebbero pensato di equiparare questa "venuta" con la distruzione di Gerusalemme nel 70 dC.[158]»

« Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. (cfr. anche Matteo 16:21,20:19[160], Marco 8:31,9:31,10:34[161], Luca 11:29-30[162] e Giovanni 2:19[163]»   ( Matteo 12:40, su laparola.net.)

Secondo Marco 15:42-46[164], Gesù fu sepolto il venerdì notte e secondo Matteo 28:1-6[165] e Giovanni 20:1[166], la tomba di Gesù fu trovata vuota all'alba della domenica. È consuetudine per le nazioni orientali contare parte di un giorno come giorno intero di 24 ore.[167]

« Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno »   ( Matteo 16:27-28, su laparola.net.)

Le reazioni cristiane sono state di vario genere:

«'Alcuni di coloro che sono qui presenti (τινες των ὁδε ἑστωτων [denti tōn hode hestōtōn])'. Un crux interpretum in verità. Gesù fa riferimento alla trasfigurazione, alla sua risurrezione, al grande giorno della Pentecoste, alla distruzione di Gerusalemme, alla seconda venuta e giudizio? Non lo sappiamo, ma solo che Gesù era sicuro della sua vittoria finale che sarebbe stata caratterizzata e simboleggiata in vari modi.[169]»

I Preteristi rispondono che Gesù non voleva significare la sua seconda venuta ma una dimostrazione della sua potenza, quando dice "venire nel suo regno". Secondo questa opinione, ciò venne realizzato dalla distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 e.v. quando alcuni degli Apostoli erano ancora in vita e quindi confermavano la parola di Gesù che solo alcuni non sarebbero morti.[170] Altri sostengono che si riferisca alla Trasfigurazione.[171][172] Il Commentario Biblico Wycliffe afferma:

«Questa venuta del Figlio dell'uomo nel suo regno è spiegata da alcuni come la distruzione di Gerusalemme e da altri come l'inizio della Chiesa. Ma riferirla alla Trasfigurazione soddisfa le esigenze del contesto (tutti i sinottisti seguono tale dichiarazione con la Trasfigurazione, Marco 9:1[173]; Luca 9:27[174]). Inoltre, Pietro, che era uno di quelli "qui presenti", fa riferimento alla Trasfigurazione con le stesse parole (2 Pietro 1:16-18[175]). Chafer chiama la Trasfigurazione un'"anteprima della venuta del regno sulla terra" (L.S. Chafer, Systematic Theology, V, p. 85).[176]»

« In avvenire voi vedrete il Figlio dell'uomo sedere alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo. »   ( Matteo 26:64, su laparola.net.)

La traduzione "voi vedrete" in greco è "ὄψεσθε" [opheste, dall'infinito optomai][178] che è plurale. Gesù intendeva che gli ebrei, e non solo il Sommo Sacerdote, avrebbero visto la sua venuta.[179]

  • Gesù dichiarò nei testi evangelici di Matteo, Luca e Giovanni che Pietro lo avrebbe rinnegato tre volte prima del canto del gallo. Marco afferma che il gallo cantò dopo la prima negazione e anche dopo la terza.

Gli esegeti cristiani argomentano che il primo canto del gallo semplicemente manca da Matteo, Luca e Giovanni. In Matteo 26:34[180], Luca 22:34[181] e Giovanni 13:38[182], Gesù predice tre dinnieghi di Pietro prima del canto del gallo. Matteo 26:69-75[183], Luca 22:54-62[184], Giovanni 18:15-27[185] riportano la realizzazione di questa profezia. In Marco 14:30[186], Gesù parla di due canti, e ciò viene confermato in Marco 14:66-72[187] come adempiuto. I cristiani sostengono che Matteo, Luca e Giovanni rimossero il primo canto del gallo e diminuirono (Luca addirittura l'eliminò) l'uscita parziale di Pietro dopo il primo dinniego (riportato da Marco).[188] Se Marco era l'"interprete di Pietro",[189] ne avrebbe ottenuto informazione diretta e quindi verrebbe considerato una fonte più attendibile.

« Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. Gesù disse loro: "Vedete tutte queste cose? In verità vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata". »   ( Matteo 24:1-2, su laparola.net.)

I Preteristi affermano che questi versetti sono metaforici.[192] Altri sostengono che la distruzione del Tempio nel 70[193] realizzò la profezia nonostante l'esistenza dell'attuale Muro Occidentale.[194][195] Il Commentario IVP Bible Background Commentary riporta:

«Alcune pietre rimasero (per es., parte di un muro è ancora in piedi), ma tale fatto non indebolisce la forza dell'iperbole: il tempio fu quasi interamente demolito nel 70dC.[196]»

Le parti del muro a cui Gesù si riferisce nel versetto potrebbe non aver incluso il Muro Occidentale. Evidenza archeologica recente attesta che la parte di muro occidentale del Tempio non fu completata fino alla data incerta del 16 d.C o successivamente.[197]

  • Matteo 24:7-8[198] fa parte della risposta di Gesù ai discepoli nel v. 3, che chiedono: "Dicci, quando avverranno queste cose? E quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell'età presente?" Dichiara:
« Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie, pestilenze e terremoti in vari luoghi. Ma tutte queste cose saranno soltanto l'inizio delle doglie di parto. »   ( Matteo 24:7-8, su laparola.net.)

La parte sulle carestie di questo versetto è stata spesso associata al terzo sigillo dell'Apocalisse (Apocalisse 6:5-6[199]) e l'aspetto delle pestilenze e terremoti è stato spesso associato con il quarto sigillo dell'Apocalisse (6:7-8[200]).[201][202] La presenza del termine "doglie di parto" potrebbe rappresentare tempi migliori in futuro.[201] Gli studiosi testamentari rimarcano che tali eventi sono sempre accaduti sulla terra e quindi il versetto deve riferirsi ad un notevole aumento nella loro intensità.[202]

Esistono inoltre esempi di citazioni erronee o irreperibili, citazioni da profeti riportate dai primi cristiani:

  • Matteo 27:9[203] parafrasa Zaccaria 11:12,13[204] in merito all'acquisto di un campo coi trenta denari, ma attribuisce il detto a Geremia. Geremia viene descritto che compra una campo (Geremia 32:6-9[205]) ma lo paga diciassette sicli d'argento invece che trenta.

Scrittori cristiani hanno dato varie risposte. Una è che l'uso di Geremia si intende riferito a tutti i libri di profezia. Un'altra è che, anche se Geremia l'avesse detto (come riportato da Matteo), non ne è sopravvissuta traccia. Una terza risposta è che questo era il risultato di un errore di scrittura a causa della differenza di una singola lettera nelle versioni abbreviate dei nomi.[206]

I biblisti cristiani hanno fornito parecchie risposte. Una di queste è che tale profezia non è sopravvissuta ad oggi. Una seconda è che la parola greca nazaret non significa "Nazareno" ma si collega all'ebraico netzer che può essere tradotto con 'ramo'. Una terza possibilità è che il versetto non è un detto profetico ma riflette semplicemente un requisito dell'Antico Testamento dove il Messia deve essere tenuto in disprezzo, (Salmi 22:6-8;69:9-11;19-21[208], Isaia 53:2-4;7-9[209]); o nel Nuovo Testamento, dove si riporta che i nazareni hanno fama di essere degli inetti (Giovanni 1:46;7:52[210]).[211]

Alcuni studiosi replicano che ciò accade perché il riferimento di Malachia era semplicemente un'introduzione,[215] il che rende il passo molto meno significativo di Isaia 40:3[216], facendo attribuire il tutto al profeta Isaia. Altre ragioni apportate sono che l'autorità di Isaia era considerata più elevata di Malachia e che il testo di Isaia era meglio conosciuto.[217][218]

Lettere di Paolo

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Icona di Paolo di Tarso (Andrei Rublev, 1407)
« Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo sempre con il Signore. »   ( 1Tessalonicesi 4:15-17, su laparola.net.)

Gli esegeti cristiani sostengono che Paolo parli della sua stessa presenza alla fine del mondo solo ipoteticamente.[219] Indicano come Paolo successivamente affermi che il Giorno del Signore arriverà come un "ladro di notte"(1 Tessalonicesi 5:1-2[220]) che è una frase che Gesù stesso usa (Matteo 24:43-44[221]) esprimendo l'impossibilità di predire la sua seconda venuta (Matteo 24:36[222]).[223]

  • Paolo profetizzò in 1 Tessalonicesi 5:2-11[224]: "Infatti voi ben sapete che come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore. E quando si dirà: "Pace e sicurezza", allora d'improvviso li colpirà la rovina, come le doglie una donna incinta; e nessuno scamperà."
  • In 2 Tessalonicesi 2:3-4[225], Paolo profetizzò che l'Uomo iniquo si siedrà nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio. Il Tempio di Gerusalemme fu distrutto nel 70 e.v.

Ci sono vari tentativi di spiegare il termine "sedersi nel tempio di Dio". Alcuni lo prendono come un attributo divino che l'Uomo iniquo si arroga e quindi non si può stabilire nessuna conclusione di tempo e di luogo.[226] Molti nella prima Chiesa, come Ireneo, Ippolito di Roma, Origene e Cirillo di Gerusalemme, credevano che un vero Terzo tempio sarebbe stato ricostruito dall'Anticristo prima della seconda venuta di Gesù, mentre Girolamo e Giovanni Crisostomo riferivano il Tempio alla Chiesa.[227] Anche alcuni studiosi moderni collegano la frase "tempio di Dio" alla Chiesa, asserendo che Paolo usa tale termine altre cinque volte al di fuori di 2 Tessalonicesi e non la connette ad un tempio in senso letterale.[228]

  • 1 Timoteo 4:1-3[229] dice: "Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche, sedotti dall'ipocrisia di impostori, già bollati a fuoco nella loro coscienza. Costoro vieteranno il matrimonio, imporranno di astenersi da alcuni cibi che Dio ha creato per essere mangiati con rendimento di grazie dai fedeli e da quanti conoscono la verità. "

I Padri della Chiesa come Giovanni Crisostomo, che erano vissuti al tempo degli gnostici, dei marcioniti, degli encratiti, dei manichei — che rifiutavano il matrimonio cristiano e la consumazione della carne perché credevano che tutta la carne provenisse da un principio maligno — asserivano che questo testo si riferisse a tali sette e che quindi si trovavano "negli ultimi giorni".[230][231] Il teologo protestante John Gill[232] credeva che ciò si riferisse al Codice di diritto canonico della Chiesa cattolica, particolarmente al celibato ecclesiastico e alla Quaresima come promulgati dalla chiesa medievale.

  • Paolo scrisse in Romani 13:11,12[233]: "...la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino."

Alcuni studiosi cristiani credono che i vv. 11-14[234] si riferiscano all'era di salvezza che inizia con la risurrezione di Cristo[235] e si realizza negli ultimi giorni.[236] Quindi pensano che l'affermazione che Paolo fa qui sulla salvezza, sia un'affermazione che possono fare tutti i cristiani e non solo Paolo al suo tempo.[237] Alcuni considerano questo versetto come se indicasse che non ci saranno eventi profetizzati o salvezza prima della venuta di Gesù.[238] Coloro che detengono la convinzione che Paolo abbia in prospettiva una durata più lunga di tempo puntano al suo contesto in Romani 11[239], che descrive il pentimento di tutto Israele in futuro.[238] Sottolineano inoltre il piano di Paolo di visitare Roma e altri posti in Occidente in Romani 15[240], come ad indicare che non credesse che il ritorno di Cristo sarebbe stato così presto da doverlo semplicemente aspettare.[238]

Altri libri del Nuovo Testamento

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Apocalisse di Giovanni

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La parola "presto" (altre traduzioni usano "tra poco" o "rapidamente") non deve essere compresa nel senso di un futuro prossimo, troppo vicino. Lo studioso norvegese Thorleif Boman spiega che gli Israeliti, a differenza degli europei o altri popoli dell'Occidente, non consideravano il tempo come qualcosa di misurabile o calcolabile secondo il pensiero ebraico, ma come qualcosa di qualitativo:

«Abbiamo esaminato le idee alla base dell'espressione di tempo calcolabile e più di una volta abbiamo scoperto che gli israeliti intendono il tempo come qualcosa di qualitativo, perché per loro il tempo è determinato dal suo contenuto.[255]»

«...il concetto semitico di tempo è strettamente coincidente con quello del suo contenuto senza del quale il tempo sarebbe impossibile. La quantità di durata recede completamente dietro la caratteristica particolare che entra nel tempo o avanza in esso. Johannes Pedersen arriva alla stessa conclusione quando distingue nettamente tra la comprensione semitica del tempo e la nostra. Secondo lui, il tempo è per noi un'astrazione in quanto distinguiamo il tempo dagli eventi che si verificano nel tempo. Gli antichi semiti non fanno così: per loro il tempo è determinato dal suo contenuto.[256]»

In questo modo, l'uso di "presto" può significare che questo sarà il prossimo evento significativo che accadrà con certezza.[257]

Profezie messianiche nell'Ebraismo

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Lo stesso argomento in dettaglio: Messia e Zohar.

I seguenti sono i requisiti scritturali dell'Ebraismo a riguardo del Messia, le sue azioni ed il suo regno. Le fonti ebraiche insistono che il Messia realizzerà le profezie completamente, nella loro interezza. Alcuni cristiani sostengono che alcune di tali profezie siano associate con una presunta seconda venuta, mentre gli studiosi ebrei affermano che non esiste il concetto di una seconda venuta nella Bibbia ebraica.

Cristo, di Rembrandt (1648)
Lo stesso argomento in dettaglio: Quid est veritas?.

Mentre gli studiosi biblici citano i seguenti passi come profezie che farebbero riferimento alla vita, condizione, e lascito di Gesù, gli esegeti ebraici sostengono che tali passaggi non siano profezie ma traduzioni erronee o interpretazioni sbagliate dei testi ebraici.

  • Deuteronomio 18:18[292]
  • Isaia 7:14Matteo 1:22,23[293] afferma che "La vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele – che significa 'Dio con noi'." Tuttavia la traduzione ebraica di quel passo legge: "Ecco, la giovane donna è gravida e partorirà un figlio che ella chiamerà Emmanuele."[265] Isaia 7[294] parla di una profezia fatta al re israelita Acaz per calmare i suoi timori in merito a due re invasori (quelli di Damasco e di Samaria) che si stavano preparando ad assalire Gerusalemme, circa 600 anni prima della nascita di Gesù. Isaia 7:16[295]: "Poiché prima ancora che il bimbo impari a rigettare il male e a scegliere il bene, sarà abbandonato il paese di cui temi i due re."
  • Isaia 53[296] – Secondo molti cristiani, l'"uomo dei dolori", servo sofferente, di cui al presente capitolo è in realtà un riferimento alla crocifissione e alla sofferenza di Gesù sulla croce per espiare i peccati dell'umanità. Tuttavia, secondo il commentatore Bibbia Rashi, il servo sofferente descritto in Isaia 53 è in realtà il popolo ebraico: a volte Isaia menziona gruppi di persone, come se fossero una sola persona.
  • Isaia 9:1,2[297] – In Isaia il passo descrive come gli invasori assiri siano sempre più aggressivi man mano che avanzano verso il mare, mentre Matteo 4:13-15[298] ha reinterpretato la descrizione come profezia che afferma che Gesù si sarebbe avviato verso la Galilea (senza allusioni a diventare più aggressivo). Mentre Matteo usa il Septuaginta di Isaia, nel testo masoretico ci si riferisce alla regione dei gentili invece che alla Galilea delle nazioni.
  • Daniele 9:24-27[299] – La Bibbia Diodati mette l'articolo determinativo davanti a "il Messiah il principe" (9:25[300]). L'ebraico originale non legge "il Messia il Principe" ma, non avendo articolo, deve essere tradotto "un mashiach, un principe".[301] La parola mashiach ["unto", "messia"] non viene mai usata nella Scritture ebraiche come nome proprio, ma come un titolo di autorità di un re o sommo sacerdote. Quindi una corretta interpretazione dell'ebraico originale sarebbe: "un unto, un principe".[302]
  • Osea 11:1Matteo 2:14[303] riporta: "Egli dunque si alzò, prese di notte il bambino e sua madre, e si ritirò in Egitto. Là rimase fino alla morte di Erode, affinché si adempisse quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta: «Fuori d'Egitto chiamai mio figlio»" Tuttavia quest'ultimo legge: "Quando Israele era giovinetto, io l'ho amato e dall'Egitto ho chiamato mio figlio."
  • Salmi 22:16[304] – la maggioranza delle versioni italiane traduce questo versetto con "hanno forato le mie mani e i miei piedi", basandosi sul Septuaginta. Tuttavia esiste una controversia, nella maggioranza delle versioni cristiane occidentali, sul questa traduzione, poiché il testo masoretico ebraico legge כארי ידי ורגלי ("come un leone le mie mani ed i miei piedi").[305]
  • Salmi 16:10[306]
  • Salmi 34:20[307]
  • Salmi 69:21[308]
  • Isaia 9:5[309] – Il versetto dice: "Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace."
  • Salmi 110:1[310]Matteo 22:44[311] riporta: "Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi?" Sebbene l'ebraico non abbia lettere maiuscole, la traduzione ebraica del passo legge: "Il Signore ha detto al mio lord" indicando che non sta parlando di Dio.[312]
  • Michea 5:1-2[313]Matteo 2:6[314] cita questa profezia quale realizzazione della profezia "E tu, Betlemme, in terra di Giuda, non sei certo la minima fra i principi di Giuda, perché da te uscirà un capo, che pascerà il mio popolo Israele." Il versetto nell'Antico Testamento legge "Ma tu, o Betlemme Efratah, anche se sei piccola fra le migliaia di Giuda, da te uscirà per me colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini sono dai tempi antichi, dai giorni eterni." Descrive il clan di Betlemme, che era il figlio della seconda moglie di Caleb, Efrathah (1 Cronache 2:18;2:50–52;4:4[315]).
  • Zaccaria 12:10[316] – Secondo molti cristiani questo passo predice che guardano il Messia, colui che hanno trafitto, mentre la grazia di Dio viene riversata sulla Casa di Davide (Israele) e la città di Gerusalemme.
  • Zaccaria 9:9[317] – Il Vangelo di Matteo descrive l'entrata trionfale di Gesù nella Domenica delle Palme quale realizzazione di questo versetto nel Libro di Zaccaria. Matteo propone la profezia in termini di un puledro e di un'asina, mentre l'originale menziona solo il puledro. Matteo 21:1–5[318] riporta:
« Andate nel villaggio che vi sta di fronte: subito troverete un'asina legata e con essa un puledro. Scioglieteli e conduceteli a me... Ora questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta: "Dite alla figlia di Sion: Ecco, il tuo re viene a te mite, seduto su un'asina, con un puledro figlio di bestia da soma." »   ( Matteo 21:1–5, su laparola.net.)

. La traduzione ebraica della profezia legge:

« Esulta grandemente figlia di Sion, / giubila, figlia di Gerusalemme! / Ecco, a te viene il tuo re. / Egli è giusto e vittorioso, / umile, cavalca un asino, / un puledro figlio d'asina. »   ( Zaccaria 9:9, su laparola.net.)

I vangeli di Marco, Luca e Giovanni affermano che Gesù inviò i suoi discepoli a prendere un solo animale (Marco 11:1-7[319], Luca 19:30-35[320], Giovanni 12:14,15[321]). I critici sostengono che questa sia una contraddizione, ironizzando sull'idea che Gesù possa cavalcare su due animali simultaneamente. Una delle repliche è che il testo riporti che Gesù cavalcava un puledro accompagnato da un'asina, forse sua madre.[322]

Rachele piange i suoi figli, rifiuta d'essere consolata perché non sono più. (La frase "perché [i suoi figli] non sono più" si riferisce alla cattività assira dei figli di Rachele. I versetti successivi descrivono il loro ritorno a Israele.)

  • 2 Samuele 7:14[325]Ebrei 1:5[326] cita questo versione del versetto: "Io sarò suo Padre ed egli sarà mio Figlio".
Il nome Muhammad scritto in "Thuluth", variazione della Calligrafia araba

Questi passi biblici sono stati interpretati da alcuni studiosi musulmani come riferimenti profetici a Maometto (in arabo ﺍﺑﻮ ﺍﻟﻘﺎﺳﻢ محمد بن عبد الله بن عبد ﺍﻟﻤﻄﻠﺐ ﺍﻟﻬﺎﺷﻤﻲ ?, Abū l-Qāsim Muḥammad ibn ʿAbd Allāh ibn ʿAbd al-Muţţalīb al-Hāshimī). tale affermazione è sempre stata inaccettabile alla maggioranza dei biblisti. Quanto segue sono le interpretazioni di vari brani della Bibbia da parte di studiosi musulmani.

Báb e Bahá'u'lláh

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I Bahá'í credono che Bahá'u'lláh sia il ritorno di Cristo "nella gloria del Padre" e che i passi biblici sotto riportati furono adempiuti dalla venuta di Báb e Bahá'u'lláh, le due manifestazioni più recenti di Dio, nel 1844 e 1863 e.v. rispettivamente.[353]

  • Daniele 8:14[354] – Secondo il "principio giorno/anno",[355] questo periodo di 2300 giorni viene interpretato come 2300 anni.[353] Beginning in the year of an edict by Artaxerxes to rebuild Jerusalem (457 B.C.), this period ends in the year 1844 AD.
  • Micah 7:12–15 – Prophesies the place of the second appearance of Christ. Bahá'u'lláh proclaimed He was the Promised One in Baghdad, one of the main centers of the Assyrian Empire.[356]
  • Apocalisse 11[357], che si riferisce ad un periodo di 1260 anni, "il ciclo del Qur'án", che termina nell'anno 1844 e.v. (anno 1260del calendario islamico).[358]
  • Apocalisse 12:1–6[359], che nuovamente fa riferimento ad un periodo di 1260 anni secondo il principio del giorno/anno (cfr. supra).[360]

Libro di Mormon

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I mormoni credono che i seguenti passi biblici profetizzino o comunque supportino la provenienza del Libro di Mormon:

  • (Tavole d'oro escono dalla terra) – La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo (Salmi 85:11[361]).
  • (Libro di Mormon = Bastone di Giuseppe; Bibbia = Bastone di Giuda) –
« La parola dell'Eterno mi fu nuovamente rivolta, dicendo: «Tu, figlio d'uomo, prenditi un pezzo di legno e su di esso scrivi: "Per Giuda e per i figli d'Israele, suoi compagni". Poi prenditi un altro pezzo di legno e su di esso scrivi: "Per Giuseppe bastone di Efraim e di tutta la casa d'Israele, suoi compagni". Avvicinali quindi l'uno all'altro in un solo legno, affinché diventino una sola cosa nella tua mano. Quando i figli del tuo popolo ti parleranno, dicendo: "Ci vuoi spiegare che cosa significano queste cose per te?" tu dirai loro: Così dice il Signore, l'Eterno: Ecco, io prenderò il legno di Giuseppe, che è in mano di Efraim, e le tribú d'Israele che sono suoi compagni, e li unirò a questo, cioè al legno di Giuda, per farne un solo legno; essi diventeranno così una sola cosa nella mia mano. Tieni nella tua mano sotto i loro occhi i legni sui quali hai scritto. »   ( Ezechiele 37: 15–20, su laparola.net.)
  • (Il popolo nel Libro di Mormon sono le "altre pecore" menzionate da Gesù) – "Come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore." (Giovanni 10:15-16[362])
  • (Il Libro di Mormon è una seconda testimonianza della verità) – "QUESTA è la terza volta che vengo da voi. Ogni questione si deciderà sulla dichiarazione di due o tre testimoni." (2 Corinzi 13:1[363])
  • (Moroni viene riconosciuto come un angelo che porta il vangelo nella forma del Libro di Mormon) – "Poi vidi un altro angelo che volando in mezzo al cielo recava un vangelo eterno da annunziare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, razza, lingua e popolo. Egli gridava a gran voce: «Temete Dio e dategli gloria, perché è giunta l'ora del suo giudizio. Adorate colui che ha fatto il cielo e la terra, il mare e le sorgenti delle acque»." (Apocalisse 14:6,7[364])

Interpretazioni conservatrici

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Resurrezione dei morti alla fine del mondo (vetrata della Sainte-Chapelle, Parigi 1893)
Lo stesso argomento in dettaglio: Fondamentalismo cristiano, Ermeneutica biblica ed Esegesi ebraica.

La profezia biblica viene ritenuta letteralmente vera da varie denominazioni cristiane conservatrici ed i relativi interpreti sostengno questo principio fornendo dettagli delle profezie che sono state realizzate. Secondo questa opinione di solito si afferma che nessuna profezia biblica si è finora dimostrata falsa, né mai succederà che lo sia. È quindi compito dell'interprete trovare un significato che sia vero secondo le parole enunciate. Si disputa inoltre la legittimità dei profeti non biblici e dei parapsicologi.[365] Gli accademici Peter Stoner e Hawley O. Taylor, per esempio, credono che le profezie bibliche siano troppo consistenti e dettagliate per potersi essere realizzate per caso. L'antropologo Arthur C. Custance (1910–1985) sosteneva che la profezia di Ezechiele su Tiro (Ezechiele 26:1-11;29:17-20[366]) fosse alquanto rimarchevole.[367]

Tali problemi interpretativi si collegano all'idea più generale di come certi passi biblici debbano essere letti o interpretati — concetto noto col titolo di Ermeneutica biblica. la profezia biblica è un'area che viene spesso discussa in merito all'apologetica cristiana. Letture ebraiche tradizionali della Bibbia in genere non riflettono la stessa attenzione ai dettagli delle profezie. Maimonide affermava che Mosè fosse il più grande dei profeti e che avesse ricevuto una rivelazione solo diretta.[368] L'analisi della rivelazione a Mosè comprende l'insegnamento della legge e dell'etica più che di profezie predittive. Secondo la Guida dei perplessi di Maimonide, i profeti usarono metafore e analogie e, ad eccezione di Mosè, le loro parole non sono da prendere alla lettera.

Secondo il Talmud, la profezia cessò in Israele dopo la ricostruzione del Secondo Tempio. Tuttavia Maimonide dichiara che un profeta può essere identificato se le sue previsioni si avverano. Alcuni ebrei ortodossi credono che un futuro profeta, forse un nuovo Elia, individuerà il futuro Messia, la corretta posizione del Santo dei Santi e altre questioni essenziali al ripristino del culto ebraico.[369]

Adempimenti multipli

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Alcuni interpreti sostengono che una profezia possa avere diversi adempimenti. Questa proposizione è offerta dallo studioso inglese Henry Kett (1761 – 1825) nel suo libro History the Interpreter of Prophecy (Storia l'interprete della Profezia) (1799), in cui delinea numerosi adempimenti delle profezie sull'Anticristo, con capitoli sul "potere papale", "Maomettanismo" e l'"Infedeltà" come parti di una lunga serie di adempimenti profetici.

Il vescovo protestante Samuel Horsley (1733–1806) affermò la definizione che "l'applicazione della profezia a qualsiasi di questi avvenimenti possiede tutte le caratteristiche di un'interpretazione vera" (riprodotta da J. W. Burgon nell'Appendice A di Inspiration and Interpretation, 1861).[370] Il teologo australiano Desmond Ford definisce questa credenza chiamandola originalmente il "principio apotelesmatico".

Il teologo metodista Adam Clarke si associò al vescovo anglicano Thomas Newton nell'affermare che l"Abominio della desolazione" fosse una frase proverbiale che poteva includere eventi multipli “sostituiti o al posto di ordinanze di Dio, del Suo culto, della Sua verità, ecc.”[371] Ciò permette di considerare alcuni, o tutti, i seguenti eventi quali adempimenti parziali simultanei di questa profezia:

L'israelista britannico Howard Rand ha scritto: "poiché gli uomini sono stati in grado di vedere uno - e solo uno - adempimento, hanno perso la maggiore portata di questa profezia e la loro comprensione del messaggio completo è stata impedita... Inoltre, a causa delle applicazioni doppie, triple e quadruple di questa profezia ad eventi mondiali, una quantità enorme di storia è coinvolta nella lingua criptogrammica della visione."[372]

Lo stesso argomento in dettaglio: Escatologia (Bibbia), Fine dei giorni e Seconda venuta.

Fine dei giorni

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La Fine del mondo, dipinto noto anche col titolo Il Grande Giorno della Sua Ira (di John Martin, 1853)

Per la maggioranza delle confessioni cristiane, la profezia che Gesù ritornerà in terra (in una seconda venuta) è un'importante dottrina, confermata dalla sua inclusione nel credo niceno. Molte datazioni specifiche di questa previsione sono state dichiarate da individui e da gruppi, anche se molte di queste date sono scadute senza che le occorrenze si avverassero.[373] Una dichiarazione ufficiale della Santa Sede vaticana, emessa nel 1993, asseriva: "siamo già all'ultima ora".[374]

Riferimenti biblici che si afferma siano profezie della fine del mondo includono i seguenti:[375]

  • Isaia 2:2-3[376] - Il profeta Isaia dell'Antico Testamento profetizzò che, alla fine dei tempi il Regno di Dio sarebbe stato istituito a Gerusalemme, guida delle nazioni. Questa profezia venne anche asserita da Michea il Morastita (Geremia 26:18[377]).
  • Osea 3:4-5[378] - Il profeta Osea indicò che alla fine dei giorni "torneranno gli Israeliti {alla loro terra] e cercheranno il Signore".
  • Matteo 24:14[379] - Questa profezia predice che il Vangelo sarà predicato globalmente prima che arrivi la fine.
  • Atti 2:17-20[380] - L'apostolo Pietro disse che alla fine del mondo Dio avrebbe fatto discendere il Suo Spirito su tutti i popoli e mostrato "prodigi in alto nel cielo

e segni in basso sulla terra... prima che giunga il giorno del Signore", giorno grande e tremendo.

  • 2 Timoteo 3:1-13[381] - L'apostolo Paolo scrisse che ci sarebbero stati tempi difficili alla fine del mondo. I popoli avrebbero dimostrato una parvenza di, "mentre ne hanno rinnegata la forza interiore", degenerando moralmente.
  • Ebrei 1:2[382] - L'autore della Lettera agli Ebrei scrisse che il mondo era già arrivato alla fine dei giorni.
  • Giacomo 5:3-5[383] - Giacome scrisse che alla fine del mondo la gente avrebbe accumulato ricchezze provocando la propria distruzione.
  • 3:3-8 Pietro[384] - L'apostolo Pietro indicò che alla fine dei tempi persino la gente religiosa avrebbe rinunciato all'idea del ritorno di Cristo.

Codice biblico

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Lo stesso argomento in dettaglio: Codici nella Bibbia.

Negli anni 1990 venne presentato un nuovo modo di interpretare profeticamente la Bibbia. Proposto dal matematico israeliano Eliyahu Rips, afferma che delle parole e frasi brevi siano nascoste nella Bibbia ebraica come sequenze di "lettere saltate" (ogni 30ª lettera, per esempio).[385] La probabilità matematica che più parole in codice si verifichino all'interno della stessa area della Bibbia è stata calcolata da Rips come enormemente maggiore alla possibilità casuale, sebbene per i matematici con una formazione specifica in analisi statistiche pongano questa cifra a 1:2. Una spiegazione completa di come questo fenomeno si possa verificare naturalmente è stato in seguito pubblicato nel 1999 da Brendan McKay et al., mentre il codice biblico continua ad analizzato e discusso.[386] Il metodo principale che presuntamente porterebbe a decifrare messaggi significativi consiste nell'estrazione di "sequenze di lettere equidistanti", o ELS (dell'inglese Equidistant Letter Sequence). Per ottenere una ELS da un testo, bisogna scegliere un punto d'inizio (in principio, qualsiasi lettera) e saltare un certo numero di lettere, anche prescelto liberamente (ma costante) e può essere negativo (in sequenza all'indietro del testo). In seguito, cominciando dal punto d'inizio, si prelevano "meccanicamente" le lettere dal testo, senza scartarne nessuna e mantenendo costante la spaziatura di prelievo.[387]

Per esempio, se si "estraggono" le lettere in grassetto nel ParagrafoSceltoDannoUnELS - si ottiene la sequenza "P-G-O-L-A-U-S". Il salto scelto è +4. Nella tecnica proposta da Rips e Drosnin gli spazi e la punteggiatura sono palesemente trascurati.

Frequentemente più di un ELS relativo può apparire simultaneamente in una formazione di lettere ELS. Questa si ottiene scrivendo il testo in una griglia regolare, con esattamente lo stesso numero di lettere in ciascuna linea, ed in seguito si sceglie di tagliare un rettangolo nella griglia di lettere.

Sistemazione delle lettere dal testo inglese della Genesi 26:5–10 in una griglia di 21 colonne; una estrazione di lettere formanti parole che danno come risultato "Bible" e "code". Miriadi di altri intervalli numerici e la selezioni di determinate aree possono fornire ulteriori parole e loro incroci, più o meno significativi e probabili.

Nell'esempio sottostante, parte del libro biblico della Genesi (in inglese, la versione di re Giacomo (vv. 26:5–10[388]) viene mostrata con 21 lettere per ogni riga. Gli ELS (tratti dal testo inglese) che codificano "BIBLE" e "CODE" vengono mostrati qui sotto. Di solito raffigura un rettangolo più piccolo, come quello evidenziato nella figura e allora non si notano le lettere mancanti tra righe adiacenti nell'immagine, ma è essenziale che il numero di lettere mancanti sia lo stesso per ogni paio di righe adiacenti.

Sebbene l'esempio sopra riportato sia in lingua inglese, logicamente i codici presenti nella Bibbia si basano soprattutto sulla lingua ebraica. Per ragioni religiose, molti tra gli studiosi ebrei che propugnano queste ricerche utilizzano esclusivamente la Torah.[387][389]

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  63. ^ per questa sezione cfr. Jenny Roberts, Bible Then and Now, MacMillan, p. 59 et seq.
  64. ^ Si vedano anche i recenti (2013) sviluppi interni alla Siria e la guerra civile siriana. Cfr. anche Eternal Productions, 101 Last Days Prophecies, p.3.
  65. ^ 2Re 16:9, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  66. ^ «Il re di Assur lo ascoltò e assalì Damasco e la prese, ne deportò la popolazione a Kir e uccise Rezin.»
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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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