Ramses V
Ramses V | |
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Obelisco calcareo di Ramses V. Bologna, Museo civico archeologico (KS 1884). | |
Re dell'Alto e Basso Egitto | |
In carica | 1149 a.C. – 1145/1144 a.C. |
Predecessore | Ramses IV |
Successore | Ramses VI |
Nome completo | Usermaatra-Sekhepenra Ramses-Amon(her)khepshef |
Nascita | ca. 1175 a.C. |
Morte | Tebe, ca. 1145/1144 a.C. |
Luogo di sepoltura | Valle dei Re, tomba KV9 |
Dinastia | XX dinastia egizia |
Padre | Ramses IV |
Madre | Duatentopet |
Coniugi | Henutwati Tauerettenru |
Ramses V (ca. 1175 a.C. – Tebe, ca. 1145/1144 a.C.) è stato un faraone della XX dinastia egizia.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di Ramses IV e della Grande sposa reale Duatentopet (nota anche come Tentipet), Ramses V rimase sul trono per breve tempo, con ogni probabilità per quattro anni appena, poiché il papiro Wilbour data al quarto anno del suo regno. Reperti a suo nome sono di conseguenza esigui: qualche scarabeo, una stele, un'iscrizione ed un piccolo obelisco.
Da quanto è possibile ricostruire, l'Egitto vide, in questo periodo, aumentare l'instabilità interna anche in seguito ad una grave crisi economica che potrebbe avere la sua causa nelle eccessive donazioni ed esenzioni fiscali nei confronti del potente clero tebano, che andava via via assumendo una autorità poco meno che regale.
A questo periodo risale il succitato papiro Wilbour, trattante questioni fiscali e terriere, fornito di rilevamenti topografici concernenti 95 miglia di terreni, ai fini della tassazione e delle esenzioni[1][2]. Da tale documento, lungo poco più di 10 metri, si evince in che misura il territorio egiziano fosse controllato dai sacerdoti di Amon, e quanto questi controllassero le finanze del Regno; esso attesta l'influenza del sommo sacerdote (Primo profeta di Amon) di Tebe, Ramessenakht, il cui figlio Usimarenakhte era capo degli esattori del fisco.
Altri indizi della decadenza dell'Egitto sono forniti dal Papiro 1887 di Torino, che rende conto di uno scandalo finanziario scoppiato negli anni di Ramses V, il quale coinvolse i sacerdoti del tempio di Khnum sull'isola Elefantina; e dal Papiro cat. 2044 di Torino, un resoconto di incursioni da parte di invasori libici che avrebbero bruciato gli abitanti della città di Per-Nebyt e spinto gli operai di Deir el-Medina a interrompere, per paura, i lavori della tomba (KV9) dello stesso Ramses V[3].
Ramses V ebbe due Grandi spose reali, Henutwati e Tauerettenru, ma nessun figlio. La sua tomba nella Valle dei Re (KV9) fu in seguito usurpata dal suo successore - nonché zio - Ramses VI. Ciò ha portato a ipotizzare che Ramses VI possa aver detronizzato il nipote, ma non v'è altro indizio al riguardo. Un ostrakon registra che la mummia di Ramses V venne sepolta soltanto nel secondo anno di regno del suo successore.
Tale ritardo è altamente irregolare in quanto il rito prescriveva che il faraone venisse mummificato e inumato nel giro di 70 giorni dalla propria morte e dall'ascesa del successore. Comunque, il Papiro 1923 di Torino informa che solo dal secondo anno del regno di Ramses VI si poté tornare a una situazione di normalità e tranquillità, a Tebe e nei dintorni, una volta scacciati gli invasori libici. Ciò potrebbe aver permesso uno svolgimento più ordinato ai complessi riti funebri per il sovrano.
Mummia
[modifica | modifica wikitesto]La mummia di Ramses V è stata ritrovata da Victor Loret nel marzo 1898, insieme a molte altre, nella tomba di Amenhotep II, più sicura dalle predazioni di quelle vicine, dove venne nascosta durante la XXI dinastia, durante il regno di Siamon e il "pontificato" di Pinedjem II. La mummia è in eccellenti condizioni, non avendo subìto, a differenza di numerose altre salme, gravi danni da parte dei razziatori[4]. Ramses V aveva una statura di 1 metro e 70[4]. A causa dei numerosi segni di rash cutaneo vaioloso sulle guance e su tutto il viso e all'inguine[4], si suppone che il faraone sia morto di vaiolo - probabilmente, poco dopo i 30 anni - diventando così una delle prime vittime di questa malattia di cui ci sia giunta notizia[5][6]. Fu notata inoltre un'ernia scrotale, o idrocele, non operata (similmente alla mummia del faraone Meremptah, che però mostra i segni di un intervento chirurgico). Il viso del faraone fu inoltre dipinto di rosso dopo l'imbalsamazione per mascherare il consueto annerimento a cui veniva sottoposta l'epidermide - tecnica che diventerà comune durante la XXI dinastia[4].
Il 3 aprile 2021 la sua mummia è stata traslata con la Parata d'oro dei faraoni dal vecchio Museo Egizio al nuovo Museo nazionale della Civiltà egiziana[7].
Titolatura
[modifica | modifica wikitesto]Titolo | Traslitterazione | Significato | Nome | Traslitterazione | Lettura (italiano) | Significato | ||||||||||||||||||
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| ḥr | Horo |
| k3 nḫt mn m3՚t | Ka-nekhet Menmaat | Toro possente, costante nella Maat | ||||||||||||||||||
| nbty (nebti) | Le due Signore | ||||||||||||||||||||||
| ḥr nbw | Horo d'oro |
| wsr rnpwt mj jtm | User-renput mer-Atum | Potente negli anni come Atum | ||||||||||||||||||
| nsw bjty | Colui che regna sul giunco e sull'ape |
| wsr m3՚t r՚ sḫpr.n r՚ | Usermaatra Sekhepenra | Potente è la Maat di Ra | ||||||||||||||||||
| s3 Rˁ | Figlio di Ra |
| r՚ ms sw imn ḫps = f | Ramessu Amonkhepshef | Nato da Ra, Amon è il suo potente braccio |
Datazioni alternative
[modifica | modifica wikitesto]Autore | Anni di regno |
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Redford | 1160 a.C. - 1156 a.C. |
Arnold | 1156 a.C. - 1151 a.C. |
Krauss | 1150 a.C. - 1145 a.C. |
Grimal | 1148 a.C. - 1144 a.C. |
Malek | 1147 a.C. - 1143 a.C. |
Shaw | 1147 a.C. - 1143 a.C. |
Dodson | 1146 a.C. - 1141 a.C. |
Gardiner | 1145 a.C. - 1141 a.C. |
von Beckerath | 1144 a.C. - 1140 a.C. |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Loprieno, Antonio, Lo schiavo, in L'uomo egiziano, cur. Sergio Donadoni, Laterza, Bari, 1991. p.219.
- ^ Alan Gardiner, Egypt of the Pharaohs, 1961.
- ^ A.J. Peden, The Reign of Ramesses IV, Aris & Phillips Ltd, 1994, p. 21.
- ^ a b c d G. Elliot Smith, The Royal mummies, Duckworth Egyptology, 1912 (ristampa 2000), pp. 90-92, ISBN 0-7156-2959-X.
- ^ Erik Hornung, "The Pharaoh" in The Egyptians (ed.) Sergio Donadoni & Robert Bianchi, University of Chicago Press, 1997, p. 292
- ^ Donald, R. Hopkins, Ramses V (PDF), su whqlibdoc.who.int. URL consultato il 10 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2007).
- ^ (EN) Egypt mummies pass through Cairo in ancient rulers' parade, in BBC News, 3 aprile 2021. URL consultato il 7 aprile 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Federico Arborio Mella, L'Egitto dei faraoni, Milano, Mursia, 1976 ISBN 88-425-3328-9
- Franco Cimmino, Dizionario delle dinastie faraoniche, Bologna, Bompiani, 2003 ISBN 88-452-5531-X
- Alan Gardiner, La civiltà egizia, Torino, Einaudi, 1997 ISBN 88-06-13913-4
- Alfred Heuss et al., I Propilei. I, Verona, Mondadori, 1980
- Università di Cambridge, Storia Antica. II, 3. Il Medio Oriente e l'area Egea 1380-1000 a.C., Milano, Il Saggiatore, 1975
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ramses V
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Egitto, su geocities.com. URL consultato il 12 settembre 2005 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2009).
- (EN) http://www.digitalegypt.ucl.ac.uk//Welcome.html
- (DE) http://www.eglyphica.de/egpharaonen