Simone D'Auria

Simone D'Auria (Bergamo, 29 settembre 1976Ibiza, 11 giugno 2024[1][2]) è stato un architetto, artista e designer italiano.

Nato a Bergamo il 29 settembre 1976, nel 1995 ricevette il suo primo incarico, la progettazione della compagnia aerea Gandal Airlines di Bergamo.

Tra il 2000 e il 2007 realizzò showroom e negozi monomarca per i brand Bally e Paola Frani. Nel 2014 progettò e realizzò il primo monomarca Leica Store a Firenze. Dal 2010 e per i successivi due anni espose presso la Triennale di Milano le sue prime opere d’arte, partecipando successivamente per tre anni consecutivi al St Moritz Art Masters.

Dal 2011 al 2017 fu art director della compagnia Lungarno Collection, di proprietà della famiglia Ferragamo, per la quale realizzò anche diverse installazioni d’arte in collaborazione con il comune di Firenze e la sovraintendenza.

Artista poliedrico, nel 2012 disegnò una serie limitata di motociclette per MV Augusta, mentre successivamente, nel 2017, venne nominato art director del gruppo Starhotels. Nello stesso anno partecipò alla mostra che la Rosini Gutman Foundation curò presso la sede ONU di New York e nel 2018, sempre con la stessa fondazione, fu a Roma presso la Farnesina.

Le sue opere vennero presentate nel 2018 presso la fiera internazionale d’arte art KARLSRUHE in Germania, mentre altre sono esposte in modo permanente all’interno della Fondazione Culturale Montblanc.

Nel 2021 Simone D'Auria firmò con la casa editrice Skira per l'uscita del suo omonimo libro, con la prefazione di Milovan Farronato, curatore della Biennale di Venezia del 2019 e direttore di Fiorucci Art Trust.

D'Auria è morto improvvisamente nel 2024 a Ibiza, stroncato da un malore.

Sin dagli esordi si dedica con intelligenza e passione al design, con focus sulla “ricostruzione ambientale”; artista poliedrico, pur occupandosi di interni nella fase iniziale della sua attività, il suo interesse è rivolto verso l’installazione negli spazi pubblici.

Conferendo importanza agli oggetti di uso comune, dai cucchiai alle biciclette, dalle sfere alle Vespe, ingigantiti o rimodellati con l’utilizzo dei diversi materiali come marmo, resina, ferro, acciaio, legno e fibra ottica, l’opera artistica di D’Auria si colloca tra avanguardie novecentesche.

Nella sua produzione si possono rinvenire rimandi ai movimenti Dadà e Neo-Dadà, Nouveau Realisme e Pop Art. Duchamp, Arman, Oldenburg e Bruno Munari (artista molto amato da D’Auria, citato direttamente nell’installazione “Bruno Spoon”) possono infatti rintracciarsi nelle sue opere, insieme ad un richiamo alla cultura del Manierismo toscano.

La fame nel mondo, l’energia pulita e rinnovabile, il gioco di luci e la frenesia del movimento costituiscono i cardini della ricerca artistica del D’Auria, la cui identità si sviluppa dall’architettura, che diventa design e infine arte. Attraverso quest’ultima esprime interamente la sua visione, che ha l’obiettivo di stimolare le reazioni degli spettatori, dimostrando loro quanto possono raggiungere attraverso le proprie competenze e abilità. I suoi lavori esprimono un attitude positiva verso la vita e la natura. La sua arte ha lo scopo di creare oggetti che non siano un gusto estetico ma anche capaci di trasmettere senso di pace e di gioia.

Architettura
Design
Esposizioni, mostre e installazioni
  1. ^ Simone D'Auria, chi era l'artista e architetto bergamasco morto a Ibiza per un malore, su bergamo.corriere.it. URL consultato il 14 giugno 2024.
  2. ^ Simone D'Auria bergamasco stroncato da un improvviso malore a Ibiza: aveva 47 anni, su bergamonews.it. URL consultato il 14 giugno 2024.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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