Campo Juventus
Campo Juventus | |
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Ingresso dello stadio in una foto d'epoca | |
Informazioni generali | |
Stato | Italia |
Ubicazione | Corso Marsiglia 22, I-10134 Torino |
Inizio lavori | 1921 |
Inaugurazione | 1922 |
Chiusura | 1939 |
Demolizione | 1939 |
Costo | 1 000 000 L. |
Proprietario | Juventus FC |
Gestore | Società di Spettacoli Sportivi di Corso Marsiglia |
Prog. strutturale | Amedeo Lavini[1] e Piero Monateri[1][2] |
Informazioni tecniche | |
Posti a sedere | 25 000 |
Struttura | Ellittica, in cemento armato[1] |
Copertura | Tribuna centrale |
Mat. del terreno | tappeto erboso |
Dim. del terreno | 110 × 65 m[1] |
Area totale | 40000 m² |
Uso e beneficiari | |
Calcio | Juventus (1922-1933) |
Allenamento | Juventus (1922-1933) |
Rugby a 15 |
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Tennis | TC Juventus (1923-1939) |
Mappa di localizzazione | |
Il Campo Juventus,[3] più comunemente noto come stadio di Corso Marsiglia oppure Società Spettacoli Sportivi di Corso Marsiglia[3] per via sia della strada dove sorgeva e della società che l'amministrava,[2] fu un impianto sportivo multifunzione di Torino, di proprietà del Foot-Ball Club Juventus.
Sorgeva all'incrocio tra Corso Marsiglia (l'attuale via Tirreno) e via Tripoli e l'ingresso era ubicato in quello che oggi è noto come largo Tirreno, nel quartiere di Santa Rita.
Primo impianto costruito in Italia nel primo dopoguerra,[4] fu ritenuto negli anni 20 e 30 del XX secolo la più moderna struttura sportiva nazionale.[1] Con una capienza massima di 25 000 spettatori,[5] in tale sito la squadra bianconera disputò le proprie partite casalinghe dalla sua inaugurazione, avvenuta nel 1922, fino al 1933; in questo lasso di tempo ospitò anche alcune partite amichevoli della nazionale calcistica italiana, mentre la sezione tennistica juventina usufruì dell'impianto fino alla fine del decennio.
In disuso ufficialmente dal 1939 e de facto dal 1940, fu distrutto dai vari bombardamenti su Torino durante la seconda guerra mondiale.[6] Nel dopoguerra l'area è stata destinata a edilizia residenziale.[6]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Costruito durante la presidenza dell'avvocato Gino Olivetti nei pressi della prima sede amministrativa della casa automobilistica FIAT,[7] fu il primo impianto sportivo italiano realizzato interamente in cemento armato[2] nonché, tra gli anni 20 e 30, il primo nel Paese a dotarsi d'illuminazione artificiale per iniziativa della successiva gestione condotta dal vicepresidente della FIAT, Edoardo Agnelli.[8]
La progettazione dell'impianto fu realizzata dall'architetto Amedeo Lavini e del geometra Piero Monateri, allora dirigente bianconero, mentre i lavori di costruzione furono realizzati dall'azienda edilizia di quest'ultimo.[9]
Oltre che degli uffici dirigenziali del club e del campo principale di calcio — le cui dimensioni erano di 110 × 65 m. — l'impianto disponeva di un altro campo (94 × 55 m.) usato per gli allenamenti della squadra, situato dietro le tribune popolari;[1] adiacenti a esso erano siti, tra altro, gli spogliatoi e tre campi da tennis, a uso dell'allora sezione tennistica juventina, in cui si svolgevano incontri a livello nazionale e internazionale[10] — tra cui quello valevole per quarti di finale dell'International Lawn Tennis Challenge disputato nel 1928 tra le rappresentative d'Italia e India, il primo giocato nella capitale sabauda, vinto dai padroni di casa per 4 set a 1.[11]
L'ingegner Daniele Donghi descrisse così la struttura del Campo Juventus:
«Il nuovo campo da gioco, costruito coi più moderni criteri e secondo le ultime prescrizioni della speciale tecnica dello sport, copre circa 40 000 metri quadrati e comprende il campo per spettacoli (m 110 x 65), fiancheggiato da una gradinata popolare lunga 90 metri, chiusa da una solida e snella stecconata cementizia e da una tribuna coperta da tettoia formata con ossatura metallica e tetto in eternit.[12]»
La costruzione dell'impianto, iniziata nel 1921, fu finanziata dalla Società Spettacoli Sportivi (S.S.S.) — società composta dai soci del club torinese, costituita con un capitale di 530 000 lire in 1 600 azioni da 500 lire ciascuna — che spese oltre un milione del tempo per sostituire il vecchio stadio di Corso Sebastopoli.[13] Costruito su un'area di 40000 m² per ospitare inizialmente circa 15 000 persone, in occasione degli incontri più attesi la capienza veniva incrementata di circa il doppio (tra 20 000 e 25 000 persone).[13]
Lo storico Luigi Firpo, sul finire degli anni 70, così ricordò l'atmosfera del Campo Juventus, da lui frequentato durante il periodo adolescenziale:
«Si giocava Juventus-Milan sul vecchio terreno di corso Marsiglia con l'unica gradinata dei popolari ripida a precipizio sul campo. La gente era così pigiata che faceva muro, non c'era spazio per infilare una scarpa, sicché stentai ad aprirmi uno spiraglio da cui scorgere il campo. Quando finalmente riuscii ad introffolarmi, la partita era cominciata da un paio di minuti....[14]»
Il club utilizzò l'impianto fino al 1933, anno in cui si trasferì nel nuovo stadio Municipale Benito Mussolini.[15] In corso Marsiglia la squadra bianconera vinse quattro scudetti, nel 1925-1926 e poi tre consecutivi, nel periodo del Quinquennio d'oro, dal 1930-1931 al 1932-1933.[16] Inoltre, il Campo Juventus ospitò, nel 1925, un incontro dell'Italia che ivi batté 7-0 la Francia.[17]
Dopo il trasferimento di quasi tutte le attività dell'azienda polisportiva Juventus – Organizzazione Sportiva S.A., l'impianto fu utilizzato per gli incontri interni delle squadre rugbistiche cittadine, il GUF Torino e il Torino.[18] Anche con le tribune completamente demolite entro aprile 1939 (l'8 aprile fu la data dell'ultimo incontro con pubblico pagante presente su quanto rimaneva degli spalti, successivamente demoliti) il suo campo era ancora agibile e fu usato nella stagione rugbistica di Divisione Nazionale 1939-40 dalle due citate squadre[19] e, ancora nel maggio 1940, fu sede di alcune gare di rugby dei Littoriali di quell'anno.[20]
L'area su cui sorgeva era compresa tra le attuali vie Tirreno (all'epoca corso Marsiglia), Tripoli, Monfalcone e Ricaldone (o forse Gradisca), un territorio riconvertito in seguito a edilizia residenziale pubblica.[21] Dopo la demolizione dell'impianto, nel 1940 la tettoia che sovrastava la tribuna coperta venne venduta alla Società Metallurgica Italiana e utilizzata per uno dei suoi stabilimenti a Limestre.[22] Presso il campo sportivo c'era anche la sede amministrativa dell'allora polisportiva Juventus[23] e, più precisamente, della sezione tennistica e della Juventus O.S.A., fino al 1939.[24]
Eventi
[modifica | modifica wikitesto]Calcio
[modifica | modifica wikitesto]Incontri della Juventus
[modifica | modifica wikitesto]La struttura, come detto sopra, ospitò, per undici stagioni, le gare interne della Juventus. Il primo incontro ufficiale, disputato dai bianconeri all'interno dell'impianto, fu la terza giornata del campionato di Prima Divisione 1922-1923, che si concluse con una vittoria per 4-0 ai danni del Modena.[25]
Torino 22 ottobre 1922, ore 15:00 CEST 3ª giornata | Juventus | 4 – 0 referto | Modena | Campo Juventus
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L'ultima partita ufficiale della Juventus, all'interno dello stadio, fu una vittoria per 5-0 sul Palermo, in occasione dell'ultima giornata del campionato di Serie A 1932-1933.[26]
Torino 15 giugno 1933, ore 16:00 CEST 34ª giornata | Juventus | 5 – 0 referto | Palermo | Campo Juventus
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Incontri della nazionale italiana
[modifica | modifica wikitesto]Il Campo Juventus è stato sede di due incontri amichevoli della nazionale di calcio dell'Italia: il primo, disputato il 22 marzo 1925 contro la Francia e terminato con il punteggio di 7-0 in favore degli Azzurri; il secondo, giocato il 21 marzo 1926 contro l'Irlanda e terminato in questo caso con il punteggio di 3-0 per i padroni di casa.[27]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f Domani si inaugura il nuovo campo della Juventus, in La Stampa, 21 ottobre 1922, p. 4. URL consultato il 10 dicembre 2011 (archiviato il 1º febbraio 2014).
- ^ a b c Juventus Football Club: I presidenti (Gino Olivetti), su juventus.com (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2009).
- ^ a b Società e luoghi di sport (PDF), Città di Torino, 2005, p. 124 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
- ^ La «Juventus», in La Stampa, 1º aprile 1931, p. 2. URL consultato il 10 dicembre 2014 (archiviato il 24 settembre 2015).
- ^ Rinaldo Barlassina (a cura di), Divisione Nazionale - I campi di giuoco (PDF), in L'Agendina del Calcio 1933-1934, Milano, La Gazzetta dello Sport, settembre 1933, p. 28 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2017).
- ^ (FR) Laurent Flandre, Juventus de Turin, qui est cette «vieille dame» centenaire?, in l'Humanité, 15 gennaio 1997. URL consultato il 20 marzo 2015 (archiviato il 18 maggio 2015).
- ^ Il Comunale, in La Gazzetta dello Sport, 27 dicembre 1997. URL consultato il 4 gennaio 2009 (archiviato il 14 dicembre 2013).
- ^ Pennacchia, p. 12.
- ^ Ha inizio domani il torneo del Tennis Juventus, in La Stampa, 31 maggio 1937, p. 4. URL consultato il 10 dicembre 2011 (archiviato il 12 gennaio 2014).
- ^ La Coppa Davis a Torino, in La Nuova Stampa, 12 giugno 1948, p. 3. URL consultato il 4 gennaio 2009.
- ^ Donghi.
- ^ a b Paolo Bertoldi, Gol a valanga nella "Belle Époque", in La Stampa, 1º dicembre 1971, p. 15. URL consultato il 10 dicembre 2011 (archiviato il 12 gennaio 2014).
- ^ Luigi Firpo, Juve come un'infanzia, in La Stampa, 21 maggio 1977, p. 17. URL consultato il 23 settembre 2015 (archiviato il 25 settembre 2015).
- ^ La Juventus gioca oggi con l'Ujpest, in La Stampa, 29 giugno 1933, p. 6. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato il 22 giugno 2020).
- ^ Marco Ansaldo, Da Piazza d'Armi a Orbassano, in La Stampa, 28 giugno 1995, p. 34. URL consultato il 10 dicembre 2011 (archiviato il 28 marzo 2017).
- ^ Quando gli Azzurri giocano a Torino, su juventus.com, 30 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2016).
- ^ Il campo che vide i trionfi della Juventus è scomparso, in La Stampa, 14 aprile 1939, p. 4. URL consultato il 10 dicembre 2011 (archiviato il 12 gennaio 2014).
- ^ I rugbysti del GUF Torino giocheranno nell'ex-Campo Juventus, in Stampa Sera, 22 settembre 1939, p. 3. URL consultato il 3 aprile 2020.
- ^ Oggi s'iniziano i Littoriali col rugby e l'hockey su prato, in La Stampa, 17 maggio 1940, p. 2. URL consultato il 4 marzo 2020.
- ^ Maurizio Ternavasio, Il vecchio stadio di corso Marsiglia, su lastampa.it, 2 ottobre 2009. URL consultato il 21 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2014).
- ^ Il capannone ex-Juventus, su giulemanidallajuve.com, 29 giugno 2012. URL consultato il 17 dicembre 2015 (archiviato il 22 dicembre 2015).
- ^ Juventus Museum e City Tour, in Juventus Special, Juventus Football Club S.p.A., maggio 2017. URL consultato il 2 febbraio 2018 (archiviato il 17 giugno 2020).
- ^ L'assamblea della Juventus: L'elezione del consiglio e del presidente, in La Stampa, 28 gennaio 1945, p. 2. URL consultato il 2 febbraio 2018 (archiviato il 29 dicembre 2014).
- ^ Juventus batte Modena (4-0), in La Stampa, 23 ottobre 1922, p. 2. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato il 21 giugno 2020).
- ^ Vittorio Pozzo, Juventus-Palermo 5-0, in La Stampa, 16 giugno 1933, p. 6.
- ^ LE PARTITE DISPUTATE DALL’ITALIA NELLO STADIO 'CAMPO JUVENTUS DI CORSO MARSIGLIA' DI TORINO
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Daniele Donghi (a cura di), Manuale dell'architetto, Torino, UTET, 1930.
- Mario Pennacchia, Gli Agnelli e la Juventus, Milano, Rizzoli, 1985, ISBN 88-17-85651-7.
- Maurizio Ternavasio, È facile vivere bene a Torino se sai cosa fare, Roma, Newton Compton, ISBN 88-54-19848-X.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Campo Juventus
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Società Spettacoli Sportivi di corso Marsiglia, Museo Torino (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2018).
- 1897-2017, 120 anni di Juventus e dei suoi stadi, su archistadia.it, 1º novembre 2017.