Strage della galleria Santa Lucia
Strage della Galleria Santa Lucia incendio | |
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Tipo | incendio doloso |
Data | 24 maggio 1999 8:00 |
Luogo | Galleria Santa Lucia, Salerno |
Stato | Italia |
Conseguenze | |
Morti | 4 |
Feriti | 20 |
La strage della galleria Santa Lucia, occorsa la mattina di lunedì 24 maggio 1999, venne causata dall'incendio del treno 1681, proveniente da Piacenza e diretto a Salerno, all'interno della Galleria Santa Lucia della linea ferroviaria Napoli-Salerno; l'incendio venne provocato da ultras della tifoseria salernitana e causò la morte di 4 persone e il ferimento di altre.[1][2]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Domenica 23 maggio 1999 si svolse l'ultima partita del campionato di Serie A tra il Piacenza e la Salernitana, finita in pareggio, che decretò la retrocessione di quest'ultima in Serie B. Alla fine della partita ci furono vari scontri tra tifoserie e calciatori. Intervennero le forze dell'ordine per riportare la calma in campo e sugli spalti nonché per condurre i 1.500 tifosi della Salernitana fuori dallo stadio Garilli fino alla stazione di Piacenza, dove era stato predisposto il treno numero 1681, con sedici carrozze, diretto alla stazione di Salerno; per la scorta erano stati previsti 12 agenti di polizia[3]. All'interno delle vetture si scatenarono subito disordini d'ogni genere; il treno, previsto alle 20:04, partì alle 23:00 circa. Durante il viaggio vennero scardinati e scaricati gli estintori, strappati i sedili e rotti i finestrini; il treno si fermò spesso a causa dell'indebito azionamento dei freni d'emergenza[3]. Nella stazione di Bologna i facinorosi si rifornirono di pietre che lanciarono poi lungo il percorso causando danni a Grizzana Morandi, a Prato, a Firenze Campo di Marte, a Roma e a Napoli. A Nocera Inferiore vennero lanciati sassi contro le abitazioni e i veicoli e, infine, all'interno della Galleria Santa Lucia venne appiccato un incendio che divampò rapidamente. I macchinisti cercarono di far uscire il treno dalla galleria ma questo si arrestò a causa dei freni a mano serrati quando metà convoglio era ancora dentro. I vigili del fuoco furono costretti a operare con molte difficoltà per spegnere il rogo all'interno della galleria e recuperare le salme[3] dal quinto vagone. Molti tifosi, per sfuggire all'ampliamento del rogo, erano già saltati giù dai finestrini.
Le vittime
[modifica | modifica wikitesto]Vittime della strage furono Vincenzo Lioi, di 15 anni, Ciro Alfieri, di 16 anni, Giuseppe Diodato e Simone Vitale, di 23 anni. Venti persone vennero ricoverate per le ferite, mentre due agenti furono intossicati dal fumo dell'incendio[3].
Le indagini
[modifica | modifica wikitesto]Il sospetto degli inquirenti si appuntò sui più facinorosi tra gli ultrà che avrebbero appiccato l'incendio per creare un diversivo atto a impedire l'arresto dei più violenti da parte delle forze dell'ordine all'arrivo nella stazione di Salerno.[2][3] Il pubblico ministero, Di Florio, nel corso degli interrogatori ricavò una rosa di nomi tra i possibili responsabili dell'incendio. Si parlò anche di un candelotto fumogeno come possibile innesco.[3]
Il processo
[modifica | modifica wikitesto]Furono condannati a 8 anni di carcere Raffaele Grillo, di 20 anni, e Massimo Iannone, di 22 anni. Francesco Fiammenghi, di 23 anni, accusato di danneggiamenti, fu condannato invece a 8 mesi. Furono assolti «per non aver commesso il fatto» Bianca Sammarco, la funzionaria di turno delle Ferrovie dello Stato accusata di disastro colposo, e Tommaso Campanella, ispettore della Polfer.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ la Repubblica/fatti: Rogo sul treno per tifo scatenato, quattro morti, su repubblica.it. URL consultato l'11 marzo 2019.
- ^ a b 24 maggio 1999: Salerno non dimentica la Strage della Galleria Santa Lucia, su salernonews24. URL consultato l'11 marzo 2019.
- ^ a b c d e f g Fulvio Milone, Morte sul treno incendiato dagli ultrà, in La Stampa, Torino, 25 maggio 1999, p. 3.