Sydney Pollack
Sydney Irwin Pollack (Lafayette, 1º luglio 1934 – Pacific Palisades, 26 maggio 2008) è stato un regista, attore e produttore cinematografico statunitense, appartenente alla schiera dei registi della New Hollywood.
Fu attivo, da un lato, nella promozione di nuovi talenti cinematografici, dall'altro, nella preservazione dei capolavori del passato: è stato membro fondatore sia del Sundance Institute di Robert Redford, sia della Film Foundation di Martin Scorsese.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Pollack nacque a Lafayette, nell'Indiana, nel 1934 in una famiglia ebraica ashkenazita d'origini russe[1], figlio di David Pollack, un farmacista ed ex pugile semiprofessionista, e di Rebecca Miller[1]. Crebbe a South Bend (Indiana), dove si era stabilito da bambino al seguito dei genitori, che successivamente finirono per separarsi. Sua madre, un'alcolizzata sofferente inoltre di disturbi emotivi, morì all'età di 37 anni, quando Sydney ne aveva 16.[2]
Gli inizi in televisione
[modifica | modifica wikitesto]Trasferitosi dall'Indiana a New York, studiò recitazione al Neighborhood Playhouse con Sanford Meisner, di cui diventò assistente insegnando per sette anni arte drammatica. Per il Playhouse ricoprì anche ruoli come attore in alcuni allestimenti teatrali off-Broadway, distinguendosi abbastanza per essere chiamato a recitare in alcune serie televisive.
John Frankenheimer, uno dei nomi più importanti della prima generazione di registi televisivi passati al cinema, lo diresse in alcuni drammi hemingwayani e nel 1960 lo chiamò a Hollywood per affidargli la regia di alcuni film televisivi. Diresse episodi di diverse serie, ottenendo anche un premio Emmy, e si permise uno sperimentalismo inaudito per la televisione dell'epoca con Something About Lee Wiley, su una cantante blues anni trenta.
In questo periodo conobbe alcune persone chiave della sua futura carriera: in televisione lavorò con David Rayfiel, che sarà il suo sceneggiatore abituale; sul set di Il giardino della violenza (1961) di Frankenheimer, dove lavorò come ripetitore di dialoghi, incontrò Burt Lancaster, che due anni dopo lo chiamerà per supervisionare il doppiaggio americano di Il Gattopardo di Visconti (benché Pollack non credesse alla validità del doppiaggio in quanto tale) e sarà la star dei suoi primi film; sul set di Caccia di guerra di Denis Sanders esordì come attore cinematografico insieme a Robert Redford, che diventerà l'interprete simbolo di tutta la sua carriera registica.
I primi film per il cinema
[modifica | modifica wikitesto]Quando la Paramount gli offrì l'occasione di dirigere un film per il grande schermo, Pollack colse al volo l'occasione di concretizzare la sua maggiore aspirazione, lasciare la televisione per il cinema, pur sapendo di non poter avere il pieno controllo sul progetto. Il suo film d'esordio, La vita corre sul filo (1964), è un dramma familiare di chiaro stampo televisivo, che si rivelò un discreto successo di pubblico, ma fu anche l'unico proprio film che il regista affermò di non amare[3].
Il successivo Questa ragazza è di tutti (1966) è quello che si può considerare il suo primo vero film, un melodramma di origine teatrale alla Elia Kazan, con Natalie Wood, che costò tre volte più del precedente ed ebbe molto meno successo[4]. Fu anche l'inizio del fortunato sodalizio artistico con Robert Redford. Durante l'estate dello stesso anno venne chiamato per terminare le riprese di Un uomo a nudo a causa della dipartita del regista Frank Perry. Il film verrà distribuito nelle sale solo nel 1968.
In seguito affrontò due generi classici, il western e il film bellico, rispettivamente con Joe Bass l'implacabile (1968) e Ardenne '44, un inferno (1969), dei quali Burt Lancaster era l'interprete principale. In entrambi i casi, rispettò le forme e le figure canoniche del genere, ma riuscì a esprimere un approccio molto personale. Il primo è un western farsesco, che affronta in modo inedito il problema razziale, mettendo in scena sia l'indiano sia il nero, ma è completamente privo delle pretese e della retorica delle molte, più celebri riletture del genere di quegli anni, quali Soldato blu, Piccolo grande uomo, La ballata di Cable Hogue, I compari. Il secondo è uno strano film di guerra, sul tema della cultura contrapposta alla violenza, onirico, dalla forte stilizzazione figurativa.
Questa prima fase di maturazione culminò in un capolavoro, il dramma della disperazione Non si uccidono così anche i cavalli? (1969), che lo impose all'attenzione generale come una delle personalità più interessanti del rinnovamento hollywoodiano. Il film ottenne ben nove candidature agli Oscar, compresa quella per il miglior regista, ma fu l'anno del trionfo per John Schlesinger e il suo Un uomo da marciapiede, titolo fondamentale della New Hollywood.
Gli anni settanta
[modifica | modifica wikitesto]Il nuovo decennio si aprì per Pollack con il western Corvo rosso non avrai il mio scalpo! (1972), presentato in concorso a Cannes, «uno dei contributi più significativi nella revisione del genere»[5], e si chiuse con una variazione di ambientazione moderna dello stesso genere, Il cavaliere elettrico (1979), nuovamente interpretato da Redford, stavolta affiancato da Jane Fonda. Entrambi i film sono caratterizzati da una celebrazione del mito della Natura piuttosto insolita per il "nuovo cinema americano", a dimostrazione di una personalità autoriale che lo distanziava dai colleghi movie brats.
In mezzo, altri quattro titoli, fra cui spiccano il nostalgico affresco storico-sentimentale Come eravamo (1973) che, malgrado i pesanti rimaneggiamenti, risultò un efficace veicolo divistico per l'insolita coppia formata da Redford e Barbra Streisand, ottenne due Oscar (su sei candidature) e diventò una delle storie d'amore più celebri del cinema americano (sesta nella classifica dell'American Film Institute del 2002), l'avvincente thriller politico I tre giorni del Condor (1975), che dimostrò chiaramente l'adesione di Pollack allo "spirito dei tempi" (è dell'anno prima l'analogo Perché un assassinio di Alan J. Pakula), e il violento noir Yakuza (1974), dall'originale ambientazione giapponese, scritto da quel Paul Schrader che darà il suo apporto maggiore al cinema di quegli anni con la sceneggiatura di Taxi Driver (1976) di Martin Scorsese. Il risultato meno convincente di questo periodo fu il mélo Un attimo, una vita (1977), con Al Pacino.
A partire da Yakuza si impegnò direttamente nella produzione dei propri film, per difendersi dalle tensioni con gli studios, e dal decennio successivo produsse regolarmente lavori diretti da altri, attraverso la Mirage Productions.
Gli anni ottanta
[modifica | modifica wikitesto]Dopo aver diretto Diritto di cronaca (1981), sugli eccessi della stampa, che poté vantare l'ennesima star di prima grandezza del suo cinema, Paul Newman, l'anno successivo Pollack decise di cimentarsi per la prima volta nella commedia romantica con Tootsie (1982), film ambientato nel mondo dello spettacolo, brillantemente interpretato da Dustin Hoffman e Jessica Lange, che a sorpresa si rivelò un successo clamoroso: ottenne addirittura dieci candidature agli Oscar (comprese quelle per miglior film e regista), anche se solo una (quella alla Lange come la miglior attrice non protagonista) si tramutò in statuetta (a causa dell'ostacolo insormontabile costituito dal kolossal impegnato Gandhi di Richard Attenborough), ma soprattutto incassò 177 milioni di dollari negli Stati Uniti, secondo solo al blockbuster E.T. l'extra-terrestre di Steven Spielberg nella stagione cinematografica 1982[6][7]. A dimostrazione che non si trattava di un fenomeno stagionale e di breve durata, nel 2000, a distanza di quasi vent'anni l'American Film Institute nella sua classifica delle migliori cento commedie statunitensi lo pose in seconda posizione, superato solo dall'indimenticabile A qualcuno piace caldo di Billy Wilder.
I crediti di stima artistica e di fiducia nelle sue potenzialità commerciali, accumulati con un simile successo, gli permisero di ottenere un budget di oltre trenta milioni di dollari[8] per realizzare un kolossal vecchio stile, alla David Lean, La mia Africa (1985). Il film non fu particolarmente apprezzato dalla critica, ma fu accolto da un vasto successo di pubblico (con 87 milioni di dollari fu il quinto incasso stagionale negli Stati Uniti, mentre a livello internazionale superò i 128 milioni)[8][9] e trionfò agli Oscar, conquistando sette premi su undici candidature (a scapito di Il colore viola di Steven Spielberg).
Gli anni novanta
[modifica | modifica wikitesto]Il suo ritorno alla regia, dopo cinque anni, con Havana (1990), fu un insuccesso di critica e pubblico. Nella stessa stagione riuscì però a rifarsi nelle vesti di produttore, con il giallo processuale Presunto innocente (1990), diretto da Alan J. Pakula, tratto da Scott Turow, che superò i duecento milioni di dollari a livello internazionale, fra i migliori dieci incassi dell'anno[10]. Traendone un'utile lezione, si cimentò a sua volta con l'adattamento per il grande schermo da un maestro del thriller legale letterario, John Grisham, e ritrovò il grande successo: Il socio (1993), realizzato con assoluta professionalità ma privo della personalità di un tempo, costruito su misura per il divo Tom Cruise, incassò 158 milioni di dollari negli Stati Uniti (quarto posto stagionale)[11] e 270 nel mondo (quinto posto stagionale)[12].
Ma, di nuovo, dopo essere tornato ai vertici delle classifiche, ebbe una battuta d'arresto con Sabrina (1995), remake dell'omonima commedia sentimentale di Billy Wilder, infelice tanto nelle intenzioni quanto nel risultato. Di medio successo il film successivo, Destini incrociati (1999), che tuttavia non lo liberò dalla temporanea impasse creativa e commerciale.
Gli anni duemila
[modifica | modifica wikitesto]Si rifece pertanto partecipando come attore a diversi film come Mariti e mogli (1992), Eyes Wide Shut (1999), Ipotesi di reato (2002), Un po' per caso, un po' per desiderio (2005), Michael Clayton (2007), Un amore di testimone (2008) e telefilm come Frasier, Innamorati pazzi, Will & Grace, I Soprano. Nel 2005, dopo la pausa più lunga della sua carriera, tornò alla regia con il thriller politico The Interpreter e con il primo documentario della sua carriera, Frank Gehry - Creatore di sogni, sul celebre architetto e suo amico personale.
Morì il 26 maggio 2008 nella sua abitazione di Pacific Palisades, vicino a Los Angeles a causa di un cancro allo stomaco[13].
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Sostenitore del Partito Democratico statunitense[14], nel 1958 si sposò con l'attrice Claire Griswold, da cui ebbe tre figli: Steven (1959-1993); Rebecca (1963); Rachel (1969). Suo figlio Steven morì nel 1993 a 34 anni per un incidente aereo, mentre sua figlia Rebecca fu vicepresidente nelle produzioni cinematografiche negli anni novanta.
Filmografia
[modifica | modifica wikitesto]Regista
[modifica | modifica wikitesto]Cinema
[modifica | modifica wikitesto]- La vita corre sul filo (The Slender Thread) (1965)
- Questa ragazza è di tutti (This Property Is Condemned) (1966)
- Joe Bass l'implacabile (The Scalphunters) (1968)
- Ardenne '44, un inferno (Castle Keep) (1969)
- Non si uccidono così anche i cavalli? (They Shoot Horses, Don't They?) (1969)
- Corvo rosso non avrai il mio scalpo! (Jeremiah Johnson) (1972)
- Come eravamo (The Way We Were) (1973)
- Yakuza (The Yakuza) (1975)
- I tre giorni del Condor (Three Days of the Condor) (1975)
- Un attimo, una vita (Bobby Deerfield) (1977)
- Il cavaliere elettrico (The Electric Horseman) (1979)
- Diritto di cronaca (Absence of Malice) (1981)
- Tootsie (1982)
- La mia Africa (Out of Africa) (1985)
- Havana (1990)
- Il socio (The Firm) (1993)
- Sabrina (1995)
- Destini incrociati (Random Hearts) (1999)
- The Interpreter (2005)
- Frank Gehry - Creatore di sogni (Sketches of Frank Gehry) (2005) - documentario
Televisione
[modifica | modifica wikitesto]- The Wrecker (1962) Episodio della serie Target: The Corruptors
- The Big Trouble with Charlie, For the Ladybug One Dozen Roses, Monument to an Aged Hunter, When You See an Evil Man, The Night That Nothing Happened (1962) Episodi della serie Ben Casey
- I'll Be Alright in the Morning, A Cardinal Act of Mercy: Part 1, A Cardinal Act of Mercy: Part 2, For This Relief, Much Thanks, Suffer the Little Children (1963) Episodi della serie Ben Casey
- Kill or Be Killed (1963) Episodio della serie The Defenders
- The Black Curtain (1963) Episodio della serie L'ora di Hitchcock (The Alfred Hitchcock Hour)
- Solo for B-Flat Clarinet (1963) Episodio della serie Breaking Point
- Something About Lee Wiley (1963) Episodio della serie Bob Hope Presents the Chrysler Theatre
- Man on a String (1964) Episodio della serie Il fuggiasco
- Question: What Became of the White Tortilla? Episodio della serie Slattery's People
- Two Is the Number, Murder in the First (1964) Episodio della serie Bob Hope Presents the Chrysler Theatre
- The Watchman, The Last Clear Chance (1964) Episodio della serie Bob Hope Presents the Chrysler Theatre
- The Fliers, The Game (1965) Episodio della serie Bob Hope Presents the Chrysler Theatre
Produttore
[modifica | modifica wikitesto]- Yakuza (The Yakuza), regia di Sydney Pollack (1974)
- Un attimo, una vita (Bobby Deerfield), regia di Sydney Pollack (1977)
- Accordi sul palcoscenico (Honeysuckle Rose), regia di Jerry Schatzberg (1980)
- Diritto di cronaca (Absence of Malice), regia di Sydney Pollack (1981)
- Tootsie, regia di Sydney Pollack (1982)
- Successo alle stelle (Songwriter), regia di Alan Rudolph (1984)
- Sanford Meisner: The American Theatre's Best Kept Secret, regia di Nick Doob (1985)
- La mia Africa (Out of Africa), regia di Sydney Pollack (1985)
- Le mille luci di New York (Bright Lights, Big City), regia di James Bridges (1988)
- I favolosi Baker (The Fabulous Kar Boys), regia di Steve Kloves (1989)
- Presunto innocente (Presumed Innocent), regia di Alan J. Pakula (1990)
- Calda emozione (White Palace), regia di Luis Mandoki (1990)
- Havana, regia di Sydney Pollack (1990)
- Sua maestà viene da Las Vegas (King Ralph), regia di David S. Ward (1991)
- L'altro delitto (Dead Again), regia di Kenneth Branagh (1991)
- Fuga per un sogno (Leaving Normal), regia di Edward Zwick (1992)
- Il socio (The Firm), regia di Sydney Pollack (1993)
- In cerca di Bobby Fischer (Searching for Bobby Fischer), regia di Steven Zaillian (1993)
- Flesh and Bone, regia di Steve Kloves (1993)
- Ragione e sentimento (Sense and Sensibility), regia di Ang Lee (1995)
- Sabrina, regia di Sydney Pollack (1995)
- Sliding Doors, regia di Peter Howitt (1998)
- Destini incrociati (Random Hearts), regia di Sydney Pollack (1999)
- Il talento di Mr. Ripley (The Talented Mr. Ripley), regia di Anthony Minghella (1999)
- Una notte per decidere (Up at the Villa), regia di Philip Haas (2000)
- Blow Dry, regia di Paddy Breathnach (2001)
- Birthday Girl, regia di Jez Butterworth (2001)
- Iris - Un amore vero, regia di Richard Eyre (2001)
- Heaven, regia di Tom Tykwer (2002)
- The Quiet American, regia di Phillip Noyce (2002)
- Ritorno a Cold Mountain (Cold Mountain), regia di Anthony Minghella (2003)
- In the Name of Love, regia di Shannon O'Rourke (2003)
- Forty Shades of Blue, regia di Ira Sachs (2005)
- The Interpreter, regia di Sydney Pollack (2005)
- Frank Gehry - Creatore di sogni (Sketches of Frank Gehry), regia di Sydney Pollack (2005)
- Catch a Fire, regia di Phillip Noyce (2006)
- Complicità e sospetti (Breaking and Entering), regia di Anthony Minghella (2006)
- Michael Clayton, regia di Tony Gilroy (2007)
- In amore niente regole (Leatherheads), regia di George Clooney (2008)
- Recount, regia di Jay Roach (2008) - Film TV
- The Reader - A voce alta (The Reader), regia di Stephen Daldry (2008)
- Margaret, regia di Kenneth Lonergan (2011) - postumo
Attore (parziale)
[modifica | modifica wikitesto]Cinema
[modifica | modifica wikitesto]- Caccia di guerra (War Hunt), regia di Denis Sanders (1962)
- Il cavaliere elettrico (The Electric Horseman) (1979) - cameo
- Tootsie (1982)
- I protagonisti (The Player), regia di Robert Altman (1992)
- La morte ti fa bella (Death Becomes Her), regia di Robert Zemeckis (1992)
- Mariti e mogli (Husbands and Wives), regia di Woody Allen (1992)
- A Civil Action, regia di Steven Zaillian (1998)
- Eyes Wide Shut, regia di Stanley Kubrick (1999)
- Destini incrociati (Random Hearts) (1999)
- Ipotesi di reato (Changing Lanes), regia di Roger Michell (2002)
- The Interpreter (2005)
- Un po' per caso, un po' per desiderio (Fauteuils d'orchestre), regia di Danièle Thompson (2006)
- Michael Clayton, regia di Tony Gilroy (2007)
- Un amore di testimone (Made of Honor), regia di Paul Weiland (2008)
Televisione
[modifica | modifica wikitesto]- The Kaiser Aluminum Hour – serie TV, episodio 1x01 (1956)
- Alfred Hitchcock presenta (Alfred Hitchcock presents), serie TV, episodio The Contest for Aaron Gold (1960)
- Ai confini della realtà (The Twilight Zone) – serie TV, episodio 2x09 (1960)
- The New Breed – serie TV, episodi 1x05-1x36 (1961-1962)
- Innamorati pazzi - serie TV (1998)
- Will & Grace - serie TV (1998-2006)
- I Soprano (The Sopranos) - serie TV, episodio 6x14 (2007)
Doppiatori italiani
[modifica | modifica wikitesto]Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Sydney Pollack è stato doppiato da:
- Michele Gammino in The Interpreter, Michael Clayton, Un amore di testimone
- Cesare Barbetti in Tootsie, La morte ti fa bella
- Bruno Alessandro in Will & Grace
- Glauco Onorato in A Civil Action
- Luciano De Ambrosis in Ipotesi di reato
- Paolo Lombardi ne I protagonisti
- Vittorio Congia in Mariti e mogli
- Manlio De Angelis in Destini incrociati
- Marcello Tusco in Eyes Wide Shut
- Leslie La Penna in Un po' per caso, un po' per desiderio
- Paolo Marchese in Frank Gehry - Creatore di sogni
- Stefano De Sando in Innamorati pazzi
- Franco Zucca ne I Soprano
Da doppiatore è sostituito da:
- Sandro Iovino in Frasier
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- Premio Oscar
- 1970 – Candidatura al miglior regista per Non si uccidono così anche i cavalli?
- 1983 – Candidatura al miglior film per Tootsie
- 1983 – Candidatura al miglior regista per Tootsie
- 1986 – Miglior film per La mia Africa
- 1986 – Miglior regista per La mia Africa
- 2008 – Candidatura al miglior film per Michael Clayton
- 2009 – Candidatura al miglior film per The Reader - A voce alta
- Golden Globe
- Nomination Miglior regista per Non si uccidono così anche i cavalli? (1969)
- Miglior film commedia o musicale per Tootsie (1982)
- Nomination Miglior regista per Tootsie (1982)
- Miglior film drammatico per La mia Africa (1985)
- Nomination Miglior regista per La mia Africa (1985)
- Nomination Miglior film drammatico per Michael Clayton (2007)
- Nomination Miglior film drammatico per The Reader - A voce alta (2008)
- Premio BAFTA
- Nomination Miglior film per Tootsie (1982)
- Nomination Miglior regista per Tootsie (1982)
- Nomination Miglior film per The Reader - A voce alta (2008)
- David di Donatello
- Miglior film straniero per La mia Africa (1985)
- Premio César
- Nomination Miglior film straniero per Tootsie (1982)
- Nomination Miglior film straniero per La mia Africa (1985)
- Primetime Emmy Awards
- 1966 - Migliore regia di una serie drammatica - Polvere di stelle (Bob Hope Presents the Chrysler Theatre), episodio The Game
- Altri riconoscimenti
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Geoffrey MacNab, The secret of my success?, in The Guardian, London, 14 agosto 2002. URL consultato il 29 maggio 2008.
- ^ Dennis McLellan, Sydney Pollack: 1934–2008, Prolific director known for A-list casts, in SFGate, 27 maggio 2008. URL consultato il 15 ottobre 2020.
- ^ La Polla 1978, p. 15
- ^ La Polla 1978, p. 23
- ^ Il Mereghetti - Dizionario dei Film 2000, p. 441
- ^ (EN) IMDb - Box Office/Business for Tootsie, su imdb.com. URL consultato il 3 novembre 2017.
- ^ (EN) Box Office Mojo - 1982 DOMESTIC GROSSES, su boxofficemojo.com. URL consultato il 3 novembre 2017.
- ^ a b (EN) IMDb - Box Office/Business for Out of Africa, su imdb.com. URL consultato il 3 novembre 2017.
- ^ (EN) Box Office Mojo - 1985 DOMESTIC GROSSES, su boxofficemojo.com. URL consultato il 3 novembre 2017.
- ^ (EN) Box Office Mojo - 1990 WORLDWIDE GROSSES, su boxofficemojo.com. URL consultato il 3 novembre 2017.
- ^ (EN) Box Office Mojo - 1993 DOMESTIC GROSSES, su boxofficemojo.com. URL consultato il 3 novembre 2017.
- ^ (EN) Box Office Mojo - 1993 WORLDWIDE GROSSES, su boxofficemojo.com. URL consultato il 3 novembre 2017.
- ^ È morto il regista Sidney Pollack, su Corriere della Sera, 27 maggio 2008. URL consultato il 3 novembre 2017.
- ^ (EN) NEWSMEAT - Sydney Pollack's Federal Campaign Contribution Report, su newsmeat.com. URL consultato il 3 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2013).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Franco La Polla. Sydney Pollack. Firenze, La Nuova Italia, 1978.
- Sydney Pollack. Cineasta e gentiluomo, a cura di Franco La Polla. Torino, Lindau, 1997. ISBN 88-7180-130-X
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Sydney Pollack
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sydney Pollack
- Wikinotizie contiene l'articolo Addio al regista Sydney Pollack, 27 maggio 2008
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Pollack, Sidney, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Pollack, Sydney, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Michael Barson, Sydney Pollack, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Sydney Pollack, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Sydney Pollack, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- Registrazioni audiovisive di Sydney Pollack, su Rai Teche, Rai.
- Sydney Pollack, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Sydney Pollack, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Sydney Pollack, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Sydney Pollack, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN) Sydney Pollack, su TV.com, Red Ventures (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2012).
- (EN) Sydney Pollack, su AFI Catalog of Feature Films, American Film Institute.
- (EN) Sydney Pollack, su BFI Film & TV Database, British Film Institute (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2018).
- (EN) Sydney Pollack, su Internet Broadway Database, The Broadway League.
- (DE, EN) Sydney Pollack, su filmportal.de.
- (EN) Sydney Pollack, su Behind The Voice Actors, Inyxception Enterprises.
- Sydney Pollack - Immagini, su google.it. URL consultato il 17 novembre 2021.
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