T-40 (carro armato)
T-40 | |
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Un T-40 esposto al Museo dei mezzi corazzati nella città di Kubinka | |
Descrizione | |
Tipo | Carro armato leggero anfibio |
Equipaggio | 2 (comandante/mitragliere e guidatore) |
Utilizzatore principale | Unione Sovietica |
Esemplari | 222 |
Sviluppato dal | T-38 |
Dimensioni e peso | |
Lunghezza | 4,11 m |
Larghezza | 2,33 m |
Altezza | 1,95 m |
Peso | 5,9 t |
Propulsione e tecnica | |
Motore | GAZ-202 a benzina |
Potenza | 70 hp |
Rapporto peso/potenza | 12 hp/t |
Trazione | cingolata |
Sospensioni | a barre di torsione |
Prestazioni | |
Velocità su strada | 44 km/h |
Autonomia | 450 km |
Armamento e corazzatura | |
Armamento primario | 1 mitragliatrice DŠK da 12,7 mm |
Armamento secondario | 1 mitragliatrice Degtjarëv da 7,62 mm |
Corazzatura massima Corazzatura minima | 14 mm 7 mm |
Soviet Empire.com[1] | |
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Il T-40 è stato un carro armato leggero anfibio da esplorazione, utilizzato dall'Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale. Sebbene apprezzato, i comandi preferirono la produzione su larga scala di blindati meno complessi e più affidabili in battaglia, perciò il T-40 non ebbe una grande diffusione.
Sviluppo e descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Alla fine degli anni trenta le forze anfibie sovietiche, nonostante la prolificità, dovettero affrontare l'assillante problema dell'effettiva efficacia in battaglia, qualità che se privilegiata avrebbe posto pesanti limiti alla galleggiabilità e mobilità in acqua dei mezzi. Infatti i principali veicoli della categoria erano il T-37A e il T-38, deficienti di armi e corazze quantomeno accettabili. Il successivo sviluppo della serie anfibia doveva dunque trovare un equilibrio tra le due opposte priorità.
Il T-38 era ancora in produzione quando fu realizzato il prototipo del T-40: lungi da esserne una versione migliorata, rappresentava un modello assai diverso nell'impostazione e nell'equipaggiamento. Lo scafo del mezzo, più simile a quello di un carro armato che non a quello di una chiatta, era stato rivestito con protezioni da 14 mm massimi. Al suo interno il pilota trovava posto nella parte frontale; il capocarro sedeva invece nella torretta posteriore decentrata a sinistra. Oltre a dare ordini al pilota e coordinarsi con i mezzi amici, doveva impiegare una mitragliatrice pesante DŠK da 12,7 mm, armamento che finalmente regalava una qualche chance in battaglia; era inoltre disponibile una Degtjarëv da 7,62 mm.
In generale era stato seguito il criterio di impiegare materiali d'origine commerciali per facilitare la manutenzione e la logistica: il motore a benzina era infatti un GAZ-202 da 70 hp, sistemato longitudinalmente lungo il lato destro del mezzo. Anche la meccanica era stata rivista, le 4 ruote portanti gommate erano vincolate singolarmente a barre di torsione, sistema decisamente più robusto dei molloni orizzontali utilizzati sui precedenti T-37 e T-38; i rulli reggicingolo erano 3.
Per il movimento in acqua venivano assicurate allo scafo delle casse di galleggiamento, per lo più nella parte posteriore; il motore era poi collegato a una piccola elica fissata in un'indentatura dello scafo, accorgimento che la rendeva più resistente di quella del T-38.[2]
Produzione e impiego
[modifica | modifica wikitesto]La fabbricazione del T-40 cominciò appena prima dello scoppio della seconda guerra mondiale e i primi carri andarono a equipaggiare le unità di ricognizione: nonostante il basso profilo unito alle buone prestazione, alla più spessa (ma non eccezionale) corazzatura e alla più potente dotazione offensiva, si dimostrò inadeguato nei combattimenti o per supportare la fanteria. Perciò, quando il bisogno di un gran numero di blindati veri e propri si fece impellente, venne elaborata una variante squisitamente terrestre del veicolo, denominata T-40B: dal prototipo si ricavò infine il carro leggero T-60. Di costruzione facile ed economica, disponeva di parametri più elevati in termini di protezioni e armi, potendo svolgere quasi tutte le funzioni del T-40; quindi la produzione dell'anfibio, arrivata a 222 unità, fu sospesa in favore del nuovo carro, che sarà fabbricato in oltre 6.000 esemplari.
L'ultimo lotto di T-40 non ebbe la normale dotazione di armi: le torrette furono rimosse e sugli scafi furono installati dei lanciarazzi BM-8-24 Katjuša: grazie a questa conversione il veicolo poteva operare in relativa sicurezza e fornire un eccellente fuoco di saturazione mediante le 24 rampe per ordigni non guidati da 82 mm.
Il T-40 fu ritratto in molte foto e filmati durante l'operazione Barbarossa e le prime, devastanti battaglie contro le esperte Panzer-Division tedesche; partecipò anche alla difesa di Mosca. Dopo il 1941 la presenza del T-40 in linea fu assai rara e sporadica. La branca del carro leggero anfibio non ebbe ulteriori sviluppi in Unione Sovietica fino al dopoguerra inoltrato, quando venne elaborato il modello più riuscito della serie: il PT-76.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ T-40 Light Tank (amphibious), su soviet-empire.com. URL consultato il 21 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2013).
- ^ Carri Leggeri T-40, T-60 e T-70, su corazzati.it. URL consultato il 19 ottobre 2013.
- ^ T-40 Light Amphibious Tank, su english.battlefield.ru. URL consultato il 21 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2012).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Steven J. Zaloga, James Grandsen, Soviet Tanks and Combat Vehicles of World War Two, Arms and Armour Press, 1984, Londra, ISBN 0-85368-606-8.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su T-40