Venere di Sinuessa
Venere di Sinuessa | |
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La Venere di Sinuessa | |
Autore | ignoto |
Data | II secolo a.C. |
Materiale | marmo |
Altezza | 182 cm |
Ubicazione | Museo Archeologico Nazionale, Napoli |
La Venere di Sinuessa (o Venere Sinuessana o, più propriamente, Afrodite di Sinuessa) è una scultura antica dell'età classica, rinvenuta nel 1911 nell'area archeologica dell'antica città di Sinuessa, nei pressi dell'attuale Mondragone (CE).
È di stile ellenistico ed è tradizionalmente attribuita allo scultore greco Prassitele o alla sua bottega, facendo così risalire la sua datazione al IV secolo a.C..
Tuttavia, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, nella quale la scultura è custodita col numero di inventario 321153, la riporta come "scultura di Afrodite, da Sinuessa, Mondragone, villa romana, marmo, II secolo a.C.".
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il 25 gennaio 1911 il signor Leopoldo Schiappa faceva eseguire dei lavori di sterro per l'impianto di una vigna nella zona dell'Incaldana a Mondragone. Durante i lavori, il colono Antonio Guglielmo e il figlio Giovanni, urtarono con un piccone un corpo grosso e duro: stupiti, videro emergere dalla terra due pezzi di una scultura mutila delle braccia e del corpo. La notizia del ritrovamento si diffuse rapidamente nel paese e la scultura fu segnalata al Museo archeologico nazionale di Napoli. La statua fu condotta dall'archeologo Vittorio Spinazzola a Napoli il 10 aprile di quello stesso anno[1].
Spinazzola ricostruì la statua, facendo ricongiungere i due pezzi marmorei, e la chiamò la “Venere Sinuessana”, datandola al IV secolo a.C. e attribuendola allo scultore greco Prassitele, il quale insieme a Skopas e Lisippo è considerato uno dei grandi maestri dell'ellenismo. Tuttavia, con molta probabilità, la statua è una copia romana di un originale greco[2].
La Venere adornava un tempo una delle tante ville romane di Sinuessa. Si suppone che la villa appartenesse al celebre Marco Tullio Cicerone[1][2], avvocato, politico, scrittore, oratore e filosofo romano che come molti ricchi suoi contemporanei aveva una villa a Sinuessa, città famosa per le sue terme.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Aspetto attuale
[modifica | modifica wikitesto]Al giorno d'oggi, la scultura della Venere (o più propriamente Afrodite, nel caso in cui fosse effettivamente una statua greca) si presenta danneggiata e priva di molte parti importanti. Infatti, la statua è acefala (priva della testa) e mutila di entrambi gli arti superiori; si riscontra la mancanza anche di una porzione del seno sinistro e del gluteo sinistro. Altre lesioni sono riscontrabili in alcuni fori in varie zone del corpo, in alcune scheggiature della veste e nell'amputazione dell'alluce destro.
Nel complesso, la Venere è rappresentata come una donna quasi completamente nuda, se non per le zone coperte dalle vesti, che ella "trattiene" nella zona dei femori degli arti inferiori.
Interpretazioni
[modifica | modifica wikitesto]La particolare rappresentazione, la mancanza delle braccia e la diversa natura del tessuto marmoreo, portano alla supposizione di almeno due ipotesi esplicative:
- La prima ricostruzione è quella che vede nella statua la rappresentazione di una figura femminile occupata a prepararsi per andare a fare un bagno, probabilmente nelle acque del mare (visto il ritrovamento della statua nell'antica sede di Sinuessa, una città a ridosso delle coste del Mar Tirreno). Dunque, la spiegazione è che la cosiddetta Venere si stia spogliando, lasciandosi scivolare delicatamente la veste lungo il corpo e con le braccia forse alzate sopra il capo.
- Al contrario, invece, la seconda ricostruzione è che la figura femminile stia tornando da un bagno e si stia asciugando con un telo, trattenendolo con almeno una delle mani delle ormai scomparse braccia.
La statua nelle mostre
[modifica | modifica wikitesto]A Paestum
[modifica | modifica wikitesto]Dal 23 marzo al 31 ottobre 2013, la Venere di Sinuessa è stata ambasciatrice in Italia delle "bellezze del Massico" nella mostra temporanea “Rosantico” al Museo Archeologico Nazionale di Paestum, dedicata ai temi della natura e della bellezza.[3]
A Vicenza
[modifica | modifica wikitesto]Dal 15 febbraio 2018 al 13 gennaio 2019[4][5], la statua sinuessana è stata prestata dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli[4][5] per metterla in mostra nell'esposizione temporanea organizzata da Intesa Sanpaolo[4][5], a cura dell’archeologa Federica Giacobello[4][5] dell’Università degli Studi di Milano[5], “La seduzione. Mito e arte nell’antica Grecia”[4][5]. L'esposizione, allestita nelle sale di Palazzo Leoni Montanari[4][5], sede di Vicenza delle Gallerie d'Italia, ha come tema centrale la figura di Afrodite (la romana Venere), la dea dell'amore e della seduzione, alla quale vengono accostate anche le figure del figlio Eros (il romano Cupido), di Elena di Troia e di giovani innamorati e belle fanciulle.[4] Tra vasi a figure rosse, specchi, contenitori di ciprie e unguenti, spiccano in particolare nell'esposizione, oltre all'Afrodite di Sinuessa, altre due statue prestate dal Museo di Napoli, l'Afrodite che si slaccia il sandalo[4] e l'Afrodite Anadyomene[4]. Oltre al Museo partenopeo, altro collaboratore della mostra è il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria[4][5].
Curiosità
[modifica | modifica wikitesto]- All'epoca del ritrovamento, la statua venne acquistata per solo 500 lire, mentre ne valeva almeno 500 000.
- Nel museo locale di Mondragone, il Museo Civico Archeologico "Biagio Greco", è presente una copia della statua in marmo nero.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Venere di Sinuessa – Mondragone, su mondragonece.altervista.org. URL consultato il 17 agosto 2017.
- ^ a b La Venere di Sinuessa ambasciatrice di bellezza al Museo archeologico di Paestum, su Mondragonesi nel mondo...!. URL consultato il 17 agosto 2017.
- ^ La Venere di Sinuessa esposta al Museo Archeologico di Paestum, in lebellezzedelmassico.blogspot.com. URL consultato il 2 luglio 2018.
- ^ a b c d e f g h i j Francesca Greco, MITO E ARTE DELLA SEDUZIONE ALLE GALLERIE D’ITALIA, in arte.it. URL consultato il 2 luglio 2018.
- ^ a b c d e f g h Elisa Carollo, L’arte della seduzione a Vicenza. Bellezza, eros e mito nell’Antica Grecia, in artslife.com. URL consultato il 2 luglio 2018.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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