Viticoltura in Puglia

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La viticoltura in Puglia è l'insieme delle attività di coltivazione di uva e produzione di vino svolte nella regione.

Bottiglie di negroamaro salentino

Il vino è sempre stato importante per la Puglia e ha caratterizzato, insieme all'olio di oliva, la cultura e la tradizione della regione. In termini di quantità, la produzione di vino in Puglia è notevole, risultando la seconda regione che ne ha prodotto di più in Italia nel 2020.[1]

La storia della vite in Puglia ha origini molto antiche, con la possibilità di trovarsi da prima della colonizzazione greca. Tuttavia, alcune varietà sono state introdotte, come nel caso del Primitivo introdotto dagli Illiri, o l'Uva di Troia e il Negroamaro introdotti dai greci. Dai greci è stato introdotto anche il metodo di coltivazione ad alberello, molto diffuso in Puglia. Con l'arrivo dei Romani la produzione di vino accrebbe, fino ad arrivare nelle tavole di Roma. Plinio il Vecchio, Orazio e Tibullo hanno lasciato ampie testimonianze sulla coltivazione dell'uva e sulla produzione di vino in Puglia, considerando colore, profumo e gusto dei vini. Plinio cita la presenza di Malvasia nera di Brindisi, Negroamaro e Uva di Troia, oltre a definire Manduria (nota per il primitivo) viticulosae, cioè "ricca di vigne". Altri autori hanno dato tale appellativo anche a Mesagne, Alezio e Sava. Il porto di Brindisi aprì ulteriori vie di commercio per i vini pugliesi e a Taranto si trovavano numerose cantine per la conserva dei vini.

Alberello di Primitivo

Dopo la caduta dell'impero romano la produzione di vino in Puglia subisce un grande periodo di crisi, mantenendosi per lo più tramite i monasteri. Nonostante ciò, si registrano ancora grandi produzioni e Dante Alighieri descrive la Puglia come "terra sitibonda ove il sole si fa vino". L'importanza della vinicoltura fu colta anche dai nobili, come nel caso di Federico II di Svevia, che fece piantare grandi vigneti vicino Castel del Monte. L'importanza per l'economia della regione è confermata da Giovanna I d'Angiò, che nel 1362 firma una legge per vietare l'introduzione di vini prodotti al di fuori della Puglia. Ma è durante il Rinascimento che i vini pugliesi cominciano ad avere riconoscimento nelle altre regioni e in alcune zone della Francia. Andrea Bacci, ad esempio, ricorderà nel De naturali vinorum historia che si producono vini di ottima qualità a Lecce, Brindisi e Bari, mentre a Foggia e nel Gargano si producono vini di "media forza ma sinceri nella sostanza sicché durano fino al terzo anno e anche di più". Per Andrea Bacci i vini migliori della Puglia sono prodotti a Manfredonia. Nel XVIII e XIX secolo la Puglia continuerà a distinguersi per le enormi quantità di vino prodotte, piuttosto che per la qualità.

Quando la fillossera colpì l'Europa e il Nord Italia le grandi quantità di vino prodotte in Puglia si spinsero fino in Francia, attirando francesi interessati a produrre vino da esportare in Europa. Ma la fillossera arrivò anche nel tacco dello stivale, ponendo fine a queste ambizioni. Negli anni successivi fanno la loro comparsa nuove varietà di uve che si sostituirono progressivamente a quelle locali. La comparsa delle cantine sociali favorì una produzione massiva, senza concentrarsi sulla qualità. I vini pugliesi venivano esportati come vini da taglio. Dopo la Seconda Guerra Mondiale si iniziò a rincorrere la qualità, ma solo negli anni '90 si registrò una consapevolezza delle potenzialità enologiche pugliesi, che fece acquisire notorietà ai vini della regione.[2]

Vitigno Bacca Descrizione Immagine
Verdeca Bianca Coltivata nel Barese, nel Tarantino e nella Valle d'Itria
Bianco d'Alessano Bianca Coltivato nella Valle d'Itria
Minutolo Bianca Coltivato nella Valle d'Itria
Maresco Bianca Coltivata nella Valle d'Itria
Impigno Bianca Coltivato nel Brindisino
Francavidda Bianca Coltivata nel Brindisino (tra Francavilla Fontana e Ostuni)
Aglianico Nera Coltivato in Irpinia, in provincia di Avellino
Uva di Troia Nera Coltivata nel Barese e nel Foggiano
Primitivo Nera Coltivato tra il Salento e Taranto
Negroamaro Nera Coltivato prevalentemente nel Salento
Bombino nero Nera Coltivato tra il Barese e il Foggiano
Notardomenico Nera (scarsamente) coltivato nel Brindisino
Malvasia nera di Brindisi Nera Coltivata nel nord Salento
Malvasia nera di Lecce Nera Coltivata nelle regioni Puglia e Toscana.
Susumaniello Nera Coltivato nel Brindisino
Ottavianello Nera Coltivata nella regione Puglia
  • Daunia (Bianco nelle tipologie normale Frizzante e Passito; Rosato nelle tipologie normale e Frizzante; Rosso nelle tipologie normale, Frizzante, Passito e Novello) prodotto nella provincia di Foggia.
  • Murgia (Bianco nelle tipologie normale Frizzante e Passito; Rosato nelle tipologie normale e Frizzante; Rosso nelle tipologie normale, Frizzante, Passito e Novello) prodotto nella provincia di Bari.
  • Puglia (Bianco nelle tipologie normale Frizzante e Passito; Rosato nelle tipologie normale e Frizzante; Rosso nelle tipologie normale, Frizzante, Passito e Novello) prodotto nell'intero territorio della regione Puglia.
  • Salento (Bianco nelle tipologie normale Frizzante e Passito; Rosato nelle tipologie normale e Frizzante; Rosso nelle tipologie normale, Frizzante, Passito e Novello) prodotto nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto.
  • Tarantino (Bianco nelle tipologie normale Frizzante e Passito; Rosato nelle tipologie normale e Frizzante; Rosso nelle tipologie normale, Frizzante, Passito e Novello) prodotto nella provincia di Taranto.
  • Valle d'Itria (Bianco nelle tipologie normale Frizzante e Passito; Rosato nelle tipologie normale e Frizzante; Rosso nelle tipologie normale, Frizzante, Passito e Novello) prodotto nelle province di Bari, Brindisi e Taranto.
  1. ^ In quali regioni italiane si produce più vino?, su wineshop.it, 11 giugno 2021.
  2. ^ Puglia, su diwinetaste.com, aprile 2007.

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La Puglia è servita I 26 vini DOC della puglia