Virbio
Virbio | |
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Nome orig. | Virbius |
Caratteristiche immaginarie | |
Sesso | Maschio |
Luogo di nascita | Trezene |
Professione | divinità minore |
Virbio (in latino Virbius) è un personaggio della mitologia romana.
Secondo la versione prevalente, nella mitologia greca corrisponde ad Ippolito ed il mito di questi racconta che dopo la morte, fu resuscitato da Esculapio e prese il nome di Virbio[1] (nato due volte). È però possibile che si tratti di un'antica divinità italica, identificata in un secondo momento con la sua controparte greca. [2]
Genealogia
[modifica | modifica wikitesto]Nella mitologia greca è figlio di Teseo[1][3][4] e di un'Amazzone (Antiope[4][5] o Ippolita[4][6] o Melanippe[4][6] o Glauce[6]).
Secondo Virgilio tuttavia, Ippolito e Virbio non sono da identificare, ma sono invece padre e figlio. Secondo questo autore Ippolito, trasferitosi nel Lazio, sposò una donna di nome Aricia e divenne con lei il padre di Virbio[7].
Mitologia
[modifica | modifica wikitesto]Come gran parte delle figure romane, anche Virbio ha origine da un personaggio greco (Ippolito) che, con la sua matrigna Fedra, fu il protagonista di una tragedia di Euripide che lo vide causa e vittima di una vendetta di Afrodite[8].
La stessa leggenda fu ripresa da più autori romani (Igino, Ovidio e Servius) i quali dopo l'episodio della sua resurrezione[9][10][11] gli diedero il nome di Virbius[1] (nato due volte).
Virbio si trasferì nel Latium[1][7][12] dove portò il culto di Artemide (Diana per i romani) e fondò il santuario di Diana Nemorensis ad Aricia[11].
Testimonianze del culto
[modifica | modifica wikitesto]La strada che saliva da Bovillae ad Aricia era chiamata clivus Virbi ed era nota per i numerosi mendicanti che chiedevano l'elemosina ai pellegrini che si recavano al tempio[13]. Virbio era descritto come un uomo anziano[14] e la sua immagine di culto non poteva essere toccata[15].
Ci sono alcune tracce della sua adorazione al di fuori del santuario di Aricia ed un'altra testimonianza del culto corrisponde ad un'iscrizione che menziona un Flamine Virbialis come sacerdote di Virbio[16].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Igino, Fabulae 251
- ^ Culto di Virbius, su romanoimpero.com. URL consultato il 15 giugno 2023.
- ^ (EN) Plutarco, Vita di Teseo, 27, su theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ a b c d (EN) Apollodoro, Biblioteca, Epitome 1.16, su theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ (EN) Diodoro Siculo, Biblioteca Historica, IV, 28.1, su theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ a b c (EN) Apollodoro, Biblioteca, Epitome V, 2, su theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ a b (LA) Virgilio, Eneide, VII, 761-783, su la.m.wikisource.org. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ Euripide, Ippolito Coronato, testo completo, su filosofico.net. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ (EN) Apollodoro, Biblioteca, III, 10.3, su theoi.com. URL consultato il 20 luglio 2019.
- ^ Igino, Fabulae 49
- ^ a b (EN) Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia, 2.27.4, su theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ Ovidio Fasti VI, 755-758
- ^ Aulo Persio Flacco, Saturae 6,56
- ^ (LA) Publio Ovidio Nasone, Le metamorfosi, XV 530 e seguenti, su la.wikisource.org. URL consultato il 10 maggio 2019.
- ^ Servio Mario Onorato, Commentarii in Vergilii Aeneidos libros, VII, 776
- ^ Corpus Inscriptionum Latinarum, 10, 1493
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Vìrbio, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Virbius, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Virbio, in Cyclopædia of Biblical, Theological, and Ecclesiastical Literature, Harper.