Zacharie Astruc

Édouard Manet, Ritratto di Zacharie Astruc (1866); olio su tela, 90×116 cm, Kunsthalle, Brema

Zacharie Astruc (Angers, 23 febbraio 1833Parigi, 24 maggio 1907) è stato uno scultore, pittore, critico d'arte e poeta francese.

Era una delle figure più importanti nella scena culturale francese della seconda mostra dell'Ottocento, e partecipò alla prima Esposizione Impressionista del 1874 e all'Exposition Universelle di Parigi del 1900. Fu attivo come critico d'arte ed ebbe il coraggio e la convinzione di andare controcorrente, difendendo artisti come Monet, Whistler, Carolus-Duran, Fantin-Latour, Alphonse Legros e, soprattutto, Gustave Courbet ed Édouard Manet. Anche lui si dedicò alle arti, raggiungendo risultati discreti nella scultura.

Astruc è pure una delle figure ritratte nel famoso dipinto di Fantin-Latour Un atelier aux Batignolles, dove siede a fianco a Manet, che presumibilmente gli sta eseguendo un ritratto. Sempre ad Astruc, inoltre, si deve la titolazione del celebre dipinto manetiano Olympia.[1] Bisogna infine ricordare che Astruc era un fervente ispanofilo, e aveva un gusto contagioso per l'arte e la letteratura della Spagna: fu lui, infatti, a preparare nel 1865 il viaggio di Manet nella terra dell'amato Velázquez.[2] Oltre a contribuire a un revival dei dipinti di El Greco, Astruc fu anche un appassionato cultore del Giappone e contribuì al diffondersi del giapponismo in Francia, da lui sostenuto in vari articoli apparsi sul quotidiano parigino L'Etendard nel 1867–68.[3][4][5]

Nel 1863 in occasione del Salon, Astruc creò il quotidiano Le Salon de 1863, in cui esprimeva le proprie impressioni artistiche riguardo alla mostra.

  • Interno parigino (1874) acquerello, Musée de l'ancien évêché, Évreux, Francia (esposto nel 1874 all'Esposizione Impressionista)

Pubblicazioni

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  • Les 14 stations du Salon, 1859, suivies d'un récit douloureux, Paris, Poulet-Malassis et de Broise, 1859, con una prefazione di George Sand.
  1. ^ Sharon Flescher, Zacharie Astruc: Critic, Artist and Japoniste (1833–1907) (Garland Publishing: New York, 1978).
  2. ^ S. Flescher 1978, capitolo II.
  3. ^ J. Russel, Seeing The Art Of El Greco As Never Before
  4. ^ S. Flescher 1978, capitolo IV.
  5. ^ Marco Abate, Giovanna Rocchi, Manet, collana I Classici dell'Arte, vol. 12, Firenze, Rizzoli, 2003, p. 98.

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