Dresda

Dresda
Città extracircondariale
(DE) Dresden
Dresda – Stemma
Dresda – Bandiera
Dresda – Veduta
Dresda – Veduta
Veduta del centro di Dresda dalla Frauenkirche
Localizzazione
StatoBandiera della Germania Germania
Land Sassonia
DistrettoNon presente
CircondarioNon presente
Amministrazione
SindacoDirk Hilbert (FDP)
Territorio
Coordinate51°03′00″N 13°44′24″E / 51.05°N 13.74°E51.05; 13.74
Altitudine112 m s.l.m.
Superficie328,48 km²
Abitanti563 311[1] (31-12-2022)
Densità1 714,9 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale01067, 01326, 01309, 01069, 01097, 01099, 01159, 01127, 01307, 01129 e 01279
Prefisso351 e 35201
Fuso orarioUTC+1
Codice Destatis14 6 12 000
TargaDD
Cartografia
Mappa di localizzazione: Germania
Dresda
Dresda
Dresda – Mappa
Dresda – Mappa
Sito istituzionale

Dresda (AFI: /ˈdrɛzda/[2][3]; in tedesco Dresden, AFI: /ˈdʀe:zdən/, ascolta, in sorabo: Drježdźany) è una città extracircondariale di 563 311 abitanti della Germania, capitale del Land della Sassonia. Fondata dagli slavi Polabi e chiamata Drezdno, il nome della città proviene direttamente dalla parola slavica drezga (pol. drzazga): drezd'ane significa "insediamento della gente che abita nel bosco" o la "gente del bosco". Il nome tedesco Dresden è la forma germanizzata alto-soraba.

Soprannominata Elbflorenz (lett. "Firenze sull'Elba"), per le ricche collezioni d'arte e per la sua architettura barocca con influenze mediterranee,[4][5] la città sorge sul fiume Elba, la cui valle era inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO[N 1], e sul suo affluente, il Weißeritz. La città è sede della Technische Universität Dresden e della diocesi cattolica di Dresda-Meißen. Centro d'arte di importanza internazionale, nella sua storia è stata più volte devastata: dal fuoco nel 1491, dai bombardamenti prussiani nel 1760, durante la repressione di sollevazioni per la richiesta della costituzione nel 1849 e infine dai bombardamenti aerei degli Alleati sul finire della seconda guerra mondiale, con migliaia di vittime (le stime ufficiali oscillano fra 180 000 e 250 000)[7].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I primi insediamenti nella zona di Dresda risalgono al neolitico. Il guado che attraversava l'Elba, all'altezza dell'odierno centro storico, è probabilmente esistito già nell'antico Medioevo e probabilmente fu la causa dell'iniziale insediamento che, nonostante la favorevole posizione ed i fertili terreni, rimase problematico per via delle estese zone forestali di quei luoghi. La città stessa ha avuto origine dall'unione di un antico insediamento slavo sulla riva settentrionale del fiume con un centro sassone abitato sulla riva meridionale (dove ora si trova il centro dell'attuale Altstadt).

Il primo riferimento documentato sulla città risale al 1206 e si tratta dei protocolli di un procedimento giudiziario riguardante lo smantellamento di un castello medioevale, il Burg Thorun[8]. A quel tempo il nome della città era "Dresdene", probabilmente derivato dal termine slavo "Drežďany" (abitanti della foresta lungo il fiume). Manca anche un documento sull'assegnazione del diritto civico a Dresda, che viene già citata quale città in un altro documento del 1216, mentre dal 1270 è stata la sede dei Langravi di Meißen. Un documento del 1350 definisce per la prima volta la parte di Dresda ubicata sulla sponda destra dell'Elba, l'odierno centro cittadino, quale insediamento autonomo (Antiqua Dressdin), che ottenne il 21 dicembre 1403 il diritto civico da Guglielmo I, il Guercio, margravio di Meißen. Il principe elettore Moritz decise l'unione dei due insediamenti, a destra ed a sinistra dell'Elba, ed assegnò il 29 marzo 1549 alla nuova comunità il diritto civico.

Dresda nel XVI secolo

Dal 1485 è stata la sede dei duchi di Sassonia e dal 1547 anche dei principi elettori. Durante la guerra dei trent'anni Dresda non venne mai saccheggiata o devastata, ma peste e indigenza, oltre alla generale stagnazione economica, ne frenarono lo sviluppo. Dopo la conclusione del conflitto la sorte di Dresda fu alquanto altalenante: a periodi di pace, durante i quali sorsero i notissimi edifici e i magnifici parchi, si alternarono altri di devastazione, dovuti alla partecipazione di Dresda a quasi tutte le guerre europee.

Forma ed estensione delle fortificazioni di Dresda nel 1750

Durante il regno di Augusto II di Polonia e Augusto III di Polonia nel XVIII secolo, Dresda fu la residenza dei re di Polonia. A quel tempo furono creati i famosi monumenti della città, tra cui lo Zwinger, la cattedrale della Santissima Trinità, la Frauenkirche, il Palazzo giapponese e il Palazzo Taschenberg. La prima porcellana europea venne sviluppata a Dresda nel 1710. Dresda era collegata da rotte postali con Varsavia, Breslavia, Poznań e Toruń. La zecca di Dresda produsse monete d'argento polacche. Con la decisione del re Augusto II, nel 1717 e nel 1720 furono create nuove collezioni museali, nel 1720 un nuovo cimitero cattolico[9] e nel 1709 una scuola latina (oggi St. Benno-Gymnasium)[10]. In virtù della decisione del re Augusto II di Polonia del 1729, fu fondata a Dresda la prima scuola degli ufficiali polacchi. Aleksander Jakub Lubomirski ne divenne il comandante. Nel 1730, la scuola fu trasferita a Varsavia. Nel 1747, il re Augusto III di Polonia creò la Gemäldegalerie Alte Meister e nel 1748 aprì la prima scuola di medicina a Dresda. Augusto III morì a Dresda nel 1763 e fu sepolto nella cattedrale della Santissima Trinità come uno dei pochi re polacchi che furono sepolti al di fuori della cattedrale del Wawel a Cracovia. Durante il declino della Polonia, Dresda fu sede di preparativi per l'insurrezione polacca di Kościuszko.

Tra il 1806 ed il 1918 è stata la capitale del regno di Sassonia (che dal 1871 fece parte dell'Impero tedesco), e la popolazione della città si quadruplicò dai 95 000 abitanti del 1849 ai 396 000 del 1900.

Seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Bombardamento di Dresda.

Nella seconda guerra mondiale la città di Dresda, divenuta verso la fine del conflitto un importante centro economico, militare e di trasporto, era stata bombardata già dall'agosto del 1944, ma nonostante ciò erano stati creati solo pochi rifugi antiaerei. Fra il 13 e il 15 febbraio 1945 la città subì tre terribili bombardamenti a tappeto ad opera dei bombardieri alleati (Inglesi), che sganciarono sulla città 3 900 tonnellate di bombe, di cui molte incendiarie, allo scopo preordinato di sterminare la popolazione, e fu nuovamente bombardata dalla USAAF, con 2 700 tonnellate di bombe, il 2 marzo e il 17 aprile del 1945.

Particolarmente danneggiato fu il centro storico della città, con aree completamente rase al suolo. A causa dell'empio uso di ordigni incendiari non si è mai potuto stabilire il numero esatto delle vittime, che secondo le stime più recenti[7] furono fra 18 000 e 25 000 e 35−40,000 persone. Altri osservatori hanno però ipotizzato un numero di vittime molto maggiore[N 2]. Tutti i numeri proposti, antichi e recenti, tuttavia sono soggetti al dubbio di strumentalizzazioni interessate.

Il periodo postbellico[modifica | modifica wikitesto]

Il centro cittadino al tramonto.

Dresda è stata uno dei più importanti centri industriali della Repubblica Democratica Tedesca, tra il 1949 ed il 1990, anno della riunificazione tedesca (Wiedervereinigung).

Il 1º gennaio 1999 vennero aggregati alla città di Dresda i comuni di Langebrück e Weixdorf.[11]

Nel 2002, l'Elba ha avuto una piena di altezza superiore a quella del suo precedente record del 1845. L'alluvione ha causato molti danni che in gran parte non sono più visibili per via della rapidità della ricostruzione. È stata effettuata la ricostruzione della Frauenkirche, distrutta durante il bombardamento del 1945[12]. La ricostruita chiesa, uno dei più caratteristici edifici in stile barocco di Dresda, è stata inaugurata il 30 ottobre 2005.

A partire dagli anni Duemila, l'intera piazza del Neumarkt ha visto l'inizio di un importante intervento di recupero e di ricostruzione degli edifici distrutti dai bombardamenti alleati. Il primo edificio ad essere completamente ricostruito fu la Frauenkirche, per gli altri edifici storici più importanti è prevista la ricostruzione fedele rispetto a come erano prima della guerra, mentre per gli edifici residenziali è prevista anche una edificazione in chiave moderna [13].

Clima[modifica | modifica wikitesto]

DRESDA[14] Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 1,63,27,613,118,421,823,423,018,913,46,93,22,713,022,713,112,9
T. min. media (°C) −3,1−2,60,03,88,211,713,412,99,96,41,9−1,1−2,34,012,76,15,1
Precipitazioni (mm) 343237455770786546434144110139213130592

Monumenti[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

La Frauenkirche

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Gemäldegalerie, una delle maggiori pinacoteche del mondo; conserva opere di maestri italiani (San Sebastiano di Antonello da Messina, Madonna Sistina di Raffaello Sanzio, Venere di Giorgione, vedute di Venezia e Dresda di Bernardo Bellotto, Il tributo della moneta di Tiziano Vecellio e altre di Correggio, Paolo Veronese, Guido Reni), spagnoli (Diego Velázquez, Bartolomé Esteban Murillo, El Greco), francesi (Impero di Flora di Nicolas Poussin), fiamminghi, olandesi.
  • Semperoper, uno dei teatri d'opera più importanti del mondo, per tradizione e acustica
    Teatro dell'opera
  • Zwinger, complesso architettonico realizzato da Matthäus Daniel Pöppelmann
    Zwinger (Dresda).
  • Brühlsche Terrasse Questa magnifica terrazza, dalla quale è possibile ammirare il paesaggio dell'Elba fino ai colli Loschwitz, venne decantata da Johann Goethe quale "Balcone d'Europa". Nel passato era stata una fortificazione che il Principe elettore Federico Augusto II cedette al conte Heinrich von Brühl (dal quale deriva il nome). Il conte dette l'incarico ad artisti di Dresda di costruire dei sontuosi palazzi e un parco su quello che era praticamente un terrapieno che si estendeva per circa 500 m di lunghezza e 200 m di larghezza. Nessuna delle costruzioni di allora è rimasta in quel luogo, eccettuata la Fontana dei Delfini progettata dall'architetto Pierre Coudray e costruita fra il 1747 e il 1749. Gli edifici ora visibili sono prevalentemente opere del XIX secolo. Alla terrazza conduce un'ampia scalinata, che nel 1868 è stata arricchita con i gruppi scultorei Le quattro ore del giorno. Le originali figure in pietra arenaria vennero sostituite in un secondo tempo da riproduzioni in bronzo. Sull'estremità orientale della terrazza si estende il Brühlsche Garten (Parco Brühl).
    La Brühlsche Terrasse di Dresda nel 1900
  • Kunstakademie. Importante complesso di edifici sede dell'Accademia di belle arti di Dresda.
  • Landhaus, sede del Museo della città di Dresda e della Galleria d'arte della città di Dresda.
  • La Schwebebahn, è una tramvia pensile e un mezzo di trasporto di Dresda che unisce i quartieri di Loschwitz e Oberloschwitz. La linea tramviaria, che ha una lunghezza complessiva di 274 m e supera un'altezza di circa 84 m, venne inaugurata il 6 maggio 1901. Si tratta di una tramvia simile a quella famosa di Wuppertal, costruita secondo il cosiddetto sistema di Eugen Langen, poggiando su 33 piloni in acciaio di supporto. Quella di Dresda è la più antica tranvia pensile montana del mondo ancora in funzione. La tranvia pensile di Dresda non corre su una fune, bensì su una rotaia d'acciaio. Al contrario di quella di Wuppertal le vetture non dispongono di un proprio sistema di propulsione, ma vengono mosse da una fune traente, azionata da un motore operante nella stazione a monte. Questa straordinaria tranvia pensile non venne minimamente danneggiata dagli eventi bellici della seconda guerra mondiale. Fu però messa temporaneamente fuori servizio dal 1984 fino al 1992 a causa di un completo risanamento tecnico e costruttivo.
  • Standseilbahn
  • Erlweinspeicher
  • Blaues Wunder (Meraviglia o Miracolo blu, il nome ufficiale è però Loschwitzer Brücke, cioè "ponte di Loschwitz") è considerato popolarmente il ponte più famoso di Dresda. Costruito fra il 1891 ed il 1893, questo ponte in acciaio ha una lunghezza di 141,5 m. L'inusitato nome è dovuto al fatto che venne inizialmente pitturato in verde, ma dopo poco tempo era diventato inspiegabilmente blu. Ciò, unitamente all'eccezionalità della costruzione, gli meritò il nome di "Meraviglia blu" o anche "Miracolo blu", dato che il lemma Wunder ha in tedesco ambedue i significati. Il nome è diventato proverbiale in Germania ed è entrato a far parte della lingua tedesca, con il significato di qualcosa di straordinario.
    Il ponte "Blaues Wunder"
  • Yenidze
  • Krematorium Tolkewitz
  • Kulturpalast
  • Fürstenzug
    Fürstenzug
  • La Pfunds Molkerei (latteria Pfund), che viene ritenuta la più bella latteria del mondo, tanto da venire citata nel 1998 nel libro Guinness World Records.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Università e ricerca[modifica | modifica wikitesto]

La più importante università di Dresda è l'Università tecnica di Dresda, considerata d'eccellenza, che, nonostante il nome, è una università generalista.

Fra le istituzioni di ricerca, nella capitale sassone ha sede l'Istituto Max Planck per la biologia cellulare e la genetica.

Per gli studi artistici è presente l'Accademia di belle arti.

Biblioteche e archivi[modifica | modifica wikitesto]

La principale biblioteca della città è la Sächsische Landesbibliothek.

L’Archivio centrale di Stato di Dresda è il principale dei tre archivi che compongono l'Archivio di Stato della Sassonia, quello che custodisce l'archivio ministeriale dello Stato libero di Sassonia e l'archivio degli organi centrali del Regno di Sassonia e dell'Elettorato di Sassonia.

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Il museo storico-militare dell'esercito tedesco

Teatri e musica[modifica | modifica wikitesto]

Teatro dell'opera (Sächsische Staatsoper)

L'edificio della Semperoper è la sede sia della Sächsische Staatsoper Dresden ("Opera statale sassone di Dresda") sia della Sächsische Staatskapelle Dresden ("Orchestra statale sassone di Dresda").

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Dresda Centrale.

Il trasporto pubblico cittadino è gestito dalla Dresdner Verkehrsbetriebe.

S-Bahn[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: S-Bahn di Dresda.

La Deutsche Bahn esercisce una rete di S-Bahn costituita di 4 linee:

Rete tranviaria[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Rete tranviaria di Dresda.
I più lunghi tram di Dresda hanno stabilito un record di lunghezza

Aeroporti[modifica | modifica wikitesto]

La città è servita dall'Aeroporto di Dresda.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

La Dinamo Dresda è la società calcistica cittadina.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Dresda.

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Dintorni di Dresda[modifica | modifica wikitesto]

Panorama della Svizzera sassone

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni
  1. ^ È stata poi rimossa nel 2009, in seguito alla costruzione del ponte Waldschlösschen.[6]
  2. ^ cioè 135 000. Il bombardamento di Dresda fu utilizzato dalla propaganda nazionalsocialista, e successivamente dal regime della DDR, in chiave antistatunitense, accusando gli Alleati occidentali di crimini contro l'umanità.
Fonti
  1. ^ Ente statistico della Sassonia - Dati sulla popolazione
  2. ^ Luciano Canepari, Dresda, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
  3. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Dresda", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  4. ^ (DE) Elbflorenz: Wie viel Italien steckt in Dresden?, in Dresden Magazin, 9 maggio 2018. URL consultato il 19 settembre 2023.
  5. ^ (DE) Dresden - das Elbflorenz, su webtv.loescher.it, Loescher. URL consultato il 19 settembre 2023.
  6. ^ (FREN) Dresde est retirée de la Liste du patrimoine mondial de l'UNESCO, UNESCO, 25 giugno 2009. URL consultato il 19 settembre 2023.
  7. ^ a b Dichiarazione finale della commissione di storici ufficiale, da dresden.de
  8. ^ Das Geheimnis des Baches Zuchewidre. Sächsische Zeitung, 30 marzo 2006
  9. ^ Copia archiviata, su dresdner-stadtteile.de. URL consultato il 28 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2018).
  10. ^ 1709 - Stadtwiki Dresden
  11. ^ (DE) Gebietsänderungen vom 01.01. bis 31.12.1999, su destatis.de.
  12. ^ Claudia Zanlungo, Paesaggi urbani sull'Elba: la ricostruzione di Magdeburgo e Dresda, Storia urbana: rivista di studi sulle trasformazioni della città e del territorio in età moderna: 129, 4, 2010 (Milano: Franco Angeli).
  13. ^ https://www.skyscrapercity.com/threads/reconstruction-of-dresdens-neumarkt-new-market.250017
  14. ^ https://it.climate-data.org/location/2130/
  15. ^ Copia archiviata, su stmd.de. URL consultato il 28 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2019).
  16. ^ Start | MHMBw

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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