Achille Casanova
Achille Casanova (Minerbio, 1861 – Bologna, 1948) è stato un pittore, decoratore e ceramista italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Ex allievo del Collegio Venturoli, Achille Casanova è considerato uno dei grandi interpreti del liberty a Bologna.[1] Ha curato la decorazione della Cappella per la pace dei popoli nella chiesa di San Francesco, dove sarà sepolto il suo mentore artistico, Alfonso Rubbiani.[1]
Durante la Grande esposizione emiliana del 1888, con la Gilda del Rubbiani espone nelle sale della Villa Reale di San Michele in Bosco.[2]
In Certosa realizza le decorazioni a mosaico delle celle Gangia (1892 - 1896) e Cillario (1897 - 1903), collocate nel Chiostro a levante del Chiostro Maggiore. Per la decorazione della cella Gangia si ispira alla decorazione musiva del Mausoleo di Galla Placidia di Ravenna.[3][4]
Partecipa del fermento intellettuale e artistico bolognese insieme al fratello Giulio, architetto e ceramista. Tra il 1898 e il 1902 frequenta anche l'Accademia della Lira.[5]
Nel 1902 realizza le decorazioni della Sala Verde dei matrimoni in Palazzo d'Accursio, con tralci di fiori d'arancio, garofani e rose, motivi che alludono all'amore, alla bellezza e alla fecondità.[1]
Nello stesso anno, in occasione della partecipazione della società Aemilia Ars di cui è membro all'Esposizione internazionale d'arte decorativa moderna, i modelli di decorazione degli artisti bolognesi sono pubblicati su prestigiose riviste nazionali: tra essi figurano i pannelli di Casanova apparsi su Arte Italiana decorativa e industriale.[6]
Nel 1908 partecipa al restauro del Palazzo dei Notai: realizza i disegni per i dipinti e i decori del soffitto a cassettoni basandosi sui documenti del XVI secolo.[7]
Tra il 1908 e il 1951 esegue il ciclo pittorico della cappella della Beata Vergine Immacolata nella Basilica di San Petronio, subentrando a Renato Pasqui.[8]
È anche autore dei cicli decorativi del Palazzo Rosso a Bentivoglio, di proprietà del marchese Carlo Alberto Pizzardi, e dei decori del salotto degli Ireos o dei Pavoni e del salotto dei Melograni del palazzo dei conti Cavazza.[9][1]
A parte una importante commessa per la basilica di Sant'Antonio a Padova,[10] la sua attività professionale si svolgerà interamente a Bologna.[1]
Nel corso della sua carriera Casanova collaborò con lo studio tecnico-artistico del Comitato per Bologna Storica e Artistica[11] e sarà anche insegnante dei corsi serali dell'Accademia di belle arti e del Collegio Venturoli.[1]
È sepolto nel Campo 1945 della Certosa di Bologna.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f 1902. Achille Casanova decora la Sala dei matrimoni in Palazzo d'Accursio, Bologna Online.
- ^ 7 maggio 1888. La Grande Esposizione Emiliana, su Bologna Online, Biblioteca Sala Borsa. URL consultato il 29 agosto 2022., pubblicato con licenza CC-BY-SA 4.0
- ^ Emanuela Lamborghini (a cura di), Cella Gancia, su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 29 agosto 2022.
- ^ Cella Cillario, su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 29 agosto 2022.
- ^ Accademia della Lira, su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 29 agosto 2022.
- ^ 10 maggio 1902. Successo di Aemilia Ars all'Esposizione Internazionale di Torino, su Bologna Online, Biblioteca Sala Borsa. URL consultato il 29 agosto 2022., pubblicato con licenza CC-BY-SA 4.0
- ^ 1908. Il restauro del Palazzo dei Notai, su Bologna Online, Biblioteca Sala Borsa. URL consultato il 29 agosto 2022., pubblicato con licenza CC-BY-SA 4.0
- ^ 1° gennaio 1929. La cappella della B.V. Immacolata in San Petronio, su Bologna Online, Biblioteca Sala Borsa. URL consultato il 29 agosto 2022., pubblicato con licenza CC-BY-SA 4.0
- ^ I conti Cavazza furono animatori, assieme ad Alfonso Rubbiani, dell'Aemilia Ars.
- ^ Antonello Nave, Un festeggiamento bolognese per Achille Casanova, con il contributo di D’Annunzio e Zangarini, in «Il Santo. Rivista francescana di storia dottrina arte», XLVI, 2006, 3, pp. 463-468
- ^ Comitato per Bologna Storica e Artistica (a cura di), Comitato per Bologna Storica e Artistica, su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 29 agosto 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Il Liberty a Bologna e nell'Emilia Romagna. Architettura, arti applicate e grafica, pittura e scultura. Retrospettiva di Roberto Franzoni, Adolfo De Carolis e Leonardo Bistolfi, GRAFIS, Bologna, 1977 (catalogo della mostra alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna nel marzo-maggio 1977)
- Antonello Nave, Un festeggiamento bolognese per Achille Casanova, con il contributo di D’Annunzio e Zangarini, in «Il Santo. Rivista francescana di storia dottrina arte», XLVI, 2006, 3, pp. 463-468
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Achille Casanova
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Achille Casanova, in Storia e Memoria di Bologna, Comune di Bologna.
- Achille Casanova, su PatER - Catalogo del Patrimonio culturale dell’Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna.
- Parte del testo è tratta da 1902. Achille Casanova decora la Sala dei matrimoni in Palazzo d'Accursio, su Bologna Online, Biblioteca Sala Borsa. URL consultato il 29 agosto 2022., pubblicato con licenza CC-BY-SA 4.0 (fonte)
- Casanova Achille, su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 29 agosto 2022.
- Achille Casanova, su Catalogo Generale dei Beni Culturali. URL consultato il 29 agosto 2022., pubblicato con licenza CC-BY-SA 4.0
Controllo di autorità | VIAF (EN) 44203346 · ISNI (EN) 0000 0003 9421 4183 · SBN SBNV061862 · ULAN (EN) 500035594 · LCCN (EN) nr97010849 · GND (DE) 1057517089 |
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