Alfred Saalwächter
Alfred Saalwächter | |
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Nascita | Neusalz an der Oder, 10 gennaio 1883 |
Morte | Mosca, 6 dicembre 1945 |
Cause della morte | Fucilazione |
Dati militari | |
Paese servito | Impero tedesco Repubblica di Weimar Germania nazista |
Forza armata | Kaiserliche Marine Reichsmarine Kriegsmarine |
Anni di servizio | 1901-1945 |
Grado | Generaladmiral |
Guerre | Prima guerra mondiale Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna di Norvegia |
Battaglie | Operazione Weserübung Operazione Cerberus |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da World War II at Sea: An Encyclopedia[1] | |
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Alfred Saalwächter (Neusalz an der Oder, 10 gennaio 1883 – Mosca, 6 dicembre 1945) è stato un ammiraglio tedesco, già distintosi come ufficiale imbarcato sui sommergibili durante la prima guerra mondiale, dove venne decorato con la Croce di Ferro di I classe. Dopo l'avvento al potere del partito nazionalsociaslista fu tra i protagonisti della ricostruzione della Kriegsmarine. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale assunse il comando del Marine-Gruppenkommando West supervisionando tutte le operazioni navali tedesche fino al 20 aprile 1942 quando fu sostituito dall'ammiraglio Wilhelm Marschall e collocato in posizione di riserva, insignito della Croce di Cavaliere della Croce di Ferro. Al termine della guerra fu arrestato e imprigionato dalle autorità di occupazione sovietiche. Trasferito a Mosca fu processato per presunti crimini di guerra e fucilato il 6 dicembre 1945. Nel 1994 un tribunale russo riesaminò le accuse e lo dichiarò completamente innocente..
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Neusalz an der Oder, nella Slesia prussiana, il 10 gennaio 1883, figlio di un direttore di fabbrica.[2] Entrò nella Kaiserliche Marine come Seekadett il 10 aprile 1901, imbarcandosi dapprima sul Moltke, e poi sull'incrociatore protetto Hertha.[3] Il 29 settembre 1904 fu promosso al grado di Leutnant zur See. Servì nelle unità di Bordkommando, dapprima nella 2. Matrosen-Division, e poi sulla nave da battaglia Hessen appartenente alla 2. Werft-Division. Promosso Oberleutnant zur See il 10 marzo 1906, servì come aiutante di campo presso il I. Abteilung della 2. Torpedo-Division, per imbarcarsi quindi sull'incrociatore corazzato Gneisenau.[1] Nel 1910 fu trasferito sulla nave da battaglia Hannover, passando quindi sulla Westfalen in qualità di aiutante di bandiera (Flaggleutnant) del viceammiraglio Hugo von Pohl, comandante del I. Marine-Geschwader. Promosso Kapitänleutnant il 10 aprile 1911 fu trasferito presso l'Ammiragliato a Berlino, ricoprendo, come ultimo incarico, quello di capo del dipartimento operazioni.[1] Il 31 marzo 1915 si imbarcò come aiutante di bandiera sulla nave da battaglia Friedrich der Grosse, appartenente alla Flotta d'alto mare.[1] Nel febbraio 1916 fu trasferito in servizio sui sottomarini e dopo aver frequentato la scuola per sommergibilisti, a partire dal settembre 1916 assunse in successione il comando degli U-Boat U-25, U-46, e U-94.[1] Sbarcato nel marzo 1918 fu decorato con la Croce di Ferro di I classe, e la Croce di Cavaliere dell'Ordine di Hohenzollern con spade, concludendo la guerra come Ufficiale dello Stato maggiore del Comandante dei sommergibili, il Commodoro Andreas Michelsen.
Tra le due guerre
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1920 entrò nella Reichsmarine con il grado di Korvettenkapitän, prestando servizio sulla corazzata Braunschweig come ufficiale di stato maggiore.[1] Il 1 ottobre 1926 assunse il comando dell'incrociatore protetto Amazone, e un anno dopo, promosso Fregattenkapitän, quello della nave da battaglia Schlesien.[1] Promosso Kapitän zur See il 15 ottobre 1928 ricoprì l'incarico di capo di stato maggiore del viceammiraglio Iwan Oldekop per due anni. Il 1 ° ottobre 1932 fu promosso Konteradmiral e assunse l'incarico di capo del dipartimento navale della marina (Marinewehrabteilung).[1] Il 2 ottobre 1933 fu nominato ispettore per l'addestramento navale. Nel corso dei successivi cinque anni ebbe una forte influenza sullo sviluppo del giovane corpo degli ufficiali della Kriegsmarine. Promosso Vizeadmiral il 1 aprile 1935, e Admiral il 1 giugno 1937,[1] il 28 ottobre 1938 fu nominato Ammiraglio comandante del Mare del Nord con quartier generale a Wilhelmshaven, il più alto comando della Kriegsmarin a quell'epoca.[4] Il 2 marzo 1939 inviò una dettagliata relazione all'Oberkommando der Marine in cui discuteva apertamente sull'acquisizione delle basi in Norvegia in caso di scoppio della guerra con Francia e Gran Bretagna.[5] Il rapporto sottolineava sia i pericoli che correva la Germania a causa del dominio britannico nelle acque norvegesi, sia la favorevole posizione geo-strategica che l'occupazione tedesca della Norvegia avrebbe comportato.[5]
La seconda guerra mondiale
[modifica | modifica wikitesto]Con lo scoppio della seconda guerra mondiale nel settembre del 1939, assunse il comando del Marine-Gruppenkommando West, responsabile delle operazioni nel Mare del Nord, che portò a controversie tra lui e i comandanti della flotta (Flottenchef) i Viceammiragli Hermann Boehm, Wilhelm Marschall e Günther Lütjens.[1] Il 1 gennaio 1940 fu promosso al grado di Generaladmiral, e insieme all'ammiraglio Rolf Carls ebbe il comando tattico dell'invasione della Norvegia (Operazione Weserübung).[5] Il 9 maggio 1940 ricevette la Croce di Cavaliere della Croce di Ferro,[6] e a partire dall'estate di quell'anno condusse le operazioni delle navi di superficie tedesche nel Nord Atlantico e nel Canale della Manica. Diresse la operazioni delle E-Boat contro le navi britanniche durante la fase Kanalkampf della battaglia d'Inghilterra, operando in supporto alla Luftwaffe,[1] e successivamente seguì la sortita in mare della nave da battaglia Bismarck e dell'incrociatore pesante Prinz Eugen (Operazione Rheinübung).
Tra l'11 e il 12 febbraio 1942 supervisionò lo svolgimento dell'operazione Cerberus, cioè l'operazione militare condotta dalla Kriegsmarine per riportare la squadra navale composta dagli incrociatori da battaglia Scharnhorst e Gneisenau,[7] dall'incrociatore pesante Prinz Eugen, e da altri vascelli[N 1] nei porti della Germania settentrionale. Il 20 settembre dello stesso anno fu sostituito al comando del Marine-Gruppenkommando West dall'ammiraglio Marschall.[N 2] Il 30 novembre 1942 fu posto in posizione di riserva, rimanendovi fino alla fine della guerra.[1]. Imprigionato dalle autorità militari sovietiche presso l'ex carcere minorile Magdalenenstraße a Berlino-Lichtenberg il 21 giugno 1945 fu successivamente trasferito in Unione Sovietica nel mese di luglio.[1] Processato a Mosca da un tribunale militare sovietico il 17 ottobre, fu condannato a morte per crimini di guerra, peraltro mai chiariti. La sentenza fu eseguita per fucilazione il 6 dicembre.[8] Dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica, nel 1994 fu formalmente scagionato da ogni accusa da un tribunale russo.[8]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze tedesche
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Al comando della flottiglia di cacciatorpediniere, composta dalle unità Z 29 (nave ammiraglia), Paul Jacobi, Richard Beitzen, Friedrich Ihn, Z 25, e Hermann Schoemann, vi era il capitano di vascello Erich Bey.
- ^ A sua volta sostituito dall'ammiraglio Theodor Krancke nell'aprile 1943.
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Manfred Dörr, Die Ritterkreuzträger der Überwasserstreitkräfte der Kriegsmarine—Band 3: P-Z, Osnabrück, Biblio Verlag, 1996, ISBN 978-3-7648-2453-2.
- (DE) Walther-Peer Fellgiebel, Die Träger des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939–1945 – Die Inhaber der höchsten Auszeichnung des Zweiten Weltkrieges aller Wehrmachtteile, Friedberg, Podzun-Pallas, 2000, ISBN 978-3-7909-0284-6.
- (DE) Hans H. Hildebrand e Ernest Henriot, A-G. Deutschlands Admirale 1849–1945. Die militärischen Werdegänge der See-, Ingenieur-, Sanitäts-, Waffen- und Verwaltungsoffiziere im Admiralsrang. Band 3: P-Z, Osnabrück, Biblio Verlag, 1990, ISBN 3-7648-1700-3.
- (EN) Malcolm H. Murfett, Naval Warfare 1919–45: An Operational History of the Volatile War at Sea, Abingdon, Routledge, 2009, ISBN 0-203-88998-3.
- (DE) Klaus D. Patzwall e Veit Scherzer, Das Deutsche Kreuz 1941 – 1945 Geschichte und Inhaber Band II, Norderstedt, Verlag Klaus D. Patzwall, 2001, ISBN 978-3-931533-45-8.
- Léonce Peillard, La Battaglia dell'Atlantico, Milano, A. Mondadori, 1992, ISBN 88-04-35906-4.
- (EN) John Deane Potter, Breakout, Toronto, Bantam Books, 1982, ISBN 978-0-553-20749-1.
- (DE) Clemens Range, Die Ritterkreuzträger der Kriegsmarine, Stuttgart, Motorbuch Verlag, 1976, ISBN 978-3-87943-355-1.
- (DE) Veit Scherzer, Die Ritterkreuzträger 1939–1945 Die Inhaber des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939 von Heer, Luftwaffe, Kriegsmarine, Waffen-SS, Volkssturm sowie mit Deutschland verbündeter Streitkräfte nach den Unterlagen des Bundesarchives, Jena, Scherzers Miltaer-Verlag, 2007, ISBN 978-3-938845-17-2.
- (DE) Reinhard Stumpf, Die Wehrmacht-Elite, Boppard am Rhein, Harald Boldt Verlag, 1982, ISBN 3-7646-1815-9.
- (EN) Spencer C. Tucker, World War II at Sea: An Encyclopedia, Santa Barbara, ABC CLIO, 2011, ISBN 1-59884-458-X.
- (EN) David T. Zabecki, Germany at War: 400 Years of Military History, Santa Barbara, ABC CLIO, 2014, ISBN 1-59884-981-6.
- Periodici
- Nico Sgarlato, Lo Z-Plan della Kriegsmarine, in Eserciti nella Storia, n. 36, Parma, Delta Editrice, luglio-agosto 2006, pp. 20-28, ISSN 1591-3031.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Leonardo Formentini, Alfred Saalwächter, su U-Boat.
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