Antinoo (figlio di Eupite)

Antinoo è un personaggio della mitologia greca; figlio di Eupite, è uno dei Proci che più insidiavano il trono di Itaca e aspiravano alla mano di Penelope, moglie di Ulisse.

È uno degli antagonisti nell'Odissea, che narra le avventure di Ulisse dalla guerra di Troia al suo ritorno in patria.

Nel libro I dell'Odissea è descritto come il più bello e il più supponente dei Proci, i quali durante l'assenza di Ulisse, avevano invaso il suo palazzo e cercavano di sposarne la moglie Penelope. Si distingueva per arroganza, brutalità, orgoglio e durezza. Durante l'assenza di Ulisse tentò di far perire Telemaco, cercando poi di guidare i suoi compagni alla corsa dei beni di Ulisse. Insultò Eumeo allorché il vecchio guardiano di porci introdusse Ulisse sotto forma di mendicante nel palazzo; incitò Iro contro Ulisse, che neanche allora riconobbe, e lo ferì col suo soppidiano allorché questi gli volle rimproverare la sua durezza nel negargli un tozzo di pane[1].

Venne ucciso dalla prima freccia di quest'ultimo, mentre si accingeva a bere da una coppa, quando Ulisse si rivelò portando a compimento la sua vendetta.

Sarebbe questa l'origine dell'espressione «Quanto è lontano dalla coppa alle labbra».

Secondo Apollodoro, Antinoo sedusse infine Penelope e Odisseo la rimandò dal padre Icario[2].

Influenza culturale

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Ad Antinoo è intitolato il cratere Antinoo su Teti[3].

  1. ^ Carlo Antonio Vanzon, Dizionario universale della lingua italiana, ed insieme di geografia ... mitologia &c.., 1840, p. 278. URL consultato il 30 settembre 2018.
  2. ^ (EN) Apollodoro, Biblioteca, Epitome VII, 38, su theoi.com. URL consultato il 18 giugno 2019.
  3. ^ (EN) Antinous, su Gazetteer of Planetary Nomenclature. URL consultato il 9 gennaio 2016.

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Lo stesso argomento in dettaglio: Odissea.
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