Antonio di Sassonia

Antonio di Sassonia
Re di Sassonia
Stemma
Stemma
In carica5 maggio 1827
6 giugno 1836
PredecessoreFederico Augusto I
SuccessoreFederico Augusto II
Nome completoAntonio Clemente Teodoro Maria Giuseppe Giovanni Evangelista Giovanni Nepomuceno Francesco Saverio Luigi Gennaro
NascitaDresda, 27 dicembre 1755
MorteDresda, 6 giugno 1836 (80 anni)
Luogo di sepolturaCattedrale della Santissima Trinità, Dresda
Casa realeWettin
PadreFederico Cristiano di Sassonia
MadreMaria Antonia di Baviera
ConsorteMaria Carolina di Savoia
Maria Teresa d'Austria
ReligioneCattolicesimo

Antonio Clemente di Sassonia (Anton Clemens Theodor Maria Joseph Johann Evangelista Johann Nepomuk Franz Xavier Aloys Januar; Dresda, 27 dicembre 1755Dresda, 6 giugno 1836) fu re di Sassonia (1827-1836).

Ritratto della famiglia elettorale di Sassonia nel 1772: Antonio è il penultimo sulla destra, con la mano dello zio reggente Francesco Saverio di Sassonia sulla spalla

Conosciuto come Anton der Gütige (Antonio il Gentile), Antonio di Sassonia era il figlio quintogenito di Federico Cristiano di Sassonia e di Maria Antonia di Baviera.[1]

Nel 1781 Antonio sposò Maria Carolina di Savoia (17 gennaio 1764 - 28 dicembre 1782), figlia del re di Sardegna Vittorio Amedeo III, ma, già un anno dopo, si ritrovò vedovo e sposò nel 1787 in seconde nozze Maria Teresa Giuseppa d'Asburgo-Lorena (1767-1827), figlia dell'arciduca Leopoldo d'Asburgo-Lorena (futuro imperatore), che gli diede quattro figli, di cui nessuno visse però più di due anni. L'opera di Mozart Don Giovanni fu originariamente creata per essere rappresentata durante la prima visita a Praga di Antonio con sua moglie il 14 ottobre 1787, dal momento che anche il libretto era stato loro dedicato. La première non poté essere preparata per tempo e pertanto venne sostituita con Il matrimonio di Figaro su espresso ordine dello zio della sposa, l'imperatore Giuseppe II. La scelta de Il matrimonio di Figaro, come lasciarono trasparire in molti, venne considerata impropria per dei novelli sposi e la coppia lasciò il teatro senza vedere nemmeno tutta l'opera. Mozart si risentì molto di questo gesto, come scrisse in una lettera all'amico Gottfried von Jacquin. Antonio presenziò nuovamente a Praga nel settembre del 1791 per la prima de La clemenza di Tito, scritta dallo stesso Mozart come parte per le cerimonie d'incoronazione del suocero Leopoldo II come re di Boemia.

Antonio di Sassonia in una litografia del 1835

Nel 1827 Antonio succedette al fratello Federico Augusto I come sovrano di Sassonia, non avendo questi avuto discendenti. Completamente a digiuno di nozioni politiche e giunto ormai a 71 anni, Antonio decise di accettare la corona, ma si dimostrò fermamente intenzionato a non volere apportare cambiamenti profondi alla politica interna ed esterna dello stato.

I diplomatici prussiani erano desiderosi di affidare la provincia della Renania prussiana (a predominanza cattolica) ad Antonio (che era un cattolico) in cambio della Sassonia luterana nel 1826, ma il regnante, conservatore delle tradizioni di famiglia, rifiutò.

A seguito della Rivoluzione di luglio del 1830 in Francia, agitazioni scoppiarono anche in Sassonia nell'autunno di quell'anno, con lo scopo essenziale di richiedere ed ottenere una costituzione statale. In coerenza con questi ideali, dal gabinetto di governo si dimise Detlev von Einsiedel, il 13 settembre 1830, rimpiazzato da Bernhard von Lindenau. A seguito dei disordini scoppiati, venne infine adottata nel 1831 una nuova costituzione, che entrò in vigore il 4 settembre di quell'anno: la Sassonia divenne così una monarchia costituzionale, sebbene con un accento più conservatore rispetto alle costituzioni adottate da altri stati tedeschi nel medesimo periodo. Il re mantenne sempre la sua sovranità esclusiva ed unica; tuttavia venne obbligato a rendere edotti ministri e senato delle decisioni da prendere e da discutere.

Grazie all'intervento di Antonio, la Sassonia entrò nel 1834 come membro nello Zollverein tedesco, traendone importanti vantaggi nel commercio, nell'industria e nei trasporti.

Ad Antonio successe il nipote Federico Augusto II.

Matrimonio e figli

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Il 18 ottobre 1787, a Dresda, sposò Maria Teresa Giuseppa d'Asburgo-Lorena, figlia dell'Imperatore Leopoldo II d'Asburgo-Lorena. I figli nati dal matrimonio furono quattro, ma morirono tutti durante l'infanzia:

  • Maria Luisa (14 marzo 1795 - 25 aprile 1796);
  • Federico Augusto (5 aprile 1796);
  • Maria Giovanna (5 aprile 1798 - 30 ottobre 1799);
  • Maria Teresa (15 ottobre 1799).
Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Augusto II di Polonia Giovanni Giorgio III di Sassonia  
 
Anna Sofia di Danimarca  
Augusto III di Polonia  
Cristiana Eberardina di Brandeburgo-Bayreuth Cristiano Ernesto di Brandeburgo-Bayreuth  
 
Sofia Luisa di Württemberg  
Federico Cristiano di Sassonia  
Giuseppe I d'Asburgo Leopoldo I d'Asburgo  
 
Eleonora del Palatinato-Neuburg  
Maria Giuseppa d'Austria  
Guglielmina Amalia di Brunswick-Lüneburg Giovanni Federico di Brunswick-Lüneburg  
 
Benedetta Enrichetta del Palatinato  
Antonio di Sassonia  
Massimiliano II Emanuele di Baviera Ferdinando Maria di Baviera  
 
Enrichetta Adelaide di Savoia  
Carlo VII di Baviera  
Teresa Cunegonda Sobieska di Polonia Giovanni III di Polonia  
 
Maria Casimira Luisa de la Grange d'Arquien  
Maria Antonia di Baviera  
Giuseppe I d'Asburgo Leopoldo I d'Asburgo  
 
Eleonora del Palatinato-Neuburg  
Maria Amalia d'Asburgo  
Guglielmina Amalia di Brunswick-Lüneburg Giovanni Federico di Brunswick-Lüneburg  
 
Benedetta Enrichetta del Palatinato  
 
Re di Sassonia
Sassonia

Federico Augusto I
Antonio
Federico Augusto II
Giovanni
Alberto
Giorgio
Figli
Federico Augusto III
Figli
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Onorificenze sassoni

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Onorificenze straniere

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  1. ^ Carlo Bindolini, Maria Teresa di Savoia: Contessa d’Artois Dagli splendori della Corte alla solitudine dell’esilio (PDF), su tricolore-italia.com, Tricolore, Speciale N. 106, 31 gennaio 2006, p. 4.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Re di Sassonia Successore
Federico Augusto I 1827-1836 Federico Augusto II
Controllo di autoritàVIAF (EN222787791 · ISNI (EN0000 0003 5980 8496 · SBN BCTV010182 · BAV 495/365320 · CERL cnp00946205 · LCCN (ENnr97035295 · GND (DE117764310 · BNF (FRcb14850031d (data) · J9U (ENHE987007345611905171