Bacchu-ber

Il bacchu-ber, 16 agosto 2003

Il bacchu-ber è una danza di spade del quartiere di Pont-de-Cervières, nella città di Briançon (Hautes-Alpes, Francia), la cui origine risale a molti secoli fa (la prima testimonianza è del 1730). Questa danza è unica in Francia e una delle poche in Europa ad aver attraversato il tempo. [1]. Si esegue una volta all'anno, il 16 agosto, giorno di San Rocco, patrono del quartiere di Pont-de-Cervières.

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Le origini sono quasi impossibili da determinare si evocano una danza celtica, romana, gallica, greca, importata dalle Fiandre. Un riavvicinamento con il dio Bacco può essere tentato vista la somiglianza in ortografia, ma rimane aleatorio.

Essendo San Rocco invocato in tempi di peste per lottare contro le epidemie, molti autori ipotizzano che i superstiti della peste a Pont-de-Cervières avrebbero scelto questo santo per proteggere il loro villaggio; tuttavia, non ci sono prove che sia stato fatto un voto a proposito di questa danza. [2].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La danza viene eseguita da nove uomini vestiti interamente di bianco, tranne per un piccolo nodo nero intorno al collo, di una larga fusciacca rossa e scarpe (come quelle da ballo) nere. Gli uomini formano un cerchio, fanno il saluto ed eseguono delle forme geometriche con le loro spade.

Ogni uomo tiene la punta della spada di un altro e l'impugnatura della propria. Tutti si muovono con passi scivolati e cadenzati (serie di 3 piccoli passi). Alzando le spade e passando uno sotto l'altro, disegnano diverse forme come tre triangoli, un rettangolo e una stella, due rettangoli, una stella e un triangolo.

La figura finale, chiamata la lève, è composta da un cerchio di ballerini, uno dei quali è al centro in mezzo alle spade intrecciate attorno al suo collo. Tutti i ballerini si inginocchiano e si rialzano più volte allo stesso tempo.

Nell'estate del 1936, il presidente della Repubblica francese, Albert Lebrun, assistette ad una rappresentazione. [3].

Nel corso delle due guerre mondiali il bacchu-ber non fu mai ballato. Nel 2003, per l'anniversario del bacchu-ber, la danza è stata eseguita eccezionalmente da due cerchi di nove danzatori (di solito vi è solo un cerchio).

Melopea[modifica | modifica wikitesto]

La danza è accompagnata da un canto comunemente chiamato la Dratanla, che si apparenta più a una melopea che a una vera canzone. È cantata da una dozzina di donne vestite con il costume tradizionale di Pont-de-Cervières. Le donne sono generalmente sedute su una panchina, ma talvolta cantano in piedi. Il costume tradizionale comprende un capricapo (cuffia) di cotone annodato sotto il mento, uno scialle su un caraco, une lunga gonna antracite con piccoli motivi leggermente provenzali con un elastico alla vita. Un grembiule è aggiunto sopra la gonna: si annoda davanti e mantiene fermo lo scialle.

Testo approssimativo

«La dratanla la dra, la dratanla, la

La dratanla, la dra, la dratanla,
Et dralala, la dratanla, la dra la,
La dratanla, la dratata la dra,
La dratanla, la dra,
La dratanla, la dratanla, la dra, la la dra.»

Luoghi della danza[modifica | modifica wikitesto]

La danza è di norma effettuata due volte su un palco di legno; dura ogni volta circa 20 minuti. La prima rappresentazione si svolge nella Place de l'Eglise (dove si trova la chiesa di San Rocco e San Marcello). Quindi, ballerini, cantanti e spettatori scendono lungo la rue du Bacchu-ber per raggiungere la Place Jean Jaurès dove la danza è ripetuta.

Nel passato la danza veniva eseguita 3 volte.

Associazioni[modifica | modifica wikitesto]

La Società degli ammiratori del Bacchu-ber gestisce l'organizzazione della cerimonia, ed è stata fondata nel 1935.

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

  • 2000 Malicorne, album Nous sommes chanteurs de sornettes, titolo Le Bacchu-ber.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La France pittoresque, n° 22, avril-mai-juin 2007
  2. ^ Recueil de textes, le bacchu-ber et la danse des épées, André Carénini, Edisud, 2005
  3. ^ Racconto di Fernand Carhlian-Ribois, Recueil de textes, le bacchu-ber et la danse des épées, André Carénini, Edisud, 2005

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Abel Hugo, La Francia Pittoresca La France pittoresque, ou Description pittoresque, topographique et statistique des départements et colonies de la France... avec des notes sur les langues, idiomes et patois... et des renseignements statistiques... accompagnée de la statistique générale de la France..., Paris, Delloye, 1835 (capitolo Hautes-Alpes, pagina 354).
  • Paul Guillemin, « Le Bacchu-ber, essai historique et archéologique », Bulletin de la section lyonnaise, n° 1, 1878, imprimerie de Pitrat aîné, Club Alpin français.
  • Julien Tiersot, Canzoni popolari di Alpi francesi Chansons populaires des Alpes françaises, Grenoble, H. Falque et F. Perrin, Librairie dauphinoise ; Moutiers, François Ducloz, Librairie Savoyarde, 1903, 549 p. Nel capitolo XI, pagina 496, sulle danze, sviluppo e illustrazione del bacchu-ber.
  • Raphaël Blanchard, Le ba'cubert : l'art populaire dans le Briançonnais, Librairie ancienne Honoré Champion, 1914, 90 p.
  • Violet Alford, « The Baccubert », in Journal of the English Folk Dance and Song Society, 1940.
  • Fernand-Henri Carlhian, Folklore briançonnais. Le Bacchu-ber conservé à Pont-de-Cervières : une danse des épées... une survivance du culte de Bacchus, 1959.
  • Claude Muller, I misteri del Delfinato Les Mystères du Dauphiné, éditions De Borée, 2001, p. 138-142.
  • Marc de Ribois et André Carénini (éd.), Il bacchu-ber e le danze di spade negli Alpi occidentali Le Bacchu-ber et les danses des épées dans les Alpes occidentales, Edisud, 2005, ISBN 978-2-85744-895-2.

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