Bartolomeo da Novara
Bartolomeo da Novara (Novara, seconda metà del XIV secolo – prima metà del XV secolo) è stato un giurista italiano attivo dal 1390 alla prima metà del 1400.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Poche sono le notizie biografiche e gli studi accademici certi pervenuti ad oggi[1]. Le prime fonti (1390) lo descrivono come avvocato concistoriale mandato da papa Bonifacio IX in Inghilterra in veste di nunzio apostolico[1]. Nel 1394 ricopre il ruolo di teste in un instrumentum concordiae tra un Colonna e il papa ma anche di un instrumentum impignorationis che riguardava alcuni beni di Carlo Malatesta da Bertinoro, i quali vennero sottoposti a garanzia dal papa (Bonifacio IX)[1]. Inoltre, in base ad alcune notizie non si può escludere il ruolo di insegnante presso l'ateneo di Bologna ricoperto tra il 1424 e il 1429[1]. Oggetto del suo insegnamento troviamo: la lectura Codicis, diebus festivis de sero, la lectura Digesti Veteris, diritto canonico con la lectura ordinaria Sexti et Clementinarum[1]. Il suo stipendio oscilla tra i 101 lire annue e le 125 lire[1].
Non del tutte certe sono anche le informazioni circa i suoi studi dove sembra che compaiano opere esegetiche[1]. Tra gli studiosi che hanno cercato di interpretare le fonti e dare notizie certe sulla paternità di alcune opere che nel corso del tempo sono state attribuite a Bartolomeo da Novara vi sono Eduard Meijers, Guido Panciroli, Girolamo Tiraboschi, Giammaria Mazzuchelli, Friedrich Carl von Savigny ed Enrico Besta[1].
Tra gli scritti in cui compare l'intervento dell'autore Casus in quibus requiritur speciale mandatum:ms. Vat. lat. 10726 della Biblioteca Vaticana f. 99. P, opera composta da un indice negoziale in cui nella prima parte dove sono presenti i casus, ve ne sono alcuni non numerati in cui compare la sigla "subscriptio:"Bartolus (1) de Novaria utriusque iuris doctor"[1]. Altra opera riguarda le Institutiones giustinianee: Inst.1, 2,1 (nel ms. 917 della Universitátsbibliothek di Lipsia, ai ff. 325-329), InSt.1, 2, 9 (nel ms. lipsiense, ai ff. 330-336), in cui Bartolomeo da Novara aggiunge, a due paragrafi, delle Repetitiones[1]. Nel codice lipsiense le due repetitiones sono intitolate Materia statutorum domini bartholomei de novaria quam posuit super paragraphuni Ius autem civile Institutionum de iure naturali gentium et civili e Materia consuetudinis bartholomeí de novaria quam posuit super paragraphum Non scripto Institutionum de iure nature (!) gentium et civili[1].
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Manoscritti
[modifica | modifica wikitesto]- Lectura Institutionum, XV secolo, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Fondo Vaticano latino, Vat. lat. 2540, ff. 111-189.
- Lectura Institutionum, XV secolo, Milano, Biblioteca Ambrosiana, Fondo manoscritti, ms. H 172 inf., ff. 2ra-132va.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Maura Piccialuti Caprioli, Bartolomeo da Novara, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 6, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1964.
- Domenico Maffei, Bartolomeo da Novara (1408) autore della "Lectura Institutionum" attribuita a Baldo degli Ubaldi?, «Rivista di storia del diritto italiano», 1990, 63, pp. 5-22.
Altri progetti
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