Bernard Molitor

Sécretaire di Bernard Molitor, circa 1800, Cleveland Museum of Art

Bernard Molitor (Betzdorf, 22 ottobre 1755Fontainebleau, 17 novembre 1833) è stato un ebanista francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Secrétaire di Bernard Molitor, 1795, Cleveland Museum of Art
Tavolino di Bernard Molitor, 1785, Metropolitan Museum of Art
Tavolino di Bernard Molitor, 1785, Metropolitan Museum of Art

Bernard Molitor nacque a Betzdorf, in Lussemburgo il 22 ottobre 1755.[1]

Fu un ebanista di successo sia prima sia dopo la Rivoluzione francese.[1]

Si trasferì a Parigi dal Lussemburgo in età giovanile con suo cugino Michel e insieme aprirono un piccolo laboratorio[2] e iniziò a lavorare dapprima nel commercio, vendendo nel 1778 un repellente per insetti e, sei anni dopo, uno "scaldamani ... fatti in forma di libri", da usare in qualunque luogo e occasione.[1]

Molitor si avvicinò all'artigianato successivamente, intorno al 1787, dopo aver ottenuto il titolo di "maître ébéniste";[3] uno dei suoi primi lavori fu il pavimento in mogano per il boudoir della regina Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena a Fontainebleau.[1][2]

Dopo di che ricevette altri ordini dalla regina e dai membri dell'aristocrazia. Nonostante ai tempi della Rivoluzione dovette chiudere il suo laboratorio per un periodo di tempo, lo riaprì dopo con ancora maggior successo.[1]

Molitor si dimostrò molto innovativo nella sua produzione, dalla fine del periodo "classichetto" Luigi XVI, si avvicinò allo stile Impero contribuendo al gusto del mobile del primo Ottocento,[3] usando i suoi mobili raffinati,[2] decorati con bronzi, foglie di edera avvolte attorno a colonne staccate e fregi stilizzati di palme o grifoni alati molto diffusi sotto l'Impero.[2]Ignorò spesso la nuova stilistica ufficiale e solamente nel suo ultimo periodo creativo, quando ricevette un'ordinazione dal Garde-meuble impérial (1811), accolse pienamente i motivi decorativi ufficiali, realizzando per il Malmaison un gruppo di mobili che sono considerati il suo capolavoro.[4]

Grazie anche alla collaborazione del suo staff, Molitor produsse una grande varietà di comodini, scrivanie e tavoli da pranzo, scrivanie, secrétaires e armadi, solitamente impiallacciati con mogano, satinwood o lacca giapponese e decorati con bronzi dorati finemente cesellati.[1]

Nel giugno del 1788 Molitor sposò Elisabeth Fessard, figlia del falegname del re a Fontainebleau. Da questa unione nacque una figlia, Anne Julie che si sposò nel 1809.[5]

Bernard Molitor morì a Fontainebleau il 17 novembre 1833.[1][2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g (EN) Bernard Molitor, su getty.edu. URL consultato il 22 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2019).
  2. ^ a b c d e (FR) Molitor Bernard, su anticstore.com. URL consultato il 22 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2019).
  3. ^ a b Molitor, Bernard, su sapere.it. URL consultato il 22 marzo 2019.
  4. ^ Bernard Molitor, in le muse, VIII, Novara, De Agostini, 1967, p. 66.
  5. ^ (FR) Bernard Molitor, su charronerie.com. URL consultato il 22 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2019).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • S. Coradeschi, Mobili, sei secoli di stili, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1988.
  • (FR) P. M. Favelac, Reconnaître Les Meubles De Style, Parigi, Massin.
  • A. Gonzalez Palacios, Mobili d'arte. La storia del mobile dal '500 al '900, Milano, Fabbri, 1981.
  • (DE) Ferdinand Luthmer, Innenräume, Möbel und Kunstwerke im Louis-Seize- und Empire-Stil: nach Vorbildern aus dem Ende des achtzehnten und Anfange des neunzehnten Jahrhunderts, Francoforte sul Meno, Keller, 1897.
  • Paolo Manazza, Gianfranco Civardi, Di che stile e? Come riconoscere lo stile dei mobili, come distinguere i falsi, Milano, De Vecchi, 1988.
  • Mario Praz, La filosofia dell'arredamento: i mutamenti del gusto nella decorazione interna attraverso i secoli, Parma, Guanda, 2012.
  • (FR) G. Wills, D. Baroni, B. Chiarelli, M. Lamy, M. Zanuttini e M.C. Gamberini, Le meuble des grands ébénistes et des designers, Nathan, 1984.

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