Caffè Aragno

Caffè Aragno
Il Caffè Aragno nei primi anni '50
StatoItalia (bandiera) Italia
Fondazione1886 a Roma
Chiusura1955
Settorepubblico esercizio

Il Caffè Aragno è stato uno dei più famosi ritrovi artistici di Roma, frequentato da letterati e pittori.

Ha operato in Via del Corso dal 1886 al 1955, anno nel quale prese il nome di "Caffè Alemagna". Nel 1977, grazie alla fusione dei marchi Motta, Alemagna e Pavesi, entrò a far parte del gruppo Autogrill S.p.A., che sarebbe rimasto nelle partecipazioni statali fino al 1995, prendendo il nome di "Roma Corso".

Frequentato da deputati e da ministri, fu ben presto al centro non solo della mondanità, ma anche della cultura romana. Situato al civico 180 di via del Corso, all'interno di palazzo Marignoli, raggiunse il massimo della sua fama nei primi trent'anni del Novecento. I letterati si ritrovavano soprattutto nella "terza saletta" che Orio Vergani nel 1938 definì il "sancta sanctorum della letteratura, dell'arte e del giornalismo" (Orio Vergani, 1938). Tra i frequentatori spiccano Vincenzo Cardarelli, Roberto Bracco[1] e Antonio Baldini che curò il primo numero della "Ronda".

Frequentarono il caffè Aragno anche F. T. Marinetti, Bragaglia, Mario Pannunzio, Mariátegui e Leonardo Sinisgalli. Alla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea è conservato un dipinto di Amerigo Bartoli del 1930 dal titolo Gli amici al caffè (vincitore del premio della Biennale di Venezia) che rappresenta Emilio Cecchi, Vincenzo Cardarelli, Carlo Socrate, Ardengo Soffici, Antonio Baldini, Pasqualina Spadini, Giuseppe Ungaretti, Mario Broglio, Armando Ferri, Quirino Ruggeri, Roberto Longhi, Riccardo Francalancia, Aurelio Saffi, Bruno Barilli, oltre al ritratto dello stesso pittore Bartoli.

Dopo il delitto Matteotti il titolare storico Giuseppe Aragno, socialista ed ex amico di Mussolini, manifestò ostilità al regime fascista e lasciò Roma, finendo i suoi giorni negli Stati Uniti.[2] Nel 1951 i locali del caffè furono sottoposti a importanti lavori di trasformazione progettati dall'architetto Attilio Lapadula.

L'8 giugno 2014 il locale è stato definitivamente chiuso e i dipendenti ricollocati altrove.[3]

Dal 27 maggio 2021 la storica sede del Caffè Aragno ospita un Apple Store.[4]

  1. ^ Roberto Bracco pubblicò un gustoso articolo sul caffè Aragno, vedi:[1] Archiviato il 4 giugno 2016 in Internet Archive. sito=www.repubblicaletteraria.it
  2. ^ Antonio Tricomi, Antifascismo Popolare 'Un giorno sarà una colpa aver combattuto il regime, su La Repubblica, 13 marzo 2009.
  3. ^ In data 24 marzo 2014, a 128 anni dalla sua fondazione, l'azienda ha avviato una procedura di licenziamento collettivo ex artt. 4 e 24 L. n.223/1991 inerente allo storico locale, nel quale operava con i marchi di ristorazione Ciao, Spizzico, BarACafé con una rivendita di generi di monopolio e con una gelateria, che occupavano un totale di 77 lavoratori di cui 8 con contratto di apprendistato. All'interno della comunicazione l'azienda indicava il calo del fatturato e la situazione di eccedenza del personale come motivazioni per la chiusura del punto vendita, facendo riferimento a un delta negativo (rispetto all'anno precedente) e citando una perdita nel 2013 pari a circa 930000 €. Sulla base di tali dati l'azienda ha cessato la propria attività nel punto di vendita di Roma Corso rendendo inevitabile il licenziamento dei 77 lavoratori lì impiegati. L'Associazione Nazionale Dipendenti Autogrill avviò una campagna di sensibilizzazione presso le sedi istituzionali per un impegno concreto affinché il patrimonio non venisse disperso e i lavoratori potessero continuare a prestare la loro opera in quello che era considerato il locale vetrina di Autogrill.
  4. ^ Daniele Semeraro, Scalinata, marmi, opere d’arte: apre a Roma Apple Store via del Corso, in Sky TG24, 26 maggio 2021. URL consultato il 27 maggio 2021.
  • A. Nosari, La saletta del Caffè Aragno, in "Almanacco di Roma", Spoleto, 1924.
  • I pittori della Terza saletta, catalogo della mostra a cura di A. Mezio, Roma, 1954.
  • Massimo Franciosa, L'Aragno e la sua terza saletta, nel Radiocorriere del 2 gennaio 1955.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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