Castello di Montalbano Elicona

Castello di Montalbano Elicona
Il prospetto orientale del Borgo Medievale di Montalbano Elicona
Ubicazione
StatoRegno di Sicilia
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
CittàMontalbano Elicona
IndirizzoVia Castello 1, 98065 Montalbano Elicona
Coordinate38°01′25.39″N 15°00′39.73″E / 38.023719°N 15.011035°E38.023719; 15.011035
Mappa di localizzazione: Italia
Castello di Montalbano Elicona
Informazioni generali
TipoCastello
CostruzioneXII secolo-XIII secolo
Condizione attualeAgibile
Informazioni militari
Azioni di guerraNessuna
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Il castello di Montalbano Elicona si trova a Montalbano Elicona, comune italiano della città metropolitana di Messina, in Sicilia. È ubicato in piazza Castello nel centro storico del borgo medievale della cittadina del Val Demone.[1][2][3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La parte più antica del castello fu costruita dai Normanni. Negli oltre otto secoli di storia il castello è passato più volte di proprietà per alterne e oscure vicende:

Fortificazione durante il Regno di Sicilia[modifica | modifica wikitesto]

Primitivo nucleo, torre d'avvistamento.
Ala ovest, ambiente adibito a sala conferenze.
Cappella palatina.
Passaggio Porta Carraia e ala ovest.
Passaggio Porta Carraia.
Ingresso esterno con scalone monumentale.

La prima documentazione scritta è dovuta al geografo viaggiatore arabo Idrisi che lo annovera nel Libro di Ruggero del 1154 come torre di guardia quadrangolare posta a mezzogiorno provvista di cinta difensiva.

Il nucleo sommitale originario, nasce come presidio militare ma, per la sua posizione, si rivela ben presto inefficace e inefficiente come baluardo difensivo. La fortificazione sebbene ubicata oltre i 900 metri sul livello del mare, domina e controlla una parte limitata della costa e delle vie d'accesso poste sul litorale tirrenico.

L'imperatore Federico II di Sicilia impone un nuovo assetto politico e una diversa configurazione alla struttura urbanistica del centro medievale ribellatosi alla sua volontà a causa delle promulgazioni delle Leggi Melfitane o Costituzioni di Melfi, demolendo parzialmente il primitivo manufatto, deportando gran parte della popolazione ad Agrigento e procedendo in seguito, a una totale riedificazione della fortezza, portata a termine solo più tardi dal pronipote Federico III di Sicilia.

L'aggiunta di una torre poligonale a settentrione ne modifica la struttura nel periodo Svevo, mentre le fortificazioni a quota più bassa cominciano ad assumere l'aspetto di possenti mura d'edificio rettangolare, ove il lato nord occidentale è costituito dal primitivo baluardo da sempre oggetto d'interventi stratificati. in tale periodo è certo l'intervento dell'architetto Riccardo da Lentini.

Per salubrità e mitezza del clima si presta in modo particolare come residenza di svago pur assumendo connotazioni e architetture di carattere difensivo.

Durante il regno federiciano è avviato un censimento dei castelli e con il decreto "Statutum de reparatione castrorum" (1231 - 1240), il quale prevede la loro ristrutturazione e manutenzione a carico dei cittadini.

Il castello non è inserito nel Castra exempta redatto per volontà dell'Imperatore Federico II di Svevia con la collaborazione di Pier della Vigna stilato nel 1239. In esso non compaiono i palazzi e le residenze di caccia e svago, le "domus solaciorum", di pertinenza comunque regia e soprattutto alcuni siti molto noti, spesso sotto il controllo della Curia, che all'epoca non erano ancora stati costruiti o ultimati.

Accorpati gli undici Giustizierati del Regno in sole cinque circoscrizioni più ampie. Nello specifico: "Sicilie citra flumen Salsum et totius Calabrie usque ad portam Roseti".

Vespri Siciliani[modifica | modifica wikitesto]

I tumulti palermitani sfociati nei Vespri Siciliani nascono dalla contesa delle fazioni dei latini e aragonesi, la prima appoggiava il casato di ceppo latino degli Angioini come prosecuzione delle famiglie degli Altavilla e Hohenstaufen, la seconda fazione favorevole alla "naturale" successione ereditaria determinata dalla combinazione matrimoniale Hohenstaufen - Aragona in seguito al matrimonio di Pietro III di Aragona detto il Grande e Costanza II di Sicilia figlia di Manfredi d'Hohenstaufen e nipote di Federico II di Sicilia. Il matrimonio combinato per ragioni dinastiche è considerato il male minore rispetto alle prepotenti mire espansionistiche della casa Angioina.

  • 1299, primo settembre, Re Giacomo II d'Aragona sbarca a Patti con una potente flotta soggiornandovi per due mesi ospite del vescovo Giovanni II obbediente alle indicazioni del Papa, schierandosi di fatto contro il fratello Federico III di Sicilia legittimo Re di Sicilia.

La contesa delle fazioni di Carlo II d'Angiò lo Zoppo appoggiato dal sovrano Giacomo II d'Aragona e dal Papa Bonifacio VIII contro la flotta di Federico III di Sicilia, prevede la cessione della Sardegna e della Corsica alla Corona d'Aragona a fronte della Sicilia sottratta a Federico III e consegnata agli Angioini, trova il suo esito favorevole per la causa siciliana nella battaglia di Capo d'Orlando.

Sotto il regno di Federico III,[4] sul poderoso quadrilatero aperto con prospetto principale a meridione, sorge una vera e propria residenza per i soggiorni estivi dotata dei più avanzati sistemi di controllo e di difesa esistenti all'epoca: le numerose feritoie che consentono un raggio d'esplorazione di oltre 270 gradi, camminamenti e merlature per il coronamento superiore del palazzo. La combinazione feritoie nel basamento inferiore e grandi finestre al piano nobile, l'assenza di bastioni, contrafforti e rivellini, fossati, ponti levatoi e ulteriori cinta di mura protettive, fanno protendere alla realizzazione di una vera dimora reale adibita agli ozi e diletti dei sovrani.

Dimora durante il periodo vicereale[modifica | modifica wikitesto]

Epoca del Regno di Sicilia durante la Dinastia dei Borbone[modifica | modifica wikitesto]

  • 24 dicembre 1740, Giuseppe Bonanno Filangieri del Bosco, Grande di Spagna di I classe, principe della Cattolica, duca di Montalbano, regnante Carlo III di Spagna.[12]

Epoca contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

La tomba di Arnaldo da Villanova all'interno del castello.

Il castello è di proprietà comunale, in ottime condizioni dopo aver subito lunghi lavori di restauro che lo rendono fruibile in tutti gli ambienti. Due diverse campagne di restauro hanno restituito un monumento fra i più belli della provincia e della Sicilia intera con destinazione sede espositiva.

Di recente istituzione il Museo delle armi e il centro per lo sviluppo del borgo medievale.

Il 7 maggio 2015 in occasione del 1º convegno Internazionale di Studi su Arnaldo da Villanova è stata inaugurata la tomba e posta in risalto secondo l'importanza della figura.[13]

Ambienti[modifica | modifica wikitesto]

Piano nobile[modifica | modifica wikitesto]

  • Ala ovest: sala conferenze, ingresso biglietteria.
  • Ala sud: sale armature, abbigliamento sovrani, insegne delle contrade.
  • Ala est: sala degli strumenti musicali medievali.

Cappella Palatina della Santissima Trinità[modifica | modifica wikitesto]

All'interno del maniero è presente la Cappella Palatina della Santissima Trinità,[4] privilegio esclusivo dei sovrani, identificabile come tricora o cuba di epoca bizantina, cronologicamente coeva alla chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo sorta nella cittadella al di fuori del perimetro del Palatium, tramutata e pervenuta a noi come basilica minore di Santa Maria Assunta e San Nicolò Vescovo.

All'interno della cappella è presente la lapide spartana di Arnaldo da Villanova.[4] Il medico, matematico e alchimista, consigliere della Corona d'Aragona, presente numerose volte in Sicilia e spesso ospite nel castello di Montalbano, muore durante un viaggio presso il porto di Genova, pertanto è verosimile che la targa marmorea presente nella cappella abbia solo funzioni commemorative.

Personaggi legati al castello[modifica | modifica wikitesto]

Riproduzione d'armatura d'epoca.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Accessi[modifica | modifica wikitesto]

Per chi proviene in auto è consigliabile uscire al casello autostradale di Falcone, A20 lungo l'Autostrada Messina-Palermo, percorrere la in direzione Messina e seguire le indicazioni per Montalbano Elicona attraverso la .

Mentre, per chi desiderasse raggiungere il Castello in treno è preferibile usufruire della più prossima stazione di Falcone.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pagina 564, Capitolo VIII Tommaso Fazello, "Della storia di Sicilia, Deche due del r.p.m. Tommaso Fazello siciliano ...", Volume 6 [1] Archiviato il 1º ottobre 2015 in Internet Archive.
  2. ^ a b Pagina 367, Abate Francesco Sacco, "Dizionario geografico del Regno di Sicilia", [2] Archiviato il 12 giugno 2018 in Internet Archive., Volume primo, Palermo, Reale Stamperia, 1800
  3. ^ Francesco Maria Emanuele Gaetani, pag. 27 - 31.
  4. ^ a b c d Francesco Maria Emanuele Gaetani, pag. 27.
  5. ^ Marrone, p. 313-314.
  6. ^ Giuseppe Paiggia, pp. 119.
  7. ^ Francesco San Martino De Spucches, Mario Gregorio, La Storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia dalle loro origini ai nostri giorni, Palermo, volume sesto, pp. 134-137
  8. ^ a b c d e f g Francesco Maria Emanuele Gaetani, pag. 28.
  9. ^ Francesco Maria Emanuele Gaetani, pag. 201.
  10. ^ Francesco Maria Emanuele Gaetani, pag. 201 - 202.
  11. ^ a b c d Francesco Maria Emanuele Gaetani, pag. 202.
  12. ^ Francesco Maria Emanuele Gaetani, pag. 31.
  13. ^ Messina: convegno sulla figura di Arnaldo Villanova a Montalbano Elicona, su strettoweb.com. URL consultato il 6 ottobre 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]