Celsi

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Celsi (disambigua).
Celsi
D'azzurro, alla banda d'oro accostata da due cotisse del medesimo accompagnate da 6 D in carattere gotico pure del medesimo
StatoBandiera della Repubblica di Venezia Repubblica di Venezia
TitoliPatrizi veneti
Data di estinzione1789
EtniaItaliana

I Celsi furono una famiglia patrizia veneziana.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Tradizionalmente ritenuta di origine ravennate, è documentata a partire dal 1122 quando, nel patto concluso con i Baresi da Domenico Michiel, figura anche il nome di Vitale Celsi (1122). Successivamente si ritrovano un Paolo, che nel 1178 fu tra gli elettori del doge Orio Mastropiero; un Pietro, che nel 1202, nel corso della riconquista di Zara guidata da Enrico Dandolo, era sopracomito di galea; Nicolò, morto nel 1277, procuratore di San Marco nel 1268[1].

A parte questi nomi, la famiglia fu quasi estranea alla vita pubblica veneziana e l'elezione di Lorenzo a doge (1351), dopo una folgorante carriera politica e militare, fu un fatto inaspettato. Non è un caso se suo padre Marco ottenne la nomina a procuratore di San Marco dopo la nomina del figlio (1363)[2].

In seguito i Celsi tornarono in secondo piano. Si distinsero ancora i fratelli Giacomo, Giovanni e Bartolomeo, che presero parte alle varie operazioni militari culminate nella battaglia di Lepanto (1571) e con altri esponenti che ricoprirono cariche amministrative come Marcantonio, conte e capitano di Sebenico (1708) e poi provveditore di Veglia (1714) e Marino, provveditore di Salò (1708). Si estinsero con la morte di Francesco Maria Celsi, nel 1789[1].

Membri illustri[modifica | modifica wikitesto]

Luoghi e architetture[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Celsi, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1931. URL consultato l'8 dicembre 2017.
  2. ^ Laura Ginnasi, CELSI, Lorenzo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 23, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1979. URL consultato l'8 dicembre 2017.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]