Colle Caruno
Colle Caruno frazione | |
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La chiesetta di Colle Caruno, dedicata a San Giacomo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Abruzzo |
Provincia | Teramo |
Comune | Teramo |
Territorio | |
Coordinate | 42°40′38.21″N 13°38′27.13″E / 42.677281°N 13.640869°E |
Altitudine | 670 m s.l.m. |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 64100 |
Prefisso | 0861 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
Colle Caruno è una frazione del Comune di Teramo, ad una distanza di 7 km dal capoluogo.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Sugli antichi documenti è citato il nome di Colacaruni o Collecaruni, forse derivante da un certo Cola (Niccola) Caruni, sepolto in Teramo.
È appartenuto da antica data alla giurisdizione vescovile di Teramo, tanto che nell'anno 1123 fu ceduto in feudo ai Totoneschi, insieme a Gesso (oggi Villa Gesso) e Castagneto e Pozo Rotari (forse Poggio Rattieri). Nella Storia di Niccola Palma è citata l'esistenza della chiesa di San Giacomo già nel 1271.
Nel 1804 vi abitavano 19 anime, come risulta sul Dizionario di Luigi Ercole per la porzione appartenente a Teramo, 25 anime per la parte sotto lo Stato di Montorio e 27 anime per la parte sotto lo Stato di Bisegno. Per effetto della legge dell'8 dicembre 1806 di Giuseppe Napoleone che procedeva alla revisione della Divisione dei Distretti e dei Circondari del regno e dei Governi compresi in ciascuno di essi, Colle Caruno si trovò a far parte del Circondario di Teramo. Nel 1813 ci fu un'altra riforma dei Circondari e Colle Caruno fu confermata appartenente al Comune di Teramo che, in quella occasione, ebbe anche Forcella e Magnanella con Gesso e Colle Caruno già feudo vescovile.
Monumenti[modifica | modifica wikitesto]
Chiesa di Santa Maria de Praediis[modifica | modifica wikitesto]
Chiesa di San Giacomo[modifica | modifica wikitesto]
Già prima del 1271 la chiesa era esistente. Fu però rimaneggiata nel XVIII secolo, ed ha aspetto tardo-barocco. Una chiesa rurale a navata unica, con semplice facciata a capanna con portale a tutto sesto. Il piccolo campanile a vela è posteriore.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Niccola Palma, Storia ecclesiastica e civile della regione più settentrionale del regno di Napoli. Detta dagli antichi Prætutium, ne' bassi tempi Aprutium oggi città di Teramo e Diocesi Aprutina, vol. II, p. 44, 254; vol. III, p. 49, 128, 222n, 276A, 348, 419, 470; vol. IV, p. 34, 109, 226, 296, 297, Teramo, presso U. Angeletti, 1832-1836; II edizione a cura di Vittorio Savorini e altri, 5 voll., Teramo, Tip. Giovanni Fabbri, 1890-1893; III edizione, 5 voll. Teramo, Cassa di Risparmio, 1978;