Diocesi di Carcassonne e Narbona

Diocesi di Carcassonne e Narbona
Dioecesis Carcassonensis et Narbonensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Montpellier
 
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoBruno Valentin
Vicario generaleThierry Ebersohl
Vescovi emeritiJacques Joseph Marie Despierre, Ist. del Prado,
Alain Émile Baptiste Planet
Presbiteri98, di cui 53 secolari e 45 regolari
2.346 battezzati per presbitero
Religiosi63 uomini, 119 donne
Diaconi9 permanenti
 
Abitanti378.365
Battezzati230.000 (60,8% del totale)
StatoFrancia
Superficie6.139 km²
Parrocchie325
 
ErezioneIII secolo (Narbona)
VI secolo (Carcassonne)
Ritoromano
CattedraleSan Michele
Indirizzo89 rue Jean Bringer, B.P. 103, 11003 Carcassonne CEDEX, France
Sito webwww.aude.catholique.fr
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Francia
L'ex cattedrale di Narbona.
La basilica di San Nazario, che fu cattedrale della diocesi di Carcassonne fino al 1803; ottenne il titolo di basilica nel 1898.
L'ex palazzo degli arcivescovi di Narbona.
Mappa dell'arcidiocesi di Narbona nel XVIII secolo.

La diocesi di Carcassonne e Narbona (in latino Dioecesis Carcassonensis et Narbonensis) è una sede della Chiesa cattolica in Francia suffraganea dell'arcidiocesi di Montpellier. Nel 2021 contava 230.000 battezzati su 378.365 abitanti. È retta dal vescovo Bruno Valentin.

La diocesi comprende il dipartimento francese dell'Aude ed il cantone di Quérigut del dipartimento dell'Ariège.

Sede vescovile è la città di Carcassonne, dove si trova la cattedrale di San Michele.

Nel territorio diocesano sorgono:

Il territorio è suddiviso in 325 parrocchie. A partire dal 2007 il territorio diocesano è stato riorganizzato in sole 14 parrocchie.

Secondo un'antica tradizione, attestata già all'epoca di Gregorio di Tours (fine VI secolo), la chiesa di Narbona fu fondata verso la metà del III secolo da san Paolo, evangelizzatore della regione. Solo più tardi, attorno al IX secolo, venne qualificato come discepolo degli apostoli e identificato con il proconsole Sergio Paolo di cui parlano gli Atti degli Apostoli (13,6-12[1]).[2]

Primo vescovo storicamente documentato è Ilario, menzionato in alcune lettere pontificie tra il 417 e il 422. Grande figura di vescovo dei primissimi secoli fu san Rustico, già monaco dell'abbazia di Lerino, governò la chiesa narbonese per oltre trent'anni affrontando l'invasione dei Visigoti di Teodorico I (436) che occuparono l'intera regione con il lungo assedio di Narbona (che resistette fino al 462); cercò di consolidare e rafforzare il cattolicesimo dall'invasione visigota ariana e a lui si deve la ricostruzione della cattedrale, distrutta da un incendio nel 441, nella quale fu sepolto. Nel VI secolo l'arcidiocesi cedette porzioni di territorio a vantaggio dell'erezione delle diocesi di Elne e di Carcassonne.

Narbona era la sede metropolitana della Gallia Narbonense I e una provincia ecclesiastica è attestata dal VI secolo. Tuttavia, a causa degli avvenimenti politici e militari che coinvolsero la Linguadoca alla caduta dell'impero romano, solo in linea teorica la provincia ecclesiastica coincideva con la Narbonense I. Quando i Franchi strapparono la Settimania agli Arabi (759), si ripristinò l'originaria metropolia, costituita dalle sedi di Elne, Carcassonne, Béziers, Lodève, Agde, Maguelonne, Nîmes, Tolosa e Uzès. In seguito alle conquiste di Carlo Magno e di Ludovico il Pio, alcune diocesi spagnole entrarono nella provincia ecclesiastica di Narbona, che raggiunse così il suo apice con l'aggiunta delle diocesi di Urgell, Gerona, Barcellona e Vic. Papa Urbano II concesse agli arcivescovi di Narbona la primazia sopra la provincia ecclesiastica di Tarragona, sottomettendoli però agli arcivescovi di Toledo.

Papa Pasquale II accordò invece agli arcivescovi di Narbona la primazia sulla provincia ecclesiastica di Aix, con il titolo di primate della Gallia Narbonese.[3]

Questa situazione durò fino alla prima metà del XII secolo, quando la provincia ecclesiastica ritornò alla situazione precedente.

La cattedrale carolingia, dedicata a due santi di origine spagnola, Giusto e Pastore, fu ricostruita dal vescovo san Teodardo nella seconda metà del IX secolo e completamente riedificata a partire dal XIII secolo.

Due arcivescovi di Narbona furono elevati al soglio pontificio: Guy Foulcois, divenuto papa Clemente IV; e Giulio de' Medici, divenuto papa Clemente VII.

Tra il XIII e il XIV secolo la provincia ecclesiastica subì importanti modifiche. Nel 1295 venne eretta la diocesi di Pamiers, che fu suffraganea di Narbona fino al 1317. In quest'anno fu eretta la diocesi di Limoux, con territorio ricavato da quello di Narbona, ma ebbe vita molto breve ed era già soppressa nel febbraio 1318. Sempre nel 1317, per meglio combattere l'eresia catara, Tolosa fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana e dal suo territorio furono ricavate ben 6 diocesi suffraganee. Per compensare la perdita di Tolosa e di Pamiers, nel 1318 Narbona cedette porzioni di territorio a vantaggio dell'erezione delle diocesi di Alet e di Saint-Pons-de-Thomières, che divennero sue suffraganee. Infine nel 1694 anche la nuova diocesi di Alès entrò nella provincia ecclesiastica di Narbona, che, allo scoppio della rivoluzione francese, comprendeva 11 suffraganee: Elne, Carcassonne, Béziers, Lodève, Agde, Montpellier (l'antica Maguelonne), Nîmes, Alet, Alès, Saint-Pons-de-Thomières e Uzès.

In seguito al concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 l'arcidiocesi fu soppressa, contestualmente a 6 delle sue suffraganee; la maggior parte del suo territorio fu incorporato in quello della diocesi di Carcassonne, mentre una porzione più piccola entrò a far parte della diocesi di Montpellier.

Nel giugno 1817 fra Santa Sede e governo francese fu stipulato un nuovo concordato, cui fece seguito il 27 luglio la bolla Commissa divinitus, con la quale il papa restaurava la sede metropolitana di Narbona. Tuttavia, poiché il concordato non entrò in vigore in quanto non ratificato dal Parlamento di Parigi, questa erezione non ebbe effetto. L'arcidiocesi non venne mai più restaurata. Dal 1822 gli arcivescovi di Tolosa ebbero il privilegio di aggiungere al proprio titolo quello di arcivescovi di Narbona.

La diocesi di Carcassonne fu eretta dopo il 533 ad opera dei Visigoti, che in questo modo cercarono di compensare la perdita di Lodève e Uzès, passate ai Franchi. Il suo territorio fu ricavato da quello dell'arcidiocesi di Narbona, di cui Carcassonne divenne suffraganea. Il primo vescovo di cui si abbia riscontro storico è Sergio che nel 589 prese parte ai concili di Toledo e di Narbona.

Nel IX secolo furono erette le chiese di Notre-Dame de Canabès e di Notre-Dame de Limoux, ancor oggi meta di pellegrinaggio. Alla fine dell'XI secolo fu ricostruita a Carcassonne la chiesa dei santi Nazaro e Celso e papa Urbano II, venuto a Carcassonne a predicare la crociata, benedisse l'inizio dei lavori. Le navate della chiesa sono di stile romanico, mentre il transetto e il coro sono gotici. Questa chiesa fu cattedrale della diocesi fino agli inizi dell'Ottocento; il capitolo seguì per lungo tempo la regola di sant'Agostino, ma nel 1439 fu secolarizzato.

La storia della diocesi nel XIII secolo si interseca con la vicenda degli albigesi e la stessa città di Carcassonne si trovò al centro della crociata albigese. Il monastero di Prouille, nel quale san Domenico nel 1206 fondò un istituto religioso per le albigesi convertite, è oggi una meta di pellegrinaggio, consacrata alla Vergine. San Pietro di Castelnau, l'inquisitore cistercense martirizzato dagli albigesi nel 1208; santa Camelia, condannata a morte dagli stessi eretici; e il gesuita san Giovanni Francesco Régis (1597-1640) nato a Fontcouverte nell'antica arcidiocesi di Narbona, sono i santi specialmente venerati nella diocesi di Carcassonne.

In seguito al Concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 quasi tutto il territorio dell'antica arcidiocesi di Narbona, pressoché tutta la diocesi di Saint-Papoul, una parte delle diocesi di Alet e di Mirepoix, nonché la diocesi di Perpignano furono uniti al territorio della diocesi di Carcassonne, mentre tutte le altre sedi citate vennero soppresse. Contemporaneamente, la sede di Carcassonne fu dichiarata suffraganea dell'arcidiocesi di Tolosa.

Il 6 ottobre 1822 con la bolla Paternae caritatis del medesimo papa Pio VII fu ristabilita la diocesi di Perpignano, recuperandone il territorio da quello della diocesi di Carcassonne.

L'8 dicembre 2002, con la riorganizzazione delle circoscrizioni diocesane francesi, la diocesi di Carcassonne entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Montpellier.[4]

Il 14 giugno 2006 il titolo di Narbona è stato trasferito ai vescovi di Carcassonne e la diocesi ha assunto il nome attuale.[5]

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Arcivescovi di Narbona

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Vescovi di Carcassonne

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  • Sant'Ilario ? † (seconda metà del VI secolo)
  • Sergio † (menzionato nel 589)
  • Solemnio † (menzionato nel 633)
  • Silvestro † (menzionato nel 653)
  • Beato Stefano † (menzionato nel 683)
  • Iscipio o Ispicio † (prima del 788 o 791 - dopo il 798)
  • Rogerio † (consacrato nell'800 circa)[14]
  • Seniore † (menzionato nell'813)[15]
  • Euro † (menzionato nell'860)
  • Arnolfo † (dopo l'875 circa)[16]
  • Villerano o Gislerano † (prima dell'883 - dopo l'897)
  • San Guimerra † (prima del 906 - 13 febbraio circa 932 deceduto)
  • Abbone † (menzionato nel 933)
  • Gisando † (prima del 936 - dopo il 951)
  • Francone † (prima del 965 - dopo il 977)
  • Aimerico † (prima del 984 - dopo il 986)
  • Adalberto † (prima del 1004 - dopo il 1020)
  • Foulques † (menzionato nel 1028)
  • Guifred † (prima del 1032 - 27 settembre 1053 deceduto[17])
  • Pierre I ? † (menzionato nel 1054)[18]
  • Arnauld † (menzionato nel 1056)
  • Bernard † (prima del 1072 - dopo il 1076)
  • Pierre Artaud † (prima di dicembre 1077 - dopo luglio 1083)
  • Pierre II † (prima di maggio 1085 - 1º settembre 1101 deceduto)
  • Guillaume Bernard † (prima del 1106 - 10 aprile 1008 deceduto)[19]
  • Raimond I † (prima di novembre 1108 - dopo il 1110)
  • Arnaud de Girone † (prima del 1113 - dopo maggio 1130)
  • Raimond de Sorèze † (prima di giugno 1131 - 1º giugno 1141 deceduto)
  • Pons de Tresmals † (1142 - 16 febbraio 1159 deceduto)
  • Pons de Brugals † (prima di settembre 1159 - dopo il 1166)
  • Othon † (circa 1170 - dopo il 1200)
  • Bérenger † (circa 1201 - 1209 dimesso ?)
  • Bernard-Raimond de Roquefort † (19 febbraio 1209 - 1211 dimesso)
  • Guy de Vaux-de-Cernay, O.Cist. † (1211 - 21 marzo 1223 deceduto)
  • Clarín † (prima del 1226 - 26 aprile 1248 deceduto)
  • Guillaume Arnaud † (prima di agosto 1248 - 4 settembre 1255 deceduto)
  • Guillaume Raoul † (prima del 24 ottobre 1255 - 1º ottobre 1264 deceduto)
  • Bernard de Capendu † (prima di settembre 1265 - 18 gennaio 1278 deceduto)
  • Gauthier Jean † (26 gennaio 1278 - 1280 ? deceduto)
    • Sede vacante (1280-1291)
  • Pierre de la Chapelle Taillefer † (15 maggio 1291 - 25 ottobre 1298 nominato arcivescovo di Tolosa)
  • Jean de Chevry † (20 ottobre 1298 - 13 giugno 1300 deceduto)
  • Pierre de Roquefort † (17 settembre 1300 - 31 marzo 1322 deceduto)
  • Guillaume de Flavacourt † (16 giugno 1322 - 26 agosto 1323 nominato arcivescovo di Auch)
  • Pierre Rodier † (26 agosto 1323 - gennaio 1330 deceduto)
  • Pierre de Jean † (3 gennaio 1330 - 17 marzo 1338 deceduto)
  • Gancelin de Jean † (22 maggio 1338 - 1346 ? deceduto)
  • Gilbert de Jean † (23 marzo 1347 - 1354 deceduto)
  • Arnaud Aubert † (14 novembre 1354 - 18 gennaio 1357 nominato arcivescovo di Auch)
  • Geoffroi de Vayrols † (18 gennaio 1357 - 10 marzo 1361 nominato arcivescovo di Tolosa)
  • Étienne Aubert † (10 marzo 1361 - 17 settembre 1361 dimesso)
  • Jean Fabri † (10 gennaio 1362 - 1370 deceduto)
  • Hugues de La Jugie † (27 giugno 1371 - 13 luglio 1371 deceduto)
  • Pierre de Saint-Martial † (12 dicembre 1371 - 19 settembre 1391 nominato arcivescovo di Tolosa)
  • Pierre Aimeri † (2 luglio 1409 - circa 1412 deceduto)[20]
  • Géraud du Puy † (19 aprile 1413 - 4 settembre 1420 deceduto)
  • Geoffroi de Pompadour † (17 ottobre 1420 - 1445 dimesso)
  • Jean d'Étampes † (29 ottobre 1445 - 25 gennaio 1456 deceduto)
    • Geoffroi de Basilhac † (3 febbraio 1456 - 1456 dimesso) (vescovo eletto)
  • Jean du Chastel † (7 luglio 1456 - 15 settembre 1475 deceduto)
  • Guichard d'Aubusson † (15 luglio 1476 - 24 novembre 1497 deceduto)
    • Juan López † (24 dicembre 1497 - 5 agosto 1501 deceduto) (amministratore apostolico)
    • Jacques Hurauld † (3 dicembre 1501 - ? dimesso) (vescovo eletto)
  • Pierre d'Auxillon † (19 gennaio 1504 - 24 settembre 1512 deceduto)
  • Martín de Saint-André † (7 ottobre 1513 - 2 marzo 1546 deceduto)
  • François de Faucon † (15 dicembre 1553 - 22 settembre 1565 deceduto)
  • Annibale Rucellai † (1º aprile 1569 - 28 gennaio 1601 deceduto)
  • Christophe de L'Estang † (26 maggio 1603 - 11 agosto 1621 deceduto)
  • Vitalis de L'Estang † (11 agosto 1621 succeduto - 28 settembre 1652 deceduto)
    • François de Servien † (27 maggio 1653 - 23 maggio 1655 dimesso) (vescovo eletto)[21]
  • Louis de Nogaret de La Valette † (26 giugno 1656 - 8 settembre 1679 deceduto)
  • Louis d'Anglure de Bourlemont † (15 luglio 1680 - 28 aprile 1681 nominato arcivescovo di Bordeaux)
  • Louis-Joseph Adhémar de Monteil de Grignan † (22 settembre 1681 - 1º marzo 1722 deceduto)
  • Louis Joseph de Châteauneuf de Rochebonne † (1º marzo 1722 succeduto - 31 dicembre 1729 deceduto)
  • Armand Bazin de Bezons † (18 dicembre 1730 - 11 maggio 1778 deceduto)
  • Jean-Auguste de Chastenet de Puységur † (20 luglio 1778 - 15 settembre 1788 nominato arcivescovo di Bourges)
  • François-Marie-Fortuné de Vintimille † (10 marzo 1788 nominato - 6 agosto 1822 deceduto)[22]
  • Arnaud-Ferdinand de La Porte † (3 settembre 1802 - 19 settembre 1824 deceduto)
  • Joseph-Julien de Saint-Rome-Gualy † (21 marzo 1825 - 6 ottobre 1847 deceduto)
  • Henri-Marie-Gaston Boisnormand de Bonnechose † (17 gennaio 1848 - 23 marzo 1855 nominato vescovo di Évreux)
  • François-Alexandre Roullet de la Bouillerie † (23 marzo 1855 - 21 marzo 1873 nominato coadiutore di Bordeaux[23])
  • François-Albert Leuillieux † (21 marzo 1873 - 13 maggio 1881 nominato arcivescovo di Chambéry)
  • Paul-Félix-Arséne Billard † (13 maggio 1881 - 3 dicembre 1901 deceduto)
  • Paul-Félix Beuvain de Beauséjour † (9 giugno 1902 - 5 aprile 1930 deceduto)
  • Emmanuel Coste † (5 aprile 1930 succeduto - 28 luglio 1931 nominato arcivescovo di Aix)
  • Jean-Joseph Pays † (16 agosto 1932 - 18 giugno 1951 deceduto)
  • Pierre-Marie-Joseph Puech † (18 marzo 1952 - 25 agosto 1982 ritirato)
  • Jacques Joseph Marie Despierre, Ist. del Prado (25 agosto 1982 - 28 giugno 2004 ritirato)
  • Alain Émile Baptiste Planet (28 giugno 2004 - 31 marzo 2023 dimesso)
  • Bruno Valentin, succeduto il 31 marzo 2023

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 378.365 persone contava 230.000 battezzati, corrispondenti al 60,8% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 250.000 268.889 93,0 327 304 23 764 43 723 419
1959 250.000 268.889 93,0 292 274 18 856 50 450 469
1969 209.000 278.323 75,1 257 235 22 813 22 610 111
1980 210.700 273.000 77,2 214 195 19 984 2 19 550 339
1990 212.000 282.000 75,2 176 158 18 1.204 4 18 396 339
1999 241.000 306.000 78,8 138 120 18 1.746 9 18 356 339
2000 243.800 309.600 78,7 113 112 1 2.157 8 1 356 332
2002 180.000 309.952 58,1 139 112 27 1.294 9 37 240 339
2003 180.000 309.952 58,1 126 99 27 1.428 10 34 240 339
2004 180.000 309.952 58,1 126 99 27 1.428 12 30 215 339
2006 181.000 311.800 58,1 117 96 21 1.547 11 22 215 339
2016 267.000 374.868 71,2 100 60 40 2.670 10 62 180 325
2019 237.000 368.011 64,4 94 54 40 2.521 10 68 138 325
2021 230.000 378.365 60,8 98 53 45 2.346 9 63 119 325
  1. ^ At 13,6-12, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  2. ^ È ricordato nel martirologio alla data del 22 marzo.
  3. ^ Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, vol. XLVII, Venezia, 1847, p. 218
  4. ^ (FR) Congrégration pour les évêques, Décret sur la nouvelle organisation des provinces ecclésiastiques en France, su eglise.catholique.fr, 8 dicembre 2002. URL consultato il 1º ottobre 2024.
  5. ^ Annuario Pontificio, ed. 2023, p. 147.
  6. ^ Non esiste documentazione storica circa questo vescovo, se non la menzione nella vita di un santo abate spagnolo, Vittorino, di scarso valore storico secondo Duchesne.
  7. ^ Una lettera di un papa Stefano indirizzata a Aribertus archiepiscopus Narbonae è pubblicata dal Migne tra le epistole di papa Stefano VI (896-897). Ma all'epoca di questo papa era arcivescovo Arnusto; lo stesso discorso vale per i papi Stefano V e Stefano IV. Per cui il vescovo Ariberto è stato anticipato all'epoca di papa Stefano III, dopo il 7 agosto 768, giorno in cui il papa venne consacrato, e prima del 12 aprile 769, giorno in cui la storia documenta il successivo arcivescovo Daniele. Duchesne lo esclude dalla sua cronotassi, come pure Jacques Michaud e André Cabanis nella recente Histoire de Narbonne (1981).
  8. ^ In competizione con Gerardo, ottenne dal papa il pallio nel 914, facendosi riconoscere come unico arcivescovo.
  9. ^ Vescovo di Rodez, occupò in modo illegittimo la sede e per questo fu scomunicato da papa Gregorio VII nel 1080; solo nel 1086 rinunciò alla sede per ritornare a Rodez.
  10. ^ La prima data è menzionata dall'Histoire générale de Languedoc; la seconda da Gams.
  11. ^ Nominato dal capitolo della cattedrale, si trovò in competizione con François Hallé, nominato dal re e confermato dalla Santa Sede; solo nel 1484 accettò il trasferimento a Montauban.
  12. ^ Secondo Eubel, Georges d'Amboise è nominato a Narbona il 2 dicembre 1491, ma questa data è incompatibile con quella di morte di François Hallé; forse si tratta di un refuso per 1492. Secondo l'Histoire générale de Languedoc (p. 256), d'Amboise ha fatto il suo ingresso solenne il 30 dicembre 1492.
  13. ^ Contravvenendo alle disposizioni di papa Pio VII contenute nella bolla Qui Christi Domini, monsignor de Dillon non diede le dimissioni dalla sede di Narbonne e morì in esilio a Londra nel 1806.
  14. ^ Riportato da Gallia christiana ma con la semplice indicazione: tradunt (ossia: è tradizione che ...). Secondo Duchesne, non esiste documentazione storica su questo presunto vescovo.
  15. ^ Dopo Seniore, Gallia christiana menziona un vescovo di nome Liviula, il cui nome fu trovato nel 1607 in uno scritto contenuto nella cassa di san Lupino, morto nell'851. Secondo Duchesne e l'Histoire générale de Languedoc il documento è un apocrifo.
  16. ^ Secondo Duchesne, le prove addotte da Gallia christiana sono scarse per ammettere con certezza Arnolfo tra i vescovi di Carcassonne.
  17. ^ (ES) Eduard Junyent, El necrologio del monasterio de San Juan de las Abadesas, Analecta sacra tarraconensia: Revista de ciències historicoeclesiàstiques, nº 23 (1950), p. 131 e p. 170, nº 27.
  18. ^ Ammesso da Gallia christiana e l'Histoire générale de Languedoc, è escluso da Gams. Gli autori dell'Histoire de Languedoc escludono il successivo Arnauld, perché non è provato che sia succeduto a Pierre.
  19. ^ Menzionato per l'ultima volta agli inizi di agosto del 1007. Secondo l'Histoire de Languedoc, Guillaume Bernard sarebbe morto il 10 aprile 1008; Gallia christiana invece riporta come data di morte il IV idus Augusti, che potrebbe essere quello del 1007 o del 1008.
  20. ^ Il 24 luglio 1409 è nominato patriarca di Alessandria; mantiene in amministrazione la sede di Carcassonne.
  21. ^ Nominato dal re Luigi XIV, non venne mai confermato dalla Santa Sede.
  22. ^ Contravvenendo alle disposizioni di papa Pio VII contenute nella bolla Qui Christi Domini, monsignor de Vintimille non diede le dimissioni dalla sede di Carcassonne - pur autorizzando l'attività del successore imposto dalla Chiesa - e morì a Parigi nel 1822.
  23. ^ Contestualmente nominato arcivescovo titolare di Perge.

Per la sede di Narbona

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Voci correlate

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Altri progetti

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