Diocesi di Velicia

Velicia
Sede vescovile titolare
Dioecesis Veliciensis
Patriarcato di Costantinopoli
Sede titolare di Velicia
Mappa della diocesi civile di Macedonia (V secolo)
Vescovo titolaresede vacante
IstituitaXX secolo
StatoGrecia
RegioneMacedonia
Diocesi soppressa di Velicia
Suffraganea diFilippi
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Velicia (in latino: Dioecesis Veliciensis) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Velicia, identificabile con Drama o con Paliokhori in Grecia, è un'antica sede vescovile della provincia romana della Macedonia Seconda nella diocesi civile omonima, suffraganea dell'arcidiocesi di Filippi.

Nessun vescovo è conosciuto dalle fonti prima del 1054; la diocesi è menzionata tra le sei suffraganee di Filippi nella Notitia Episcopatuum redatta dall'imperatore bizantino Leone VI (886-912).[1]

All'epoca della quarta crociata, fu istituita la sede metropolitana di rito latino di Filippi; al suo arcivescovo Guglielmo, papa Innocenzo III confermò tutte le suffraganee che erano state del metropolita greco; tra queste anche la diocesi di Velicia, di cui tuttavia non è noto alcun vescovo latino.[2]

Dal XX secolo Velicia è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 19 giugno 1968. La sede, nata come sede arcivescovile con il titolo di Drama, assunse il nome attuale nel 1925.

Cronotassi dei vescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (ELFR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae. Texte critique, introduction et notes, Paris, 1981, p. 285, nº 616. Da notare che una sede omonima è menzionata tra le suffraganee di Filippopoli di Tracia (Darrouzès, p. 285, nº 593).
  2. ^ (LA) Michel Le Quien, Oriens christianus in quatuor Patriarchatus digestus, Parigi, 1740, Tomo III, coll. 1045-1046.
  3. ^ Arcieparca greco-ortodosso di Drama con il nome di Melezio, entrò in comunione con la Chiesa di Roma, mantenendo in qualità di titolare la propria sede di origine; cfr. Annuario Pontificio 1872, pp. 213-214.
  4. ^ L'atto di nomina (AAS 14 (1922), p. 195) lo indica come arcivescovo ecclesiae Dramensi. La medesima indicazione (Archiepiscopum titularem Dramensem) si trova nell'atto di trasferimento a Nicosia (cfr. AAS 26 (1934), p. 234.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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