Erich Heckel
Erich Heckel (Döbeln, 31 luglio 1883 – Radolfzell am Bodensee, 27 gennaio 1970) è stato un pittore e incisore tedesco.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Erich Heckel nacque a Döbeln, in Sassonia, il 31 luglio 1883.
Attratto dalle moderne teorie artistiche, nel 1904 cominciò a studiare architettura a Dresda, dove si avvicinò al pensiero di autori anti-borghesi, in particolare di Nietzsche e di Dostoevskij. Durante gli anni da studente divenne amico di Karl Schmidt-Rottluff, di Ernst Ludwig Kirchner e di Fritz Bleyl, con i quali nel 1905 fondò il gruppo artistico Die Brücke (Il Ponte), così chiamato perché cercava di creare un ponte fra le due anime della pittura tedesca di allora: quella tradizionale neo-romantica e quella moderna espressionista.[1]
Il gruppo traeva la principale ispirazione da Edvard Munch e da alcuni post-impressionisti, come Vincent van Gogh e Paul Gauguin; particolare attenzione fu posta anche all'arte africana, che li spinse verso l'intaglio del legno. Anche la xilografia e la stampa furono ampiamente usate da loro, viste come un mezzo economico e rapido per produrre pezzi artistici in gran quantità e a prezzi accessibili a molti. In particolare, lo stile di Heckel di questi anni si caratterizza come altamente emotivo, ottenuto per mezzo di linee aggressive e spezzate e di colori brillanti, stesi in modo piatto e vigoroso.
Come gli altri membri del gruppo, anche Heckel cercò ispirazione nella natura: per questo passò le estati tra il 1907 ed il 1910 sulla costa del Mare del Nord e sui laghi della Sassonia, spesso in compagnia degli amici Kirchner e Max Pechstein. Nel 1911 Heckel, sempre più interessato nella composizione pittorica formale, si trasferì a Berlino, ma ebbe difficoltà ad adattarsi alla nuova città. I colori usati sono più sommessi e i suoi dipinti diventano meno intensi e più malinconici, in un certo senso più introspettivi, in cui spesso il tema principale è la malattia.
Cominciò allora a viaggiare per la Germania, conoscendo artisti come Wilhelm Lehmbruck, Lyonel Feininger e August Macke; incontrò anche James Ensor, che allora viveva ad Ostenda. Durante la prima guerra mondiale Heckel prestò servizio nel corpo sanitario, rimanendo profondamente turbato dalle atrocità del conflitto; quasi tutte le illustrazioni di quegli anni richiamano queste dolorose esperienze.
Nel primo dopoguerra viaggiò per l'Europa, tornando a cercare ispirazione nella natura, la più intatta possibile dalla civilizzazione. In particolare, subì il fascino della Foresta Nera e delle Alpi attorno al lago di Costanza. La severità e la monumentalità delle montagne entrarono allora nei suoi paesaggi: l'atmosfera angosciosa dei dipinti degli anni espressionisti si stempera gradatamente in una pittura più distesa, con colori sempre più a pastello. Con l'avvento del nazismo, Heckel fu considerato un artista degenerato: gli fu proibito di esporre in pubblico e le sue opere nei musei tedeschi furono confiscate; in questi anni una parte notevole del suo lavoro fu distrutta.[1]
Dopo la seconda guerra mondiale visse sul lago di Costanza ed insegnò all'Accademia di Belle Arti di Karlsruhe fino al 1955. Fino alla sua morte, avvenuta a Radolfzell, una località sul lago di Costanza, il 27 luglio 1970, continuò a dipingere e ad essere considerato uno degli artisti più importanti della Germania, come provato dai molti premi ricevuti e dalle molte mostre a cui partecipò.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Erich Heckel
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su erich-heckel.de.
- Heckel, Erich, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Erich Heckel, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Opere di Erich Heckel, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Erich Heckel, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Erich Heckel, su Olympedia.
- (EN) Erich Heckel, su sports-reference.com, Sports Reference LLC (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2017).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 41848647 · ISNI (EN) 0000 0000 8343 1340 · BAV 495/97055 · Europeana agent/base/152683 · ULAN (EN) 500032971 · LCCN (EN) n50027378 · GND (DE) 118547488 · BNE (ES) XX879561 (data) · BNF (FR) cb119675919 (data) · J9U (EN, HE) 987007506119805171 · NSK (HR) 000494702 |
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