Faver
Faver frazione | |
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Faver visto dalla cappella di sant'Antonio di Piazzo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Trento |
Comune | Altavalle |
Territorio | |
Coordinate | 46°11′N 11°14′E |
Altitudine | 672 m s.l.m. |
Superficie | 9,43 km² |
Abitanti | 849[1] (31-12-2015) |
Densità | 90,03 ab./km² |
Sottodivisioni | Località Ponciach, Località Portegnago/Portegnach, Località Rorè |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 38092 (già 38030) |
Prefisso | 0461 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cod. catastale | D516 |
Targa | TN |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona F, 3 441 GG[3] |
Nome abitanti | faorani o faori (faurani) |
Patrono | san Valentino e santi Filippo e Giacomo |
Giorno festivo | 14 febbraio, 3 maggio |
Cartografia | |
Faver (Fàver o Fàoro in dialetto cembrano[4]) è una frazione[5] di 849 abitanti del comune italiano di Altavalle in provincia di Trento, nota per la propria produzione vinicola; è un caratteristico villaggio cembrano dal clima mite. È stato comune autonomo fino al 1º gennaio 2016, quando si è fuso con Grauno, Grumes e Valda per formare il nuovo comune di Altavalle.
Il paese è tradizionalmente diviso in due rioni: Còrt e Vich, ciascuno dotato di una fontana e una piazza. I due rioni erano divisi da una frona[6], che costituiva anche il confine di giurisdizione. Vich era amministrato dai signori del Castello di Segonzano e Cort dai signori di Monreale (Königsberg).
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il paese subì gravi danni durante le guerre napoleoniche, alle quali sono legati numerosi racconti popolari. Nel 1918 una colonna italiana collocò un paio di mitragliatrici al Crocifisso di Costor sulla strada cembrana; con questo espediente si ottenne la resa dei reparti austriaci.
Nel primo dopoguerra si formò il Partito Socialista Italiano, che nel 1922 vinse le elezioni comunali.
Anche durante la Seconda guerra mondiale la strada di Cembra fu percorsa dai tedeschi in ritirata.
Solo nel secondo dopoguerra Faver ebbe un'evoluzione edilizia ed economica.
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]- Stemma
Lo stemma del comune di Faver era stato approvato con deliberazione della Giunta provinciale del 29 novembre 1984, n. 12504.[7]
- Stemma
«Di rosso, alla fascia d'argento caricata del monogramma F. II in stampatello di nero. Corona: Civica di Comune. Ornamenti: A destra una fronda d'alloro fogliata al naturale, fruttata di rosso, a sinistra una fronda di quercia fogliata e ghiandifera al naturale, legate da un nastro bifido d'argento, di rosso nel verso.»
- Gonfalone
Il gonfalone era stato approvato con D.G.P. del 6 febbraio 1987 n. 673.[8]
«Drappo del rapporto di 5/8 merlato in alto alla guelfa e terminante in basso a coda di rondine formato da tre teli equipollenti, rossi al battente ed al bilico, bianco al centro, caricato dello stemma comunale, munito dei suoi ornamenti, sovrastante l'argentea dicitura "Comune di Faver", concavemente disposta, bordato e frangiato d'argento; il bilico sarà unito all'asta da un argenteo cordone ad analoghe nappe; l'asta con freccia dorata sarà foderata di rosso ed ornata con un nastro d'argento elicoidalmente disposto.»
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Luogo particolarmente curioso, nella Val dei Pozzi, sono le cave del M. Vallaccia, dove c'era un tabernacolo di pietra arenaria, detto l'òm selvàdech per via di un essere leggendario che abitava la foresta e che scomparve dopo la benedizione del vescovo di Trento. (da verificare)
La chiesa dei Santi Filippo e Giacomo fu consacrata nel 1116, ma fu ricostruita nel 1462 e più volte ampliata nei secoli successivi. Circa tre secoli dopo la chiesa fu bruciata dai Francesi, che posero il paese a sacco. Dopo questo incendio, che coinvolse anche alcune abitazioni, la chiesa fu ricostruita nelle attuali forme tra il 1853 e il 1854 da G. Giacomelli, un muratore di Predazzo, mentre il campanile è di dieci anni più tardo e si sviluppa su un progetto di G. Pelz, originario di Cembra. Il campanile è alto 56 m e le sue campane sono udibili in tutta la Val di Cembra. L'interno della chiesa è molto vasto e adornato da stucchi simbolici e da tele di un pittore ottocentesco di Predazzo. Dell'antica chiesa —ora sede municipale — rimangono dei lacerti affrescati al piano terra, attualmente coperti da pannelli in cartongesso. Nello spazio a sud dell'abside c'è il cimitero.
In piazza da Vich sorge la casa Tabarelli de Fatis, un fabbricato che è stato rimaneggiato nel 1869 ed è detto il "Castello" e comprende un'ampia corte.
All'estremità nord-orientale di Vich c'è la chiesetta del S. Crocifisso, caratterizzata dal campanile a vela e dal suo stile composito. Al suo interno è custodito un crocifisso ligneo proveniente da Egna documentato già nel 1825 quando è stato "riattato" e benedetto per essere ivi collocato.
Dintorni di Faver
[modifica | modifica wikitesto]- I vigneti: la vasta conca verde disegna il suggestivo paesaggio della vite del Trentino, sul quale torreggia il paese di Faver con le sue case allineate lungo la strada principale. Sotto l'alta rupe di porfido si nota una sequenza di gradinate di viti e poco oltre sorge un vecchio maso a fianco di un olivo indicatore di un clima mite, nonostante l'altitudine.
- Il ponte di Cantilàga: è l'antico collegamento con le sponde di Cembra e Segonzano e sorge presso i ruderi del castello di Segonzano. Per secoli è stato l'unico collegamento carrabile tra le due sponde.
- Ponciàch: è una località di soggiorno estiva di recente sviluppo; il suo paesaggio è caratterizzato da un ampio spazio pratoso orlato dal bosco. Da qui si può osservare un antico bacino lacustre tagliato da un torrente. I boschi e i prati soprastanti sono detti Mezalòn e furono assegnati nel 1833 a Faver dopo la lite detta dei "cinque secoli".
- M. Castion: da un'altitudine di 1528 m si può godere del panorama della Valle dell'Adige e dei monti del Trentino-Alto Adige. Questo luogo era stato un punto di ritrovo religioso e di riparo per le antiche popolazioni sottostanti. I reperti archeologici hanno posto una prima frequentazione a partire dal Medio Bronzo.
- Il Molin de Portegnach: è un mulino costruito nel 1859 da Andrea Tabarelli di Faver e recuperato recentemente come centro culturale. Inaugurato nel 2009 è ora sede e proprietà dell'associazione Sorgente '90 [1]. Al suo interno ci sono alcune sale adibite ad eventi culturali, oltre ad una sala prove/incisione, un angolo cottura ed uno spazio destinato all'ospitalità di gruppi organizzati. La sala macine conserva le macchine da mugnaio originarie.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[9]
Economia
[modifica | modifica wikitesto]Faver è un centro vitivinicolo e di commercio ortofrutticolo e vinicolo. Altre fonti economiche sono l'artigianato. Fino agli anni trenta del Novecento resistette l'industria del baco da seta, che si affiancava alla viticoltura.
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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15 maggio 2000 | 8 maggio 2005 | Bruno Pilzer | Un territorio, la sua gente (lista civica) | Sindaco | [10] |
9 maggio 2005 | 16 maggio 2010 | Osvaldo Di Crisci | Esperienza e rinnovamento (lista civica) | Sindaco | [11] |
17 maggio 2010 | 31 dicembre 2015 | Matteo Paolazzi | Noi con voi - Il vostro e nostro futuro (lista civica) | Sindaco | [12] |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2015.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, Dizionario degli Etnici e dei Toponimi Italiani, Bologna, ed. Pàtron, 1981.
- ^ Statuto comunale di Altavalle (PDF), su comune.altavalle.tn.it. URL consultato il 24 gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2023).
- ^ Termine dialettale: indica un passaggio o uno spazio limitato da edifici.
- ^ Approvazione stemma comunale del Comune di Faver, in Bollettino ufficiale della Regione Autonoma Trentino - Alto Adige n. 61 del 27/12/1984, p. 2834.
- ^ Adozione gonfalone del Comune di Faver, in Bollettino ufficiale della Regione Autonoma Trentino - Alto Adige suppl. n. 1 al n. 20 del 05/05/1987, p. 5.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, Elezioni comunali di Faver del 2000 (PDF), su regione.taa.it, 17 giugno 2004. URL consultato il 18 giugno 2012 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2015).
- ^ Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, Elezioni comunali di Faver del 2005 (PDF), su regione.taa.it, 5 febbraio 2008. URL consultato il 18 giugno 2012 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2015).
- ^ Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, Elezioni comunali di Faver del 2010 (PDF), su regione.taa.it, 3 settembre 2010. URL consultato il 18 giugno 2012 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2015).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Aldo Gorfer, Le valli del Trentino: Trentino orientale, Manfrini, Trento, 1977, pp. 343 e ss.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Faver
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Faver
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Fàver, su sapere.it, De Agostini.