Fela Kuti

Fela Kuti
NazionalitàBandiera della Nigeria Nigeria
GenereAfrobeat
Periodo di attività musicaleanni 1950 – anni 1990
Sito ufficiale

Fela Anikulapo Kuti o semplicemente Fela Kuti, nato Olufela Olusegun Oludotun Ransome-Kuti e anche noto con lo pseudonimo The Black President (Abeokuta, 15 ottobre 1938Lagos, 2 agosto 1997) è stato un rivoluzionario, cantante, compositore e attivista per i diritti umani nigeriano. Artista influente e molto prolifico (pubblicò circa settantasette album)[1], Kuti viene ricordato per aver inventato il genere musicale afrobeat e le sue lotte politiche contro il governo nigeriano.

Primi anni di vita

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Fela nacque a Abeokuta in Nigeria nel 1938 in una colta famiglia della classe media. Suo padre, Israel Oludotun Ransome-Kuti, fu il primo presidente dell'Associazione degli insegnanti nigeriani, e sua madre Funmilayo Ransome-Kuti era un'attivista femminista nonché prima donna nigeriana ad avere la patente di guida. Da piccolo si appassionò di musica e in particolare all'highlife, il genere che, negli anni venti, si diffuse in tutta la zona costiera del Ghana.[1]

Dopo gli studi primari nel paese d'origine, Fela si trasferì a Londra nel 1958[1] con l'intenzione di studiare medicina[senza fonte]. Si iscrisse però al Trinity College of Music,[1] dove si diplomò pochi anni dopo con la tromba. A Londra Fela conobbe molti musicisti di origine africana come per esempio il chitarrista ghanese Ebo Taylor con il quale suonò spesso in quel periodo. Nel 1961, durante la sua permanenza in Inghilterra, si sposò con Remilekun (Remi) Taylor, dalla quale ebbe tre figli tra cui Femi Kuti, che seguirà le sue orme di musicista e attivista. Nello stesso periodo formò il primo nucleo dei Koola Lobitos, un complesso jazz. Durante la metà del decennio riformò i Koola Lobitos, divenuti questa volta un gruppo più eclettico dalle influenze hihglife e calypso.[1]

Verso la fine degli anni sessanta compì un viaggio negli Stati Uniti, dove rimase affascinato dai movimenti di emancipazione afroamericani, primo tra tutti il Black Panther Party.[1]

Anni settanta

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Trasferitosi a Lagos, in Nigeria, nel 1970, influenzato da altri artisti come Orlando Julius, Fela fondò assieme al suo gruppo, rinominato Africa 70, la Repubblica di Kalakuta (che, etimologicamente, voleva richiamare la lettura africana della città di Calcutta) che era al contempo una comune autoproclamatasi indipendente dal governo, uno studio di registrazione e una casa per i molti sostenitori del musicista.[1][2][3][4][5]

Fu in questo periodo che cambiò il suo secondo nome da Ransome a Anikulapo (lett. "colui che dispone della propria morte") e pubblicò alcuni dei suoi album più noti e importanti. Nel 1971 uscì Afrodisiac, contenente il primo successo dell'artista Jeun Ko Fu, mentre nel 1973 uscì Gentleman, tra gli album più apprezzati dell'artista.[1]

La fama di cui cominciò a disporre (anche per il fatto che cantava in inglese, rendendo così accessibili i suoi testi politicamente scottanti a tutti i popoli africani) lo rese inviso alle istituzioni governative nigeriane: nel 1974 compirono una prima retata all'interno di Kalakuta.[6] Nel 1977, in seguito all'uscita del disco di grande successo del 1976 Zombie, nel quale il musicista paragona le forze di sicurezza nigeriane a dei morti viventi privi di volontà e addestrati per sparare a comando, mille soldati invasero nuovamente la comune, incendiando gli studi e distruggendo le strutture e uccidendo numerose persone, tra cui la madre di Kuti, che venne gettata fuori da una finestra morendo qualche giorno dopo. Lo stesso musicista fu salvato appena in tempo da un pestaggio mortale a opera dei militari. Fela Kuti descriverà questo tragico evento nella sua canzone Coffin' for Head of State.[7][8]

Nel 1978, nel primo anniversario della distruzione di Kalakuta, Fela sposò ventisette donne, tutte coriste e ballerine del suo entourage, divorziando da tutte nel 1986.[9][10]

Nel 1979 fondò un suo partito a cui diede il nome di Nigerian Movement of the People, candidandosi alle elezioni primarie ma vedendo bocciata la sua candidatura.

Fela Kuti cambiò nome alla sua band che divenne Egypt 80 e continuò le sue iniziative antigovernative negli anni ottanta.[11] Nel 1984, il governo di Muhammadu Buhari, di cui Kuti era un convinto oppositore, lo imprigionò con l'accusa di contrabbando, fatto che Amnesty International e altre associazioni umanitarie denunciarono come pretestuoso e motivato da ragioni politiche.[12][13] Fela Kuti venne rilasciato dopo 20 mesi di detenzione. Al suo rilascio divorziò dalle sue 12 mogli rimanenti, dicendo che «il matrimonio porta gelosia ed egoismo».[senza fonte]

Nel 1989 Fela e gli Egypt 80 pubblicarono l'album anti-apartheid Beasts of No Nation che mostrava, in una controversa copertina, l'allora presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, il premier britannico Margaret Thatcher e il presidente sudafricano Pieter Willem Botha. Il titolo dell'album nacque da una dichiarazione dello stesso Botha stando alla quale «questa rivolta [contro il sistema dell'apartheid] farà emergere la bestia in noi.»[14]

Ultimi anni di vita e morte

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A cavallo degli anni ottanta e novanta fece numerosi tour in Europa e negli Stati Uniti, suonando anche al Giants Stadium nel New Jersey nel 1986 al concerto di beneficenza per Amnesty International chiamato Conspiracy of Hope e dividendo il palco con Bono, Carlos Santana e i Neville Brothers.[15]

Nel 1993, lui e quattro membri dell'organizzazione Africa 70 furono arrestati con l'accusa di omicidio. La battaglia contro la corruzione militare in Nigeria stava arrivando al culmine, soprattutto con l'ascesa di Sani Abacha.[16][17]

Durante gli anni novanta, circolarono delle indiscrezioni sul fatto che il musicista avesse dei problemi di salute.[18] Il 2 agosto del 1997 venne annunciata a Lagos la sua morte. Successivamente si scoprì che fosse morto di AIDS. Stando alle fonti, al suo funerale presero parte almeno un milione di persone.[19] Il New Afrika Shrine, situato a Lagos, è stato inaugurato dopo la sua morte, sotto la supervisione del figlio Femi Kuti.[20]

Il movimento americano Potere Nero influenzò molte delle idee politiche di Fela. Egli era un sostenitore del panafricanismo e del socialismo, e credeva nell'idea di una repubblica africana unita e democratica.[21]

Era un sostenitore dei diritti umani, e molte delle sue canzoni erano infatti attacchi alle dittature, in particolare i governi militari della Nigeria negli anni settanta e ottanta. Fela Kuti criticava anche i comportamenti della gente comune, colpevole, secondo lui, soprattutto le classi sociali più agiate, di piegarsi al volere della dittatura e di distruggere le antiche tradizioni africane.[senza fonte]

La cultura africana in cui credeva ammetteva anche la poligamia. La stessa Repubblica di Kalakuta era stata fondata come luogo in cui la poligamia era in generale consentita. Va comunque notato come in materia di sessualità, Fela Kuti avesse un atteggiamento più liberale di quello tipico della cultura africana, come per esempio nella canzone Open and Close.

Discografia parziale

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Letteratura su Fela Kuti

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  • (EN) John Collins, Fela: Kalakuta Notes, Wesleyan University Press, 2012.
  1. ^ a b c d e f g h (EN) Fela Kuti, su ondarock.it. URL consultato il 1º luglio 2024.
  2. ^ (EN) 'He was in a godlike state, su theguardian.com. URL consultato il 1º luglio 2024.
  3. ^ (EN) Karl Brunnhölzl, Sounds of Innate Freedom - The Indian Texts of Mahamudra, Volume 4, Wisdom Publications, 2021.
  4. ^ (EN) Fela Kuti's "Coffin For Head of State" is life or death protest music, su treblezine.com. URL consultato il 1º luglio 2024.
  5. ^ https://www.theguardian.com/music/2014/sep/04/orlando-julius-with-the-heliocentrics-jaiyede-afro-review
  6. ^ (EN) Expensive Shit/He Miss Road - Fela Kuti, su pitchfork.com. URL consultato il 1º luglio 2024.
  7. ^ (EN) Fela's compound is attacked, su theguardian.com. URL consultato il 1º luglio 2024.
  8. ^ (EN) Coffin for Head of State, su vice.com. URL consultato il 1º luglio 2024.
  9. ^ (EN) Why Fela married 27 women in one day – Seun Kuti, su dailypost.ng. URL consultato il 1º luglio 2024.
  10. ^ (EN) Fela and His Wives: The Import of a Postcolonial Masculinity, su legacy.chass.ncsu.edu. URL consultato il 1º luglio 2024.
  11. ^ (EN) Win a copy of Finding Fela — Huck pays tribute to an African soul rebel and offers you the chance to win a copy of Alex Gibney’s new Fela Kuti documentary., su huckmag.com. URL consultato il 1º luglio 2024.
  12. ^ (EN) Culture Re-View: The day Afrobeat legend and political activist Fela Kuti was arrested, su euronews.com. URL consultato il 1º luglio 2024.
  13. ^ (EN) Fela Kuti, PoC, Nigeria (PDF), su static.amnesty.org. URL consultato il 1º luglio 2024.
  14. ^ (EN) “This uprising will bring out the beast in us”, su vanguardngr.com. URL consultato il 1º luglio 2024.
  15. ^ (EN) ROCK TOUR FOR AMNESTY, su nytimes.com. URL consultato il 1º luglio 2024.
  16. ^ (EN) The original African, su prospectmagazine.co.uk. URL consultato il 1º luglio 2024.
  17. ^ (EN) U.S. Department of State - Nigeria Country Report on Human Rights Practices for 1996, su 1997-2001.state.gov. URL consultato il 1º luglio 2024.
  18. ^ (EN) Fela Kuti: Chronicle of A Life Foretold, su thewire.co.uk. URL consultato il 1º luglio 2024.
  19. ^ (EN) Brave, inspiring, crazy - the joy of managing Fela Kuti, su bbc.com. URL consultato il 1º luglio 2024.
  20. ^ (EN) Fela Kuti built his music around a distrust of Nigeria’s elites. Now they’re the audience for the musical about his life, su latimes.com. URL consultato il 1º luglio 2024.
  21. ^ (EN) Fela Kuti – 10 of the best, su theguardian.com. URL consultato il 1º luglio 2024.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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