Fragno (Calestano)
Fragno frazione | |
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Chiesa di San Pietro Apostolo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Provincia | Parma |
Comune | Calestano |
Territorio | |
Coordinate | 44°35′13.52″N 10°09′04.32″E |
Altitudine | 656 m s.l.m. |
Abitanti | 70[3] |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 43030 |
Prefisso | 0525 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
Fragno è una frazione del comune di Calestano, in provincia di Parma.
La località dista 2,83 km dal capoluogo.[1]
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]La frazione sorge alla quota di 656 m s.l.m.,[1] alle pendici del monte Sporno,[4] su un altopiano che si protende dal versante destro della valle del rio Moneglia, affluente destro del torrente Baganza.[5]
A poche centinaia di metri verso monte, sorge alla quota di 701 m s.l.m. la località di Fragnolo.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La zona di Fragno risultava abitata già durante l'età del bronzo; risalgono infatti all'incirca al 1500 a.C. alcune tracce di un castellaro riferibile ai Liguri, costituite da frammenti di ceramiche, manufatti in selce e altri oggetti.[6]
In età medievale nel piccolo borgo fu costruita una cappella, menzionata per la prima volta nel 1230.[7]
Nel 1249 il Comune di Parma donò al conte Alberto Fieschi il feudo di Calestano, comprendente anche i castelli di Marzolara, Alpicella e Vigolone e le terre annesse.[8]
Nel 1426 Pier Maria I de' Rossi conquistò, per conto del duca di Milano Filippo Maria Visconti, i castelli fliscani della val Baganza;[9] la guerra proseguì per anni e nel 1431 Niccolò Piccinino promise al conte Gian Luigi Fieschi la restituzione dei manieri di Marzolara, Calestano e Vigolone al termine del conflitto, con la clausola che nel frattempo rimanessero nelle mani di Niccolò de' Terzi, il Guerriero,[10] ma ne fu successivamente investito Baldo Soardi, che nel 1438 fu scomunicato dal vescovo Delfino della Pergola per non aver consegnato alla Diocesi di Parma le decime raccolte dagli abitanti di Fragno.[11] Nel 1439 Filippo Maria Visconti assegnò i feudi al cancelliere di Niccolò Piccinino Albertino de' Cividali[12] e successivamente ai conti di Canino e a Giovanni da Oriate; soltanto nel 1443, al termine della guerra, il Duca restituì i castelli di Calestano, Marzolara e Vigolone al conte Giannantonio Fieschi in segno di riconoscenza per la sua devozione.[13]
Tuttavia, nel 1465 il duca di Milano Francesco Sforza assegnò il feudo di Calestano al condottiero Giorgio da Gallese; nel 1474 gli subentrò Giorgio del Carretto, ma l'anno seguente il duca Galeazzo Maria Sforza ne investì il consigliere ducale Pietro Landriani;[14] alla morte di quest'ultimo nel 1498, il maniero fu ereditato dal figlio Jacopo, ma, a causa delle proteste da parte degli abitanti, l'anno seguente[15] il duca Ludovico il Moro gli revocò l'investitura; il castello fu quindi restituito a Gian Luigi Fieschi.[16]
Nel 1650 Carlo Leone e Claudio Fieschi alienarono i feudi di Calestano, Marzolara, Vigolone e Alpicella con tutte le pertinenze al conte Camillo Tarasconi;[17] i suoi eredi ne mantennero i diritti fino alla loro abolizione decretata da Napoleone nel 1805.[18]
L'anno seguente Fragno divenne frazione del nuovo comune (o mairie) di Calestano.[19]
In seguito all'Unità d'Italia, la strada di collegamento tra Calestano e Langhirano, passante per Fragno e Fragnolo, fu resa carrozzabile, favorendo lo sviluppo del territorio.[6]
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Chiesa di San Pietro Apostolo
[modifica | modifica wikitesto]Menzionata per la prima volta nel 1230, la chiesa romanica fu danneggiata da una frana intorno alla metà del XVII secolo e abbattuta; ricostruita nel 1660 circa in forme barocche in posizione più sicura, fu arricchita della nuova facciata neoclassica nel 1858 e decorata internamente nel 1954. Il luogo di culto, affiancato da quattro cappelle e ornato con lesene e affreschi, conserva vari arredi e dipinti seicenteschi.[7][20]
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Cucina
[modifica | modifica wikitesto]Il tartufo nero di Fragno, riconosciuto come PAT, cresce soprattutto in terreni derivanti dal disfacimento di flysch, rocce sedimentarie diffuse tra la val Baganza e la val Parma, in particolare nella zona di Fragno e del monte Sporno; il tubero è utilizzato in vari piatti, soprattutto in primi, spesso accompagnato da Parmigiano-Reggiano, e in secondi di carne. Ogni anno, all'incirca tra la metà di ottobre e la metà di novembre, si svolge nel centro di Calestano la fiera nazionale del tartufo nero di Fragno.[21][22][23]
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]Fragno e Fragnolo sono attraversate dalla strada provinciale 61, che collega Calestano in val Baganza a Langhirano in val Parma.[24]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d La Frazione di Fragno, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 28 ottobre 2018.
- ^ La Frazione di Fragnolo, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 28 ottobre 2018.
- ^ [1][2]
- ^ Zuccagni-Orlandini, p. 474.
- ^ Rossi, p. 7.
- ^ a b Storia del territorio di Calestano (Val Baganza), su provincialgeographic.it. URL consultato il 28 ottobre 2018.
- ^ a b Chiesa di San Pietro Apostolo "Fragno, Calestano", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 28 ottobre 2018.
- ^ Corazza Martini, p. 7.
- ^ Pezzana, 1842, pp. 257-258.
- ^ Pezzana, 1842, p. 308.
- ^ Pezzana, 1842, p. 393.
- ^ Pezzana, 1842, p. 415.
- ^ Pezzana, 1842, p. 485.
- ^ Pezzana, 1852, p. 11.
- ^ Pezzana, 1859, p. 388.
- ^ Landriani, Pietro, su treccani.it. URL consultato il 28 ottobre 2018.
- ^ De Luca, pp. 356-357.
- ^ Comune di Calestano (PR), su araldicacivica.it. URL consultato il 28 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2018).
- ^ Molossi, p. 50.
- ^ Arte nel territorio di Calestano (Val Baganza), su provincialgeographic.it. URL consultato il 28 ottobre 2018.
- ^ Mipaaf - Tredicesima revisione dell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali - Lista aggiornata prodotti P.A.T, su politicheagricole.it. URL consultato il 28 ottobre 2018.
- ^ Tartufo nero di Fragno, su turismo.comune.parma.it. URL consultato il 28 ottobre 2018.
- ^ Tartufo Nero di Fragno, su tartufonerofragno.it. URL consultato il 28 ottobre 2018.
- ^ Silvana Benedetti, Il Tartufo nero di Fragno, su buonviaggioitalia.it. URL consultato il 28 ottobre 2018.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giacomo Corazza Martini, Castelli, Pievi, Abbazie: Storia, arte e leggende nei dintorni dell'Antico Borgo di Tabiano, Roma, Gangemi Editore, 2011, ISBN 978-88-492-9317-3.
- Giovanni Battista De Luca, Theatrum veritatis et justitiae, Tomus V, Colonia, 1693.
- Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei ducati di Parma Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832.
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo secondo, Parma, Ducale Tipografia, 1842.
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo quarto, Parma, Reale Tipografia, 1852.
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo quinto, Parma, Reale Tipografia, 1859.
- Michela Rossi, Persistenze di elementi scomparsi: castelli e castellari nei feudi della val Baganza, Parma. URL consultato il 24 ottobre 2018.
- Attilio Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole, Italia superiore o settentrionale Parte VI, Firenze, presso gli Editori, 1839.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fragno