Franco Zeffirelli

Franco Zeffirelli
Franco Zeffirelli nel 2008

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato15 aprile 1994 –
29 maggio 2001
LegislaturaXII, XIII
Gruppo
parlamentare
Forza Italia
CoalizionePolo delle Libertà (XII)
Polo per le Libertà (XIII)
CircoscrizioneSicilia
Incarichi parlamentari
Membro della 4ª Commissione permanente (Difesa)
Membro della 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali)
Membro della 11ª Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale)
Membro della 13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali).
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoForza Italia
Titolo di studiodiploma AFAM in Scenografia
UniversitàAccademia di belle arti di Firenze
ProfessioneRegista; Scenografo; Sceneggiatore

Franco Zeffirelli, pseudonimo di Gian Franco Corsi (Firenze, 12 febbraio 1923Roma, 15 giugno 2019[1]), è stato un regista, sceneggiatore, scenografo e politico italiano.

Nacque da una relazione extraconiugale di Ottorino Corsi, un commerciante di stoffe originario di Vinci, con la fiorentina Alaide Garosi Cipriani; siccome all'epoca i figli nati fuori dal matrimonio non potevano assumere il cognome di nessuno dei genitori, la madre lo fece registrare all'anagrafe con l'immaginario cognome Zeffirelli, da lei inventato pensando agli "zeffiretti" cantati da Ilia nell'Idomeneo di Mozart[2]. Cambiò legalmente cognome, adottando quello paterno, all'età di 19 anni, quando il padre lo riconobbe, e in seguito, anche sul passaporto, fece aggiungere "in arte Zeffirelli"; il suo nome d'arte è quindi, in realtà, quello che fu il suo primo nominativo anagrafico. Ebbe un'infanzia difficile, dovuta alla mancanza di una figura paterna e alla prematura scomparsa della madre. Giorgio La Pira fu suo istitutore ai tempi del collegio nel convento di San Marco a Firenze, e dopo aver frequentato l'Accademia di Belle Arti a Firenze, esordì come scenografo nel secondo dopoguerra, curando una messa in scena di Troilo e Cressida diretta da Luchino Visconti.

Compì, insieme con Francesco Rosi, le prime esperienze nel cinema come aiuto regista dello stesso Visconti in La terra trema e in Senso, nonché di Antonio Pietrangeli ne Il sole negli occhi (1953). Nel 1953 curò bozzetti e figurini per L'italiana in Algeri per la regia di Corrado Pavolini al Teatro alla Scala di Milano. Negli anni cinquanta esordì come regista sia in teatro sia al cinema.

Al Teatro alla Scala nel 1954 curò la regia di La Cenerentola e di L'elisir d'amore, nel 1955 Il turco in Italia portata anche in trasferta nel 1957 al King's Theatre di Edimburgo, nel 1957 La Cecchina, ossia La buona figliuola, nel 1958 Mignon e nel 1959 Don Pasquale, al Teatro Verdi di Trieste nel 1958 Manon Lescaut e al Royal Opera House, Covent Garden di Londra nel 1959 Lucia di Lammermoor portata anche in trasferta al King's Theatre di Edimburgo nel 1961, Cavalleria rusticana e Pagliacci. Sul grande schermo esordì con Camping (1957), una commedia di ambiente giovanile. Ancora al Covent Garden nel 1960 disegnò i costumi di Joan Sutherland per La traviata.

Ancora al Teatro alla Scala nel 1960 curò la regia de Le astuzie femminili e di Lo frate 'nnamorato, nel 1963 La bohème e Aida, nel 1964 La traviata, al Teatro La Fenice di Venezia nel 1960 Alcina e nel 1961 Lucia di Lammermoor, a Trieste nel 1961 Rigoletto e nel 1967 Falstaff, al Glyndebourne Festival Opera nel 1961 L'elisir d'amore, a Londra nel 1961 Falstaff, nel 1962 Don Giovanni e Alcina e nel 1964 Tosca, Rigoletto e I puritani, al Wiener Staatsoper nel 1963 La bohème (che fino al 2014 va in scena 410 volte) e al Metropolitan Opera House di New York nel 1964 Falstaff e nel 1966 la prima assoluta di Antony and Cleopatra di Samuel Barber di cui è anche il librettista.

Franco Zeffirelli e Olivia Hussey durante le riprese di Romeo e Giulietta

Verso la fine degli anni sessanta si impose all'attenzione internazionale in campo cinematografico grazie a due trasposizioni shakespeariane: La bisbetica domata (1967) e Romeo e Giulietta (1968). Nel 1966 realizzò un documentario sull'alluvione di Firenze intitolato Per Firenze. Negli anni sessanta Zeffirelli diresse alcuni spettacoli memorabili nella storia del teatro italiano, come l'Amleto con Giorgio Albertazzi, recitato anche a Londra in occasione delle celebrazioni shakespeariane nel quattrocentesimo anniversario della nascita del grande drammaturgo (1964), Chi ha paura di Virginia Woolf?, con Enrico Maria Salerno e Sarah Ferrati, La lupa di Giovanni Verga con Anna Magnani.

Ancora al Metropolitan nel 1970 curò la regia di Cavalleria rusticana e nel 1972 Otello, alla Scala nel 1972 Un ballo in maschera e nel 1976 Otello, a Vienna nel 1972 Don Giovanni e nel 1978 Carmen e al Grand Théâtre di Ginevra nel 1978 La Fille du Regiment. Nel 1971 diresse Fratello sole, sorella luna, una poetica rievocazione della vita di Francesco d'Assisi, con la colonna sonora di Riz Ortolani. Scenografo e allievo di Luchino Visconti, le sue opere furono sempre accurate nelle ricostruzioni di ambiente, e scelse sempre soggetti di forte impatto emotivo sul pubblico.

Nel dicembre del 1974 curò la regia televisiva in mondovisione della cerimonia di apertura dell'Anno Santo. Nel gennaio del 1976 tornò a collaborare col Teatro alla Scala di Milano, allestendo ancora una volta la sua celebre Aida, diretta da Thomas Schippers e con Montserrat Caballé e Carlo Bergonzi come protagonisti. Il 7 dicembre 1976 firmò regia e scene di una storica edizione di Otello di Giuseppe Verdi che inaugurò la stagione lirica del Teatro alla Scala di Milano, con la direzione di Carlos Kleiber e protagonisti Plácido Domingo, Mirella Freni e Piero Cappuccilli. L'opera venne, per la prima volta, trasmessa in diretta dalla Rai.

Dopo il successo del film televisivo Gesù di Nazareth (1977), una co-produzione internazionale sulla vita di Gesù; realizzò, tra gli altri, Il campione (1979), Amore senza fine (1981), Il giovane Toscanini (1988). Nel 1990 tornò a Shakespeare con un nuovo adattamento cinematografico di Amleto. Nel 1981 curò la regia di Cavalleria rusticana e di Pagliacci alla Scala, 1983 mise in scena Turandot di Giacomo Puccini al Teatro alla Scala, e Sei personaggi in cerca d'autore di Luigi Pirandello e nel 1985 Il lago dei cigni alla Scala, al Metropolitan nel 1981 La bohème, nel 1985 Tosca, nel 1987 Turandot e nel 1989 La traviata, all'Opéra National de Paris nel 1986 La traviata e a Trieste nel 1987 La figlia del reggimento.

Ancora al Met nel 1990 curò la regia di Don Giovanni e nel 1996 Carmen e alla Scala nel 1992 Don Carlo e nel 1996 La Fille du Regiment. Nel 1993 tornò al cinema con Storia di una capinera, da Giovanni Verga.

Nel 1994 fu eletto senatore della repubblica nelle liste di Forza Italia della circoscrizione Catania e confermato con la sua rielezione nel 1996. Con Forza Italia si candida anche alle elezioni europee del 1999, senza risultare eletto. Conclude la sua esperienza parlamentare nel 2001.

Allestì all'Arena di Verona, nel 1995 Carmen di Georges Bizet ripresa poi nel 1996 e 1997, 1999, 2002 e 2003, 2006, dal 2008 al 2010, 2012, 2014 e nel 2016; nel 2001 Il trovatore con Salvatore Licitra e Fiorenza Cedolins,opera andata in scena anche nel 2002, 2004, 2010, 2013 e 2016, nel 2002 Aida di Giuseppe Verdi con Fiorenza Cedolins, riproposta dal 2003 al 2006, 2010 e 2015; nel 2004 Madama Butterfly sempre protagonista Fiorenza Cedolins andata in scena anche nel 2006, 2010, 2014 e 2017, nel 2010 Turandot di Giacomo Puccini, ripresa nel 2012, 2014 e 2016; nel 2012 Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart realizzata anche nel 2015. Nel 2018 firma l’accordo per la regia di Rigoletto alla Royal Opera House di Muscat, in Oman, che nel 2010 era stata inaugurata con l’allestimento da lui firmato di Turandot. Rigoletto, previsto per il 2020, fu realizzato postumo nel gennaio del 2022, divenendo così l’ultimo lavoro del maestro. Nel 2019 firma la sua ultima regia, ovvero La Traviata di Giuseppe Verdi, che però non vedrà mai in scena: scompare infatti il sabato precedente alla Prima del 21 giugno 2019. Per l'occasione, la serata è stata trasmessa in diretta su Rai 1, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Tra il 1996 e il 1999 diresse i film Jane Eyre e Un tè con Mussolini, quest'ultimo parzialmente autobiografico. Nel dicembre 1999, tornò a dirigere le riprese televisive della cerimonia di apertura dell'Anno Santo. Nel 2002 sempre per il grande schermo, realizzò Callas Forever, liberamente ispirato alla vita di Maria Callas. Ancora per il Metropolitan nel 2002 cura la regia de Il barbiere di Siviglia al Cunningham Park. Fino al 2014 sono oltre 800 gli spettacoli con la sua regia andati in scena al Met.

Il 24 novembre 2004 la regina Elisabetta II lo nominò Cavaliere Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico (KCBE). Nel 2006 curò il suo quinto allestimento dell'Aida interpretata da Violeta Urmana per l'inaugurazione del Teatro alla Scala. Dal 21 aprile a 3 maggio 2007 andò in scena il suo nuovo allestimento de La traviata di Giuseppe Verdi per il Teatro dell'Opera di Roma, con direzione d'orchestra Gianluigi Gelmetti, soprano Angela Gheorghiu, baritono Renato Bruson, tenore Vittorio Grigolo. La prima dello spettacolo del 21 aprile è stata trasmessa in diretta in ventidue sale cinematografiche. Al Teatro Filarmonico di Verona esordisce nel 2012 con Pagliacci.

Franco Zeffirelli muore la mattina del 15 giugno 2019 nella sua villa sull'Appia Antica a Roma, quattro mesi dopo il novantaseiesimo compleanno.[3] Riportato nella sua Firenze, in seguito ai solenni funerali celebrati il 18 giugno dal cardinale Giuseppe Betori nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, il regista, come da sua espressa volontà, è stato cremato e le sue ceneri sono state tumulate nella cappella di famiglia nel cimitero delle Porte Sante,[4] cimitero monumentale ubicato a Firenze.

Nel febbraio 2023 Poste Italiane e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dedicano un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “le Eccellenze italiane dello spettacolo” a Franco Zeffirelli, rappresentante un ritratto del Maestro in primo piano su due bozzetti realizzati dallo stesso regista per alcune opere teatrali. Fra le grandi celebrazione in onore dei 100 anni dalla nascita di Zeffirelli: il passaggio delle Frecce Tricolori su Firenze, la dedica di un Belvedere presso il Piazzale Michelangelo di Firenze e la realizzazione di un documentario breve che racconta la vita del regista prodotto dalla Fondazione Zeffirell ed Istituto Luce con la supervisione artistica di Pippo Zeffirelli, la regia di Matteo Mascotto e la produzione esecutiva di Matteo Cichero.

Franco Zeffirelli nel 1972

Franco Zeffirelli era dichiaratamente cattolico praticante ed omosessuale[5]; aveva due figli adottivi, Giuseppe (detto Pippo) e Luciano. Afferiva politicamente all'area di pensiero legata al mondo liberale e anticomunista. Nella metà degli anni novanta aderì alla coalizione di centro-destra del Polo delle Libertà e del Buon Governo, per il quale fu senatore per sette anni nelle file di Forza Italia nella XII e XIII legislatura dal 1994 al 2001. Fu molto amico di Silvio Berlusconi,[6][7] il quale nel 2001 gli evitò lo sfratto da Villa Grande (anche detta "Villa Zeffirelli", ove risiedeva in affitto da diversi decenni), la sua prestigiosa dimora tra l'Appia Antica e l'Appia Pignatelli, a rischio pignoramento a causa di un'ipoteca causata dai precedenti proprietari: il "Cavaliere" acquistò la dimora tramite una sua società e la lasciò in uso al regista per il resto dei suoi giorni.[8] Dopo la scomparsa di Zeffirelli, Berlusconi ha adottato Villa Grande quale sua residenza romana.

Pur appartenendo alla comunità LGBT, disse di non apprezzare il cosiddetto «movimento gay», in quanto per lui il concetto dell'omosessualità era strettamente collegato al filone culturale ellenico-latino; dichiarò infatti che «l'omosessuale non è uno che sculetta e si trucca. È la Grecia, è Roma. È una virilità creativa».[9][10][11] Zeffirelli ha anche asserito[senza fonte] di non ritenere la sua omosessualità in conflitto con la sua profonda fede cristiana, pensando che il peccato della carne non dipenda dall'orientamento sessuale.[che vuol dire e che c'entra?]

Negli anni cinquanta ebbe un lungo e travagliato rapporto con l'aristocratico regista Luchino Visconti, da taluni definito come uno fra i primi registi del Neorealismo italiano. I due convissero per diversi anni nella villa di Visconti sulla via Salaria nella città di Roma.

Zeffirelli è sempre stato un grande tifoso della squadra calcistica della Fiorentina[12] ed ha talora assunto atteggiamenti polemici nei confronti della Juventus, con la quale la tifoseria viola nutre una rivalità particolarmente accesa. Nel 2002 inoltre fu ad un passo dal diventare presidente della società gigliata, nel frattempo fallita, che avrebbe dovuto prendere la denominazione di "Fiorentina 1926", ma alla fine il progetto non ebbe una conclusione.

In seguito ad una ricerca genealogica, condotta dai due studiosi di Leonardo da Vinci Alessandro Vezzosi e Agnese Sabato, è stato riscontrato che Zeffirelli era diretto discendente del nucleo familiare del genio vinciano: secondo tale ricerca, la famiglia Corsi si imparentò con la famiglia Da Vinci nel 1794, in seguito al matrimonio fra Michelangelo di Tommaso Corsi e Teresa Alessandra Giovanna di Ser Antonio Giuseppe Da Vinci, diretta discendente di Ser Piero, padre di Leonardo[13].

Stile cinematografico

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Tra i più famosi registi italiani nel mondo[14] (i suoi film sono quasi tutti produzioni internazionali[15]), Franco Zeffirelli come regista cinematografico si caratterizza per l'eleganza formale e l'attenzione per il melodramma e le storie d'amore,[16] sviluppate con senso dello spettacolo e gusto figurativo prezioso, non esente tuttavia da esuberanze manieristiche[17] e dall'estetismo[18] e scadente talvolta nell'oleografico.[19]

Riconoscimenti

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Lungometraggi

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Sceneggiatore

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Teatro (parziale)

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Teatro di prosa

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Regista e scenografo

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Solo scenografo

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Opere liriche

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Regista, scenografo e costumista

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Regista e scenografo

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  1. ^ È morto Franco Zeffirelli, addio al Maestro, in La Nazione, 15 giugno 2019. URL consultato il 15 giugno 2019 (archiviato il 15 giugno 2019).
  2. ^ Addio a Franco Zeffirelli, un maestro tra opera lirica e cinema, su avvenire.it. URL consultato il 24 luglio 2019 (archiviato il 24 luglio 2019).
  3. ^ Redazione VN, Se ne va il maestro Franco Zeffirelli, un grande della cultura italiana e tifoso viola, su Viola News, 15 giugno 2019. URL consultato il 15 giugno 2019 (archiviato il 15 giugno 2019).
  4. ^ LUCA BOLDRINI, Zeffirelli, folla per l'addio in Duomo. Betori: "Un protagonista universale dell'arte", su La Nazione, 1560849291185. URL consultato il 20 giugno 2019 (archiviato il 20 giugno 2019).
  5. ^ Zeffirelli: “Io sono omosessuale, non gay. La storia della musica inizia e finisce con la Callas”, su dagospia.com, 5 luglio 2013. URL consultato il 27 aprile 2019 (archiviato il 27 aprile 2019).
  6. ^ Zeffirelli loda l'amico Berlusconi:"Umanamente non è secondo a nessuno", su termometropolitico.it, 17 dicembre 2014. URL consultato il 24 marzo 2016 (archiviato il 5 aprile 2016).
  7. ^ L'addio di Berlusconi a Zeffirelli: "Da oggi mi sento più solo", in Il Giornale, 15 giugno 2019. URL consultato il 1º novembre 2019 (archiviato il 1º novembre 2019).
  8. ^ Ecco la nuova villa di Berlusconi a Roma (ci visse Zeffirelli) - Affari Italiani
  9. ^ Dall'intervista Zeffirelli: "Due o tre cose che so su Silvio e Veronica" Archiviato il 24 settembre 2015 in Internet Archive., il Giornale.it, 7 giugno 2009.
  10. ^ Giuseppina Manin, Zeffirelli: «Da piccolo molestato da un frate», in Corriere della Sera, 19 novembre 2006. URL consultato il 3 dicembre 2015 (archiviato l'8 dicembre 2015).
  11. ^ Vecchi Gian Guido, Zeffirelli: Silvio ti supplico. Meglio le vecchie barzellette, in Corriere della Sera, 7 febbraio 2007. URL consultato il 3 dicembre 2015 (archiviato l'8 dicembre 2015).
  12. ^ Fiorentina, Zeffirelli: "Viola talmente bella che non si può spiegare" Archiviato il 23 ottobre 2013 in Internet Archive. calcionews24.com
  13. ^ S. W. I. swissinfo.ch e a branch of the Swiss Broadcasting Corporation, Zeffirelli diretto discendente di Leonardo, su TVSvizzera. URL consultato il 27 aprile 2019 (archiviato il 27 aprile 2019).
  14. ^ Mo-Net s.r.l. Milano-Firenze, Gesù di Nazareth (1977), su mymovies.it. URL consultato l'11 dicembre 2016 (archiviato l'8 dicembre 2016).
  15. ^ Zeffirelli, Franco - MSN Encarta, su it.encarta.msn.com, 21 giugno 2008. URL consultato l'11 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2008).
  16. ^ Mo-Net s.r.l. Milano-Firenze, Romeo e Giulietta (1968), su mymovies.it. URL consultato l'11 dicembre 2016 (archiviato il 20 dicembre 2016).
  17. ^ Zeffirèlli, Franco, su sapere.it. URL consultato l'11 dicembre 2016 (archiviato il 20 dicembre 2016).
  18. ^ Autori vari, Enciclopedia Rizzoli Larousse, Milano, Rizzoli, 2001, p. Voce: Zeffirelli (Franco).
  19. ^ ZEFFIRELLI, Franco in "Enciclopedia del Cinema", su treccani.it. URL consultato l'11 dicembre 2016 (archiviato il 21 dicembre 2016).
  20. ^ Il Corriere di Arezzo 11.5.05 (PDF), su centrodelluomo.org. URL consultato il 25 settembre 2019 (archiviato il 30 giugno 2016).
  21. ^ La Nazione: Renzi consegna a sorpresa il Fiorino d'oro a Franco Zeffirelli, su lanazione.it. URL consultato il 31 maggio 2013 (archiviato il 23 giugno 2015).
  22. ^ Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana Corsi sig. Gianfranco in arte Zeffirelli, su quirinale.it.
  23. ^ Le onorificenze della Repubblica Italiana, su quirinale.it. URL consultato il 27 aprile 2019 (archiviato il 27 aprile 2019).
  24. ^ Drammaturgia.it - Albertazzi, moderno Amleto senz’ombra di malinconia, su drammaturgia.fupress.net. URL consultato il 3 settembre 2019 (archiviato il 2 febbraio 2019).
  25. ^ Anche costumista
  26. ^ ZEFFIRELLI E LA BORBONI INSIEME PER PIRANDELLO - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 3 settembre 2019 (archiviato il 3 settembre 2019).
  27. ^ PER I ' SEI PERSONAGGI' HAPPENING DI ZEFFIRELLI - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 3 settembre 2019 (archiviato il 3 settembre 2019).
  28. ^ (EN) Stephen J. Bottoms, Albee: Who's Afraid of Virginia Woolf?, Cambridge University Press, 21 settembre 2000, p. 188, ISBN 9780521635608. URL consultato il 3 settembre 2019.
  29. ^ (EN) Josette Déléas, Lina Wertmüller, Trafford Publishing, 30 luglio 2009, ISBN 9781425127558. URL consultato il 3 settembre 2019.

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Collegamenti esterni

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