Gilles Le Breton

Gilles Le Breton (... – Senna e Marna, 1553) è stato un architetto francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Castello di Fontainebleau
La Cour du Cheval Blanc, castello di Fontainebleau
La Porta Dorée, castello di Fontainebleau

Famiglia ed esordi[modifica | modifica wikitesto]

Gilles Le Breton fu un architetto e maestro muratore francese durante il Rinascimento, nella prima metà del XVI secolo, noto per essere stato il progettista di gran parte dell'attuale castello di Fontainebleau, ispiratosi all'architetto bolognese Sebastiano Serlio,[1] consigliere sia dell'architettura sia delle opere decorative del castello.[2]

Gilles Le Breton, artista di cui possediamo pochi documenti storici riguardanti la sua attività, lavorò al servizio di Francesco I di Francia.[3]

Sulla formazione e sugli esordi di Le Breton, sappiamo che incominciò a lavorare nel 1526, collaborando con Pierre Nepveu nel castello di Chambord, assieme al padre maestro muratore parigino Jean I Le Breton, che nel 1522 lavorò nella cappella gotica del castello di Vincennes.[3][4]

Gilles è anche il fratello di Guillaume e Jacques Le Breton, costruttori del castello di Villers-Cotterêts nel 1533.[4][5]

Architetto a Fontainebleau[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1527 Gilles Le Breton ottenne la nomina di «maître général des œuvres de Maçonnerie du roi».[2]

L'anno seguente si attivò a Fontainebleau in accordo con Francesco I per eseguire modifiche, ristrutturazioni e nuove costruzioni all'antica residenza di caccia medievale dei monarchi francesi, a sud-est di Parigi,[3] tra le quali, dal 28 aprile 1528, il palazzo della nuova entrata con l'abbattimento della vecchia torre d'ingresso e la costruzione di un'altra, insieme a diverse torri e gallerie più piccole; la Porta Dorée e la loggia, con due costruzioni presso l'entrata e l'inserimento della galleria denominata in seguito Galerie Françoise I;[2][5] la cappella di San Saturnino; la ristrutturazione di una scala nell'agosto del 1531; lavori sulla scalinata, per un contratto nel marzo 1540.[3]

Inoltre eseguì la parte settentrionale della Cour du Cheval Blanc, il portico con la scalinata nella Cour de l'Ovale e la cappella de La Trinité.[3][1][2][5]

Sempre a Fontainebleau, Le Breton costruì, tra il 1547 e il 1550, gli hotel di Albon, La Guette e Como Clausse.[4]

Attribuzioni, stile e morte[modifica | modifica wikitesto]

Tra le attribuzioni sono da menzionare, oltre ad altre parti del castello di Fontainebleau, anche alcuni castelli della vallata della Loira, tra i quali quelli di Campigny-sur-Vende, di Villandry, di Valançay, di Fleury-en-Bière.[3][1][4]

Le Breton risultò come uno dei protagonisti del nuovo stile, diffusosi in Francia dal 1530, che si allontanò dalle influenze dello stile rinascimentale italiano, soprattutto per le arti decorative, creandone uno più vicino al gusto tipico francese.[3]

Philibert de l'Orme fu l'architetto principale a Fontainebleau a partire dal 1548, succedendo a Le Breton.[6]

Gilles Le Breton morì nel 1553 nel dipartimento di Senna e Marna.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Gilles Le Breton, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 29 ottobre 2018.
  2. ^ a b c d (EN) The Architect : Chapters in the History of the Profession: Chapters in the ..., su books.google.it. URL consultato il 29 ottobre 2018.
  3. ^ a b c d e f g h le muse, VI, Novara, De Agostini, 1964, p. 388.
  4. ^ a b c d (EN) Le Breton Gilles (1500 env.-1553), su universalis.fr. URL consultato il 29 ottobre 2018.
  5. ^ a b c (EN) Sturgis' Illustrated Dictionary of Architecture and Building: An Unabridged ..., su books.google.it. URL consultato il 29 ottobre 2018.
  6. ^ (EN) Reginald Blomfield, A History of French Architecture: from the reign of Charles VIII. till the ..., pp. 22-33.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Architects of the Renaissance, in Antiques Digest, 1899.
  • Louis Archon, Storia della cappella dei re di Francia, Parigi, 1711.
  • (EN) James Stevens Curl, A dictionary of architecture and landscape architecture, 2006.
  • (FR) Marc Hamilton Smith, La prima descrizione di Fontainebleau, in Recensione dell'arte, I, n. 91, 1991, pp. 44-46.
  • Jean-François Hebert e Thierry Sarmant, Fontainebleau: Mille anni di storia di Francia, Edizioni Tallandier, 2013.
  • Nikolaus Pevsner, Storia dell'architettura europea, Bari, Laterza, 1998.
  • Werner Muller e Gunter Vogel, Atlante d'architettura. Storia dell'architettura dalle origini all'età contemporanea. Tavole e testi, Rozzano (Milano), Hoepli, 1997.
  • Jean-Pierre Samoyault, Guida al museo nazionale del castello di Fontainebleau, Parigi, 1911.
  • (EN) Russell Sturgis, A dictionary of architecture and building, 1966.
  • (FR) P. Vanaise, Gilles Le Breton, maître-maçon, entrepreneur ou architecte parisien du XVIe siècle, Gazette des Beaux-Arts, 1966.
  • V. Vercelloni 1969, Dizionario enciclopedico di architettura e urbanistica, Roma, 1969.
  • David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Bologna, 1990.

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