Giulio Manfrone

Giulio Manfrone
Paris Bordon, Miracolo di San Cristoforo. Le fattezze di San Giorgio sono quelle di Giulio Manfrone. XVI secolo.
NascitaSchio[1], 1490/1492
MorteCremona, 15 agosto 1526
Cause della morteferite in battaglia
Etniaitaliana
Dati militari
Paese servitoRepubblica di Venezia (bandiera) Repubblica di Venezia
Specialitàcavalleria
Anni di servizio1509-1526
GradoCondottiero di compagnia di ventura
Battaglie
  • Assedio di Brescia
  • Difesa di Padova
  • Assedio di Milano
  • Assedio di Cremona
voci di militari presenti su Wikipedia

Giulio Manfrone (Schio, 1490/1492 – Cremona, 15 agosto 1526) è stato un condottiero italiano.

Busto di Giulio Manfron posto sulla facciata del teatro Jacquard a Schio, 1868

Era figlio del condottiero Giampaolo Manfrone detto "Fortebraccio" e di Angela Mele, nobile napoletana. Iniziò la sua carriera militare nel 1509 accanto al padre contro i Pontifici. Nel 1512 mentre combatteva a Brescia venne catturato da Gaston de Foix-Nemours e liberato solo dopo il pagamento di un riscatto. Nel 1513 partecipò alla difesa di Padova.

Ebbe una vita dissoluta e all'età di circa vent'anni fu incolpato con alcuni suoi uomini di aver usato violenza ad una giovane donna di Oderzo. Bartolomeo d'Alviano, comandante al tempo delle truppe veneziane, ne ordinò la cattura. Grazie all'intervento del padre venne perdonato. Nell'agosto del 1515 combatté a fianco dell'Alviano in Lombardia. Partecipa con Teodoro Trivulzio alla fine del 1521 della difesa di Milano, sfuggendo alla cattura degli imperiali.

Morì in combattimento sotto le mura di Cremona nel 1526, partecipando all'assedio con Malatesta IV Baglioni.

Giulio sposò Beatrice Roverella (?-1526), figlia di Gerolamo e contessa di Montenovo ed ebbero quattro figli:

Beatrice si risposò nel 1535 con Ercole Rangoni (?-1572), figlio di Gherardo (?-1522).

  • Ezio Maria Simini, Lucrezia Gonzaga e il tramonto dei Manfron, in Quaderni di storia e di cultura scledense, n. 16, Schio, febbraio 2011.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]