Giuseppe Maria Pizzini

Giuseppe Maria Pizzini, O.P.
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Caorle (1645-1648)
 
Nato1607 a Venezia
Nominato vescovo20 marzo 1645 da papa Innocenzo X
Consacrato vescovo21 maggio 1645 dal patriarca Gianfrancesco Morosini
Deceduto25 maggio 1648
 

Giuseppe Maria Pizzini, anche Piccini[1][2] (Venezia, 160725 maggio 1648[3]) è stato un vescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Venezia[4], entrò nell'Ordine dei predicatori e fu destinato al convento dei Santi Giovanni e Paolo[5]. Fu baccelliere in teologia e venne nominato vescovo di Caorle il 20 marzo 1645 da papa Innocenzo X[4][6], all'età di soli 38 anni.

Come vescovo di Caorle portò avanti degli imponenti lavori di restauro della cattedrale. Per dare seguito alle direttive del Concilio di Trento, decise di smantellare l'iconostasi del presbiterio principale, che constava di 15 icone, della scuola di Paolo Veneziano[7], sostituendola con delle balaustre che potessero meglio servire alla Comunione dei fedeli. Oggi i frammenti lapidei dell'antica iconostasi si trovano in parte ancora in chiesa insieme alle balaustre fatte costruire dal Pizzini, mentre altri frammenti e solo 6 delle icone originali sono conservati nel museo del Tesoro della cattedrale. Inoltre fece aprire due finestre nell'abside centrale e realizzò l'altare maggiore che resistette fino agli anni settanta del novecento[8]. Durante lo smembramento del vecchio altare furono ritrovate, in una cassa di legno, le reliquie del cranio di Santo Stefano, di un braccio di Santa Margherita e di buona parte del corpo di San Gilberto, ivi depositate nel XIII secolo dal vescovo Rinaldo[1][9] A memoria di questi imponenti lavori si trova ancora oggi, affrescato alla parete sinistra del presbiterio, lo stemma vescovile del vescovo Pizzini, sopra il luogo dove era posto il faldistorio: «D'argento (?) all'albero nodrito sulla sommità di un monte a tre cime il tutto al naturale»[10].

Ripieno anche di zelo pastorale, volle concedere ad alcuni rappresentanti del popolo, appartenenti al ceto più povero della popolazione, di sedere accanto a lui in cattedrale durante le celebrazioni liturgiche[1][11]. Ma ciò andò a turbare un delicato equilibrio di secoli, tanto che il vescovo fu costretto ad un aspro contenzioso, in cui venne a scontrarsi con il doge Francesco Molin, al quale i cittadini del ceto più abbiente si erano rivolti per ripristinare le antiche consuetudini. In un documento del 1647, il nome del vescovo Pizzini compare accanto a quello del doge Molin in una lettera, trasmessa dal podestà Pietro Contarini, in cui veniva intimato di annullare ogni innovazione [1].

Morì il 25 maggio 1648 all'età di soli 41 anni e dopo soli 3 anni di episcopato. In realtà molte fonti storiche, a partire dall'Ughelli, datano la sua morte al 1653[2][4][12]. Ma due fonti in particolare escludono decisamente questa possibilità. La prima è la lapide sepolcrale del vescovo Pizzini, nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo. L'iscrizione, riportata dal Soravia[3], recita

(LA)

«F. IOSEPH PIZZINI
EPVS. CAPRVLAR.
VENET. ORD. PRÆD.
ÆTAT. SVÆ XLI
ANNO MDCXLVIII»

(IT)

«Fra' Giuseppe Pizzini
Vescovo di Caorle
Veneziano dell'ordine dei predicatori
All'età sua di 41
Anno 1648»

Da qui, tra l'altro, si apprende che la data della sua nascita doveva essere il 1607. L'altra fonte è il necrologio del monastero di Santi Giovanni e Paolo, riportato dal Corner[5], che recita (per le incongruenze contenute vedi nota [6])

«Illustriss. e Reverediss. Monsign. Giuseppe Pizzini Vescovo di Caorle gia figlio del Convento, essendo Baccelliere, fu creato Vescovo da Papa Urbano VIII l'anno 1644, morì in età di anni 41. di febre maligna in giorni 12.»

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Giovanni Musolino, Storia di Caorle, 1970, La Tipografica, Venezia
  2. ^ a b Trino Bottani, Saggio di Storia della Città di Caorle, 1811, nella Tipografia di Pietro Bernardi, Venezia
  3. ^ a b Giambattista Soravia, Le chiese di Venezia, 1822, per Francesco Andreola, Venezia
  4. ^ a b c Ferdinando Ughelli, Italia sacra sive de episcopis Italiæ, et insularum adjacentium, 1720, apud Sebastianus Coleti, Venezia
  5. ^ a b Flaminio Corner, Ecclesiæ Venetæ antiquis monumentis, 1749, Tipogravia di Giovan Battista Pasquali, Venezia
  6. ^ a b Nella sua opera Ecclesiæ Venetæ antiquis monumentis, Flaminio Corner riporta che l'elezione risalirebbe al 1644 da papa Urbano VIII; questo tuttavia risulta difficile a credersi, essendo il precedente vescovo di Caorle, Vincenzo Milani, tralsato alla sede di Lesina soltanto nel dicembre del 1644, quando Innocenzo X era già succeduto ad Urbano VIII
  7. ^ F.L. Bossetto, L'iconostasi della cattedrale di Caorle: nuove osservazioni a partire da alcuni documenti dell'Archivio Storico Patriarcale di Venezia, in Le arti a confronto col sacro: metodi di ricerca e nuove prospettive d'indagine interdisciplinare, atti del convegno (Padova, 31 maggio-1º giugno 2007), Padova 2009, pp. 83-94.
  8. ^ Le tre statue che costituivano l'altare, raffiguranti i tre patroni della chiesa si trovano nel Duomo (Santo Stefano Protomartire) e nel Santuario della Madonna dell'Angelo (Santa Margherita d'Antiochia e San Gilberto di Sempringham)
  9. ^ Luisa Crusvar, Il tesoro del Duomo di Caorle dal basso medioevo al XIX secolo, pdf
  10. ^ Piccini, Giuseppe Maria O.P., vescovo, su araldicaecclesiastica.blogspot.com.
  11. ^ Paolo Francesco Gusso e Renata Candiago Gandolfo, Caorle Sacra, 2012, Marcianum Press, Venezia
  12. ^ Cesare Orlandi, Delle città d'Italia e sue isole adjacenti compendiose notizie (Tomo V), 1778, nella Stamperia Camerale presso Mario Riginaldi, Perugia

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Caorle Successore
Vincenzo Milani 20 marzo 1645 – 25 maggio 1648 Giorgio Darmini