Guðbergur Bergsson

Guðbergur Bergsson (Grindavík, 16 ottobre 1932Mosfellsbær, 4 settembre 2023[1]) è stato un romanziere, poeta e traduttore islandese.

Guðbergur Bergsson

«Il mio ethos estetico risiede nel flusso cerebrale, nelle aurore boreali dello spirito. Si tratta di una materia neutra: tutto è nel tutto. Nel mio lavoro tutto è legato e possiede il suo nido in un ordine segreto: nelle inquiete e cangianti aurore boreali»

Nato in un piccolo villaggio di pescatori nel sud-est dell'Islanda, Bergsson si laureò in lingua spagnola, letteratura e storia dell'arte all'Università di Barcellona. Nella città catalana, a partire dal 1956, conobbe scrittori come Carlos Barral, Gabriel Ferrater, Jaime Gil de Biedma e Jaime Salinas Bonmatí. Pubblicò più di 20 romanzi, libri per bambini, racconti e raccolte di poesia, svolgendo nel frattempo i lavori più disparati: il bracciante, l'operaio in uno stabilimento per la lavorazione del pesce, l'aiuto cuoco, l'infermiere in un ospedale psichiatrico, il portiere di notte. Autore ironico e di grande sensibilità, a lui si devono le traduzioni in islandese e la conoscenza in Islanda dei principali scrittori spagnoli e latinoamericani, tra cui Cervantes, Borges, Gabriel García Márquez, Alejo Carpentier. Bergsson compose audio-poesie, organizzò mostre e sceneggiò cortometraggi, dimostrando una inesauribile curiosità per l'animo umano e la società contemporanea, a cui spesso rivolse dure critiche.

Vinse per due volte il Premio Letterario Islandese (1991 e 1997[2]) e nel 2004 lo Svenska Akademiens nordiska pris[3], conosciuto anche come il «piccolo Nobel».

  • 1961 - Músin sem læðist
  • 1966 - Tómas Jónsson, metsölubók
  • 1967 - Ástir samlyndra hjóna
  • 1968 - Anna
  • 1973 - Það sefur í djúpinu
  • 1974 - Hermann og Dídí
  • 1976 - Það rís úr djúpinu
  • 1979 - Saga af manni sem fékk flugu í höfuðið
  • 1980 - Sagan af Ara Fróðasyni og Hugborgu konu hans
  • 1982 - Hjartað býr enn í helli sínum
  • 1982 - Tóta og táin á pabba
  • 1985 - Leitin að landinu fagra
  • 1985 - Froskmaðurinn
  • 1991 - Svanurinn (pubblicato in Italia col titolo Il cigno, Il Saggiatore, 2001, traduzione di Silvia Cosimini)
  • 1993 - Sú kvalda ást sem hugarfylgsnin geyma
  • 1994 - Ævinlega
  • 1997 - Faðir og móðir og dulmagn bernskunnar
  • 2004 - Lömuðu kennslukonurnar
  • 1961 - Endurtekin orð
  • 1978 - Flateyjar - Frey
  • 2001 - Stígar
  1. ^ (IS) Margir minnast Guðbergs – „Einn fárra sem sagði satt“, su DV, 6 settembre 2023. URL consultato il 7 settembre 2023.
  2. ^ Un autore dai mille mestieri, su ricerca.repubblica.it, 28 marzo 2001. URL consultato il 24 maggio 2020.
  3. ^ (SV) Sito del premio con albo d'oro, su svenskaakademien.se. URL consultato il 23 maggio 2020.

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