Il silenzio è d'oro

Il silenzio è d'oro
Titolo originaleLe Silence est d'or
Paese di produzioneFrancia, Stati Uniti d'America
Anno1947
Durata115 min
Dati tecniciB/N
Generedrammatico, commedia
RegiaRené Clair
SceneggiaturaRené Clair
FotografiaAlain Douarinou e Armand Thirard
MontaggioLouisette Hautecoeur e Henri Taverna
MusicheGeorges Van Parys
ScenografiaLéon Barsacq e Louis De Gastine
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Il silenzio è d'oro (Le Silence est d'or) è un film del 1947 diretto da René Clair.

Il film vinse il Pardo d'Oro al Festival di Locarno.

Parigi. 1906. Un regista cinematografico dell'epoca del muto, Émile Clément, nonostante l'età non più giovane, corteggia volentieri le donne, che sa sedurre grazie a un fascino frivolo coltivato nel corso degli anni. Vorrebbe insegnare le arti della seduzione anche a Jacques, il suo timido assistente, per cui nutre un affetto quasi paterno. Durante un'assenza di quest'ultimo, Émile deve ospitare Madeleine, una ragazza con la madre della quale aveva avuto in passato una relazione. Dapprima Émile è infastidito dalla coabitazione con la ragazza, ma piano piano quest'ultima con la sua ingenuità e spontaneità suscita in lui un sentimento protettivo. Per proteggerla e tenerla lontana dai seduttori la invita a lavorare come attrice con lui e piano piano se ne innamora fino al punto di proporle di sposarlo. Nel frattempo Jacques ritorna e incontra la ragazza che non conosceva. Il ragazzo mettendo in pratica gli insegnamenti di Émile corteggia Madelaine che accetta le sue attenzioni. Quando Jacques viene a sapere dei sentimenti di Émile verso la ragazza vorrebbe ritirarsi con grande dolore di quest'ultima. È invece l'anziano a rinunciare ai suoi propositi matrimoniali. Durante le riprese di una scena d'amore durante la quale Jacques e Madelaine lasciano trasparire i loro sentimenti, Émile si rende conto della sua stupidità senile e dopo aver benedetto i due innamorati ritorna alle sue abitudini e alla sua vita.

L'invito di girare il film viene fatto a René Clair dalla Pathé, a cui si associa la RKO per la versione americana.

Regia, sceneggiatura, dialoghi

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Ideazione, sceneggiatura e regia sono frutto del lavoro esclusivo di René Clair.

Maurice Chevalier interpreta il regista del muto, alter ego dell'autore. Guillemette Odicino scrive su Télérama[1], presentando il film programmato alla televisione:

(FR)

«Ce film est une merveille de charme : dialogues étincelants, petits intermèdes burlesques et gravité qui a l'élégance de la légèreté, dernière qualité remarquablement incarnée par Maurice Chevalier (alors que René Clair destinait le rôle à Raimu, qui décéda avant le tournage). Délaissant son accent et ses tics de titi, il est irrésistible quand il est éloquent et vraiment émouvant quand il se tait. Le silence est d'or, en effet, dans ce film délicieusement bavard. Les sentiments vrais y sont muets.»

(IT)

«Questo film ha un fascino meraviglioso: dialoghi scintillanti, piccoli intermezzi burleschi e una serietà che ha l'eleganza della leggerezza, qualità quest'ultima incarnata in modo ammirevole da Maurice Chevalier (René Clair pensava di dare questo ruolo a Raimu, che morì prima della conclusione del film). Abbandonando il suo accento e i suoi tic, è irresistibile quando parla e commovente quando tace. I sentimenti veri sono muti.»

La rievocazione di Parigi d'inizio secolo è dello scenografo Léon Barsacq e i costumi sono di Christian Dior.

«Parigi è presente con i suoi viali pieni di pioggia, i suoi café-concerto pieni di musica, il suo cinematografo regno di avventure e incantesimi insospettati. Georges Méliès, e tutto il cinema delle origini, vi è presente negli scenari dipinti degli Studios-Fortuna (preparati fra l'altro da un vero collaboratore di Méliès), nell'aria di festa che li avvolge e si diffonde su tutto quanto si svolge intorno ad essi.»

Il film non riscuote i consensi della stampa del settore ma ottiene un grande successo di pubblico.[2]

Fernaldo di Giammatteo:

«Clair torna a Parigi e vi realizza uno dei suoi capolavori, una storia in equilibrio fra ironia e melanconia, intessuta di accorato amore per la vita e per il cinema (quel cinema di Louis Feuillade di cui fu attore ed allievo).»

Gianni Rondolino:

«Il film [...], sullo sfondo di una Parigi principio di secolo, ricostruita più con amore e nostalgia che con intento scrupolosamente storico, è in parte autobiografico e volle essere, come sostenne l'autore, un omaggio a coloro che crearono il cinema francese. In realtà esso è in larga misura, una meditazione, a volte sentita e autentica, a volte un poco esteriore e accademica, sul cinema come mestiere e al tempo stesso sull'inarrestabile trascorrere del tempo, sul tramonto della giovinezza, sulla solitudine come condizione dell'uomo.»

Riconoscimenti

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  1. ^ Le silence est d'or (1946) - Comédie dramatique - L'essentiel - Télérama.fr
  2. ^ Giorgio Gosetti-Cristina Bragaglia, René Clair, in Fernaldo Di Giammatteo, Dizionario universale del cinema. Tecnica,generi, istituzioni, autori., Vol. II, Editori Riuniti, Roma 1984 ISBN 88-359-3411-7
  • Gianni Rondolino, Manuale di storia del cinema, UTET, Novara 2010 ISBN 978-88-6008-299-2
  • Giovanna Grignaffini, René Clair, Il Castoro Cinema n. 69, Editrice Il Castoro, 1980.
  • Fernaldo Di Giammatteo, Storia del cinema, Marsilio, Venezia 1998 ISBN 88-317-7027-6

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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