Ipermodernismo (scacchi)
L’ipermodernismo è una teoria degli scacchi sviluppatasi nei primi decenni del Novecento dalle tesi di Aaron Nimzowitsch, Richard Réti, Xavier Tartakower e Alexander Alekhine[1]. Questa teoria afferma che i due giocatori per controllare il centro non hanno bisogno di occuparlo materialmente con i pedoni, ma esso può anche essere controllato con i pezzi leggeri (alfieri e cavalli). Alcune aperture basate su questa teoria sono la Difesa indiana, nelle sue varianti, e la Difesa Grünfeld che portano di solito a partite tranquille, dove uno dei due giocatori occuperà il centro con i pedoni, mentre l’altro contrasterà questo controllo con i pezzi leggeri e lo attaccherà sfruttando spinte di rottura dei pedoni laterali.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ L'evoluzione del pensiero degli scacchi, su scacchicecina.altervista.org. URL consultato il 31 gennaio 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Aaron Nimzowitsch, Il mio sistema, Milano, Mursia, 1975, ISBN 9788842527213.
- Richard Réti, Le nuove idee negli scacchi, Milano, Mursia, 1999, ISBN 88-425-1925-1.
- (EN) Xavier Tartakower, The Hypermodern Game of Chess, Russel Enterprise, 2015, ISBN 978-1941270301.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Hypermodernism, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.