Mar Ionio

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Mar Ionio
Il mar Ionio presso Zante
Parte diMar Mediterraneo
StatiItalia (bandiera) Italia
Grecia (bandiera) Grecia
Albania (bandiera) Albania
RegioniPuglia, Calabria, Basilicata, Sicilia
Coordinate38°06′04″N 18°17′41″E
Dimensioni
Superficiecirca 200 000 km²
Profondità massima5 270 m
Profondità media4 000 m
Idrografia
IsoleIsole Ionie
InsenatureGolfo di Taranto, Golfo di Arta, Golfo di Patrasso, Golfo di Corinto, Golfo di Corigliano Golfo di Squillace, Golfo di Catania, Golfo di Noto, Golfo di Messenia
Limiti convenzionali del mar Ionio
In giallo i confini tradizionali, in rosso i confini definiti dall'Organizzazione idrografica internazionale, in arancione i confini utilizzati dal servizio meteorologico Meteomar.

Il mar Ionio, in greco Ιόνιο Πέλαγoς?, Iónio Pélagos, è un bacino del mar Mediterraneo orientale, situato tra la Sicilia, l'Italia meridionale (Puglia, Basilicata e Calabria) e la Grecia (Isole Ionie, Grecia Occidentale e Peloponneso).

Il mar Ionio (o Jonio[1]) deriva dal latino mare Ionium, in greco antico: Ἰόνιος θάλασσα?, Iónios thálassa e non è probabilmente collegato all'antica Ionia e a una delle stirpi tradizionali greche, gli Ioni il cui nome ha un'omega anziché un omicron. La leggenda dice che il mare si chiami così dal greco antico: Ἰώ?, Iṓ (Io), figlia di Inaco, signore di Argo, che fu amata da Zeus in forma di nube, e quindi perseguitata da Era; per sfuggire alla dea avrebbe attraversato a nuoto il mare[2].

Secondo un'altra leggenda, prende il nome dal personaggio della mitologia greca Ionio, figlio di Durazzo, nipote a sua volta di Epidamno figlio di Poseidone, dio del mare e dei terremoti.

L'attestazione della dizione è riportata fin dal IV secolo a.C. e designava proprio quel tratto di mare che separa l'allora Illiria dall'Italia[3].

Il nome di Ionio fu dato dapprima alla parte di mare compresa fra Corcira (Corfù) e il Promontorio Iapigio (a sud) e la costa italiana all'ingresso dell'Adriatico (a nord), e per estensione anche alla parte meridionale dell'Adriatico fino al Gargano (Erodoto, Tucidide). Nel I secolo, Strabone dava per limite settentrionale dello Ionio il Promontorio Acrocerauno e specificava (nel libro VII) che «Il golfo Ionio è parte di quello che ora si chiama Adriatico», mentre indicava come Mare Siculo lo Ionio meridionale, ossia la parte compresa fra la Sicilia e il Peloponneso[4].

Anche Claudio Tolomeo[5] attesta che la delimitazione del bacino idrografico del mare Adriatico possiede un confine preciso sulla costa settentrionale del Gargano, vicino alla città di Hyrium, piccolo castelletto di fronte alle isole Diomedee. Per Tolomeo le località degli Apuli Peucenti (Egnatia, Barium), e le località degli Apuli Dauni (Salapia, Sipuntum, Apenestae, Monte Gargano ed Hyrium) si trovano sul mare Ionio, mentre le località dei Frentani (fiume Tifernus, Buca e Histonium) sul golfo del mare Adriatico.

Il mar Ionio è il bacino più profondo del Mediterraneo, infatti raggiunge in più punti una profondità di 4000 m e tocca i 5 270 m nell'abisso Calipso, a sud ovest del Peloponneso (36°34′N 21°07.44′E).

Vi si affacciano le regioni italiane di Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, la prefettura albanese di Valona, le periferie greche di Epiro, Isole Ionie, Grecia Occidentale e Peloponneso. Sul golfo di Corinto si affacciano inoltre le unità periferiche di Focide e Beozia (periferia della Grecia Centrale) e Attica Occidentale (periferia dell'Attica). A quest'ultima periferia appartiene infine il comune di Cerigo, costituito dalle isole di Cerigo e Cerigotto, convenzionalmente poste anch'esse nel mar Ionio.

Le principali insenature sono, nella parte italiana, quelle di Taranto, di Squillace, di Catania; nella parte orientale quelle di Arta, di Patrasso, di Corinto, d'Arcadia, di Messenia, di Laconia.

La parte centrale dello Ionio è libera da isole, e queste mancano anche sul lato occidentale (se si escludono piccoli isolotti lungo la costa italiana), mentre sul lato orientale si succedono le Isole Ionie, alcuni isolotti in prossimità del Peloponneso (da Proti a Cervi), Cerigo e Cerigotto.

È collegato

Riguardo alla linea di demarcazione tra Ionio e Adriatico, occorre precisare che esistono altre due convenzioni nautiche, che per esigenze di semplificazione seguono le linee dei paralleli e dei meridiani, discostandosi quindi dalla definizione fin qui data. In particolare:

L'Organizzazione idrografica internazionale, in coerenza con quest'ultima definizione, pone il limite meridionale dell'Adriatico lungo la linea immaginaria che va da punta Mèliso a capo Cefalo (39°45′07.31″N 19°37′45.5″E) sull'isola di Corfù (linea C in figura). Tra l'isola di Corfù e la costa albanese, il limite segue poi la linea da capo Karagol (39°45′14.6″N 19°56′43.47″E) fino alla foce del canale di Vivari (39°44′29.22″N 19°59′22.91″E), nei pressi di Butrinto[8]. Quest'ultima convenzione comporta che la costa settentrionale dell'isola di Corfù e le isole Diapontie sarebbero bagnate dal mar Adriatico.

Capo d'Otranto
Santa Maria di Leuca

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  1. ^ La lettera iniziale trascrive il fonema /j/ (approssimante palatale) che in passato si poteva indicare in italiano anche con il grafema J. Quest'uso non è mai stato universale e si è mantenuto perlopiù nelle forme per nomi di città come Jesi, Jesolo e (per quanto riguarda il riferimento al mare in esame) Montalbano Jonico e Scanzano Jonico.
  2. ^ Dizionario di toponomastica, Torino, UTET, 1990, p. 398, ISBN 88-02-07228-0.
  3. ^ L'Adriatico tra Mediterraneo e penisola balcanica nell'antichità, atti del congresso di Lecce e Matera del 21-27 ottobre 1973, Taranto, ISAMG, 1983, p. 17.
  4. ^ Mare-ionio - Treccani, su Treccani. URL consultato il 20 marzo 2024.
  5. ^ Geografia, Libro III, Cap. 1, Città sulla costa
  6. ^ Questa definizione collocherebbe le isole Ionie di Cerigo e Cerigotto al di fuori del mar Ionio.
  7. ^ Questa convenzione comporta che le coste orientali e sud-orientali di Creta sarebbero bagnate dal mar Ionio.
  8. ^ Limits of Oceans and Seas, 3rd edition (PDF), su iho-ohi.net, International Hydrographic Organization, 1953. URL consultato il 3 aprile 2011 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2011).

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