La barca di Acheronte

La barca di Acheronte
Uno studio per l'opera, oggi al museo López
AutoreFélix Resurrección Hidalgo
Data1887
Tecnicaolio su tela
Dimensioni80,65×108,59 cm
UbicazioneMuseo nazionale delle Filippine, Manila

La barca di Acheronte (La barca de Aqueronte) è un dipinto a olio su tela del pittore filippino Félix Resurrección Hidalgo, realizzato nel 1887. L'opera è conservata al museo nazionale delle Filippine di Manila.[1][2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Uno studio per Caronte.

Hidalgo finì di dipingere La barca di Acheronte nel 1887, all'età di 34 anni.[3] Hidalgo aveva realizzato degli studi a carboncino di Caronte che sono rappresentativi degli eroi nudi greco-romani modellati secondo uno stile rinascimentale. Questi studi oggi si trovano nella collezione del museo López di Pasig, nelle Filippine, e della sua biblioteca.[3][4]

L'opera vinse la medaglia d'oro all'esposizione generale delle Filippine a Madrid.[5] Nel 1889, una giuria internazionale aggiudicò la medaglia d'argento all'esposizione di Parigi del 1889, un riconoscimento che nessun altro filippino aveva ottenuto all'esposizione francese.[6] Il dipinto vinse anche altri premi, come un diploma d'onore all'esposizione generale di belle arti di Barcellona e una medaglia d'oro all'esposizione internazionale di belle arti di Madrid del 1893. Il 7 marzo 1893, il governo spagnolo acquistò il quadro tramite un decreto reale per 7500 pesete.[5][6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Uno studio di Caronte.

La Barca di Acheronte è un dipinto in stile neoclassico che Hidalgo realizzò dopo aver letto l'Inferno di Dante Alighieri durante un soggiorno in Italia.[3][7] Si tratta dell'interpretazione di Hidalgo delle anime dannate che attraversano il fiume Acheronte per giungere nell'Ade.[3] Il protagonista del dipinto è il traghettatore Caronte, un personaggio della mitologia classica che è raffigurato come un mietitore di anime spietato, con gli "occhi di bragia" che fissano nell'ombra minacciosamente i dannati che si imbarcano.[7]

Caronte si trova nel lato destro del dipinto ed è raffigurato come una figura solitaria avvolta in un mantello (nello studio al museo López, invece, è nudo). La figura contrasta con il cielo color rosso.[8] Nel lato sinistro della composizione, d'altro canto, è un diagonale formata da un ammasso di corpi svestiti che si dirigono verso la barca di Caronte. Il movimento diagonale nel lato sinistro del dipinto è descritto come "in tensione forte" con il lato destro dell'opera.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Philippines, National Museum, Manila, Metro Manila, su Expressions. URL consultato il 29 maggio 2022.
  2. ^ (EN) Myles A. Garcia, New “Old” Filipino Master Paintings Surface and Break Auction Records, su Positively Filipino | Online Magazine for Filipinos in the Diaspora. URL consultato il 29 maggio 2022.
  3. ^ a b c d (EN) Lopez Museum and Library: Navigating the Underworld: Felix Resurreccion Hidalgo’s Charon, the Ferryman of Hades, su Lopez Museum and Library, 2 novembre 2009. URL consultato il 29 maggio 2022 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2011).
  4. ^ (EN) The Past Is Just Nearby, su philippinebusiness.com.ph. URL consultato il 29 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2008).
  5. ^ a b (EN) Filipino Painters And Their Masterpieces | thecrushingblow.net, su web.archive.org, 24 luglio 2011. URL consultato il 29 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2011).
  6. ^ a b (EN) ‘La Barca de Aqueronte’ by Felix Resurreccion Hidalgo, 1887, su Inquirer Lifestyle, 16 giugno 2021. URL consultato il 28 maggio 2022.
  7. ^ a b c (EN) Lopez Museum » InFocus, su web.archive.org, 14 gennaio 2010. URL consultato il 29 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2010).
  8. ^ (EN) Essay on La Barca de Aqueronte as a significant presence at Philippine National Museum, su Imprints, 6 febbraio 2018. URL consultato il 29 maggio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alfredo Roces, Felix Resureccion Hidalgo & the Generation of 1872, Manila, Fondazione Eugenio López, Inc., 1998, p. 146.
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